- Al 2° posto ci sta il Trinidad Moruga Scorpion, un peperoncino scoperto di recente ma che ha fatto subito valere il suo indice Scoville pari a 2.009.231 SHU.
venerdì 30 gennaio 2015
Piccante sia.
Come
detto e ridetto nei vari post.. amo la grappa con genziana e il buon
peperoncino piccante, con questi due elementi e con carboidrati tipo
pasta e panfrancese io vivrei tranquillamente godendo come un
selvaggio.
Approposito
del Peperoncino non tutti sanno che la sua piccantezza viene misurata
con un'apposita scala, chiamata Scoville, dal suo inventore, il
professor Wilber Scoville, che nel 1912 ideo' un test che funziona
cosi'.. Dal peperoncino in esamine si ricava un estratto che viene
diluito in una soluzione di acqua e zucchero che viene via via
maggiormente diluita. Il grado di diluizione che elimina
completamente la piccantezza dell'estratto e' l'indice di Scoville di
quel determinato peperoncino.
Con
l'aumentare delle conoscenze scientifiche nel 1970 e' stato ideato un
metodo piu' preciso, che utilizza la cromatografia liquida, metodo
ideato da un chimico di nome Gillet (forse parente di quello che
ideo' le lamette) che misura direttamente la quantita' di capsaicina,
la sostanza che conferisce appunto la piccantezza al peperoncino e mi
fa gonfiare le labbra tipo Belen o tipo il cane della vicina quando
riceve il tallone causa latramenti scassapendenti. Questo metodo ci
permette di stilare una classifica dei peperoncini piu' piccanti al
mondo. Per rendere l'idea di piccantezza di questi peperoncini,
ricordo che secondo questa scala il peperoncino nostrano segna un
valore che varia da 1.000 a 30.000 unita' Scoville, con variazioni
dovute alle differenti zone di produzione...(si vocifera sino a 100.000), tenendo sempre in mente
questi valori, scopriamo ora qual'e' il peperoncino piu impestato del
mondo.
La
capsaicina pura, per fornire un altro termine di confronto, arriva a
valori SHU di 15/16 milioni roba da far scoppiare l’emorroidamento.
-
partiamo dal 10°
posto, dove scopriamo un nome probabilmente gia' conosciuto, il Red
Savina Habanero,
che per molti anni ha detenuto il record mondiale di piccantezza, con
500.000
unita' Scoville, che da questo momento identificheremo con la sigla
SHU.
Pur essendo 5 volte piu' piccante del nostro peperoncino, l'Habanero
oggi e' stato relegato in fondo a questa classifica.
-
Al 9°
posto troviamo il 7
Pot Red Gigante,
la cui piccantezza si aggira sui 999.500
SHU (la cifra 7 all'inizio del suo nome e' dovuta al fatto che un
solo peperoncino e' stato in grado di rendere piccanti ben 7 pentole
di stufato).
-
8°
posto.. ecco il 7
Pot Barrackpore,
conosciamo gia' cosa significa il sette all'inizio del nome, mentre
la piccantezza posseduta da questo peperoncino segna 1.000.000
di SHU. Questo peperoncino e' originario di Trinidad, patria di molti
dei peperoncini presenti in questa classifica.
-
Al 7°
posto abbiamo il Bhut
Jolokia (Ghost Pepper),
forse tra i piu' famosi peperoncini piccanti, questo perche' su
Youtube sono presenti moltissimi filmati di pistola che si cimentano
nel mangiare quello che era ritenuto essere il peperoncino piu'
piccante al mondo, ma oggi, con 1.041.427
SHU, il Ghost Pepper ha dovuto cedere parecchie posizioni.
-
al 6°
posto, ecco il 7
Pot Primo,
facilmente individuabile per la "coda" che sporge ad una
delle estremita', la sola vista di questo peperoncino fa comprendere
che non ci si trova davanti ad un comune peperoncino piccante, ed il
suo valore di 1.268.250
SHU gli rende pienamente giustizia.
-
Al 5°
posto, ci sta Il Naga
Viper,
nato dall'incrocio di una moltitudine di peperoncini piccanti, e' un
peperoncino abbastanza raro da trovare che e' coltivato nel Regno
Unito, 1.349.000
il suo indice SHU.
