Alla
memoria di Morlacchi Ettore
(o Ettorino), marinaio
motorista 19nne della
R. Marina Imbarcato sul cacciatorpediniere Fulmine) disperso nel
Mediterraneo Centrale il 9/11/1941 per affondamento della nave
Cacciatorpediniere Fulmine..
Faccio
seguito alla Bonzi's Story in cui ho raccontato il personaggio Leonardo, mettendo in
luce lo zio Ettorino facente parte dei quattro fratelli Morlacchi
componenti la mia famiglia materna.
Questa
e’ una ricerca fatta per la proff, Graziella Bonzi, mia sorella (e per me) e mi riferisco a
quando da ragazzo vedevo mia mamma alla ricerca disperata del
19nne fratello considerato "disperso in guerra".
I
miei ricordi risalgono a quando avevo sei o sette anni e quindi mio
zio Ettorino (in famiglia viaggiamo tutti col diminutivo) essendo
giovin disegnatore alla Franco Tosi ha dovuto fare il suo dovere
andando nella Regia Marina sul cacciatorpediniere Fulmine
ed era scomparso o
disperso da piu’ di 8 anni, ma mia mamma non avendo notizie certe
della sua morte continuava a sperare in una sua ricomparsa.
Ora
siamo nel 2018, mia madre non c'e' piu' e quindi vado a ritroso sul
percorso che mio zio
Ettorino ha fatto con il cacciatorpediniere Fulmine
su
cui era stato imbarcato con le mansioni di motorista, per il solo
fatto che in Franco Tosi disegnava parti di grandi motori marini
Missione
del convoglio “Duisburg”
Il
7 novembre 1941 mia mamma ando' a Napoli per accompagnare suo
fratello minore che era stato imbarcato sul cacciatorpediniere
Fulmine,
e quella fu l'ultima volta che lo vide.
Al
comando del capitano di corvetta Mario Milano, il cacciatorpediiere
lascio' Napoli facendo parte della scorta del convoglio «Beta», poi
divenuto meglio noto come “Duisburg”.
Lo
componevano i piroscafi tedeschi Duisburg
e San Marco,
l’italiano Sagitta,
la motonave Maria
e la grande e moderna nave cisterna Minatitland.
A
scortare i mercantili, insieme al Fulmine,
vi erano i cacciatorpediniere Euro,
Maestrale
(caposcorta), Bersagliere,
Granatiere,
Fuciliere
ed Alpino.
La
formazione iniziò ad uscire alle 2.20 di notte si riunì fuori dal
porto di Napoli, poi si mise in movimento alle 6.30.
Il
Fulmine
aveva a bordo,
complessivamente, circa 270
uomini: oltre
all’equipaggio, infatti, erano presenti 41 militari della Regia
Marina di passaggio, diretti in Libia.
Tra
di essi vi erano quattro ufficiali; uno di loro, Eduard Schloemann,
era un ufficiale della Kriegsmarine, un pittore di Kiel che dipingeva
scene di vita marinara e di guerra sul mare, il quale realizzava
rapidi schizzi di quanto vedeva.
La
conversazione in quadrato ufficiali, mentre la nave passava al largo
di Messina, verteva sul pericolo rappresentato dagli incrociatori
britannici, che avrebbero potuto attaccare il convoglio, ma il fatto
che la III Divisione, con gli incrociatori pesanti Trento
e Trieste,
avrebbe fornito scorta indiretta, sembrava tranquillizzare il
direttore di macchina, il capitano del Genio Navale Maurizio
Badoglio, sposato da appena una settimana.
Alle
4.30 dell’8 novembre, a sud dello stretto di Messina, si unirono al
convoglio anche il piroscafo Rina
Corrado e la
pirocisterna Conte di
Misurata, partiti da
Messina (dov’erano arrivati da Palermo) con la scorta dei
cacciatorpediniere Libeccio,
Grecale
ed Alfredo Oriani.
Questi ultimi si unirono a Fulmine,
Euro
e Maestrale,
mentre gli altri quattro cacciatorpediniere, dopo essersi riforniti a
Messina, si unirono alla III Divisione (Trento
e Trieste),
uscita in mare per fornire scorta indiretta al convoglio.
Alle
16.30 la formazione era completa.
In
tutto i sette navigli trasportavano 34.473 tonnellate di materiali,
389 autoveicoli e 243 uomini.
Le due navi cisterna trasportavano 6.692 tonnellate di combustibili liquidi per le esigenze Italiane, 5.160 tonnellate di nafta per la Regia Marina, 2.254 tonnellate di benzina per la Luftwaffe.
