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domenica 30 dicembre 2018

Dai che ce la stiamo facendo...


Meno qualche ora e poi....Andata. Ci rimangono solo 358 giorni di bonus prima di un altro tour de force. 
Non fatemici pensare.

Grazie al cielo la vacanza mi ha restituito la vitalita’.

Quella di una cimice.

Giusto due giri su me stesso e poi lo schianto.

Sono smorto come un sushi ma per fortuna non puzzo di pesce.

Ma e’ solo questione di ore.

In occasione delle benedette feste di Natale tutti sono migrati come rondoni per viaggi intercontinentali, io fortunatamente ho fatto solo due tour da parenti fighi che non hanno fatto pesare le festivita'..anzi..

La sola cosa che apprezzo di sto periodo e’ il concerto di capodanno, alla tele il 1° gennaio. Ahoo..ci ho 76 anni e passa e me lo ricordo sempre uguale.

Eppure ne e’ passato di tempo, mi sono spuntati i peli, caduti di i denti da latte, ho cambiato mogli, mestieri, convinzioni, mi son venuti i capelli sale e pepe.

E lui e’ li.

Ogni anno.

Si sono sciolto i ghiacci al polo nord, si e’ creato il buco dell’ozono, si sono estinti i dinosauri..prima o poi tocchera’ anche a lui no?

Ma la mia domanda e’ questa..quando? Saperlo.

Da un po’ di anni il direttore e gli orchestrali fanno gli scherzetti.

Gli Austriaci sono proprio dei belinacci.

Fanno il gioco dei pianissimi e dei fortissimi.

E da casa si diventa matti perche’ il concerto di Vienna lo si sente e vede a tavola mentre si addenta l’avanzo del giorno prima e si suggella il brodo dei cappelletti dato il troppo pieno e si va di goduria fino alla marcia del Radetky dove tutti battono le mani a tempo ed ecco Sciluicchio che cambia canale e finisce sui politici che lascio vignettare dallo Ste AugurandoVi un buon anno strapieno di gioia e di desideri realizzati per chi soffre e per chi ancora crede nei sogni, nell'amicizia, nei piccoli gesti che offerti e dati ci daranno soddisfazione..










N°1 Settimana Enigmistica.


Come augurio per il 90.mo anno posto la storia del numero 1 del settimanale “Settimana Enigmistica” uscito il 23/1/32.(data palindroma)

