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sabato 18 ottobre 2025

Formaggino story.

Chi di voi ricorda i famosi formaggini, quei quadratini arancioni e quei triangolini cremosi che ti davano quando andavi in colonia?

Ricordo che staccavo le figurine da attaccare al frigo e poi facevo volare il formaggino.

Bei tempi cmq ma se esistono ancora oggi, quelli non sono cibo, sono il trionfo dell'ingegneria chimica sul cadavere di un formaggio.

Chiamarli "nocivi" è un eufemismo quasi affettuoso..

La verità è che sono un monumento commestibile alla pigrizia intellettuale e al disprezzo per il proprio corpo, un prodotto progettato non per nutrire, ma per esistere su uno scaffale e sciogliersi in una poltiglia innaturale senza separarsi.

La prima, schifa verità è che le sottilette e i formaggini non sono formaggio.

Sono "preparazioni alimentari a base di formaggio fuso.

La loro base di partenza è spesso il fondo del barile dell'industria casearia.

Scarti, ritagli, formaggi invendibili o con difetti estetici, che vengono raccolti, triturati e gettati in un calderone.

A questa poltiglia di avanzi viene aggiunta acqua, latte in polvere, siero di latte, burro e, a volte, grassi vegetali di dubbia qualità per raggiungere la consistenza e il costo desiderati.

Ma il vero cuore oscuro di questi prodotti, il segreto della loro innaturale perfezione, sono i sali di fusione.

Questi additivi, rilevati dall'AI sono solitamente polifosfati (E452) e citrati di sodio (E331), i veri artefici del miracolo diabolico.

Sono degli emulsionanti potentissimi che impediscono ai grassi e alle proteine del formaggio di separarsi quando vengono fusi, creando quella consistenza liscia, gommosa e omogenea che nessun formaggio vero potrebbe mai avere.

Ed è qui che inizia il vero problema per la tua salute.

I fosfati aggiunti in questi prodotti ultra-processati sono un veleno a lento rilascio per il tuo organismo.

Processo di produzione di prodotti a base di formaggio fuso

A differenza dei fosfati organici presenti naturalmente nel cibo vero, che il nostro corpo assorbe solo in parte, i fosfati inorganici usati come additivi vengono assorbiti quasi al 100%.

Un consumo eccessivo e cronico di questi fosfati costringe i tuoi reni a un superlavoro forzato per espellerli, aumentando significativamente il rischio di sviluppare malattie renali croniche. Ma non è finita.

Questi stessi fosfati contribuiscono alla calcificazione dei vasi sanguigni, rendendo le tue arterie rigide come tubi di piombo e spianando la strada a infarti, ictus e malattie cardiovascolari. Interferiscono anche con il delicato equilibrio del calcio nel tuo corpo, potendo, a lungo termine, indebolire le tue ossa.

Come se non bastasse, questi prodotti sono delle bombe di sodio. 

Per mascherare il sapore insipido degli ingredienti di base e per garantirne la conservazione, vengono caricati di sale in quantità oscene maggiori di quelle che hai nel mare di Casalcoso.

Una singola sottiletta può contenere una frazione significativa della dose giornaliera raccomandata di sodio.

Un consumo regolare è un biglietto di sola andata per l'ipertensione e tutti i problemi cardiaci che ne conseguono.

Dal punto di vista nutrizionale, sono un deserto.

Il processo di fusione ad alte temperature distrugge gran parte delle vitamine e dei nutrienti presenti nel formaggio di partenza. Quello che rimane è un concentrato di grassi saturi di bassa qualità, sodio e calorie vuote, con un apporto proteico e di calcio nettamente inferiore a quello di un pezzo di vero formaggio.

Stai mangiando l'ombra di un alimento, un fantasma nutrizionale progettato per essere conveniente, economico e a lunga conservazione.

Ogni volta che scarti una sottiletta o un formaggino, non stai preparando uno spuntino, stai partecipando a un esperimento chimico sulla tua stessa persona e non ti auguro il calcolo che ho avuto.. solo 4 mm ma un dolore bestia maggiore ad un calcio nelle palle.