Per
la scorta aerea (nelle sole ore diurne) furono mobilitati 64 aerei,
mantenendo sempre otto velivoli costantemente in volo sul cielo del
convoglio.
Un
dispiegamento di forze che agli uomini del Fulmine
diede maggiore sicurezza: ma che alla fine avrebbe solo reso la
futura sconfitta
ancora più bruciante.
Il
convoglio, superato lo stretto di Messina, imboccò la rotta che
passava a levante di Malta, passando al largo della costa occidentale
greca (in modo da tenersi fuori dal raggio d’azione degli
aerosiluranti di Malta, stimato in 190 miglia).
Nonostante
questo (e nonostante, durante la navigazione verso est, le unità
avessero eseguito diverse accostate verso ovest per confondere le
idee ad eventuali ricognitori circa la loro rotta)
nel pomeriggio dell’8 novembre,
alle 16.45, il convoglio (ma non la III Divisione) fu egualmente
individuato, in posizione 37°38’ N e 17°16’ E, da un
ricognitore Martin Maryland della Royal Air Force (69th
Reconnaissance Squadron), decollato da Malta e pilotato dal tenente
colonnello J. N. Dowland.
Le
navi della scorta, da 5000 metri, avvistarono il ricognitore, ed
inviarono segnali luminosi alla scorta aerea (con cui non era
possibile comunicare via radio) per richiedere che attaccasse il
velivolo nemico, ma gli
aerei della scorta non fecero nulla.
Alle
17.30 partì quindi da Malta la Forza
K britannica, composta
dagli incrociatori leggeri Aurora
e Penelope
e dai cacciatorpediniere Lance
e Lively
e destinata specificamente all’intercettazione
dei convogli italiani diretti in Libia.
Anche
un bombardiere Wellington dotato di radar ed otto aerosiluranti
Fairey Swordfish decollarono da Malta per rintracciare il convoglio
(il primo per seguirlo e mantenere il contatto con esso, i secondi
per attaccarlo), ma non
riuscirono a trovarlo.
Le
navi italiane, ignare di tutto questo, procedevano regolarmente per
la loro rotta, con buon tempo (mare calmo, solo nubi leggere nel
cielo ed un debole vento forza 3).
La
scorta aerea venne ritirata al tramonto.
Alle
19.30, dopo aver sino ad allora navigato con rotta 090°, il
convoglio «Beta» accostò per 122°, ed alle 19.55 accostò per
161°, sempre per tenersi al di fuori del raggio d’azione degli
aerosiluranti.
Alle
00.39 del 9 novembre il
convoglio venne avvistato
otticamente (il radar non ebbe alcun ruolo di rilievo, se non nel
puntamento dei cannoni durante il combattimento: le navi italiane
vennero avvistate perché illuminate dalla luce lunare) dalla Forza K
in posizione 36°55’ N e 17°58’ E (135 miglia a sud di Siracusa,
100 miglia ad est-sud-est di Capo Spartivento e 180 miglia ad est di
Malta), da una distanza di 5 miglia e su rilevamento 30°.
I
mercantili procedevano a 9 nodi (con rotta 170°) su due colonne (a
destra, nell’ordine, Duisburg,
San Marco
e Conte di Misurata,
a sinistra, nell’ordine, Minatitland,
Maria
e Sagitta,
mentre il Rina Corrado
procedeva più a
poppavia degli altri sei mercantili, in posizione centrale rispetto
alle due colonne), con la scorta diretta tutt’attorno (Maestrale
in testa, Grecale
in coda, Libeccio
seguito dall’Oriani
sul lato sinistro ed
Euro
seguito dal Fulmine
sul lato destro) e quella indiretta (la III Divisione) 4 km a
poppavia.
Qualcuna
delle unità della scorta diretta (proprio
il Fulmine
per una versione), grazie alla luna piena, avvistò anche la Forza K,
3-5 km a poppavia, ma
ritenne trattarsi
della III Divisione.
Dopo
aver ridotto la velocità da 28 a 20 nodi ed aver aggirato il
convoglio con una manovra che richiese 17 minuti, portandosi a poppa
dritta rispetto ad esso (in modo che i bersagli si stagliassero
contro la luce lunare), la Forza K, giunta circa 5 km a sudest del
convoglio, aprì il
fuoco sulle ignare
navi italiane da una distanza di 5200 metri, orientando il tiro con
l’ausilio dei radar tipo 284.
