martedì 31 gennaio 2023
sabato 28 gennaio 2023
dissertazioni
La Russia sta reclutando cyber mercenari in ogni Stato-bersaglio, compresa l'Italia. "Finora i loro supporter hanno puntato i target con azioni di disturbo, per generare il panico. L'Italia è al centro di una campagna di cyber warfare russa, che da settimane prende di mira dai media alle istituzioni, passando dalle aziende. L'arma è il web e le pallottole sono ondate di attacchi DDoS: Distributed Denial of Service. In parole semplici sono milioni di richieste di accesso in contemporanea verso un singolo sito, che non riesce a gestire l'enorme mole e va in crash.
Offline per diverse ore i siti di Difesa e Senato, ma anche dell'Aci e dell'Istituto superiore di Sanità. Attacco anche a siti tedeschi e polacchi. Lo ha rivendicato Killnet, collegato al collettivo russo Legion, gli Anonymous di Mosca. Di cosa si tratta
maggio 22
Offline per diverse ore i siti di Difesa e Senato, ma anche dell'Aci e dell'Istituto superiore di Sanità. Attacco anche a siti tedeschi e polacchi. Lo ha rivendicato Killnet, collegato al collettivo russo Legion, gli Anonymous di Mosca. Di cosa si tratta
L'attacco hacker in corso a diversi siti governativi italiani è stato rivendicato dal gruppo di hacker Killnet. Tra i siti messi offline anche quello del ministero della Difesa e del Senato. L'attacco non avrebbe compromesso le infrastrutture e dopo alcune ore i siti sono stati rimessi online. Il gruppo successivamentge rivendicato attacchi anche a diversi siti tedeschi e polacchi, rivendicandoli sul proprio canale Telegram. L'attacco arriva nei giorni in cui il premier Mario Draghi è in visita ufficiale a Washington.
L'attacco hacker, probabilmente un Ddos
L'attacco, da quanto si è in grado di stimare al momento, è un Ddos (acronimo che sta per Distributed Denial-of-Service) ovvero l'attacco informatico più diffuso per mettere off-line un sito Internet. Si tratta di un'offensiva coordinata di richieste verso il server che ospita il sito da parte di una serie di computer infetti controllati da remoto. La così detta 'botnet'.
Cos'è Killnet e che parte ha nel gruppo russo Legion
Il gruppo hacker Killnet è uno dei più attivi gruppi di hacker russi. Durante la guerra in Ucraina hanno rivendicato attacchi dello stesso tipo ai siti governativi rumeni, polacchi e alcuni siti di aziende americane. Oggi il gruppo è legato al collettivo Legion, che raccoglie grupppi di hacker russi che hanno come finalità l'attacco a siti di istituzioni e aziende occidentali. Sul proprio canale Telegram hanno dichiarato che il loro obiettivo era attaccare "i Paesi Nato e l'Ucraina".
Il collettivo Legion si presenta come una versione russa di Anonymous. Perlomento ne emulano il linguaggio e l'estetica dei messaggi e delle immagini. Ma a differenza di Anonymous che dopo l'invasione russa si è apertamente schierato a favore dell'Ucraina, Legion sostiene azioni a favore della Russia.
Le indiscrezioni sull'identità dei creatori di Killnet
Killnet invece è gruppo hacker diventato piuttosto noto dopo il 3 aprile 2022, da quando cioè un altro gruppo di hacker, Bluehornet/Atw, ha diffuso alcuni dati personali di quelli che potrebbero essere alcuni dei leader del gruppo, e rivelato l'esistenza della botnet di Killnet. Bluhornet è un po' il gruppo antagonista di Killnet nella controparte virtuale della guerra cinetica tra Russia e Ucraina.
Da quanto diffuso, si è appreso che probabilmente i vertici hanno tra i 20 e i 21 anni. Uno di questi, indicato con l'acronimo V.D, sarebbe residente a Belgorod/Oblast, in Russia, non lontano dal confine con l'Ucraina. A lui, da quanto ha rivelato Bluehornet, sarebbe anche legato un portafogli in criptovalute.
L'esperto: "Ci aspettiamo altri attacchi da Killnet"
Secondo Emanuele De Lucia, direttore della ricerca di Cluster25 “è dall’inizio del conflitto russo-ucraino che il gruppo svolge azioni in stile hacktivista contro diversi obbiettivi della Nato e specificamente contro paesi quali Polonia, Ucraina, Lituania e Germania. Adesso hanno attaccato anche l’Italia. Ci aspettiamo altre azioni, sempre tramite l’utilizzo della botnet Killnet per condurre attacchi da negazione di servizio di tipo DDoS”.
