Poste Italiane: dalla Cina con furore in tempi brevi mo’ arriva con tutta calma, che non c’è fretta
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Sapevo che ci sarebbe voluto un po’ di tempo, ma pensavo che alle porte del 2016 anche la Cina fosse all’avanguardia con il servizio postale.
Dimenticavo però di vivere in Italia.
Il giorno 26 dicembre 2015 ho ordinato questo:
Il F10 Deluxe è un – ottimo – telecomando per media center prodotto dalla MeLE e venduto direttamente dal costruttore sul proprio store aliexpress.
L’ho acquistato con PayPal che, abbinato ad aliexpress, mi ha richiesto una manciata di secondi per completare l’ordine.
Temevo le lungaggini del Capodanno, ma poi mi sono ricordato che in Cina non sarebbe arrivato che a febbraio: perfetto.
Come prevedibile, il 29 dicembre il mio pacco partiva dal magazzino di Shenzhen alla volta dell’Italia; tempo previsto, dalle due alle tre settimane.
Devo ammetterlo, mi aspettavo ci mettesse di meno, ma ci sono voluti ben 10 giorni per percorrere la Cina continentale prima di arrivare al porto. E se pensiamo che Shenzhen è sul mare, sticazzi. Il 10 gennaio, però, la mia spedizione veniva dispacciata via mare alla volta dell’Italia.
8 giorni di nave prima di arrivare in Italia. Che ti viene da pensare che se per fare 12.000 km via mare ci hanno messo di meno dei 100 km via terra, i corrieri in Cina devono andare in giro cavalcando bradipi.
Incredibile amisci, ma è tutto vero:
Non ci è dato sapere in quale porto italiano sia arrivato, ma il 19 gennaio abbiamo la conferma che la spedizione è arrivata al Centro Scambi Internazionale di Milano e alle 3 del mattino dello stesso giorno lo vediamo preso in carico dal Centro Operativo Postale.
Cominciano a lavorare il pacco alle 17 dello stesso giorno.
Poi lo lavorano di nuovo il 22 gennaio.
E nuovamente il 26 gennaio.
Cosa ne stiano facendo, non è dato saperlo, quindi il 28 decido di fare un’azione temeraria: chiamo il call center di Poste Italiane, che risponde – miracolosamente – entro pochi minuti.
– Buongiorno, volevo informazioni sulla spedizione bla, bla, bla, perché la vedo sempre ferma al Centro Operativo di Milano e mi chiedo come mai.
– Eh, perché lei vede solo scritto così, ma in realtà io vedo che è entrato in dogana, che per voi è sempre Centro Operativo Postale. Forse devono fare dei controlli ulteriori. Sul pacco c’è scritto “telecomando”: che cosa c’è dentro?
– Un telecomando.
– Ah, allora tutto bene.
Chiedo un altro paio di informazioni, ma l’operatrice mi rassicura: faranno qualche controllo in dogana e poi me lo spediranno.
Passano altri due giorni e richiamo.
– Buongiorno, volevo informazioni sulla spedizione bla, bla, bla, perché la vedo sempre ferma al Centro Operativo di Milano e mi chiedo come mai.
– Sa, è passato in dogana, è per quello che ci ha messo di più. Però guardi che è andato tutto bene, perché vedo che qui c’è scritto telecomando e non hanno rilevato anomalie. C’è un telecomando, nel pacco?
– Eh, sì.
– Non si preoccupi, è tutto a posto e vedrà che oggi o domani glielo consegnano.
Ovviamente così non è, quindi il 2 febbraio chiamo, di nuovo.
– Sa, la spedizione, ferma, Milano, che palle.
– No, ma guardi che va tutto bene. Io lo vedo in consegna, quindi vedrà che domani arriva.
Aspetto altri due giorni prima di chiamare per incazzarmi, ma vengo trattenuto da un nuovo aggiornamento sul servizio di tracciabilità di Poste Italiane: la mia spedizione partita dalla Cina e diretta a Brescia, passante per Milano, il 4 febbraio è stata inviata al Centro Operativo Postale di Torino.
No, non ho sbagliato a scrivere: l’hanno davvero mandato a Torino.
Il ragionamento di Poste Italiane, probabilmente, è che sia più proficuo quel giro rispetto ad un tradizionale Milano-Brescia. E ci sta, perché è lo stesso ragionamento che fece Colombo quando scoprì l’America. Solo che alle Poste non gli hanno detto che in India non c’è arrivato.
L’errore risulta evidente quando il pacco resta per tre giorni a Torino prima di arrivarmi a casa, ma a quel punto ho le palle così piene che si stanno precipitando autonomamente al piano di sotto, quindi scendo ad aprire.
Alla faccia del “va tutto bene”, per aver comprato un telecomando, spedito in un pacco con scritto telecomando, contenente davvero un telecomando, l’efficientissimo duo comico Poste & Dogane mi ha chiesto la bellezza di 13 euro.
Che ho brillantemente elargito accompagnati con imprecazioni miste.
Se calcoliamo il tempo perso e lo quantifichiamo in denaro, mi sarebbe risultato più economico andare personalmente a Schenzhen a ritirarlo.
Come mia abitudine, in fondo ad ogni recensione aggiungo un voto da 1 a 5 per il servizio e per il dettaglio delle voci. Vorrei farlo anche qui, utilizzando dei simpatici pacchi postali per rendere graficamente la valutazione.
Appena me li consegnano, ve lo faccio sapere.
Sono già 4 gg. in giacenza a Milano.Mi viene detto che è in lavorazione.Non riesco proprio a capire il termine “lavorazione”.La schedina non è buona ne per fare il minestrone e nemmeno la birra.Scaricano la loro innefficenza sulla dogana. Vergognatevi!!!! Giorgio
Solitamente la spedizione internazionale richiede una settimana max. tutto il resto del tempo è Poste Italiane a gestirlo con le tempistiche che tutti consosciamo e che sono purtroppo molto peggiorate in questi ultimi tempi, poi ti scrivono sul sito del Cerca Spedizioni ” aiutaci a migliorare “….. lo hai scritto tu sopra : >> Sticazzi << !!!!!!
Io per l'identico tipo di spedizione nel giro di un anno sono passato ad aspettare da 8gg a 21gg….. forse perché nessuno si è messo con pazienza ad aiutarli a migliorare?
Ci sono venditori esteri che escludono la spedizione in Italia, però ok per S.Marino, ho imprecato un venditore spiegandogli che S.Marino non è un'isola tropicale, ma mi ha negato tassativamente la spedizione in Italia, è bello e gratificante dopo avere trovato un oggetto raro di cui hai estremamente necessità sentirsi scrivere <> oppure <>, a meno che richiedi DHL o compagnia alterna con i relativi costi.
Ci fosse un comparto pubblico italiano che non fosse conosciuto a cinesi, americani, australiani. Che schifo ragazzi !!!
Statemi bene.