Il
Fulmine
si trovava sul lato destro del convoglio, a poppa dritta (a poppavia
dell’Euro
e vicino a San Marco
e Conte di Misurata),
trovandosi ad essere l’unità della scorta più vicina alla
direzione di provenienza della Forza K e quindi più esposta
all’attacco, e fu tra le prime navi ad essere bersagliate dal tiro
nemico: vanamente il cacciatorpediniere tentò di contrattaccare, ma
fu centrato prima dai
proiettili da 120 mm del Lance,
che aveva inizialmente devastato con il suo tiro il Maria
ed il Sagitta,
poi l’Aurora,
dopo aver incendiato il Rina
Corrado, rovesciò sul
Fulmine
il tiro delle sue mitragliere pesanti “pom-pom” da 40 mm,
falcidiandone
l’equipaggio, e per
ultimo, all’1.05,
il Penelope
immobilizzò e mise fuori uso il cacciatorpediniere italiano Fulmine
con il tiro dei suoi pezzi da 152 mm.
Il
Fulmine
fu crivellato dalle schegge e colpito
in pieno da sei proiettili
(tre salve): il primo pose fuori uso le macchine (che dapprima
rallentarono e poi si fermarono del tutto) e fece saltare la
corrente, ponendo fuori uso anche i collegamenti telefonici, poi le
armi di bordo vennero rese inservibili; la plancia fu colpita e
devastata ed il comandante Milano venne gravemente ferito sin dai
primi colpi, perdendo un braccio, ma mantenne il comando della sua
nave e continuò ad incitare l’equipaggio a combattere.
Ad
aggravare la situazione si misero anche i
mercantili del convoglio,
che, avendo aperto il fuoco con le loro mitragliere contro quello che
ritenevano essere un attacco di (inesistenti) aerosiluranti, ma
tirando troppo basso, finirono
per colpire il Fulmine
a loro volta.
In
sala macchine, il vapore scappava dalle tubature colpite; il
personale di macchina,
compreso il capitano Badoglio, corse in coperta, dove
venne accolto dal tiro delle mitragliere.
Sul
Fulmine,
soltanto il complesso binato prodiero da 120 mm rispose al fuoco,
sparando otto salve a punteria diretta sotto la direzione del tenente
di vascello Giovanni Garau, il direttore di tiro del Fulmine.
Questi,
anzi, quando alcuni dei suoi uomini caddero feriti, prese
personalmente parte al caricamento dei cannoni, per poter mantenere
costante il ritmo di tiro, mentre incoraggiava i cannonieri ancora
vivi.
Il
cacciatorpediniere, ormai immobilizzato e ridotto ad un relitto
galleggiante, sbandò a sinistra a causa dello scoppio di una
caldaia, si capovolse ed
affondò all’1.06 del 9 novembre,
a soli nove minuti dall’inizio dello scontro (per altra fonte dopo
dodici minuti, oppure all’1.15), nel punto 37°00’ N e 18°10’
E, portando con sé
gran parte dell’equipaggio (141 uomini), rimasto ucciso o ferito nel
combattimento.
Il
tenente di vascello Garau cessò il tiro con il complesso prodiero
solo quando l’acqua iniziò ad allagare la coperta, dopo di che
ordinò a quanti, tra i suoi uomini, erano ancora in vita, di
salvarsi.
Dopo
aver lanciato il tradizionale grido “Viva il Re!”, Garau decise
di seguire la sorte della nave: alla sua memoria fu conferita la
Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Alfredo
Piacentini, un sottocapo cannoniere che aveva continuato a fare fuoco
con il complesso prodiero da 120 verso la direzione di provenienza
delle cannonate britanniche, fu tra gli ultimi ad abbandonare la
nave, e scomparve successivamente in mare (fu decorato con la
Medaglia di Bronzo al Valor Militare, alla memoria).
Il
comandante Milano rimase al suo posto sino alla fine, raccogliendo le
ultime forze per mettere in salvo il suo equipaggio, poi abbandonò
la nave per ultimo mentre questa scompariva sotto la superficie.
Questo e' il punto dove e' affondato il Cacciatorpediniere Fulmine..
Seguì
la distruzione del convoglio – tutti i mercantili affondati, il
Grecale
danneggiato gravemente, il fiacco ed inutile intervento della III
Divisione – e poi la
lunga nottata in mare, nel freddo di novembre.