Questo settimanale non ha mai avuto restyling grafico, da 90 anni si presenta in edicola nello stessa veste e nello stesso formato tipografico.
Anche adesso, nonostante le più moderne tecnologia di stampa offset, sembra ancora stampato da una vecchia tipografia con caratteri di piombo.
Un’altra caratteristica che rende pressoche' “unico” questo periodico, e' che non ha mai accettato nemmeno pubblicita' al suo interno (fatto salve alcune citazioni di marchi o prodotti legati per lo piu'ai premi dei concorsi per i suoi lettori).
Ad inventare La Settimana Enigmistica fu un nobile di origine sarda, Giorgio Sisini conte di Sant’Andrea, figlio di uno dei fondatori del primo Rotary Club della Sardegna.
Il conte Sisini, laureatosi in ingegneria a Milano, in origine fu soprattutto un innovativo imprenditore ed esperto di agricoltura, che cercò di modernizzare soprattutto nella sua terra d’origine, la Sardegna, facendosi importatore e promotore dei piu' aggiornati mezzi della meccanica agraria (a Cagliari apri' ben tre negozi di macchine agricole).
Ma un’altra passione bruciava nel suo petto…
Giorgio Sisini, infatti, era a sua volta un appassionatissimo cultore di giochi ed enigmi. Enigmi che ha continuato a ideare e proporre sulla “suaSettimana Enigmistica per 40 anni, dal fatidico primo numero del 1932 fino a pochi giorni dalla sua morte, avvenuta nel Giugno del 1972.
Da allora la direzione del settimanale è stata assunta da Raoul de Giusti, ed in seguito da Francesco Baggi Sisini).
Fra i piu' famosi enigmisti che hanno fatto parte della sua redazione figurano i leggendari
Piero Bartezzaghi e Giancarlo Brighenti.
Secondo un tradizione che si e' mantenuta pressoché inalterata nel tempo, nella copertina di ogni numero compare il profilo (un tempo) o la foto (oggi) di un personaggio famoso, il cui nome e' la chiave del cruciverba di facciata del settimanale.
Nei numeri pari della rivista si tratta di un personaggio maschile, in quelli dispari di un personaggio femminile.
Nel primo numero il gioco di copertina era dedicato all’attrice messicana Lupe Velez.
Da allora la Settimana Enigmistica e' divenuta un’attesa consuetudine in edicola per migliaia di famiglie italiane, di cultura medio-alta, che l’acquistavano continuano a farlo ogni settimana assieme al proprio quotidiano preferito.
Da parte sua la “Settimana” non ha mai mancato all’appuntamento in edicola con i suoi lettori (il 22 Novembre 2008 ha superato il traguardo dei 4mila numeri pubblicati), tranne in un caso, per forza maggiore, in occasione del numero 694 che sarebbe dovuto “uscire” il 14 Luglio 1945 ed invece arrivo' nelle edicole due mesi dopo, a causa dei rivolgimenti bellici.
Di fatto “La Settimana” e' stata la capostipite di un nuovo filone editoriale, quello dei periodici di enigmistica (rebus, cruciverba, sodoku, ecc.) che ha visto nel tempo proliferare un gran numero di testate simili.
Per un certo periodo la stessa Settimana Enigmista tenne la contabilita' dei propri tentativi di imitazione (pubblicandone il numero sotto la propria testata).
Poi si e' perso il conto, ma ancora oggi a fianco della sua testata appaiono due slogan che ne rivendicano l’unicita' e la primogenitura: nei numeri pari compare la scritta “La rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione”, e nei numeri dispari “La rivista di enigmistica prima per fondazione e per diffusione”.
Ma la Settimana Enigmistica non e' nota sola per le sue parole crociate e per i suoi giochi.
Il settimanale si contraddistingue da sempre anche per il suo corredo di fumetti e vignette umoristiche (proverbiali le sue “ultime parole famose”), e soprattutto per le sue rubriche di aneddoti e curiosita' storiche e scientifiche, paradossi, leggende metropolitane, ecc. (L’Edipeo Enciclopedico, Forse non tutti sanno che…, Strano ma Vero, il Piacere di Saperlo,), seguite al punto da generare un vero e proprio sapere popolare alternativo, che ha trovato una magistrale interpretazione in uno dei personaggi della trasmissione cult degli Anni Ottanta “Quelli della notte”, personaggio interpretato dal comico Maurizio Ferrini nei panni di un opinionista televisivo che ricavava tutti i suoi ragionamenti e le sue informazioni proprio dalla citata rubrica “Strano ma vero” della Settimana Enigmistica, indicando orgogliosamente il numero e la data di pubblicazione, proprio come altri piu' blasonati intellettuali citano testi ed autori delle proprie bibliografie.
Per il glorioso settimanale del conte ingegner Sisini un’ulteriore consacrazione anche da parte del mondo dello spettacolo(come del resto aveva gia' fatto Toto' nel film “Totò, Vittorio e la Dottoressa” e come ha fatto più recentemente la Banda Osiris con la canzone “Aguzzate la vista” interamente dedicata alla Settimana Enigmistica).
Fatta la cronistoria eccovi il primo numero e buona domenica a tutti da Carlo il vostro togotuentinain alias togotuentisix (yzk).















venerdì 28 dicembre 2018

Ruota Palindromica.



Tutto gira intorno ad una ruota palindromica:

A 3 anni il successo e’ : non pisciarsi addosso.
A 12 anni il successo e’ : avere tanti  amici.
A 18 anni il successo e’ : avere la patente.
A 20 anni il successo e’ : avere  rapporti sessuali.
A 35 anni il successo e’ : avere moltissimi  soldi.