Stai introducendo nel tuo corpo un prodotto ultra-processato, carico di additivi che mettono a dura prova i tuoi organi vitali, privo di quasi ogni valore nutrizionale e progettato con l'unico scopo di generare profitto per l'industria alimentare.

Non sono "nocivi" in modo acuto, ma sono un tassello fondamentale di quella dieta moderna che ti uccide lentamente, una fetta alla volta, trasformando il tuo corpo in un deposito di scorie industriali.

giovedì 16 ottobre 2025

Stitichezza?

 

Parlo a me stesso in terza persona in quanto cerchi di ignorare il perchè non riesci ad andare in bagno... lo sai che il tuo intestino non è un'entità magica che fa sparire i rifiuti, è un tubo muscolare lungo diversi metri che sta semplicemente eseguendo alla lettera i tuoi ordini.

Quello che tu chiami "blocco" è in realtà un ingorgo, una massa secca e pietrificata di tutto il cibo processato, privo di fibre e appiccicoso che hai ingurgitato. 

Immagina il tuo colon come un'autostrada.

Le fibre di frutta, verdura e cereali integrali sono gli spazzini che puliscono la carreggiata e spingono il traffico in avanti.

Tu, invece, hai licenziato tutti gli spazzini e hai riempito l'autostrada di bitume e colla.

A questo aggiungi una disidratazione cronica, perché l'acqua che ti rifiuti di bere è il lubrificante essenziale che permette a quella massa di scarti di scivolare via.

Il tuo corpo non è rotto, sta solo cercando disperatamente di gestire un ammasso di cemento che tu continui a versargli dentro.

A questa opera di autosabotaggio alimentare si aggiunge la tua pigrizia monumentale ed è inutile che metti la crusca nel caffelatte e ti prendi alla sera due pillole di Herbadulx.


Il tuo intestino non è isolato dal resto del corpo; la sua motilità, la cosiddetta (l'ho cercata sull'AI) peristalsi, è direttamente stimolata dal movimento fisico.

Ogni passo, ogni corsa, ogni contrazione dei muscoli addominali è un massaggio che spinge il contenuto intestinale verso l'uscita.

Ma la tua esistenza si riduce a trascinarti dal letto al tavolo del computer dove stai scrivendo ora e poi alla sera sulla sedia davanti alla tv per vedere film d'azione dove gli altri si muovono al posto tuo.

Il tuo sistema digestivo si è semplicemente adeguato al tuo stile di vita.

È entrato in uno stato di letargo interrotto solo dal periodo estivo di Casalcoso dove finalmenti ti muovi, si è atrofizzato per mancanza di stimoli.

Perché dovrebbe sprecare energie per espellere qualcosa, se l'intero organismo a cui appartiene ha deciso di spegnersi e marcire lentamente nella stasi?

Il tuo colon è diventato pigro esattamente come te, un riflesso perfetto della tua inattività.

Infine, c'è la componente più mesta: la tua mente che utilizzi per questi otto blog e vai fiero delle 190.000 battute mensili.

L'intestino è chiamato "secondo cervello" per una ragione.

È un groviglio di nervi ipersensibile a ogni tua ansia, a ogni tuo stress, a ogni tua nevrosi.

La tua incapacità di "lasciare andare" a livello psicologico si traduce in una letterale incapacità di lasciare andare a livello fisico.

Il tuo corpo è in uno stato di perenne tensione, i tuoi muscoli sono contratti, incluso quello sfintere che dovrebbe rilassarsi.

Stai inconsciamente trattenendo tutto, perché la tua mente è un caos di preoccupazioni e controllo ossessivo.

La tua stitichezza non è un problema idraulico testa di vitello, è la manifestazione fisica della tua prigione emotiva.

Il tuo corpo sta semplicemente mettendo in scena il dramma della tua esistenza.

Sei bloccato, stagnante e pieno di rifiuti che ti rifiuti di eliminare e adesso vai a...

Anzi mandami tu che lo considero augurio e non offesa..


 

Non mangio carne.

 

Non mangiare mai carne non ti trasforma in un essere spiritualmente elevato; ti trasforma in un contabile.