A
rompere qua e là l’oscurità della notte, solo gli incendi delle
navi, come quello della Minatitlan,
che continuò a bruciare per tutta la notte con le migliaia di
tonnellate di carburante che trasportava.
Non
furono pochi quanti scomparvero prima dell’alba.
Il
comandante Milano, gravemente ferito, morì in acqua per
dissanguamento (venne decorato alla memoria con la Medaglia d’Oro
al Valor Militare; il paese di Forlì del Sannio gli ha intitolato
una via).
Il
guardiamarina Adriano Atti, che aveva organizzato l’abbandono della
nave sui pochi mezzi disponibili, venne issato a bordo di una zattera
ma continuò a premurarsi più per i suoi uomini che per se stesso,
finché, sfinito ed assiderato, scomparve in mare.
Alla
sua memoria fu conferita la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
La
stessa decorazione, a vivente, fu conferita anche al capo di terza
classe Aquilino Rossi, che, dopo aver adempiuto ai propri compiti al
posto di combattimento, una volta in mare soccorse alcuni compagni
che stavano per annegare.
Una
delle imbarcazioni di salvataggio, sovraccarica di naufraghi, si
capovolse più volte; molti
annegarono nel mare coperto di nafta, o morirono d’ipotermia.
Due
amici e compaesani di Grazzanise, il silurista Salvatore Caianello ed
il sergente Giovanni Battista Vitolo, seppero di essere entrambi in
mare quando riconobbero reciprocamente il fischio che usavano
solitamente come saluto. Vitolo prese sulle spalle Caianello, che non
sapeva nuotare, e riuscì a raggiungere una zattera, sulla quale
aiutò a salire l’amico. Poi anche Vitolo cercò di arrampicarsi
sulla zattera, ma qualcuno gli diede un calcio in faccia, facendolo
allontanare di qualche metro; poi la zattera, sovraccarica di
naufraghi, si capovolse, gettando in mare i suoi occupanti.
Salvatore
Caianello non fu mai più rivisto (alla sua memoria fu conferita la
Croce di Guerra al Valor Militare), Giovanni Vitolo, rincuorato dalla
visione della Madonna che lo salvava dal mare mentre già disperava
di potersi salvare, sopravvisse per essere raccolto dal Libeccio.
Infine,
verso le sei del mattino del 9 novembre, i naufraghi vennero
raggiunti dal Libeccio,
uscito dal combattimento con pochi e modesti danni, che
recuperò quanti ancora erano vivi.
Tra
di essi vi era anche il capitano Badoglio, che, quasi sul punto di
morire assiderato, riprese conoscenza dopo essere stato massaggiato;
Eduard Schloemann, invece, morì subito dopo il salvataggio.
Molti
dei feriti vennero portati sottocoperta per le prime cure, ma
alcuni spirarono a bordo della nave.
Ma
alle 6.40, proprio dopo aver finito l’operazione di soccorso (erano
stati tratti in salvo 150-200 uomini, in gran parte del Fulmine),
il Libeccio,
mentre si apprestava a rimettere in moto, venne silurato dal
sommergibile britannico Upholder.
L’esplosione
del siluro asportò la poppa del cacciatorpediniere, che affondò
portando con sé molti naufraghi e quanti si stavano prendendo cura
di loro.
Molti
altri uomini si
gettarono in mare, ed
alcuni di loro rimasero uccisi dagli scoppi delle bombe di profondità
gettate dagli altri cacciatorpediniere per colpire l’Upholder.
Tra
le vittime del siluramento del Libeccio
vi fu anche il capitano Badoglio, che forse si era illuso di essere
in salvo, quando era stato recuperato dal cacciatorpediniere.
L’equipaggio
del Libeccio
ed i rimanenti superstiti del Fulmine
ebbero il tempo di abbandonare la nave prima che questa, dopo un vano
tentativo di rimorchio, affondasse infine alle 11.18.
I
naufraghi, recuperati da Euro
e Maestrale,
furono sbarcati a Messina.
Tra
questi vi era il sergente Giovanni Vitolo, che per il resto della sua
vita, ogni 9 novembre, avrebbe fatto tenere una messa in onore della
Madonna di Montevergine.
Anche
il capo di terza classe Aquilino Rossi, dopo essere stato recuperato
dal Libeccio,
sopravvisse anche all’affondamento di questa nave e fu tratto in
salvo dal Maestrale.
Solitamente
viene riportato che i
morti del Fulmine
furono 141; dagli elenchi degli imbarcati, tuttavia, risulta che le
vittime furono in realtà 177, ovvero 151 membri dell’equipaggio e
26 militari di passaggio.