In Ucraina una conferenza sugli hacker russi è stata interrotta da un cyberattacco
L'ennesimo capitolo della “cyberguerra” tra i due paesi ha colpito il live streaming di un evento
Sembra un ossimoro, eppure non lo è. Nella giornata di ieri, a Kiev, il live streaming di una conferenza stampa del Media Center Ukraine - un collettivo di organizzazioni dei media nazionali - sugli hacker russi è stato interrotto ripetutamente da un attacco informatico. “Abbiamo appena affrontato un attacco informatico alla nostra piattaforma di informazioni commesso dalla Russia”, ha dichiarato uno degli ospiti all'inizio della conferenza. “Capiamo che a loro non piace sentire la verità su questa guerra, ma non dobbiamo essere fermati. Siamo online, stiamo trasmettendo”.
Nonostante tutte le difficoltà del caso, nel corso della diretta Yurii Shchyhol - capo del Servizio Statale per le Comunicazioni Speciali e la Protezione delle Informazioni - ha portato a termine il suo intervento, ripercorrendo le tappe della “cyberguerra” che l'Ucraina è costretta a combattere da mesi. Secondo quanto ha riferito, il paese è stato colpito da ben 2194 attacchi hacker russi nel 2022, un quarto dei quali ha preso di mira direttamente le autorità governative. Tra gli altri settori colpiti dagli hacker russi ci sono stati anche quelli dell'energia, della logistica, delle telecomunicazioni e della finanza.
“Non cercano nemmeno di nascondere la loro identità. Non usano molti server proxy o alcune apparecchiature pertinenti. Sono tutti criminali di guerra e usano le loro abilità contro l'Ucraina”, ha riferito Shchyhol nel corso della conferenza, precisando che i messaggi di phishing sono stati il metodo più utilizzato per colpire il suo paese. D'altronde, non era certo un segreto che la guerra tra i due paesi si combattesse anche sul campo della sicurezza informatica. Basti pensare che il giorno prima dell'inizio della guerra, la Russia ha bloccato diversi siti Web e banche del governo ucraino, ostacolando la capacità delle persone di accedere ai propri soldi e fuggire prima dell'invasione.
Ma la Russia ha davvero dato il meglio di sé in questa cyberguerra, costringendo i fornitori di telecomunicazioni in Ucraina a lottare duramente per garantire al paese di rimanere connesso alla Rete. In questi mesi sono state sostituiti oltre 3200 chilometri di linee in fibra ottica, e investiti ben 217 milioni di dollari nello sviluppo delle reti di comunicazione. Nonostante questo, le comunicazioni con i territori occupati restano difficili, poiché i russi tendono a interromperle. E il cyberattacco alla conferenza stampa del Media Center Ukraine ne è la prova: gli hacker russi non mollano. E non sembrano intenzionati a farlo nel 2023. Secondo lo stesso Shchyhol gli attacchi informatici sono solo destinati a crescere in tutto il mondo.
Chi ha la posta in LIBERO è inchiodato da domenica 22 gennaio 2023 e lo è tuttora e al momento del post siamo a giovedi' 26 gennaio 2023 e chi cerca di entrare nella propria posta trova la seg. scritta
inserire foto
certo è che la motivazione del blocco dovuto ad innovazione tecnologica non convince e quindi rischio l'ennesima inchiodatura del blog e scrivo come la vedo io:
Nel sito dedicato ad esperti (senza far nomi LINKEDIN) nonostante l'età dei datteri che mi porto appresso dalla nascita, ho ricevuto diverse volte l'invito a partecipare (prezzolato) ad un gruppo tecnologico avanguardista il Bluehornet legato ad un sito di criptovalute antagonosta di Killnet il gruppo di hacher diventato piuttosto noto dopo il 3 aprile 2022, da quando
Bluehornet/Atw ha diffuso alcuni dati personali di quelli che potrebbero essere alcuni leader del gruppo ed in parole povere Bluehornet è la controparte virtuale della guerra cinetica tra Russia e Ucraina.
Pur non accettando l'invito ho cercato di seguire le azioni messe in atto recentemente e L'attacco, da quanto sipresuppone, sono dei Ddos (acronimo che sta per Distributed Denial-of-Service) ovvero l'attacco informatico più diffuso per mettere off-line un sito Internet.
Si tratta di un'offensiva coordinata di richieste verso il server che ospita il sito da parte di una serie di computer infetti controllati da remoto. La così detta 'botnet'.
QUESTO è L'ES DI UNO DEI TANTI ATTACCHI PERVENUTI..SE CLICCO SUL LINK RESTO INCULATO A RAFFICA...
martedì 24 gennaio 2023
Cesso
Il termine “Cesso” per indicare il gabinetto e' considerato volgare ma il popolo non sa che il termine latino “secessus” significa “appartato”e si deve al fatto che i gabinetti solitamente sorgevano in luoghi isolati e ritirati (da cui anche il termine italico ritirata).