La tua vita smette di essere un'esperienza sensoriale e diventa un'eterna, ansiosa operazione matematica per bilanciare proteine, ferro, vitamina B12 e acidi grassi omega3.

Ogni pasto non è più un momento di piacere, ma un esame di coscienza nutrizionale, un test per vedere se sei riuscito a non sviluppare una qualche carenza che ti renderà fragile, anemico e depresso.

Non è un atto di compassione verso gli animali, è un atto di disgusto verso la biologia, un rifiuto della realtà fondamentale che la vita si nutre di altra vita.

È il lusso supremo di una società così opulenta da potersi permettere di avere una crisi di coscienza sul proprio cibo, un privilegio che miliardi di esseri umani non hanno e non avranno mai.

Socialmente, diventi una piaga, un problema ambulante.

Ogni cena, ogni grigliata, ogni invito diventa un campo minato logistico e psicologico.

Costringi i tuoi amici e parenti a cucinare a parte per te, a leggere le etichette, a sentirsi in colpa per la loro bistecca.

Diventi il monumento vivente al capriccio, l'ospite che richiede un trattamento speciale, il predicatore non richiesto che con la sua sola presenza giudica le scelte alimentari di tutti gli altri.

La tua astinenza non è una scelta personale, è una dichiarazione politica che porti a tavola, rovinando l'atmosfera e trasformando un momento di convivialità in un dibattito etico che nessuno ti ha chiesto di iniziare.

Non sei un rivoluzionario, sei solo quello per cui bisogna preparare l'insalata scondita mentre tutti gli altri si godono la vita.

Non mangiare carne è un esercizio di narcisismo.

Non stai salvando il pianeta, stai solo conducendo un esperimento nutrizionale su te stesso, sperando che la tua purezza autoimposta ti renda migliore degli altri.

Il mondo continuerà a essere un posto brutale e carnivoro, i mattatoi continueranno a funzionare a pieno regime, e la catena alimentare non si prenderà una pausa perché tu hai deciso di mangiare del tofu.

Le tue mani "pulite" sono un'illusione, un modo per sentirti moralmente superiore mentre il sistema che disprezzi continua a prosperare, con o senza di te.

È l'atto finale di un ego che si crede così speciale da potersi astenere dalle regole fondamentali del gioco della vita, un gioco sporco, sanguinoso e, per tua sfortuna, delizioso.


mercoledì 15 ottobre 2025

Foratura pneumatico.

 


Avete bucato? Ora si tratta di scegliere se utilizzare il kit di riparazione o chiamare il carroattrezzi.

Il kit di riparazione prevede tu inserisca un tassello di gomma là dove presumi ci sia il foro.



Per far ciò devi usare un succhiello o come cazzo si chiama, con parte abrasiva esterna che va a ledere ulteriormente le tele, già intaccate dall'oggetto che ha provocato la foratura (il quale probabilmente sta gironzolando tra cerchione e copertura interna).

Trovo assurdo che i costruttori non riescano a trovare spazio per una ruota di scorta che tra l'altro, tra cerchio, pneumatico e cric non penso possa costare più di 80/90 € se vai su temu anche meno, potrebbero metterlo come opzionale e lasciarlo scegliere a chi compra.

Quel kit di riparazione non è il tuo salvatore tascabile, ma il sigillo di garanzia che il tuo gommista ti manderà affanculo e ti presenterà un conto che ti farà richiamare tutti i santi e perdere il regno dei cieli.



La verità che le case automobilistiche omettono di dirti è che quel liquido non "ripara" una sega.

È una schiuma chimica appiccicosa, una poltiglia di lattice e solventi che viene sparata all'interno del pneumatico.

Il suo unico scopo è quello di essere spalmata dalla forza centrifuga contro la parete interna della gomma, andando a tappare temporaneamente il buco grazie alla pressione dell'aria che voi sparerete scaricando la batteria.

È una soluzione da terzo mondo, un cerotto chimico che ti permette di percorrere, forse, qualche decina di chilometri a velocità da vecchietto col cappello e Panda,

 pregando ogni divinità che conosci che quella porcheria tenga.