-
Al 4°
posto troviamo con 1.463.700
SHU il Trinidad
Scorpion Butch T
-
Al 3°
posto ci sta uno dei migliori, il 7
Pot Douglah
arriva a 1.853.936
SHU
- Al 2° posto ci sta il Trinidad Moruga Scorpion, un peperoncino scoperto di recente ma che ha fatto subito valere il suo indice Scoville pari a 2.009.231 SHU.
-
al 1°
posto non ha ancora trovato rivali il bruciabip che vi infiammera’
bocca e buco del biiip al solo guardarlo, quello che detiene il
primato assoluto ed e’ il Carolina
Reaper,
coltivato al solo fine di avere una piccantezza unica ed esagerata
con i suoi 2.200.000
SHU.
E
dopo sta classifica io mi spalmo un poco di peperoncino nostrano
sulla tartina alla faccia dei suoi pochi SHU e questo post lo dedico
a mio cognato dicendo che il suo Habanero si deve inginocchiare di
fronte al Peperoncino coltivato in quel di Casalbrodetto (la pianta
si chiama i Settefratelli)
e mo’ t’ho detto.
lunedì 26 gennaio 2015
Poliedro Sghembo.
Platone riteneva che il fuoco, la terra e gli altri elementi fossero aggregati a solidi geometrici e nel tempo l'equilibrata bellezza dei solidi pitagorici ha colpito l'immaginazione di uomini di scienza interessando o dando ispirazione ad artisti, astronomi e creatori di rompicapo e non ultimo anche a creatori rompiballe che mi hanno regalato un mucchio di legnetti occorrenti all'assemblaggio di un Poliedrico Sghembo. Questi legnetti sono stati progettati con lo stesso senso dell'equilibrio dell'insieme, ciascuno di essi ha diverse facce triangolari che formano dei piccoli tetraedi ed assemblandoli con criterio matematico ne dovrebbe uscire un icosaedro che presenta le caratteristiche del rombododecaedro stellato gioia per gli appassionati dei rompicapi meccanici.
dalla foto in alto e quella seguente mi rendo conto che qualche pezzo si deve essere staccato dai gruppi e quindi me lo studio cercando di separare sti gruppi in modo d'avere una logica di assemblaggio.
Ne consegue che secondo l'attacco e la posizione dei tetraedi si possono dividere in quattro gruppi compreso quelli che si erano staccati. Un primo gruppo di tre dove il tetraedo esterno e' attaccato a quello interno lungo una parte della facciata e lo nomino A, un secondo gruppo di tre e' uguale al primo ma e' speculare al primo e lo chiamo B. Un terzo gruppo da due dove i tetraedi esterni son collegati agli interni lungo una faccia completa e lo chiamo C. Un quarto gruppo da due e' speculare al precedente e lo chiamo D. E comincio a numerarli uno ad uno e parto per l'assemblaggio.
Ora la partenza la faccio dagli A ma dopo aver fatto tutti i tentativi non riesco proseguire col montaggio e quindi parto col gruppo B
Sembra che funzioni e quindi aggiungo il gruppo C al B procedendo nella base dell'icosaedro
Comincia a prendere forma l'assemblaggio aggiungendo secondo i vuoti da riempire e sino al 6 montaggio tutto procede con qualche difficolta'.
Ovviamente occorre cercare di non fare cadere tutto il gruppo e le difficolta' aumentano in quanto gli incastri si devono fare allentando l'insieme dei gruppi piazzati.
Al nono incastro il montaggio e' estremamente difficoltoso e le imprecazioni si sprecano.
A questo punto per inserire i gruppi si incorre nel pericolo di ricominciare tutto da capo causa crollo generale per poter inserire i successivi ma siamo quasi alla fine.
Siamo all'ultimo inserimento, quello che deve tenere collegato tutto l'icosaedro e il pensiero va a Leonardo e le sue costruzioni in legno..quello si che era un cervellone..ai nostri tempi al massimo riusciamo a costruire un pallone da calcio. Eppure devo farcela senza far cadere tutto quanto ed e' dura allargare senza far cadere sti gruppetti di tetraedri.
Chi l'ha duro la vince ed ecco l'icosaedro montato e tra poco lo smontero' per ricominciare l'assemblaggio ma non in una settimana ma in meno di 10 minuti.