In alcuni Hotel si puo' ancora oggi, trovare il gabinetto alla stanza 00 (doppio zero)
Per gli Inglesi il termine e' wc ovvero water closet, che significa ripostiglio d’acqua (con riferimento allo sciacquone).
Per i Francesi invece il termine e' toilette, che viene dal francese toile cioe' la tela con cui si ricoprivano i mobiletti con specchio usati per la cura personale
Sta di fatto che l'invenzione del gabinetto e' cosi' importante che nel 2013 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha stabilito che il 19 novembre sia La giornata del Gabinetto -
Andando sul sito vedremo che oltre la metà della popolazione mondiale o 4,2 miliardi di persone non dispone di servizi igienici sicuri pertanto a livello globale, almeno 2 miliardi di persone utilizzano una fonte di acqua potabile contaminata da feci.
Ma ora parliamo di cose serie in quanto viaggiare ed entrare in contatto con terre straniere e culture nuove e' sicuramente una delle sensazioni più belle che si possano provare.
Piu' si viaggia e piu' si rimane stupiti dalle meraviglie del mondo, dagli usi differenti degli altri Paesi e, soprattutto, da noi stessi.
Perche' ogni viaggio, oltre a renderci felici, fa soprattutto bene a corpo e anima, aiutandoci a conoscere meglio noi stessi e la nostra personalita'.
Girovagando per il mondo ci si puo' imbattere in molte abitudini diverse dalle nostre, che possono riguardare anche il diverso modo di andare al bagno (altro termine per indicare il cesso).
Ogni viaggio porta con se peculiarita' e caratteristiche differenti che devono venire accettate dal visitatore come parte integrante della cultura di quella Nazione.
Un vero viaggiatore, infatti, non giudica e non fa paragoni ma accetta le diverse culture e si adatta alle condizioni che trova in ogni Paese, senza paura e con disponibilita'.
Ad esempio, ogni luogo del mondo ha un suo particolare modo di approcciarsi all’igiene e, spesso, sono proprio differenze come il modo di andare in bagno che sottolineano le diverse abitudini delle persone.
Se solitamente si dice “Paese che vai usanza che trovi”, oggi e' il caso di dire: “Paese che vai che bagno trovi?”.
Per non imbattersi in spiacevoli sorprese questo post evidenziera' curiosità, informazioni utili e strane abitudini che riguardano i servizi igienici di tutto il mondo.
Partiamo con...
Tedeschi Olandesi Austriaci
Dalla foto si evince il foro di scarico e posto davanti, il che sta a dimostrare che queste popolazioni sono affascinate dalle loro feci evidenziate dal fatto che la conformazione orizzontale detta a mensola non permette il deflusso cosi' come avviene nei modelli tradizionali. .
A loro piace dare informazioni al proprio dottore sui bisogni fisiologici e ritengono che sia fondamentale per capire il loro stato di salute.
I loro bagni tradizionali, ovvero a “scaffale”, non hanno solo lo scopo di analizzare le feci, ma anche quello di evitare lo schizzo, il partner in crimine della muffa.
I tedeschi in special modo, sono ossessionati dalla presenza di muffa in bagno.
A costo di sfidare la loro anatomia, le leggi della fisica, e centinaia di anni di design di bagni, queste persone ritengono sia appropriato sedersi sulla tavoletta ed evitare schizzi indesiderati.
Australia
Ci sono alcuni miti che riguardano i bagni australiani, ma cerchiamo di capire se siano veramente basati sulla realta'.
Possiamo gia' abbandonarne uno.. come vedete da foto, l’acqua non scorre in senso antiorario in quanto ci si trova nell’emisfero Australe.
La forza di Coriolis non ha gli stessi effetti sulle toilette come sugli uragani.
Il secondo mito riguarda i terrificanti ragni che si possono trovare nel water, oggetto di numerosi video virali.
In ogni caso, se state programmando un viaggio in Australia, siate pronti ad imbattervi in questi animali e controllate il gabinetto prima di usarlo...
Turchia, Cina, India e Paesi Asiatici
In questi paesi la Turca e' il tipo di gabinetto più comune, viene anche chiamata “squat toilet” per la posizione che si assume.
Non solo nei bagni pubblici, la turca e' anche molto comune nelle case.. mentre a noi ricorda i bagni di un tempo, questo tipo di gabinetto e' in realtà una delle opzioni migliori in termini di igiene e salute.