I
sopravvissuti, alla fine, furono un novantina.
Su
dieci ufficiali, più quattro di passaggio, si salvarono solo il
tenente del Genio Navale Direzione Macchine Ernesto Scalambro ed il
sottotenente medico Enrico Piras, quest’ultimo ferito.
Di
mio zio Ettorino non si sa quando fosse scomparso, mi ricordo che un
marinaio che si era salvato disse a mia mamma che sulle zattere mio
zio non c'era e quindi non vi era la morte certa e cosi' fu dato per
disperso.
Ad
ogni modo onori al merito a questi caduti tra cui mio zio Morlacchi
Ettorino motorista del 3.12.1921 m.56037 della c.a. di Genova, 19nne di leva con la sola sfortuna di essere stato disegnatore di grandi
motori marini alla Franco Tosi di Legnano.
I
morti del Cacciatorpediniere "Fulmine":
Pasquale
Abruzzese, capo meccanico di prima classe in servizio permanente
effettivo, 41 anni, da Mola di Bari (BA) (equipaggio)
Antonio
Alaimo, cannoniere puntatore mitragliere di leva, 21 anni, da Palermo
(equipaggio)
Giovanni
Alfano, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Pompei (NA)
(equipaggio)
Gerardo
Alvan, sottocapo meccanico volontario, 22 anni, da Alghero (SS)
(equipaggio)
Pietro
Amato, sergente cannoniere puntatore mitragliere richiamato, 34 anni,
da San Giorgio a Cremano (NA) (equipaggio)
Umberto
Antonelli, cannoniere puntatore volontario, 19 anni, da Sambuci (RM)
(equipaggio)
Adriano
Atti, guardiamarina di complemento, da Milano (equipaggio) (MBVM)
Maurizio
Badoglio, capitano del Genio Navale Direzione Macchine R. S.
(direttore di macchina), da Imperia
Antonio
Bagnani, secondo capo radiotelegrafista richiamato, 32 anni, da
Trecenta (RO) (passeggero)
Vincenzo
Baldino, sergente meccanico volontario, 24 anni, da Casamicciola (NA)
(equipaggio)
Paolo
Balloni, fuochista ordinario richiamato, 22 anni, da Riva Ligure (IM)
(equipaggio)
Domenico
Battiferro, sottonocchiere richiamato, 24 anni, da Amalfi (SA)
(equipaggio)
Edoardo
Bertellotti, fuochista ordinario richiamato, 23 anni, da La Spezia
(equipaggio)
Antonio
Biancalana, capo meccanico di seconda classe militarizzato
(passeggero)
Pasquale
Bizzocca, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Barletta (BA)
(equipaggio)
Giovanni
Blundetto, sottocapo cannoniere puntatore scelto volontario, 21 anni,
da Scicli (RG) (equipaggio)
Angelo
Boreatti, maresciallo capo cannoniere puntatore di seconda classe in
servizio permanente effettivo, 32 anni, da Folgaria (UD) (equipaggio)
Pierino
Bozzolini, marinai servizi vari di leva, 20 anni, da Villimpenta (MN)
(equipaggio)
Millo
Brunetti, secondo capo specialista direzione di tiro (volontario), da
Viareggio (equipaggio)
Lorenzo
Buscaglia, fuochista a. richiamato, 24 anni, da Genova (equipaggio)
Francesco
Buzzotta, sergente cannoniere puntatore scelto a.t.i., 26 anni, da
Siracusa (equipaggio)
Arrigo
Cacace, tenente di vascello, da Genova (equipaggio)
Rosario
Cacopardo, marinaio servizi vari richiamato, 22 anni, da Gaggi (ME)
(equipaggio)
Salvatore
Caianello, silurista volontario, 21 anni, da Grazzanise (NA)
(equipaggio)
Antonino
Calajò, capo segnalatore di prima classe in servizio permanente
effettivo, 50 anni, da Roma (passeggero)
Enrico
Campagnoni, sottocapo cannoniere puntatore scelto richiamato, 28
anni, da Premoselle (NO) (equipaggio)
Cesare
Canduro, secondo capo meccanico volontario, 27 anni, da Monticello
Conte Otto (VI) (equipaggio)
Guido
Canetti, sottotenente del Genio Navale Direzione Macchine, da Napoli
(passeggero)
Ciro
Cappella, capo meccanico di seconda classe in servizio permanente