Non è una riparazione, è solo il rinvio di un disastro annunciato.

Quando finalmente arrivi, zoppicando, dal gommista, inizia il vero incubo, soprattutto per lui.

Per ispezionare il danno, deve smontare la gomma dal cerchio, venendo investito da una valanga di quella melma semi-liquida e corrosiva.


Pulire quell'interno è un lavoro infernale, che richiede tempo, solventi aggressivi e una pazienza che pochi esseri umani possiedono.

Ma il problema non è solo la fatica.

Quel sigillante chimico contamina la tela interna del pneumatico, quella superficie che deve essere perfettamente pulita e integra per permettere a una pezza di vulcanizzare e aderire in modo permanente e sicuro.

Molti gommisti, per non assumersi la responsabilità di un futuro scoppio a 130 km/h in autostrada, si rifiuteranno categoricamente di riparare una gomma trattata con il kit.

Non è una questione di pigrizia, è una questione di sicurezza e di responsabilità legale.

Come se non bastasse, quella poltiglia chimica ha un altro hobby, quello di distruggere i sensori di pressione (TPMS) montati all'interno della valvola.

Il sigillante li ricopre, li ottura e li manda in cortocircuito, costringendoti non solo a comprare un pneumatico nuovo, ma anche un sensore nuovo e a pagare per la sua riprogrammazione. 

In definitiva, il kit di riparazione è una delle più grandi truffe legalizzate dell'industria automobilistica.

Le case costruttrici lo usano per risparmiare il costo, il peso e lo spazio di una ruota di scorta, scaricando su di te tutti i costi e i problemi futuri.

Hai barattato la sicurezza e l'affidabilità di una vera ruota di scorta con una bomboletta che trasforma una semplice foratura in un potenziale disastro economico e meccanico.

Buttare la gomma non è una scelta, è la logica conseguenza di aver usato uno strumento progettato non per aiutarti, ma per mettertelo dove non batte il sole.

 

martedì 14 ottobre 2025

Elucubrazione.

 


Come promesso alla mia Antonellina faccio un post da incazzato nero.

Sto tempo schifa mi mette dell’umore giusto, quindi elucubro i miei pensieri da bicchiere diversamente mezzo pieno e spero di cavarmela con meno di 1000 parole..

Ogni giorno ogni cazzo di rottura di balle.

E’ un richiamo alle armi, tutta la vita, tutti i discorso di cui poi perdo il filo.
Ma quale filo? Smettila di leggere se vai a messa delle cinque o esci dalla tua paratassi che ti si vede la protesi ingiallita dalla curcuma e dalle nazionali esportazioni senza filtro.
Ma quale paratassi, ma quale ipotassi, ma quali schemi.

Non esiste la vita, figurarsi l’evasione da essa, non esiste una cazzo di verita’, figurarsi le risposte alle domande.

Non ho capito se sono io che non ci arrivo o se sono altri che pongono domande senza risposta.

Merd..

Basta aver il coraggio di spostarsi trenta centimetri piu’ in la’ e il mondo diventa un cazzo 5G distorto e mostruoso che ti appare alieno. 

Vaffanculo!
Quale regola? Quale famiglia? Quali parenti serpenti? Quale trascendenza se nemmeno ho capito come si mettono i piedi in fila?

E’ come chiedere ad un bambino di tre mesi cieco di descriverti l’uso del colore piatto in Basquiat sul muro dei box di via Francia..

E sti scopatori stradali che anziche’ andare di ramazza vanno con la soffiante spargendo le microschifezze tumorali sino al 9 piano?..Vabbuo'..
Grazie a Dio il tempo passa dritto ed inesorabile e rende limitato il momento in cui l’universo ti crolla addosso e allora tu, come facevi quando qualche decennio in meno, ti metti a battere su una tastiera di plastica con le lettere che scompaiono tipo A I L O, cercando qualcuno a cui far leggere i tuoi post da pirla (ingressi mensili 196.786 sti catz).