Infatti grazie alla turca non solo si limitano i rischi di trasmissione di malattie causate dal contatto o da batteri legati alla non pulizia del water, ma studi medici dimostrano che alcuni problemi intestinali si presentano più spesso tra chi usa le toilette “occidentali”: questo potrebbe essere dovuto alla posizione innaturale che queste portano ad assumere.
Medio Oriente ed Emirati Arabi
Qui i gabinetti sono spesso dotati di un tubo abbastanza lungo (detto serpente) che si trova accanto al water.
Questo perche' secondo l’etichetta della Qadaa al- Haajah, e' sconsigliato assolutamente l'utilizzo della carta igienica
Bisogna dire però che l’utilizzo di questi tubi spesso crea dei veri e propri laghi d’acqua sul pavimento del bagno.
E lo spazio davanti e' per evitare il contatto dell'attrezzo di riproduzione con l'acqua.
America Latina, no alla carta igienica
In quasi tutta l’America Latina la carta igienica e' bandita, a causa delle tubature e della mancanza di adeguato scarico fognario non e' possibile buttare la carta igienica nel wc.
Per questo motivo, accanto alla toilette è presente un bidone.
Meglio essere preparati se state decidendo di affrontare un viaggio in questi Paesi... potreste trovarvi ad intasare un bagno senza (all’apparenza) aver fatto nulla di strano.
Singapore
Singapore ha la reputazione di essere il Paese più pulito al mondo.
L’elevato standard di pulizia e' garantito da leggi severe sull’utilizzo dei bagni pubblici.
La Polizia vigila su chi non si e' lavato le mani dopo essere stato al bagno e puo' decidere di multarlo con una sanzione che può arrivare a 150 dollari.
Ancora più salata la multa per chi ha pisciato nel posto sbagliato, in questo caso la sanzione raggiunge i 500 dollari.
Corea e Giappone
All’opposto, questi due paesi puntano tutto sulla tecnologia, la domotica e l’High tech.
Qui non e' strano entrare in ambienti che ricordano più la cabina di comando di una navicella spaziale che un bagno vero e proprio.
Le funzioni più comuni sono il sedile riscaldato, la possibilità di attivare degli aspiratori anti odori, la funzione bidet integrata al wc (il cosiddetto washlet), la possibilita' di regolare intensita' e temperatura del getto e persino la funzione asciugatrice…il tutto ovviamente comandabile con un semplice telecomando.
Italia
I turisti che vengono in Italia spesso sono spiazzati perchè si trovano di fronte, a seconda del luogo nel quale risiedono, diverse opzioni per tirare l’acqua.
Non c’e', in effetti, uno schema definito: lo sciacquone in Italia può essere un pulsante da schiacciare, una catenella da tirare, un pedale, un sensore o una leva laterale alla cassetta del water.
E per i bagni pubblici vi linko questo post.domenica 22 gennaio 2023
Preghiera del pomeriggio.
Donami la serenita’ di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che non posso accettare e la saggezza di nascondere i corpi di coloro che ho dovuto uccidere oggi perche’ mi hanno rotto le palle ieri.
Aiutami a stare attento ai piedi che pesto oggi, perche’ potrebbero essere collegati al culo che dovrei baciare domani.
Aiutami a ricordare quando ho proprio una brutta giornata e sembra che tutti cerchino di rompermi i coglioni che ci vogliono 42 muscoli per aggrottare il viso e solo 4 per stendere il mio dito medio e mandarli affanculo..
mercoledì 18 gennaio 2023
REM il nuovo strumento che sostituisce la PEC.
Dopo
circa 11 anni in cui vengono emesse leggi per cercare di far
funzionare la posta politica italiana,
dopo un ulteriore ammasso
di leggi,
dopo leggi semestrali per cercare di farla
fuzionare,
dopo l'uccisione della versione PACco,
dopo aver
visto che neanche il processo telematico vuole utilizzare la PEC,
perché si sa che altrimenti non funziona un cazzo,
dopo aver
visto che comunque rimane tutt'oggi impossibile per un'azienda
italiana mandare e ricevere comunicazioni, attraverso la presunta
certificata italiana, soprattutto se inviate all'estero, la
domanda sorge spontanea: perché non la facciamo finita?
mi chiuderanno il blog ma non mi interessa una sega in quanto..
La PEC è destinata a diventare uno strumento del passato e per gli utenti finali, tuttavia, la migrazione alla REM sarà un semplice aggiornamento.
Breve storia...
La posta elettronica certificata o PEC è nata nel 2005 con la pubblicazione di un Decreto Ministeriale che ne definiva le regole tecniche.
Non è utilizzata solamente in ambito business: gli utenti privati che se ne servono sono infatti in continua crescita.