Non e' solo un giochetto quello che ho postato e dovete partire dal concetto che i Pitagorici associano i cinque solidi regolari con i cinque elementi... il cubo la terra, il tetraedro il fuoco, l'ottaedro l'aria, il dodecaedro l'universo e l'icosaedro l'acqua ed e' quello che presenta il maggior numero di facce ed in esso la semplicita' del triangolo si combina con una bella ma complessa struttura a 20 facce.. ed adesso mi daro' da fare nell'assemblare un icosaedro rombico oppure un dodecaedro stellato..
ps e per disfarlo non impazzite cercando di staccare i pezzi..appoggiatelo su uno dei vertici, fatelo ruotare nel senso o direzione lancette dell'orologio e si disassemblera' completamente..
venerdì 23 gennaio 2015
Saper Vivere.
Nonostante
i punteggi..basta coi post demenziali e considerata la giornate solatìa, per la
serie meglio sole che male accompagnate un pensiero filosofico verte sul Vivere.
Altrove. Da molto. Da poco. Per pochi mesi. Per qualche anno soltanto. Per
sempre. La vita altrove costringe chi l'ha scelta, o chi l'ha subita, a fare il
punto piu’ spesso di quanto non accada agli altri. Dove sono capitato, cosa sto’
facendo qui, perche’ ci sono arrivato e come. Qual e’ il senso dell'andare,
quale il senso del restare. Vale la pena. O no. Varra’ la pena. Quando? Avevo
un'alternativa? Ma chi me l’ha fatto fare?
La vita altrove e’ una pioggia gelata, ma a volte potrebbe essere anche una coperta calda. Dipende dai giorni e dalle stagioni dall’inserimento. Perche’ vivere altrove significa cancellarsi un poco alla volta e reinventarsi, di continuo. Significa scegliere di perdere l'equilibrio e navigare a vista, quando non del tutto alla cieca. Finche’ non si siano individuati, nella nebbia di un mare sconosciuto, nuovi punti fermi. Nuove certezze cui ancorarsi. Perche’, comunque la si voglia girare, noi siamo piante con le radici che hanno bisogno di terra. ..Devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze…, declamava un certo Konstantin a chi si era messo in viaggio per Itaca. Quasi ad incoraggiare il viaggio di noialtri pur essendo ciechi nella nebbia col navigatore spento.
Ma. Vivere altrove significa convivere con la nostalgia, parola che l'emigrante rispetta, teme e impara, a sue spese, a non deridere e ad usare con cautela. Significa rincorrere il ricordo una mattina e imporsi di dimenticarlo la mattina dopo, perche’ fa’ male. Significa accettare di adattarsi, di piegarsi, di contaminarsi, di compromettersi, sapendo che non sara’ mai abbastanza soprattutto se cercavi di trovare un posto sostitutivo alla tua vita in maniera migliore. Siamo quel che siamo e, inevitabilmente, siamo anche il posto da cui veniamo. Anche se impariamo ad accettare di non esserci quasi mai, in quel posto. Di perdere compleanni, battesimi, grigliate, gare di regolarita’, concorsi, cene con gli amici d’infanzia, aperitivi, nascite, incidenti, operazioni e nuove esperienze di chi e’ rimasto. La vita altrove forse regalera’, col tempo, altrettante occasioni. Ovvio. La vita e’ generosa con chiunque abbia il coraggio di prenderla in mano ma e’ anche cattiva con chi ha giocato forte in tutti i campi. Per fortuna o sfortuna esistono persone a te vicine che vedendo sia una parte che Altrove possono fermare questo lanciarsi nel vuoto.
Per vivere bisogna convincersi che le nostre radici se estirpate possono morire ma se trapiantate con criterio di chi ne conosce l’uso ti faranno vedere il sole anche nei giorni di pioggia.
La vita altrove e’ una pioggia gelata, ma a volte potrebbe essere anche una coperta calda. Dipende dai giorni e dalle stagioni dall’inserimento. Perche’ vivere altrove significa cancellarsi un poco alla volta e reinventarsi, di continuo. Significa scegliere di perdere l'equilibrio e navigare a vista, quando non del tutto alla cieca. Finche’ non si siano individuati, nella nebbia di un mare sconosciuto, nuovi punti fermi. Nuove certezze cui ancorarsi. Perche’, comunque la si voglia girare, noi siamo piante con le radici che hanno bisogno di terra. ..Devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze…, declamava un certo Konstantin a chi si era messo in viaggio per Itaca. Quasi ad incoraggiare il viaggio di noialtri pur essendo ciechi nella nebbia col navigatore spento.
