“La pioggia nel pineto” e’ una tra le piu’ belle poesie di D’Annunzio. E’ rivolta alla donna amata, Ermione. La scena si svolge in un bosco, nei pressi del litorale toscano, sotto la pioggia estiva.
Il poeta passeggia con la sua donna, Ermione e la invita a stare in silenzio per sentire la musica delle gocce che cadono sul fogliame degli alberi. Inebriati dalla pioggia e dalla melodia della natura, il poeta e la sua donna si abbandonano al piacere delle sensazioni con un’adesione cosi’ totale che a poco a poco subiscono una metamorfosi fiabesca e si trasformano in creature vegetali.
La poesia originale ricca di enjambement e similitudini. Le rime sono libere e sono presenti molte onomatopee. La seguente poesia dissacrante e mackironica invece e’ rivolta a chi e’ stato comprato un cappello e un vestito che costa un tesauro e ha dimenticato l’ombrello a casa nei giorni autunnali, per esigenze goliardiche il “Taci” iniziale e’ sostituito da un delciato “Silenzio”..si sarebbe potuto mettere “Muta” oppure il piu’ cattivo “Zitta” ma e’ stata optato il docle invito per un “Silenzio” e mentre posto, fuori dal mio loculo vedo la pioggia che cade incessantemente da qualche giorno e assaporo il fatto di essere al riparo, penso a chi senza casa ha il suo cartone e panchina bagnati e mi ritengo fortunato, anche in presenza dell’IGMK in zona Gamma che era al 4% 13 mesi fa e spero che con la pioggia non progredisca, ma io mi chiedo che sara’ mai sto IGMK....forse ho scoperto ..Istituto Gemmologico Mezzo Karato quindi devo aver inghiottito un solitario e cosi’ ho risolto la mia curiosita’ e vai con la pioggia sperando che il Gabriele non vibri nella fossa..ma se anche lo facesse, la pioggia di certo non si fermera’..
E piove sui nostri volti che sembrano diventare elementi della selva, piove sulle nostre mani, sui nostri abiti leggeri, sui freschi pensieri che l’anima nuova schiude, sulla illusioni della vita e dell’amore che ieri t’illuse, che oggi m’illude, o Er Mio Neh.
Silenzio.
Il cielo e'diventato tutta una nube
Vedo oscurarsi le tube
Non vedo l’ombrello
Ma odo sul mio cappello
Di paglia..Da venti euro e cinquanta
la gocciola che si schianta
Come una bolla
Tra il nastro e la colla.
Per Giove piove sicuramente.
Piove sulle matrone vestite di niente
Piove sui bambini recalcitranti.
Piove sui mezzi guanti
Turchini, piove sulle giunoni,
sulle veneri a passeggio,
piove sovra i cafoni,
e quel che peggio,
piove sul mio cappello
leggiadro che ieri ho pagato
che oggi si guasta,
piove, governo ladro.
+++++ (respiro e contunuo)+++++
e piove a dirotto
da tutte le nubi
piove dai tubi
sfasciati
dell’acquedotto del cielo.
Piove sui cani spelati,
piove sul melo e sul tiglio,
piove sul padre e sul figlio,
piove sui putti lattanti,
sui sandali rutilanti,
sul Pegaso bolso,
piove sul tuo vestito,
che m’e’ costato un tasauro,
piove sulla salvia e sul lauro,
sell’erba e sul rosmarino,
piove sulle vergine schive,
Piove su Pasife e Bacco,
piove persin sulle pive nel sacco.
E piove soprattutto
Sul tuo cappellino distrutto
Mutato in setaccio,
che ieri ho pagato
e che adesso e’ uno straccio o Ermione
che scordi a casa l’ombrello
nei giorni di mezza stagione.
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