Basti pensare che già nel 2020 il 43% di tutti gli utenti PEC erano persone fisiche.
Un aspetto importante, infatti, è quello legato alla mancata certificazione dell'identità del mittente: i gestori PEC non sono chiamati a verificare l'identità di chi attiva una casella di posta elettronica certificata come invece avviene nel caso di SPID, per esempio. (sebbene questa sembra sia destinata a soccombere sotto la scure della Giorgia).
Inoltre gli allegati a un messaggio PEC possono essere valutati in sede di giudizio come privi di sottoscrizione a meno che l'utente non decida di apporre anche la sua firma digitale.
Diversamente da ciò che ritengono in molti, la PEC non accerta in maniera inoppugnabile l'autenticità e l'integrità dei documenti trasmessi e deve essere quindi considerata come un mezzo di comunicazione, sebbene sia certificato nell'attuale implementazione rimasta sostanzialmente invariata dal 2005 - non soddisfa appieno i requisiti previsti dal Regolamento per il servizio elettronico di recapito certificato qualificato e fissati dal legislatore europeo.
Il Regolamento eIDAS (Regolamento europeo per l'identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno ha introdotto i Servizi Elettronici di Recapito Certificato (SERC) come servizi fiduciari (trust services).
Negli ultimi anni, quindi, un gruppo di lavoro si è occupato di individuare una base operativa comune e, in Italia, mettere a fuoco le modalità per il passaggio dalla PEC a un nuovo sistema di recapito certificato qualificato.
AgID in particolare ha provveduto a recepire l'applicazione degli standard individuati da ETSI, Istituto europeo per le norme di telecomunicazione, definendone i criteri di adozione e redigendo le regole tecniche per i servizi di recapito certificato a norma del regolamento eIDAS.
Per farla breve, lo strumento che colma le lacune della PEC, sara' la REM (Registered Electronic Mail).
Ergo non è l'Europa che chiede di sistemare ma siamo noi dell'armata Brancaleone che abbiamo fatto la classica cagata e abbiamo pisciato fuori dal vaso.
La buona notizia è che il lavoro svolto con la PEC non verra' cestinato, anzi, può essere considerato come parte di un percorso virtuoso verso la migrazione alla REM (e' chiara la presa per il biipp?)e il passaggio da PEC a REM sarà "indolore" per tutti gli utenti... chi ha un account PEC attivo dovrà seguire il percorso di migrazione della propria utenza previsto dal gestore poiché adesso vi sarà il passaggio in più della verifica e della certificazione dell'identità.
Sul lato utente l'interfaccia per l'utilizzo della REM dovrebbe rimanere la stessa dell'attuale PEC (con l'aggiunta dell'obbligo circa l'attivazione dell'autenticazione a due fattori e il mio gestore e' la quinta volta che me lo chiede e adesso bigben ha detto stop, non ho pagato il rinnovo e la somma prevista la utilizzerò come anticipo da dare alla vulvivendola he opera in tangenziale o lo devolverò alla societa' di riesumazione chiavisteri), cmq ciò che cambia sono, a monte, le interconnessioni con il sistema CSI e la puntuale adozione delle nuove regole tecniche da parte dei singoli gestori mangiamoneta.
La data di migrazione da PEC a REM sarà nei primi mesi del 2024 e si sa solamente che i prestatori di servizi fiduciari basati su REM dovranno avere un capitale sociale di 5 milioni di euro contro il milione di euro dell'attuale PEC.
P.S.Voi
sapete che da tempo sono stato incerito alle domande/risposte del Quora (che non ha nulla a che fare col Mensa) e la lunga
esposizione inerente alla PEC è quella dell'amico (lo considero
tale) Claudio Monza.. troppo bella, veritiera, sagace, futuristica e
soprattutto oggettiva e non cambio una virgola.. eccovela (vi consiglio i link finali)...
Che la pec vada chiusa lo dico da prima che fosse varata perché rendere ufficiale una posta fallace e spacciarla per certificata nel nome ha causato montagne di danni.
Potevano chiamale PEnC (posta elettronica non certificata) che sarebbe stato piu' chiaro sulla funzionalita'.
Vedremo di leggere cosa e' la REM e se e' sicura.
aggiorno la risposta per quelli che anche qui contestano il sottoscritto quando dico che la PEC non e' certificata:
pec peeec pec pec
Ora a distanza di 15 anni da quando dico che la PEC e' una posta senza certificazione ci si accorge... che non e' una posta certificata!
La
botta e' stata ricevuta anche ufficialmente, la Agid ha scoperto
che....