Ma. Vivere altrove significa convivere con la nostalgia, parola che l'emigrante rispetta, teme e impara, a sue spese, a non deridere e ad usare con cautela. Significa rincorrere il ricordo una mattina e imporsi di dimenticarlo la mattina dopo, perche’ fa’ male. Significa accettare di adattarsi, di piegarsi, di contaminarsi, di compromettersi, sapendo che non sara’ mai abbastanza soprattutto se cercavi di trovare un posto sostitutivo alla tua vita in maniera migliore. Siamo quel che siamo e, inevitabilmente, siamo anche il posto da cui veniamo. Anche se impariamo ad accettare di non esserci quasi mai, in quel posto. Di perdere compleanni, battesimi, grigliate, gare di regolarita’, concorsi, cene con gli amici d’infanzia, aperitivi, nascite, incidenti, operazioni e nuove esperienze di chi e’ rimasto. La vita altrove forse regalera’, col tempo, altrettante occasioni. Ovvio. La vita e’ generosa con chiunque abbia il coraggio di prenderla in mano ma e’ anche cattiva con chi ha giocato forte in tutti i campi. Per fortuna o sfortuna esistono persone a te vicine che vedendo sia una parte che Altrove possono fermare questo lanciarsi nel vuoto.
Per vivere bisogna convincersi che le nostre radici se estirpate possono morire ma se trapiantate con criterio di chi ne conosce l’uso ti faranno vedere il sole anche nei giorni di pioggia.
venerdì 16 gennaio 2015
Old Heart
Condivido
il buon Samuel quandi dice che la gioventu non e' un periodo della
vita ma e' una forma del pensiero, e' una condizione della volonta'
con facolta' d'immaginazione, una forza dei sentimenti con predominio
del coraggio sulla timidezza e dell'aspirazione di avventura fatta
pero' con tutte le comodita' possibili alla faccia di chi pensa che
non si va in pensione perche' si e' vecchi ma si diventa vecchi
perche' si va in pensione
Nessuno diviene vecchio semplicemente perche' vive un certo numero di anni le persone invecchiano solo perche' tralasciano i loro ideali che non sono di certo quelli che ti fanno lavorare sinche' morte non ti separa.
Gli anni rendono rugosa la pelle, ma rinunciare all’entusiamo della vera vita rende rugosa l’anima e non c'e' plastica botulinosa che tenga.
Preoccupazione, dubbio, mancanza di fiducia, paura e disperazione, fanno piegare il capo e rigettare nella polvere lo spirito che vuole elevarsi.
Sia a settantatre anni che a sedici, vi e' nel cuore di ogni essere umano l’amore per la meraviglia, la dolce sorpresa delle stelle e delle cose e dei pensieri che assomigliano alle stelle, indomabile sfida agli eventi, l’inesauribile giovanile appetito per il "poi" e la gioia del gioco della vita.
Siamo giovani quanto la nostra fede, vecchi quanto il nostro dubbio... giovani quanto la fiducia di noi stessi, vecchi quanto la nostra paura... giovani quanto la nostra speranza, vecchi quanto la nostra delusione.
Rimarremo giovani sintantoche' il nostro cuore sentira' messaggi di bellezza, gioia, coraggio, grandiosita' e forza della natura, dall’uomo e dall’infinito.
Quando tutto sara' a terra, quando il piu' nascosto angolo del nostro cuore sara' ricoperto dalla neve del pessimismo e dal ghiaccio del cinismo, allora e solo allora saremo diventati veramente vecchi.
Nessuno diviene vecchio semplicemente perche' vive un certo numero di anni le persone invecchiano solo perche' tralasciano i loro ideali che non sono di certo quelli che ti fanno lavorare sinche' morte non ti separa.
Gli anni rendono rugosa la pelle, ma rinunciare all’entusiamo della vera vita rende rugosa l’anima e non c'e' plastica botulinosa che tenga.
