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lunedì 25 novembre 2024

Audi RS777 troppo bella.

Azz questa si che è una macchina, coi suoi 1.000 e passa cavallucci e i 4 tromboni di scarico che ti evitano lassativi per corporeggiare, peccato sia destinta al silenzio elettrico... ma a tal proposito veniamo alle notizie nel campo innovazioni tecnologiche.

Dicevo che nel 2035 le auto dovranno essere tutte elettriche per evitare l'inquinamento dei motori a benzina, le alternative che hanno cercato non le hanno considerate e pensare che sin dal 2011 i costruttori tedeschi della Mercedes e della Volkswagen hanno inventato la macchina che va a pipi’. (ite a vedere l'articolo che stranamente non è stato bannato)..

Detto in italiano cessologo, i tedeschi erano riusciti a creare l'automobile a urina.

E qui scattano le considerazioni ..

Invece di berla come fanno gli omeopatici, la metti nel serbatoio e le emissioni inquinanti si riducono vistosamente.

Quando e’ finita e’ un casino perché l'auto smette di funzionare. Senza pipi’, non si muove piu’ e non ti resta altro che fare smanettamenti goderecci utilizzando la pompa.

Tra l'altro pensa che comodita’ per chi beve un fracco di acqua e fa pipi’ 10 volte in mezz’ora.

Almeno ’sta continua rubinetteria serve a qualcosa.

Ogni 10 chilometri un piccolo rabbocco.

E senti qua.. un pieno di questa bella roba, di questo cocktail, (che deve essere poi lavorato in laboratorio) dura la bellezza di quindicimila chilometri.

Non quindici, quindicimila, capisci?

Azz.. sono davvero tanti, ho riletto l'articolo ma non mi sono sbagliato.

Scusa ma quanta ne devi fare di pipi’ perche’ duri per quindicimila chilometri?

Il pieno chi te lo fa? Uno che e’ appena uscito dall'Octoberfest? Se il progette lo ripristinano per commercializzare ’ste macchine, dovranno mettere dei distributori… con chi?

Io propongo Del Piero con l'uccellino e una volta anche la mia compaesana Cristina, in quanto facevano tanta plin plin.

Li comprera’ la Mercedes.

Quei tre.. uccellino compreso, da soli fan pipi’ per tutto il fabbisogno di Düsseldorf.

Del Piero che ha il beccuccio fa anche gli interventi di emergenza. 

Comunque.. per adesso questa tecnica fu studiata da Mercedes e Volkswagen e trasmessa ad Hamilton e Russell.

E noi? Cara Stellantis ex Fiat ci dici che macchine fighe hai in progetto oltre alle elettriche?

Perche’ agli operai hai fatto promettere che lavoreranno di piu’, ma le macchine fighe dobbiamo inventarle prima del 2035.

No.. perche’ qui la Mercedes fa pipi’ nel motore, la Volkswagen fa pipi’ nel motore, tu Stellantis che idee ti sei fatto venire?

Cosa pensi di copiare dai germanici.. se non hai in mente niente, fai anche tu le macchine a pipi’, ti suggerisco dei nomi tipo la «Sprizzo». 

Ho gia’ persino preparato lo slogan: «Fai pipi’ nella tua Sprizzo… e vai a razzo, alla faccia del…! ».

Se no, un bel nome per una monovolume e’ la «Diuresi».

Sappi che in Renault si vocifera lo studio della «Pisoir» e la «Pisade».

Se no, visto che sono i reni gli interessati, una la chiameranno «Rene’». 

La «Rene’» della Renault.

In Russia appena finiscono la guerra (spero sia presto) faranno la «Irina»? Che va a orina?

Sta cosa delle auto a pipi’ mi ha scatenato il Focus dell'inventore e mi chiedo se in Piaggio faranno uscire la Vespa che va a pipi’?

La "Vespasiano".

Ma anche i distributori.

La Esso diventera’ la Cesso?

Se ci pensi la IP e’ gia’ avvantaggiata, mette due suoi cartelli al contrario e da IPIP diventa subito PIPI…

I distributori venderanno anche la pipi’ super che sa' di asparago e la verde che quando mangi i carciofi ti riempie di antiossidanti la camera di combustione.

Nel futuro si dovra’ poi insegnare ai cani a fare pipi’ anziché sulle ruote direttamente nel serbatoio.

Forza Bobi.. su piscia, che devo andare a Casalcoso.

A questo punto pero’ io mi chiedo.. e la cacca?

Perché non se la fila nessuno?

Perche’ la semplice, familiare cacca umana non stimola la fantasia dei tecnici scienziati in vena di protezione ozono?

Eppure, possibile che a nessuno venga in mente di fare, non so... una stufa che vada a stronzet, invece che a pellet?

E' finito sto post di emme, io vado di grappa e voi andate a.. (fate voi).


venerdì 22 novembre 2024

Telefono amico.