La PEC nazionale è carente della
certificazione sull’identità di mittenti e destinatari, un fattore
che non consente la qualifica di posta certificata
WoW
in un altro documento
Inoltre gli allegati a un messaggio PEC [in realta' tutto il messaggio] possono essere valutati in sede di giudizio come privi di sottoscrizione [ovvero non inviati dal soggetto]
In
pratica non e' neppure lontanamente una raccomandata AR.
Questo
perché la posta non certifica
il transito,
la partenza e
l'arrivo...
perché non e' una posta certificata!
Per che
legge la mie follie non dovrebbe essere una novita'
e ancora
non soddisfa appieno i requisiti previsti sempre dal Regolamento per il servizio elettronico di recapito certificato qualificato. In particolare, attualmente non è prevista la verifica certa dell’identità del richiedente della casella di PEC.
Appieno,
per smorzare i toni, o garantisci o non garantisci: o ci sei o non ci
sei.
Non e' che non sono a Parigi "appieno".
Inoltre non è previsto che il gestore debba obbligatoriamente sottoporsi alle verifiche di conformità da parte degli organismi designati.
MA
VA?
Fammi capire, se tu fornisci un sistema sicuro
non
fai nessun tipo di analisi di sicurezza?
Ragazzi
mi sembra di ricordare il sito grillino, sicuro perchè un amicone
era davanti ad un server per vedere se nessuno toccasse la tastiera
(da quando i server hanno la tastiera normalmente
connessa?).
Qualsiasi sistema complesso che deve garantire
qualcosa viene sottoposto ad un audit.
Se gestisce l'identita' dei
clienti e CERTIFICA a livello GIURIDICO finendo persino nel PENALE,
il minimo che succede è che sia CERTIFICABILE a sua volta come
sicuro e funzionale attraverso audit TERZI che controllano
penetrazione e gestione.
Il
fatto che nessuno lo chiedesse per una mail non certificata e senza
sicurezza di consegna come la PEC e' normale.
LA PEC ha la stessa
valenza informatica del "mio cuggino ha sentito dire".
Come
e' normale, e prevista anni prima dal pirla che scrive, l'enorme
penetrazione con esfiltraggio di dati SENSIBILI capitata pochi anni
fa con danni miliardari difficilmente quantificabili.
Che nessuno
ha quantificato, perché nessuno doveva mettere in dubbio la PEC
(Penetrazione Estrema del C di chi la usa).
Ma come e' nata questa presa di coscienza?
Torniamo indietro di 15 anni.
Il
governo dell'epoca si inventa sta ciofega e cerca di renderla
nazionale.
Come ha fatto per altre cose, nel frattempo, cerca di
renderla internazionale per i soliti motivi di leadership:
Se il
sistema italiano fosse usato da tutti, automaticamente, avremmo un
grande vantaggio competitivo.
O se preferite piu' soldi.
Quindi
da un decennio i propugnatori della PEC (posta enormemente cogli...)
viene spinta per diventare un coso standard, se non mondiale (hanno
anche infiltrato una RFC a caxxo), almeno europea.
Cari amici
europei, facciamo tutti la PEC come la nostra, tutti amiconi, tutti
felici pizza e mandolino con il sistema italianoooo!
Il problema che su cose tecniche molti europei dopo aver letto tale medda hanno fatto finta di nulla.
Altri stati avevano gia' strumenti di vario tipo, il piu' simile al nostro e' quello dell’Islanda (fuori dall'EU, ma dentro nel giro di scambio e collaborazione), ma, in genere, non ne reputavano il bisogno.
Pero'
noi si insisteva tirando la giacchetta:
Cari amici europei,
facciamo tutti la PEC come la nostra, tutti amiconi, tutti felici
pizza e mandolino con il sistema italianoooo!
Cari amici europei,
facciamo tutti la PEC come la nostra, tutti amiconi, tutti felici
pizza e mandolino con il sistema italianoooo!
Cari amici europei,
facciamo tutti la PEC come la nostra, tutti amiconi, tutti felici
pizza e mandolino con il sistema italianoooo!
Pero' a forza di rompere il birillo un giorno si e l'altro pure sti europei kattivi hanno acconsentito pur di levarseli dalla croste e hanno dato il compito all'ETSI di guardare alla ciofega.
l'Istituto Europeo per le norme di Telecomunicazioni, quello che ha standardizzato cosine come il GSM e l'UMTS, dopo aver passato una giornata a vomitare, hanno formalizzato che una posta elettronica europea dovrebbe essere CERTIFICATA e ovviamente INTER-OPERABILE e ha sparato fuori un pochino di linee guida.
Ovviamente
la nostrana PEC (Pusillanimi Estremamente Contorti) in quell'istante
(2018) e' diventata fuori normativa EU ed esplicitamente non
certificata, certificabile eccetera.