Con tutto il rispetto per i pirla, almeno loro sono pirla e non se ne rendono conto considerato che continuano a leggere questo sproloquio blasfemo della serie BenignANO.
Cosa mi manca? Cosa cazzo Ti manca???
Voglio poter guardar tutti negli occhi, non ci riesco a sentirmi un gradino piu’ in basso perchè sono un bastardo.

Non ce la faccio ad esser indietro.

Me ne fotto dei miei sedicivirgolasettantadue lustri, se ho visto piu’ cose, se ho avuto la possibilita’ di avere piu’ esperienze.

Sono il classico pilota che in autostrada vuole superare tutte le macchine e faccio perdere tre anni di vita alla Lella ogni volta che vado a Casalcoso. 

Le ultime due volte.. testacoda in galleria e saltocorsia durante il sorpasso del camionista incutito.

Continuero’ a correre fino a quando un guardrail non si allunghera’ e mi ghermira’.

E allora ciao ed ha ragione il leghista che vuol vietare l'autostrada ai diversamente giovani....ma vietala al vecchietto col cappello e panda che blocca il traffico, vietala al giovane al sabato sera e vietala pure a quello che dovrebbe percorrere il ponte che vuoi fare tra Italia e NordAfrica.



E non ridere coglione e ti ho chiesto di smettere la lettura o finirai nel canto quattordicesimo, terzo girone settimo cerchio.

C’e’ un guardrail per ognuno di noi.

Ognuno, nessuno scampa. 

Vale anche per te testadivitello che vedi il bicchiere meta’ vuoto (perche’ te lo sei cannato), forse per dimenticare il pirla che sei.
Cerco un modo diverso di dire le cose che tu non le potrai mai capire perche’ sei un coglione.

Alla fine ritorno sempre su questa cazzo di tastiera con questi quattro tasti A I L O consumati con lettere quasi invisibili che ora ripasserò col marcatore preso da Temu per zerovirgolaniente euro.
Colleziono complimenti e anche tanti, pero’ non colleziono soddisfazioni che durino piu’ di due sillabe (o cinque se c’e’ anche la lode).
Sembra fatto apposta, non vai ne’ avanti ne’ indietro.

Sono sempre qui sotto sto cielo nordico di minchia. 

Sono sempre nello stesso cazzo di punto.
Un infecondo gusto del lamento, fine a se stesso, non creativo, non propositivo 
e non...non trovo la parola adatta. 

Indietro di un milione di anni almeno.
Invidioso di tutto, pure della Divina Blasfema Commedia del nasone, anche se poi magari io ho di piu’, non importa.
La punteggiatura, la grammatica, l’insieme delle regole che mi dovrebbero condurre ad un nuovo alito e che non uso perchè sono un bastardo.

Invece no.
Cosa devo fare? Cosa devo fare? Cosa cazzo devo fare? Cosa cosa cosa cosa cosa cosa cosa cosa cosa cosa cosa? Cosa cosa cosa? Cosa?
Cosa?
Voglio arrivare, e una volta arrivato voglio ripartire e riarrivare.

Non mi basta mai nulla (quindi non arrivero’ mai da nessuna parte). Chissa’, magari anche Kieslowski o Kubrick poi non erano tanto soddisfatti quando riguardavano i loro film. film? devo fare un film? devo fare? Io voglio esplodere anche se qui esplodono solo i pendenti..

Esser ricordato come il momento di censura considerato che in questo blog il GF mi ha richiamato grazie a chi si fa gli interessi degli altri.

Tra il prima e il dopo lasciando perdere il presente..
Voglio essere la linea di demarcazione tra cio’ che veniva prima di me e cio’ che verrà dopo.

E non mi basta esser tra i migliori blogger (modestia molto a parte).

Devo esser in cima.

Devo arrivarci, eppoi salire, eppoi sbriciolare la montagna.

Voglio esser un cannibale… la gente, se vuole, puo’ accodarsi.

Io voglio arrivare in cima ad un cima che non esiste.

Perche’ so, lo so che non nessun punto sarai mai un punto di arrivo.
Quindi qual e’ la soluzione a questa giostra impestata?

Devo passare tutta la vita a correre un maratona su un tapis-roulant?
E lascio un ellisse.
Dov’e’ il punto di fuga? Nella morte? Nella morte. Nella morte!?

