Che
devo dire? Ha ragione e pensare che basta solo aprire l'armadietto.
Ora vi aspettate una dissertazione sui vari rifornimenti cartari in
quel del loco ove ci si reca (per chi ha del tempo) con la settimana
enigmistica o per i piu' matematici col sudoku e alla fine del post
ci arrivero''la prendo larga dai..
Oggi
niente carta e matita per l'enigmistica o il sudoku ma tablet ed eccoti il nuovo
aggiornamento di Skype che come assonanza si avvicina a quello che il
mio amico tappezziere borgataro (taro per gli amici) chiama Skai tipo
ricopertura divano che quando chiedi se e' di pelle umana, ti
risponde no e' scai e ci riporta indietro di una decina di lustri,
quando le massaie convinte di aver fatto un salto nella modernita',
esibivano orgogliose il divano di skai e il tavolo del salotto di
formica con l'accento sulla o.
Sto
skay era dappertutto a partire dal rivestimento interni dell'alfa sud
o dai divanetti bruciacchiati dalle cicche sui treni negli
scompartimenti di seconda classe usati da noi studenti e dai
lavoratori del secondo turno e qui mi scatta il post della flotta
ferrotranviaria Italica.
D'estate,
per noi che all'epoca portavamo i pantaloncini corti, lo skai
arroventato dal sole era una specie di tortura medievale, una
certezza di avere le cosce vulcanizzate all'istante e le chiappe
incollate al sedile per il sudore.
Forse
e' per questo che, a un certo punto, tanto sulle macchine quanto sui
treni, la finta pelle plasticosa e' stata sostituita con un piu'
elegante tessuto tipo quello usato per il pokerino familiare.
Ci
sta solo una grande differenza dovuta al fatto che i proprietari di
auto si degnano di sottoporre a pulizia i loro sedili con una certa
cadenza (che nel mio caso e' quinquennale come i piani del Matteo),
le Ferrovie dello straccio prima di fare la nettoyance hanno condotto
una ricerca mercatale per capire quanto sporco potesse depositarsi su
un sedile in tessuto nel corso di 25 anni di assoluto
abbandono.
Chiunque abbia viaggiato su una carrozza di seconda
classe sa che il risultato di questo esperimento e' veritiero al
massimo e di tutto rispetto... schienali alonati di sudore,
poggiatesta con stratificazioni d'unto, elaborati geroglifici di
pedate un po' ovunque sopra scritti esternanti l'amore per la
ragazzina di turno.
Alla
fine, qualcuno in Trenitalia si e' svegliato e ha detto:
«Azz...
perche' non utilizziamo lo skai? Basta uno straccio umido e il sedile
torna come nuovo ».Il classico uovo di Colombo (navigatore).
Lo
hanno guardato come quando Einstein ha enunciato la teoria della
relativita' o come quando l'archimede pitagorico ha detto che un
corpo immerso nell'acqua si bagna e se non sa nuotare annega.. ma
alla fine gli hanno dato ragione ..i vecchi vagoni sono stati
risistemati con sedili in finta pelle blu...che figata ragazzi.
Del
resto il restyling del materiale rotabile (come promesso inizialmente
rientro in oggetto del post) prevede anche la comparsa, sulle pareti,
di grandi frecce autoadesive che indicano l'ubicazione delle toilette
ex zerozero.... non sia mai che nella labirintica struttura della
carrozza qualcuno si perda..
Quello
che piu' colpisce e' che invece di esserci scritto appunto
«Toilette», o «Wc», i cartelli recano scritto «Ritirata ».
Le
Ferrovie dello straccio chi minchia hanno preso come consulente?
De
Amicis?
Sgarbi?
Checco
Zalone?
Ma
chi di noi utilizza piu' il termine «Ritirata»?
«Scusi
capotreno, se non le e' d’incomodo, vorrebbe ella indicarmi la
ritirata?».
Non
posso impedirmi di immaginare che ogni volta che un passeggero va a
al cesso s'oda in vettura uno squillo di tromba e un ufficiale gridi
«Ritiratataaaa! ».
Ma
siamo sul treno o siamo a Caporetto?
Era
proprio un post di emme.... vero?
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