Non solo, ma di fatto
acclaratamente impossibile da usarsi legalmente perché si evidenza
la mancanza totale di sicurezze (il fax G3 e' meglio, per dire).
Un
relitto.
Avete letto da qualche parte che la PEC non é piu' tecnicamente legale da settembre 2018?
Io
no.
Eppure, se la logica non e' un opinione, e' stato ribadito,
come ai tempi da un nostrano organismo statale, che la PEC non
certifica nulla.
Lo standard ETSI EN 319 532-4, certifica cose come identità del mittente e del destinatario, contenuto delle comunicazioni e data/ora.
Non ho ancora letto lo standard ETSI, solo commentari, ma nulla di quella roba e' garantita dalla PEC (di cui ho letto tutte le specifiche anni fa e non garantisce un ciuffolo, non piu' di una mail normale.).
Ovviamente i giornaletti italiani, che hanno pubblicità pagate dai vari ArruBBo, non hanno detto un piffero, del resto provate anche ad immaginare in un processo che una mail inviata con la PEC, magari prova importante come con le multe, venga dichiarata nulla perché mai inviata.
Parliamoci
chiaro, se non sappiamo chi la invia e se il contenuto non e' valido,
beh, le multe inviate via PEC non sono certo un avviso "5gg e
poi muori".
Potrebbe esserlo un SMS, ma non una PEC.
Rimane
un problema anche il fatto che molti processi si sono basati sulla
CERTEZZA che la PEC fosse certificata.
Cosa si fa ora?
Si
rifanno?
Il giudice si scusa di aver accettato come un pirla una
posta elettronica normale come certificata?
Le
multe che sono raddoppiate?
Lo stato restituisce il MALTOLTO?
La questione e' cosa fare ORA delle PEC (Puttanata Estremamente Cinghialesca).
La cosa piu' ovvia, come dico da anni e' rottamare tutto, ripartire da zero e magari adottare uno standard meno scemo.
Il
problema che oggi ci sono, 23 societa' (a secoda dell'ente si parla
di 20-24) che hanno messo sul piatto un saccone di soldi per
diventare fornitori di PEC (Pasta Ecologica alle Cozze, ovviamente
DOP) e non puoi lasciarli a secco.
Gli hai promesso PROFITTI in
cambio di SOLDI spesi.
Ci sono 14 milioni di poveretti che hanno subito questo pericolo raccontando loro che era posta certificata, non e' che puoi dire loro che era tutta una balla, hanno usato la mail gratis di libero, ci siamo sbagliati, scusateci di quello che vi avevano detto non era vero niente, tornate ad usare la vostra mail gratuita che funziona meglio.
Vi chiederete come ho scoperto della cosa che viene cosi' bene taciuta.
La
pulce nell'orecchio a ottobre 2022 mi e' stata messa da una frasina
in un contratto che stavo leggendo per sapere se potevo evitare la
PEC (Proprio Elevato Cesso) e relativi pericoli per la mia persona
per una cosa.
Leggo...
"La PEC diventa interoperabile a livello europeo"
Siccome
gli europei non sono tutti scemi, la frase mi aveva stupito.
Molto.
Non e' tecnicamente possibile.
La realtà come abbiamo visto è molto diversa gli europei hanno detto che la PEC non puo' essere interoperabile a livello comunale, figuriamoci europeo.
Idem
dicono gli attori della commedia triste
"La
PEC, quindi, è pronta a varcare i confini nazionali"
Marco
Mangiulli, CIO & Head of Software Development arruBBa
Se
mi avete seguito fino a qui sapete che e' impossibile: vorrebbe dire,
fra le tante, che potete sparare mail anonime di SPAM in un sistema
certificato spacciandovi per qualcun altro e truffarlo.
Come
successo con la PEC (Profittosi Erculei Contraffattori).
Cosa
sta succedendo nella realtà?
Semplice stanno implementando una
nuova mail, pare che il nome sarà REM (come chiamare un giornale
"giornale").
Ovviamente
il cambio, stando a come leggo nelle varie informative che sono
nascoste nei provider, sara' fatto come:
"hei stupido
consumatore, per colpa dell'europa ci tocca cambiare yabba dabba.
Da
ora in poi XXX fornisce RAM la PEC europea plus"
Cosi' crederanno che sara' una PEC con qualcosa che i kattivi dell’Europa ci hanno imposto.
Ma non e' l'unica cosa, salvo di cambiare l'impianto generale, ricordiamo che la PEC e' prevalentemente una WEBmail sfigata, all'inizio non era neppure permesso usare un Thunderbird, dopo alcuni provider avevano un sistema errato di farlo: sara' divertente vedere come funziona l'accesso.
