mercoledì 15 ottobre 2025

Foratura pneumatico.

 


Avete bucato? Ora si tratta di scegliere se utilizzare il kit di riparazione o chiamare il carroattrezzi.

Il kit di riparazione prevede tu inserisca un tassello di gomma là dove presumi ci sia il foro.



Per far ciò devi usare un succhiello o come cazzo si chiama, con parte abrasiva esterna che va a ledere ulteriormente le tele, già intaccate dall'oggetto che ha provocato la foratura (il quale probabilmente sta gironzolando tra cerchione e copertura interna).

Trovo assurdo che i costruttori non riescano a trovare spazio per una ruota di scorta che tra l'altro, tra cerchio, pneumatico e cric non penso possa costare più di 80/90 € se vai su temu anche meno, potrebbero metterlo come opzionale e lasciarlo scegliere a chi compra.

Quel kit di riparazione non è il tuo salvatore tascabile, ma il sigillo di garanzia che il tuo gommista ti manderà affanculo e ti presenterà un conto che ti farà richiamare tutti i santi e perdere il regno dei cieli.



La verità che le case automobilistiche omettono di dirti è che quel liquido non "ripara" una sega.

È una schiuma chimica appiccicosa, una poltiglia di lattice e solventi che viene sparata all'interno del pneumatico.

Il suo unico scopo è quello di essere spalmata dalla forza centrifuga contro la parete interna della gomma, andando a tappare temporaneamente il buco grazie alla pressione dell'aria che voi sparerete scaricando la batteria.

È una soluzione da terzo mondo, un cerotto chimico che ti permette di percorrere, forse, qualche decina di chilometri a velocità da vecchietto col cappello e Panda,

 pregando ogni divinità che conosci che quella porcheria tenga.

Non è una riparazione, è solo il rinvio di un disastro annunciato.

Quando finalmente arrivi, zoppicando, dal gommista, inizia il vero incubo, soprattutto per lui.

Per ispezionare il danno, deve smontare la gomma dal cerchio, venendo investito da una valanga di quella melma semi-liquida e corrosiva.


Pulire quell'interno è un lavoro infernale, che richiede tempo, solventi aggressivi e una pazienza che pochi esseri umani possiedono.

Ma il problema non è solo la fatica.

Quel sigillante chimico contamina la tela interna del pneumatico, quella superficie che deve essere perfettamente pulita e integra per permettere a una pezza di vulcanizzare e aderire in modo permanente e sicuro.

Molti gommisti, per non assumersi la responsabilità di un futuro scoppio a 130 km/h in autostrada, si rifiuteranno categoricamente di riparare una gomma trattata con il kit.

Non è una questione di pigrizia, è una questione di sicurezza e di responsabilità legale.

Come se non bastasse, quella poltiglia chimica ha un altro hobby, quello di distruggere i sensori di pressione (TPMS) montati all'interno della valvola.

Il sigillante li ricopre, li ottura e li manda in cortocircuito, costringendoti non solo a comprare un pneumatico nuovo, ma anche un sensore nuovo e a pagare per la sua riprogrammazione. 

In definitiva, il kit di riparazione è una delle più grandi truffe legalizzate dell'industria automobilistica.

Le case costruttrici lo usano per risparmiare il costo, il peso e lo spazio di una ruota di scorta, scaricando su di te tutti i costi e i problemi futuri.

Hai barattato la sicurezza e l'affidabilità di una vera ruota di scorta con una bomboletta che trasforma una semplice foratura in un potenziale disastro economico e meccanico.

Buttare la gomma non è una scelta, è la logica conseguenza di aver usato uno strumento progettato non per aiutarti, ma per mettertelo dove non batte il sole.

 

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Siete in troppi e quindi ecco il motivo delle mancate risposte

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