Non lo so, perche’ e’ incapibile.

Devo fare la cosa piu’ bella, devo fare qualcosa che incarni questa mia tensione verso il nulla?
Ma come si fa? Come come come come? Ditemi come?
Di sicuro non attraverso questi tasti di plastica, di sicuro non attraverso ai tuoi limitati occhi da pirla che sta ancora leggendo questo sfogo ottobresco.

Di sicuro non attraverso un vocabolario.

Devo poter prendere l’universo e modellarlo all’infinito, in un insoddisfatto tentativo di dargli una forma piu’ perfetta di una sfera.

Piu’ sferica di una sfera.
Piu’ rotondo.
Piu’ tutto del tutto.
E’ una corsa verso l’annientamento.

E adesso ingurgito questo caffelatte con tre cucchiai di crusca per maiali e due cucchiaini di marmellata al peperoncino e tu vai vaff....

Bon .. mi son scaricato con meno di 1.000 parole senza blasfemare..anche se..





 

lunedì 13 ottobre 2025

Compagnia dei Defunti 2

 


Sembra ieri quando il Carletto il single del secondo piano, scalava l’Everest a 8.848 mt e oggi giace a meno 2mt in un’urna funeraria.. il suo desiderio era di bruciare sulla terra prima di bruciare nell’aldila’.

Ad onor del falso per quel che conosco non avrebbe voluto nemmeno il classico funerale ed e’ per quello che non ho presenziato al saluto finale.

A tal proposito mi sorgono dei pensieri e dovendo descrivere il funerale ideale, lo sognerei senza dolore e senza addolorati, addolorandi e senza funerale.. odio presenziare ai funerali e in specialmodo.. al mio.

Converrebbe lasciare una traccia di allegria come ricordo.. cosi’ potente da controbilanciare l’assenza nel caso si sentisse.

Un segno di leggerezza da consumare anche postumo..

Il funerale deserto andrebbe proprio bene.

Non sono fra quelli che piagnucolano…ricordati di me…

Dimenticati di me, piuttosto, ma, soprattutto non soffrire.

Mi farebbe piu’ male del morire.

Ma come cazzo si fa?

O muori cosi’ vecchio, ma cosi’ vecchio che le persone che ami o dovresti amare si sentirebbero iperstufate dal vederti ancora li’ stipendiato dall’INPS o INPDAP o peggio ancora nella situazione di esodato alias esoinculato, dopo aver sgobbato un quit di anni. 

Insomma, ne avrebbero avuto piu’ che a sufficienza dal trovarti sempre tra le palle.

Oppure, sempre nel desiderio di non lasciare dolore dietro di se’, tramutarsi, se non lo si e’ gia’, in un essere detestabile e malvagio e iperscassacazzi.

Cosi’ perfido da far tirare un sospiro di sollievo a chi resta.

E poi hai voglia che l’uomo continui a concedere alla morte la di lei capricciosa, ostinata supremazia…e’ piu’ dolorosa l’attesa dell’arrivo, per la serie.. “meglio mai che tardi”, insomma..
E che magnifichi se stessa in consessi preficanti dall’organizzazione paramilitaresca (miii sta grappa la dovrei cambiare, in quanto non capiscoquello che scrivo).

Se proprio fosse necessario, lascerei sfilare dietro il feretro i volontari dell’addio a tutti i costi.

Il ricordo del beneamato dovrebbe essere sparpagliato il piu’ possibile e senza le dimensioni strette e obbligatorie di una cerimonia con corteo semiordinato.

Incrocio di sguardi interrogativi e rumorino di suole che strascicano nella ghiaietta di Porcaro City e pensieri a caso.

Ma la convenzione vuole che alla morte si debba rispetto e al morto onore e saluti.

Cosi’, oggi, appare molto sconveniente una preghiera funebre univocale del celebrante.

Si e’ stabilito che sia sempre preferibile un rito con ondulazione corale, abbastanza nera.

Un rito composto, religioso comunque.

La parola deve essere multipla.