A 50 anni il successo e’ : avere moltissimi soldi.
A 60 anni il successo e’ : avere rapporti sessuali.
A 70 anni il successo e’ : avere la   patente.
A 75 anni il successo e’ : avere tanti  amici.
A 80 anni il successo e’ : non pisciarsi addosso! .

C’e’ solo un tipo di successo:
quello di fare della propria vita cio’ che si desidera.







mercoledì 26 dicembre 2018

Urbi et Torbi Natale 2018



Nel linguaggio quotidiano “Urbi et Orbi” viene utilizzato in tono scherzoso per descrivere qualcosa detto o pubblicato facendolo sapere a tutti.
Urbi et Orbi” e' una locuzione latina che significa “Alla città (di Roma) e al mondo” (letteralmente: all’Urbe e all’Orbe), usata in particolari decreti delle Congregazioni romane o in solenni benedizioni pontificie per indicare che sono rivolte non solo alla città di Roma di cui il Papa è vescovo, ma a tutto il mondo cattolico.
Il Papa impartisce la sua prima benedizione “Urbi et Orbi” al momento della propria elezione al soglio pontificio, inoltre viene diffusa nei giorni di Natale e Pasqua e in occasioni particolari.
La benedizione viene impartita non solo ai presenti in Piazza San Pietro, ma grazie ai mezzi di comunicazione vale anche per le persone collegate tramite radio, televisione, internet.
La benedizione “Urbi et Orbi”, che viene pronunciata in latino, contiene una formula di remissione dei peccati e indulgenza:
Sancti Apostoli Petrus et Paulus, de quorum potestate et auctoritate confidimus, ipsi intercedant pro nobis ad Dominum.
Precibus et meritis beatæ Mariae semper Virginis, beati Michaelis Archangeli, beati Ioannis Baptistæ et sanctorum Apostolorum Petri et Pauli et omnium Sanctorum misereatur vestri omnipotens Deus et dimissis omnibus peccatis vestris, perducat vos Iesus Christus ad vitam æternam.
Indulgentiam, absolutionem et remissionem omnium peccatorum vestrorum, spatium verae et fructuosae pænitentiæ, cor semper pænitens et emendationem vitae, gratiam et consolationem sancti Spiritus et finalem perseverantiam in bonis operibus, tribuat vobis omnipotens et misericors Dominus.
Et benedictio Dei omnipotentis:
Patris et Filii et Spiritus sancti descendat super vos et maneat semper


in italiano:


I Santi apostoli Pietro e Paolo, nel cui potere e autorità confidiamo, intercedano per noi presso Dio.
Per le preghiere e i meriti della beata sempre vergine Maria, del beato san Michele arcangelo, del beato Giovanni Battista, dei santi apostoli Pietro e Paolo, e di tutti i santi, Dio onnipotente abbia misericordia di voi, e, perdonati tutti i vostri peccati, Gesù Cristo vi conduca alla vita eterna.
Dio onnipotente e misericordioso vi dia l’indulgenza, l’assoluzione e il perdono di tutti i vostri peccati, un periodo di pentimento genuino e fruttuoso, un cuore sempre penitente e una conversione della vita, la grazia e il consiglio dello Spirito Santo, e la perseveranza continua nelle opere buone.
E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre.

domenica 23 dicembre 2018

Natale.