Preoccupazione, dubbio, mancanza di fiducia, paura e disperazione, fanno piegare il capo e rigettare nella polvere lo spirito che vuole elevarsi.
Sia a settantatre anni che a sedici, vi e' nel cuore di ogni essere umano l’amore per la meraviglia, la dolce sorpresa delle stelle e delle cose e dei pensieri che assomigliano alle stelle, indomabile sfida agli eventi, l’inesauribile giovanile appetito per il "poi" e la gioia del gioco della vita.
Siamo giovani quanto la nostra fede, vecchi quanto il nostro dubbio... giovani quanto la fiducia di noi stessi, vecchi quanto la nostra paura... giovani quanto la nostra speranza, vecchi quanto la nostra delusione.
Rimarremo giovani sintantoche' il nostro cuore sentira' messaggi di bellezza, gioia, coraggio, grandiosita' e forza della natura, dall’uomo e dall’infinito.
Quando tutto sara' a terra, quando il piu' nascosto angolo del nostro cuore sara' ricoperto dalla neve del pessimismo e dal ghiaccio del cinismo, allora e solo allora saremo diventati veramente vecchi.
giovedì 15 gennaio 2015
Piccoli Leoni.
A
novembre mentre spazzolavo il Centro Media del califfato Al Hayat
tra i vari videi ci stava quello di un ragazzino esagitato che urlava
qualcosa brandendo un pugnale, le parole non erano intelleggibili ma
il gesto significativo era quello del classico sgozzamento. Lo stesso
ragazzino dal volto effemminato l'ho rivisto e questa volta pistola
alla mano con lo sfondo di un barbuto terrorista a volto scoperto, ha
freddato due pseudo spie russe.Spero tuttora ad un montaggio creato
dagli abili sceneggiatori fautori della guerra santa antislamica
scaturita dopo i fatti di Parigi.Certo e' che nel web riconoscere il
vero dal falso diventa sempre piu' duro ma il ricordo recente in
Nigeria delle bimbe al tritolo lascia poche speranze e sara'
difficile che gli addestratori di questi babyassassini o Piccoli Leoni possano
ritrovare una traccia dell'umanita' ormai lontana e persa
irrimediabilmente.
I
propagandisti di “Al Hayat” mettono in mostra la sfrontatezza
triste dell’adolescente ormai completamente sotto controllo da chi
lo ha reclutato, forse rapito ed addestrato alla guerra santa contro
l'occidente. In quel video lo si intravede come sotto ipnosi e la sua
esitazione a premere il grilletto ricorda quei bimbi presi dai
nazisti durante la seconda guerra mondiale con una differenza
numerica in quanto si parla di 300.000 fanciulli sotto i 18nni presi
dalle scuole tra Iraq e Siria arruolati in bande dell'Is pronti ad
uccidere ed a esser uccisi.L'eta' migliore e' appunto quella del
ragazzino effemminato, attorno ai 10 anni o poco piu' in quanto sono
malleabili e dottrinati sul fatto che e' meglio l'obbedienza che
l'istruzione e soprattutto la fede nel martirio e la lotta contro gli
infedeli e'la base della loro religione e quindi vengono utilizzati
come portaordini a chi combatte in prima linea, lavapiatti, spie
contro i loro stessi famigliari.Certo e' che vedere sto guaglioncello
sparare in testa a persone che manco conosce mi fa davvero solo
sperare che non sia vero e che alla fine sia stato il barbone che sta
dietro di lui che gli ha preso l'arma e sia stato lui ad ammazzare..
ma anche in questo caso rimane un messaggio davvero allarmante ed e'
quello che ste persone sono in grado di prendere i nostri figli i
nostri nipoti e farli diventare dei sicari pronti a tutto.
martedì 13 gennaio 2015
Occidentale e quale.
Io sono Carlo per
diritto battesimale e sono Occidentale anzi..faccio parte degli
Occidentali che in questi anni hanno pisciato fuori dal vaso
esponendo il fianco a questi estremisti islamici convinti della
nostra debolezza.. insomma il nostro buonismo li induce ad aver a che
fare con cagasotto facilmente conquistabili.. Eppure parte di noi non
vuole queste negoziazioni con chi minaccia i valori della nostra
civilta' e spinge per un intervento contro il Califfato.. mettiamoci
si gli elmetti ma non per missioni di pace ma per far capire la
nostra contestazione alla Politica Estera Italiana anzi.. Europea.