Le strampalate regole tramandate della pietas sembrano avvertirci che il de cuius, solo dopo la morte, non debba essere solo, per la serie.. tutti insieme a salutare il rompiballe che si e’ levato di mezzo e ci permettera’ di fare le ferie senza complessi di colpa dell’abbandono o peggio ancora senza interrompere le ferie per tornare a salutare il vecchio pirla rimbambito che pur di stracciarci i pendenti ha deciso di andarsene mentre eravamo a Casalcoso. Strana pietas.

Da morto, dicevo, qualcuno deve pure piangerlo.

Vanno bene legionari smaniosi di macabri eroismi cosi’ come prezzolati professionisti del piagnisteo o le famose piagnimuerto dell'Italia diversamente nordica.

Ora arrivo al titolo del post che ho ripreso da un mio oldpost ficcandoci un 2 e non il classico .. ritorno.. ricordando che dal 2010 Don Marcello Colcelli, sacerdote di Sant’Egidio all’Orciolaia, parrocchia Aretina con quattromila anime , ha costituito la ..compagnia dei defunti… dove uomini e donne suppliscono alla carenza di personale, nel caso non ci fosse alcuno a soffrire attorno al caro estinto.

Il vantaggio della solitudine non deve essere concesso mai.

Allegro oggi, vero?

Sarà la giornata uggiosa Porcaresca..

Vabbuo’.. cambio argomento..quanto costa una cassa da morto per chi si fa cremare?..

Meglio il kit dall’Olanda..61€ e un tuffo al Buco del Piombo.. ma questa è altra storia che vi racconterò non appena cambierò tipo di grappa


e punto sulla Vallaspra tipo quella che mi ha passato la Gabriella.

Ad Majora…anzi ad Atessa...


Gusci di cozze



Grande casino quando si tratta di differenziare i gusci delle cozze, ogni città ha la sua direttiva.. ad es a Milano senza pietà vanno nell'indifferenziato, a Roma nell'umido o organico,a Torino per cozze intendono la Gina e sua sorella, in Sardegna se le butti nell'indifferenziato non te lo ritirano, a Napoli vanno nei rifiuti da non differenziare, a Casalcoso se li butti nell'organico ti violentano il gatto.. insomma ogni volta che ti fai un piatto di cozze sarai nel dubbio se gettarli o ridare a sti gusci di cozze una nuova vita.
In pochi sanno che i gusci di cozze, grazie al loro alto contenuto di carbonato di calcio, possono diventare un ottimo fertilizzante naturale. 
In pratica, sono come una ricarica di minerali che aiuta la terra a diventare più ricca e stabile in modo da curare l'orto e le piante da giardino.
Un altro aspetto positivo è che, invece di finire tra i rifiuti, questi gusci tornano utili proprio a casa nostra, offrendo nutrimento alle piante e riducendo gli sprechi. 
È sorprendente vedere come un semplice scarto possa fare davvero la differenza tra un terreno spento e uno pieno di vita.
Per usarli non serve nulla di complicato.. basta schiacciare i gusci con le mani o con un mattarello, oppure lasciarli interi e spargerli direttamente sulla terra e serviranno come deterrente alle talpe che cambieranno strada. 
Se vuoi un risultato più veloce, puoi mescolare i pezzi rotti nel terriccio dove pianterai ortaggi, fiori o erbe aromatiche tipo canapa per caramelle.
Più calcio c’è nel terreno, più crescerà forte e stabile, e i gusci sono perfetti per questo scopo. 
Ti accorgi subito della differenza... la terra risulta più morbida e soffice, e le piante diventano più robuste.
Se vuoi sperimentare ancora, puoi anche aggiungere i gusci alla dieta di animali come galline o mucche, oppure metterli in vendita su Temu.



Non avrai mai pensato che quei gusci ignorati potessero diventare tanto utili per giardino vero?
Bastano pochi minuti per inserirli nella terra, e il risultato si vedrà: piante più sane e terreno più vitale. 
La prossima volta che cucini le cozze, tieni da parte i gusci e dalli a chi ha un terreno e se sei generoso prova dargliergli anche col mollusco dentro.