A volte ritorno, come un boomerang col rischio di prendercelo sulla capa. E questa volta la tematica e’ sulla questione, figli e incintagioni.
Feste di natale alias nascita e ci si ritrova davanti al termo con contabilizzatore pseudo-caminetto.. ecco che il discorso cade tra maschi e femmine dolori e piaceri, gira e rigira si parla della fiducia del maxiemendamento che riscrive la manovra di bilancio sul quale il ministro Fraccaro ha posto la questione di fiducia ma alla fine si torna sempre a battere sull'argomento figa.
Allora..Tutte le volte che le donne parlano tra loro dell'esperienza parto, il concetto piu' comune e ripetuto e' il seguente.. il parto e' un evento molto doloroso ma e' un dolore che si dimentica.
Avete capito e sottolineo..e' un dolore che si dimentica non come il nervo trigemino del mio amico Angelo.
Prendo largo, il discorso e’ ando da uno che aveva male ad un dente e sosteneva che era un dolore piu’ forte del parto ed ecco l’argomento che e’ andato a battere sulle dilatazioni, testa del bambino etc..cmq sempre a parlare in bene o in male dello stesso organo.
Poi com'e' come non e', le ex puerpere oggi madri, cominciano a raccontartelo.
Ma non nel modo che ti aspetti, cioe' di quello di chi ha dimenticato e fa’ fatica ricordare, che insomma ha immagini confuse ravanando in una memoria grigia e nebulosa.
Le descrizioni sono nitide e meticolose da farti rinvenire il cenone prenatalizio con il redivivo Maina compreso.
E poi ste descrizioni sono assolutamente orripilanti.
L'esorcista e' un cartone per bimbetti e fa’ meno paura. Venti ore di travaglio, il bimbo dentro piegato come un origamo, voltato di culo con tre giri di cordone ombelicale sul collo, una specie di Vasco Rossi in tenuta da concerto, un florilegio di collassi, l'ostetrica che salta sulla pancia a ginocchia unite, la sgravante che si spacca in due come una fodera di una vecchia poltrona tipo quella che usa Dario, mentre si invoca Santa Liberata (quella del ..fai che dolce sia l'uscita come dolce fu' l'entrata), insomma gli occhi che si riempiono di sangue reticolato come a Wile E. Coyote.
Ecco mmmm che figata. Ma tanto ripeto che e' un dolore che si dimentica. E come no.
Altro dilemma… la moda dell’ultima generazione che e’ quella dell'assistenza al parto. per il festival della serie come ti disprezzo una figa e divento paladino della bandiera corsara leghista.
Dunque, una volta che io sappia, il parto era un momento della donna, assolutamente privato.
Il mascolo duro stava fuori e non per nulla, in quanto se vedeva il frutto delle sue notti d'amore, poi in futuro col membro che ripiantasse l’arnese riproduttivo li.
Insomma la scena l'avrebbe in parte raffreddato e quindi era giusto che il diversamente madre si incatramasse i polmoni consumando le scarpe sul pavimento in sala d'aspetto.
Ora invece, il futuro papocchiato, sta’ dentro e assiste al parto.
Bah.
Io non ho esperienza in materia nel senso che per i miei due figli niente sigarette e niente scarpe consumate e quindi parlo un poco a vanvera ma immagino.
Mia figlia ad es. quando e’ nata (primo d’agosto) mi ha preso alla sprovvista in quanto me ne stavo al mare alla caccia di polipi in attesa della chiamata per il lieto evento previsto per meta' agosto.. dovevo aspettarmelo in quanto pure io son nato di otto mesi ma i polipi non aspettavano e mi chiamavano..Carlooo Carlooo..
Qualcuno si chiedera' come mai io non ero sul posto e quindi mi chiedo che minchia di utilita' abbiamo noi mascoli in sala parto se non quella di far perdere la concentrazione alla sgavatrice mentre e' sul difficile, col rischio magari fare un figura del belino con svenimento incorporato e va di culo in caso di presenziamento se nn facciamo una selfata con l'iphoneX ultima generazione per poi postare su facebucke agli amici.. onde far vedere i luoghi intimi dove e' iniziato il casino (magari loro la potrebbero gia' conoscere) e del resto le femmine ce l'hanno piu' o meno tutte uguali no? Checcefrega dai..
Certo e' che ad evento natalitizzato, quando si inviteranno gli amici, invece di flagellarli con i filmini di Casalcoso e Isole comprese, un bel diversivo e' far visionare il parto della moglie con la farfalla Beleniosa in primo piano e magari poi far vedere come si e' rimessa a posto dopo (a parte che mi ripeto ma alcuni amici potrebbero conoscerla gia’ per altri motivi.. mai dire mai)..
Ad ogni modo che goduria e che bei momenti vero?.
Dai aspettiamo la mezzanotte Natalizia cari Linkediani..Tu scendi dalle stelle e noi nel bene e nel male a parlar di figa.. monotematici e sempre a quello pensiamo..bah.. siamo proprio vecchio stampo e vi faccio i miei auguri e aggiungo anche quelli dello Ste nazionale che ve li fa alla sua maniera.











venerdì 21 dicembre 2018

A Ugo, assenza..presenza.