Sino ad oggi abbiamo mandato i nostri ragazzi a combattere guerre che non dovevamo combattere.. mi domando perche' non ci siamo focalizzati sull'Isis che stava ampliando il Califfato. La Primavera Araba non ha portato liberta' e benessere nel NordAfrica ma ha scassato tutti i valori e facendo cadere Gheddafi ci siamo ritrovati con gli ultimi avvenimenti in quel del territorio Francese.. forse ora l'Europa ha capito che gli accordi che avevamo intrapreso con la Libia erano la via meno pericolosa per evitare la massa dei clandestini verso il nostro paese che malauguratamente si trova al confine sud dell'Europa e che grazie al dittatore Gheddafi eravamo protetti, mentre attualmente le Coste Africane ormai in mano al Califfato spingono verso l'affondamento dello Stivale con la compiacenza della sghinga italica.
Qui occorre rimediare immediatamente in quanto la missione Triton non serve na sega.. la nostra Marina anziche' traghettare clandestini nei nostri paesi deve portarsi nei luoghi di partenza e fare quello che la Libia non sta facendo..bloccare le partenze e cominciare ad affondare i mezzi che servono per il trasporto di questi poveri clandestini sfidando quel Califfato..contro Al Baghdadi che ci considera cagasotto e far capire che non siamo deboli e conquistabili.
La manifestazione di Parigi coi nostri capoccioni a braccetto in testa al corteo non basta ed occorre una reazione militare escludendo negoziazioni con chi minaccia i valori base della nostra civilta' e devono capire che se vogliono vivere con noi devono accettare le nostre regole come noi siamo obbligati ad accettare le loro se andiamo nel loro paese. Chi vuole vivere tra di noi deve accettare senza riserve queste nostre regole. E le deve accettare tutte.
Stiamo sbagliando e non vorrei fare un post politico..mi verrebbe da dire cio' che diceva la vulvivendola della tangenziale..siamo su una cattiva strada e non perche' non passa molta gente ma perche' prendiamo delle decisioni ragionando con la mente di altri..vedi il caso della Russia che se non erro era alleata contro l'integralismo islamico e relativi terroristi ma noi abbiamo raffreddato (nn perche' manca il gas) i rapporti aderendo a sanzioni masochistiche e dannose per la nostra economia ed e' come quello che per far dispetto alla moglie si taglia via l'attributo riproduttore.
Spero che quanto e' successo in Francia faccia capire chi e contro chi dobbiamo combattere.
Sino ad oggi abbiamo mandato i nostri ragazzi a combattere guerre che non dovevamo combattere.. mi domando perche' non ci siamo focalizzati sull'Isis che stava ampliando il Califfato. La Primavera Araba non ha portato liberta' e benessere nel NordAfrica ma ha scassato tutti i valori e facendo cadere Gheddafi ci siamo ritrovati con gli ultimi avvenimenti in quel del territorio Francese.. forse ora l'Europa ha capito che gli accordi che avevamo intrapreso con la Libia erano la via meno pericolosa per evitare la massa dei clandestini verso il nostro paese che malauguratamente si trova al confine sud dell'Europa e che grazie al dittatore Gheddafi eravamo protetti, mentre attualmente le Coste Africane ormai in mano al Califfato spingono verso l'affondamento dello Stivale con la compiacenza della sghinga italica.
Qui occorre rimediare immediatamente in quanto la missione Triton non serve na sega.. la nostra Marina anziche' traghettare clandestini nei nostri paesi deve portarsi nei luoghi di partenza e fare quello che la Libia non sta facendo..bloccare le partenze e cominciare ad affondare i mezzi che servono per il trasporto di questi poveri clandestini sfidando quel Califfato..contro Al Baghdadi che ci considera cagasotto e far capire che non siamo deboli e conquistabili.
La manifestazione di Parigi coi nostri capoccioni a braccetto in testa al corteo non basta ed occorre una reazione militare escludendo negoziazioni con chi minaccia i valori base della nostra civilta' e devono capire che se vogliono vivere con noi devono accettare le nostre regole come noi siamo obbligati ad accettare le loro se andiamo nel loro paese. Chi vuole vivere tra di noi deve accettare senza riserve queste nostre regole. E le deve accettare tutte.