 


 

Sti progettisti di cellulari son tutti uguali, rivestono l’elettronica con una scelta di gusci che non hanno il grip che solitamente i designer dovrebbero far tenere per evitare la fuga dalle mani.
Occorrerebbe facilitare la presa come per i coltelli, i martelli o altri utensili per evitare lo sdrucciolamento dalla tasca dei jeans ogni qualvolta ci si siede in bus, nel treno, sulle sedie della sala d’aspetto del dentista o maremma maiala nel momento del bisogno.. giran proprio le palle nel sentire lo splash dell’iphone 5 che si tuffa dinta a tazza du cesso. (come dice un mio amico di Bolzano).
Cercare di maneggiare nei periodi caldi il cellulare, con le mani sudate, e’ come cercare di afferrare la saponetta appena caduta nelle docce multiple della caserma col rischio di sentirsi arrivare l’iniezione intramuscolare.
D’altro canto, il continuo aumento delle dimensioni dei telefoni pone ulteriori problemi di presa, e pensare che c’e’ stato un periodo in cui il maschio italiano andava fiero di avercelo piccolo (il telefonino, naturalmente).. oggi siamo tornati al machismo telefonico.. piu’ e’ grosso, meglio e’ (lo smartphone, naturalmente).
Il fatto che quell’apparecchio possa anche permettere conversazioni e’ del tutto accessorio.. cio’ che conta e’ la dimensione dello schermo.
Il telefono trendy ha uno schermo cosi’ ampio da non poter essere tenuto in una sola mano.. ho visto gente aggirarsi per la Via Italia parlando dentro un vecchio televisore Philips da 22 pollici e quattro indici ..un poco come il mio amico Roberto all’inizio dell’epoca telefonini, girava in macchina e quando arrivava all’altezza dei semafori, mentre era appaiato alla coda, parlava dentro la calcolatrice fingendo di essere al telefono.
Per evitare questi eccessi, il buon progettista di telefonini deve dunque dimensionare l’apparecchio in modo che non sia il molto largo, meno scivoloso possibile e sottile al punto giusto per evitare lo scomparire nello spazio tra il sedile e la leva del cambio, quello spazio dove nessuna mano d’uomo e’ in grado di giungere e dove gli sfasciacarrozze, quando demoliscono le auto, trovano tesori d’ogni tipo.
In ultima analisi cari progettisti designers cercate di evitare sti scivolamenti e come opzionale mettete un guscio appropriato anziche’ declamare la sottigliezza del cellulare e fate in modo che torni alla sua funzione di telefono e non un aggeggio che sappia far tutto altrimenti il troppo stroppia e i cocci sono i suoi
.

 


mercoledì 20 novembre 2024

Il leccaculo.

 


Champagne con la baleta..

Mi avete chiesto il significato che era citato nella vendita vini e mo' vi dico..intanto la bottiglia è questa..








 
 
La “gassosa o gazzosa con la pallina” fu inventata ai primi del ‘900 e si trovava in commercio fino ai primi anni ’60.

La bottiglia aveva all’interno una pallina di vetro, che spinta dalla pressione del gas chiudeva ermeticamente la bibita.

Per aprirla bastava fare pressione con il dito sulla biglia, facendo uscire un po’ di gas, a quel punto la pallina scendeva e la gassosa si poteva bere.

Le bottiglie venivano soffiate a mano praticando una doppia strozzatura sul collo, alla base e all’imboccatura,in modo da contenere una biglia di vetro ed una guarnizione di gomma vicino all’imboccatura.

Dopo essere stata riempita con la bevanda, la bottiglia veniva capovolta iniettando l’anidride carbonica ad alta pressione (generalmente a 6 atmosfere).

Riportando la bottiglia in posizione verticale, la pressione del gas spingeva la pallina in alto verso la guarnizione posta sull’imboccatura, sigillando la bottiglia.

Per aprire la bottiglia era necessario premere la pallina con le dita, con un legnetto per far uscire il gas ed eliminare parte della pressione: a questo punto la pallina scendeva, pur rimanendo nel collo grazie ad una strozzatura che le impediva di raggiungere il fondo.

Dopo la scuola tra noi bambini scattava la caccia alla bottiglia, ci giravamo tutte le osterie del quartiere per saccheggiare i sacchi di immondizia sul retro dove spesso si trovavano le bottiglie vuote in attesa di essere restituite,e le prendevamo, le rompevamo e si recuperavano le palline.

Te capi’ ..testina io andavo di idrolitina,,



Rosalie

 

Oggi il post ha per me sapore di nostalgia ed è riferito al blog che recentemente mi hanno chiuso e stavolta non era per pirateria come nel caso del mio precedente togo29


del resto l'avevo rimesso in piedi come togo290 e alla chiusura di questo li ho riattivati come togotuentinain..(voi li chiudete e io li riapro..per la serie chi ce l'ha molle la vince) mi ci diverto e considerato che non frequento sale biliardo, postriboli, bingo, ostelli.. qualcosa dovrò pur fare no?