Perche,
ricordiamo, non puo' essere il provider a fornire l'accesso ad una
persona fisica, la persona fisica e' sconosciuta e non certificata,
il mittente nella PEC e' ANONIMO per definizione di sistema.
Salvo
che si richieda a TUTTI i 14 milioni di utenti di verificare
l'identità.
Lascio solo immaginare l'ondata di lavoro necessaria
da parte dei provider, anche se fosse in qualche maniera
automatizzato l'onda delle telefonate all’assistenza azzererebbe i
profitti fino all'esaurimento del sole.
Se il sito viene fatto di merda come prima, o non si vuole spendere, potrebbe accadere di dover accedere per spedire una mail tramite autenticazione ESTERNA, che automaticamente determinerebbe l'identità, che se fatta bene si userà la CIE, se fatta in qualche maniera la CNS e se prodotta con il deretano potrebbe essere lo SPID.
Ma i problemi non finiscono qui.
Il nuovo sistema potrebbe essere la volta in cui si definiscono i nomi corretti alle cose, oltre al termine "certificata".
Perché,
salvo mantenere il doppio di caselle di posta (COSTI) per avere
disponibilità dei messaggi passati, la cosa che probabilmente
faranno e' copiare le mail ricevute/inviate sui nuovi server,
ovviamente saranno marcate come "non certificate"
Ma
sorge un secondo problema semantico:
Come chiamare la ricevuta di
spedizione che oggi viene spacciata per ricezione?
La
domanda non e' peregrina.
La questione e' se considerare ancora le
mail partite come "lette per legge" o finalmente e'
arrivato il momento di considerare letto l'avviso di una multa quando
letto?
Non sembra ma ci sono ponti lunghi che sono piu' lunghi dei
giorni concessi par pagare delle multe, soprattutto se spediti alle
18:00.
Insomma
anche se l'europa cerca di salvarci non solo noi diamo dei
formidabili ID e fare delle leggi per renderla malfatta (come appunto
considerarla letta appena spedita)
Inoltre gli europei saranno
mediamente piu' istruiti di noi, ma potrebbero comunque fare errori.
Vedremo se questa REM sara' veramente buona come una S/mime (o addiritura meglio), se sarà solo un piccolo passo in avanti, o sara configurata come l'ennesima puxxanata.
Le puntate piu' assurde
allego i link -
http://allarovescia.blogspot.com/2016/05/peccato-che-esisti.html
http://allarovescia.blogspot.com/2018/07/la-pec-colpisce-ancora.html
mercoledì 11 gennaio 2023
Avete preso il rimborso?
Allora.. avete fatto la revisione auto, pagato le 79.02 euro e come mai non avete richiesto 9,95 € come rimborso grazie al Bonus Veicoli Sicuri che è un’operazione davvero semplice che si può fare in autonomia in pochi minuti?
Basta avere a disposizione lo SPID e l’IBAN e lo riceverete sul vostro conto corrente.
Siete ancora in tempo a regolarizzare il 2022 e per il 2023 potrete richiederlo dal 3 Aprile 2023.
Ite sul sito (sotto è l'avviso che hanno messo dopo i vari reclami relativi a tempistiche e modo di comunicazione alle utenze.) bastardi...
n.b. in Italia circolano 38,8 milioni di autoveicoli e devono fare revisione biennale 16,4 milioni di auto (non ho riferimenti alle due ruote), l'età media auto circolante è 8 anni e più del 50% ha dieci anni. Gli utenti che hanno chiesto rimborso sono lo 0,063% e mi domando dove finirà la rimanenza dei 12 milioni stanziati e pagati da noi per questo BONUS (MALUS). Certo che i conti li sanno fare in quanto 12 milioni diviso 9,95 euro corrispondono a 402.010 utenti previsti che chiederanno rimborso (datosi che si parla di tre anni 2021-2022-2023). Però se tutti quanti lo faranno qualcuno rimarrà a bocca asciutta e per fortuna son solo 103.615 che hanno richiesto il rimborso. Evviva l'itaglia.
martedì 10 gennaio 2023
lunedì 9 gennaio 2023
Lavorare col ferro.
L'Idraulico..
Il Fresatore..Flipper
Chopper
Il Chirurgo
Il Barista
Il Ricercatore
L'Astronomo
L'Aereo.
Il Sommozzatore
Il Saldatore
Il Programmatore
Il Parrucchiere
Il Paracadutista
Il Medico.
Il Maniscalco.
E non dimentichiamo un poco di svago...
in giardino..
Al parco..
in salotto..
al tepore del caminetto..
e per oggi..basta lavorare col ferro e vi faccio salutare dalle candele.