Stiamo sbagliando e non vorrei fare un post politico..mi verrebbe da dire cio' che diceva la vulvivendola della tangenziale..siamo su una cattiva strada e non perche' non passa molta gente ma perche' prendiamo delle decisioni ragionando con la mente di altri..vedi il caso della Russia che se non erro era alleata contro l'integralismo islamico e relativi terroristi ma noi abbiamo raffreddato (nn perche' manca il gas) i rapporti aderendo a sanzioni masochistiche e dannose per la nostra economia ed e' come quello che per far dispetto alla moglie si taglia via l'attributo riproduttore.
Spero che quanto e' successo in Francia faccia capire chi e contro chi dobbiamo combattere.
sabato 10 gennaio 2015
Calv in Klein
Oggicomeoggi
(tutto attaccato, come dicevano i Kouachi), si sta diffondendo a
macchia d'olio tra la popolazione maschia la moda della testa rasata.
Della capoccia levigata. Qualche anno fa i pelati si contavano sulle
dita della mano di Topolino. Saranno stati quattro al massimo.. Yul
Brinner, Kojak, MastroLindo e Taddeo, il personaggio dei fumetti con la
testa a
forma di lampadina. Da qualche anno invece la tendenza al rasaggio ha
preso piede ed e’ diventata la panacea assoluta al tremendo mal del
maschio.. la caduta del capello. Problema, almeno quello, squisitamente
maschile nella maggioranza dei casi. Alle donne per questione ormonale i
capelli non cadono di botto ma se li strappano con tutta calma con la
spazzola, se li bruciano con la permanente dal Barbiere di Borgaro, se
li sfibrano con le
tinture, se li sradicano per disperazione amorosa oppure se li staccano
direttamente dalla testa appendendoci delle estenscion lunghe e pesanti
come liane. All’uomo cio’ non accade, voi direte..che culo..naaa
aspettate un momento perche’ l’uomo vive sereno con il melone ingombro
di pelo fino ai 18 anni eta’ della ragione e poi paf…la scoppola del rio
destino che dal rinculo gli fa cadere i capelli di colpo. E comincia
cosi’ il grande autunno del bulbo pilifero.. cascano foglie e capelli e
anche altro chiamato comunemente marone..(una erre sola ma due maroni).
Ormai la maggior parte dei diversamente femmine vive la giovinezza
nell'incubo di restare calvo. Incubo per tutti lasciate che ve lo dica,
mettetevi il cuore in pace, nel 99% dei casi si avvera senza pieta’..la
pieta’ l’e’ morta. Si potrebbe a questo punto pensare che il mondo dei
maschi si divida in due categorie.. i calvi e i Cocciante ma non e’
proprio
cosi’. Tra i pelati e i diversamente pelati fa capolino una terza
categoria, naaa non quella.. parlavo degli spelati. Gli spennacchiati.
Quelli che sono nella fase di passaggio. En train de. Che vivono la
lacerante perdita e hanno in testa il manto rado dei gatti randagi. Ed
e’ di questi non rassegnati che voglio parlare. Alle vittime del
disboscamento. A quelli che non hanno piu’ delle righe ma dei sentieri
anzi peggio, hanno delle strade maestre del non ritorno. E sulla cima
del craniame si intravede la riga larga e le piazzole d’emergenza
all’ombra delle chieriche imperiali. Quelli a cui i capelli si ritirano,
come risucchiati dalla marea, scoprendo fronti, tempie, e coccie
levigate quelli che si pettinano col lucido delle scarpe alla
MastroLindo. E vabbe’ dai, rassegnatevi figlioli. La fine e’ imminente.
Non state li a mettere il capello in avanti, ad alga di ruscello
sospinta dalla corrente per coprire la radura. Non riportateli a
tortiglione sulla capoccia che alla prima bava di vento quella poi si
impenna come la cresta di un gallo cedrone. E soprattutto lasciate
perdere le lozioni, non fatevi inchiappettare dalle pubblicita’ che
reclamizzano la pomata miracolosa a base sperma del cercopiteco del
machu picchu . Amici calve’, riflettete.. secondo voi se ci fosse in
commercio un prodotto che fa crescere i capelli il Conte si sarebbe
fatto il trapianto? Naaaa, sublimi illusionati, quello li avrebbe lunghi
sino alle caviglie, lunghissimi come quelli di Raperonzolo, roba da
inciamparci dentro mentre balla con la Ruby. E allora dovete essere
lucidi e obiettivi…dai facciamola finita.. Troppi capelli desaparecidi?