Stavolta invece mi hanno zittito senza mettere le classiche frasi e la mia colpa è stata quella di mettere in linea il film (X) Storia della donna barbuta francese che uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo anno..

 




quindi oggi il post sarà lungo e in due parti..

la prima come fatto di cronaca di questa donna (Rosalie) e la seconda invece.. come fare per avere in anteprima il film (lo hanno fatto in tanti a fine lucrativo e non è il mio caso).


Parte prima “la storia di Rosalie”.

 


A Thaon.les-Vosge nella Lorena francese il 5 marzo 1865 nasce Clémentine Delait e sin da piccola era robusta e irsuta e quindi cominciò a radersi per evitare di essere bullizzata dagli agricoltori del posto in cui viveva. 

 



A 20nni sposo’ Paul Delai che era il fornaio del paese e non aveva problemi per i peli della moglie, anzi per incrementare i guadagni disse alla Clementine di farsi crescere i baffi dimodochè la curiosità fece incrementare le vendite di pane.

Un bel giorno e siamo nel 1901 quindi era trentaseienne, durante una fiera a Nancy la Clementine vide una donna non irsuta come lei ma che si faceva pagare 15 centesimi per mostrare una barba insignificante.

Tale visione fece scattare una scintilla che era quella di voler dimostrare che lei era molto meglio e quindi fece la scommessa coi clienti della panetteria (nel frattempo diventata anche bar) di non radersi per due settimane a fronte di 500 franchi e dimostrare che la sua barba era molto più bella folta.

Il marito nel contempo allargo’ il bar causa gente nuova curiosa che veniva a vedere sta barba e lo chiamo’ “Le Cafe de femme a’ Barbe”.

Considerato lo scalpore e l’incremento di gente che veniva al paese, il sindaco rilasciò un permesso speciale che era quello che Clementine potesse vestire abiti maschili.. 

 

lei accettò, ma non voleva essere considerata un “mostro” (nel senso di mostrare) e cerco’ sempre di sensibilizzare il pubblico sull’importanza di accettare la diversità e di superare gli stereotipi di genere e rifiutò persino un’offerta da parte del circo Barnum.. di 3 milioni di franchi e preferi’ fare la volontaria per la Croce Rossa durante la Prima Guerra Mondiale.

Nel 1919 adotto’ Fernande una bimba di 5 anni e si trasferì a Plombieres dove il marito Paul ormai ammalato potè curarsi e lei per vivere apri’ un negozio di intimo.

Nel 1928 Paul morì e lei allora tornò a Thaon dove decise riaprire un caffe’.

Nle 1930 accettò le proposte di esibirsi a Londra poi Parigi Vichy e Belfast sempre accompagnata dalla figlia da cui prese lezioni di violino.

 

Nel 1934 inizio’ a soffrire di dolori reumatici e smise di viaggiare e al 5 aprile 1939 morì d’infarto.

Leggendo le sue memorie, salta all'occhio il passaggio in cui scrisse: «Quando morirò e mi troverò sulla porta del Paradiso, a San Pietro dirò: “Mio caro San Pietro, scommetto cinquecento franchi che non c’è una barba bella come la mia nel tuo paradiso”».

Per ricordarla, negli anni 70 il suo paese nativo di Thaon-les-Vosges le ha dedicato un museo.

Il suo messaggio è sempre vivo: “abbracciate la vostra diversità”

Ricordare Clémentine, anche attraverso il film Rosalie, significa ricordare lo spirito allegro e coraggioso di una donna che anziché soffrire per la sua “diversità”, ne ha tratto orgogliosamente vantaggio, diventando il simbolo di una storia di autoaccettazione e autodeterminazione.

Una vera e propria dichiarazione di emancipazione che continua a ispirare tutte le persone che ancora oggi lottano contro i pregiudizi di genere in un mondo ancora (sempre) disumano.

Il suo barbuto volto, sorridente, sono un invito: “abbracciate la propria diversità: siete unici”.

Questo che ho scritto è tratto dal film “Rosalie” interpretato da Nadia Tereszkiewicz e che potrete vedere nelle sale cinematografiche il 30 maggio 2025 a meno che…

qui arriva la seconda parte dedicata agli smanettoni e occhio che se mettete in rete sto film farete la mia stessa fine..

Entrate nel DarkWeb utilizzando il classico Browser che conoscete

 

Ovviamente vi chiederà di lasciare l’obolo

 

cercate il Film



eccovi quanti ce l’hanno e scegliete il migliore


cliccate sul passaggio


 




aspettate lo scarico (dipende dalla vostra macchina/linea nel mio caso quattro minuti e qualcosa

 

ora date uno sguardo nei vari punti del film per sentire sonoro e vedere le impostazione dell'immagine..

 







Ora prima di scaricarlo sul vostro pc passatelo su una chiavetta e controllate che non vi siano impedimenti, malware, phishing, ransomware.

Buona visione.

IL LECCACULO canzone inedita - Canta Michele D'Auria - testo e musica di...