Tre giorni al natale e il mio pensiero si proietta a qualche anno addietro, sembra ieri ma a calendario vedo che diversi lustri sono passati e mi convinco sempre piu’ che vivere e’ un insieme di accumulo e perdita dove incontrarsi termina inequivocabilmente con un addio.
Volti, nomi, storie, sentimenti, persone.

Ci vengono incontro, ci affiancano, ci accompagnano per un tratto di strada.. poi se ne vanno, prendono altre vie, altri sentieri.. a volte si fermano, e rimangono li’, e guardano mentre ci allontaniamo e diventiamo sempre piu’ piccoli, sempre piu’ distanti noi  proseguiamo il cammino e spesso neppure ci voltiamo indietro, presi da mille pensieri, gli occhi e la mente intenti alla prossima meta.

Ma ci lasciano, tutti, qualcosa.

Un fardello piccolo o grande, prezioso sempre.. ci lasciano il balsamo misterioso e dolcissimo dell’assenza.

L’assenza e’ una voce che non sentiremo piu’, eppure ci parlera’ dal profondo del cuore nell’ora piu’ buia, nel giorno piu’ difficile.

L’assenza e’ una mano che puoi stringere forte quando ogni altra mano ti sfuggira’ e il coraggio sembrera’ venirti meno.

L’assenza e’ un ricordo che potrebbe apparire banale, e’ una fotografia in bianco e nero, una frase che contiene un mondo, una cantilena imparata non sai piu’ quando e dove, un sorriso, un’amarezza seppelliti nella memoria. e’ una strada ripercorsa tante volte, e’ il Natale come lo aspettano i bambini.

L’assenza e’ il tempo che ti pareva inesauribile e invece non c’e’ piu’, il tempo per tutto cio’ che non hai saputo dire, che non hai potuto fare o non hai voluto fare, e’ l’amore che ti porti dentro, e’ quello che resta quando tutto finisce.

Il rendiconto e’ il significato della vita.

Illogicamente tutta questa assenza e’ per me e’ Presenza.. passata, presente e futura, ciao papa’ Ugo, ne e' passato di tempo ma tu sei sempre qui e sei partito proprio a tre giorni dal Natale, non ti metto fiori per far vedere alla gente che mi ricordo di te, non ti faccio dire messe e quindi non sentirai un estraneo che dice il tuo nome ma tu sei qui dentro, guarda..proprio qui…e tu sai perche' io
odio le feste Natalizie


                                       Un abbraccio dal tuo carlo 
anzi..
carluccio come mi hai chiamato TU.
Buon Natale papa'

giovedì 6 dicembre 2018

L'ommemmerda.






L'ommemmerda veste firmato




per ricordarsi un ruolo,




una parte precisa da recitare.




Cammina deciso con uno sguardo profondo,




.. quasi intelligente, ….. quasi umano.




Cosa vede da dietro la sua imperiosa ottusita’?




Per vedere!..... Per capire!..... Ci vuole un
cuore,




ci vuole un'anima, ci vuole una briciola di
umilta’.




Cammina da solo nella sua osteggiata arroganza,




nella sua assoluta e totale padronanza di se,




neanche l'ombra lo segue piu’,




si e’ scazzata di appartenere al Re del Nulla.




L'ommemmerda non ha amici ma rivali,




non ha amori ma desideri da prendere al volo,




non ha giorni a venire ma occasioni da sfruttare.




L'ommemmerda guarda sorpreso,




non capisce l’ ironico sorriso,




non legge nei gesti la gioia per le insicurezze,
per le paure,




per la totale mancanza di certezze e realta’
assolute.




Non vede ballare la sua ombra dentro un cuore




e dentro occhi con una lacrima di commiserazione.




Eppure gli sarebbe bastata una sola




parola sincera, per tornare a vivere. 


e a proposito dell'ommemmzip eccovi la striscia dello Ste