Le perdite pilifere si fanno cosi’ ingenti da sfiorare la catastrofe
naturale? La vostra ormai e’ una tragedia senza scampo. Non state li a
pettinare le bambole oppss..scusatemi se ho messo il dito nella piaga..
forza.. rasatevi, mettetevi un cappello lanuto e chiudetela cosi’.
Ite sereni e felici per il mondo e bevete in coppa, esistono dei
difetti ben peggiori della calvizie. Alle donne non importa che voi
abbiate o meno una cotenna di porco sulla testa e ne volete un
esempio?Azz.. on trovo esempi e vabbe' chiudiamola qui.
giovedì 8 gennaio 2015
sabato 3 gennaio 2015
Pistol8.
E’ inutile fare bilanci perche’ quando si fanno, i torni non contano mai o meglio.. i conti non tornano mai ma i marchesi si.. quello che comunque abbiamo fatto spesso non ci basta e l’avuto ci sembrera’ sempre troppo poco rispetto al dato, per la serie che l’essere non sta nell’avere e ovviamente l'eccezione l'abbiamo vista in quel dell'amministrazione SPQR e anche i Meneghini non sono da meno.
Ma se questo bilancio lo facessimo con il cuore, se ci guardassimo dentro e se guardassimo cio’ che ci circonda, l’avuto potrebbe trasformarsi in immenso grande assai e il dato apparira' come una nullita’ di zero negativo.
Mentre molti di noi ebbero brindato all’anno nuovo con il cuore colmo di gioia e di speranza dimenticando per un attimo tares, trisi, tasi,tarsu,icu. imurtacc, con nuovi progetti nel cassetto e la penna pronta a scrivere il proprio poi... migliaia di vite si sono smorzate, migliaia hanno chiuso la loro storia senza avere piu’ nulla da scrivere sul facebucke o sull’uccellino twitteroso...
Molti ci lasceranno e ci hanno lasciato..tipo Foa', Abbado, Sharon, Shirley Temple,Michey Rooney,Marquez, Faletti, Robin Williams,Mango e ultima in ordine di tempo anche la carissima e bella Lisi, mentre le ore comporranno questo nuovo anno fra risate e calici pieni di spumante o champagne, c’e’ chi smettera’ di raccontare di se’… e… c’e’ chi iniziera’ a raccontare di se’.
C’e’ chi vorrebbe potersene andare per smettere di soffrire, chi vorrebbe trattenersi ancora e continuare nel godimento della vita.
Si’, nel mondo milioni smetteranno di scrivere e milioni si affacceranno a farlo, senza alcun riferimento ai ghostwrither iporetribuiti zonali.
Questa e’ la vita…. Che possa questo nuovo anno iniziare per tutti con la serenita’ nel cuore.
Che il dolore del perduto possa dissolversi nel piu’ breve tempo possibile. Che la solitudine possa abbracciare nuovamente l’amore e per chi arriva e per chi resta possa essere un anno sereno colmo d’amore.
BUON ANNO a chi e’ appena nato, a chi e’ a meta strada, a chi sta sbarcando per scappare da una guerra o da un traghetto malefico, a chi e’ in fila per essere deebolizzato, a chi attende a chi non sa’ attendere a chi impaziente vive a chi vive sperando a chi non spera piu’, ai bambini, a chi bambino non e’ mai stato, agli anziani con la sindrome di PeterPan, a chi non ha avuto, a chi ha avuto molto, a chi troppe volte ha pianto a chi non sa’ piangere, a chi troppo stanco sopravvive, a chi nella mia vita e’ passato anche per un solo attimo regalandomi un sorriso o una lacrima, a chi mi ha amato, a chi ho amato, a chi mi odia, a chi mi conosce, a chi non conosco… a chi semplicemente respira e vive vegetando..
Auguro un anno
fatto di sogni, desideri amori e fantasia un anno da Vivere
serenamente.. ovviamente con la visione del classico bicchiere rigorosamente
meta’ pieno..
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