effettivo, 39 anni, da Napoli (equipaggio)
Giovanni
Caradonna, capo meccanico di terza classe in servizio permanente
effettivo, 28 anni, da Bari (equipaggio)
Giuseppe
Careri, marinaio servizi vari di leva, 21 anni, da Ardore (RC)
(equipaggio)
Antonio
Carella, fuochista ordinario di leva, 20 anni, da Bari (equipaggio)
Arturo
Carnemolla, tenente d’artiglieria di complemento (passeggero)
Antonio
Catta, sergente specialista direzione tiro volontario, 24 anni, da
Roma (equipaggio)
Renato
Cassuto, sottotenente di vascello, da Livorno (equipaggio)
Salvatore
Cavallaro, marinaio servizi vari di leva, 20 anni, da Messina
(equipaggio)
Giovanni
Centorrino, marinaio servizi vari richiamato, 22 anni, da Zafferia
(ME) (equipaggio)
Umberto
Cicalò, capo elettricista di terza classe in servizio permanente
effettivo, 37 anni, da Porto San Giorgio (AP) (equipaggio)
Giovanni
Cinque, fuochista motorista abilitato di leva, 20 anni, da Positano
(SA) (passeggero)
Leonardo
Colonna, sottocapo furiere a. richiamato, 24 anni, da Terni
(equipaggio)
Vito
Corallo, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Bari (equipaggio)
Mario
Cotta, radiotelegrafista volontario, 18 anni, da Torino (equipaggio)
Egidio
Crismani, sottocapo segnalatore volontario, 21 anni, da Pola
(equipaggio)
Salvatore
Daga, cannoniere a. richiamato, 22 anni, da Macomer (NU) (equipaggio)
Salvatore
D’Angelo, sottocapo cannoniere ordinario richiamato, 23 anni, da
Trapani (equipaggio)
Antonio
D’Avino, fuochista ordinario richiamato, 22 anni, da Barra (NA)
(equipaggio)
Michele
De Palo, sottocapo nocchiere volontario, 22 anni, da Giovinazzo (BA)
(equipaggio)
Vincenzo
De Santis, secondo capo cannoniere puntatore scelto volontario, 27
anni, da Bitonto (BA) (equipaggio)
Luigi
Di Chiaro, sottocapo silurista volontario, 20 anni, da Andria
(equipaggio)
Pasquale
Di Gennaro, sottocapo cannoniere puntatore scelto volontario, 23
anni, da Santa Maria Capua Vetere (NA) (equipaggio)
Giulio
Dirlinger, capo meccanico di terza classe in servizio permanente
effettivo, 32 anni, da Trieste (equipaggio)
Francesco
Di Salvo, secondo capo meccanico richiamato, 29 anni, da Barletta
(BA) (equipaggio)
Gino
Dittadi, cannoniere puntatore scelto volontario, 18 anni, da Dolo
(Venezia) (equipaggio)
Giuseppe
Donniacuo, furiere di leva, 19 anni, da Montoro Superiore (AV)
(passeggero)
Vincenzo
Esposito, fuochista ordinario richiamato, 23 anni, da Napoli
(equipaggio)
Santi
Faggini, cannoniere puntatore scelto volontario, 18 anni, da Santa
Maria delle Grazie (AR) (equipaggio)
Vito
Favarel, sottocapo cannoniere s.t. volontario, 25 anni, da Beda del
Piave (TV) (equipaggio)
Antonio
Forcina, marinaio s.m. richiamato, 23 anni, da Minturno (LT)
(equipaggio)
Noemio
Franca, elettricista di leva, 21 anni, da Pesaro (equipaggio)
Dario
Fusi, specialista direzione tiro richiamato, 24 anni, da Laveno
Mombello (VA) (equipaggio)
Carlo
Gabusi, sottocapo radiotelegrafista volontario, 23 anni, da Vestone
(BS) (equipaggio)
Carlo
Galli, fuochista ordinario richiamato, 22 anni, da Lecco (equipaggio)
Giovanni
Garau, tenente di vascello (direttore del tiro), 24 anni, da Cagliari
(equipaggio) (MOVM)
Gino
Giacinti, capo nocchiere di seconda classe in servizio permanente
effettivo, 37 anni, da Monte San Pietrangeli (AP) (equipaggio)
Michele
Gianoglio, fuochista ordinario di leva, 20 anni, da Asti (equipaggio)
Alfredo
Gironi, marinaio cuoco richiamato, 23 anni, da Genova (equipaggio)
Gaetano
Giudice, capo meccanico di prima classe in servizio permanente
effettivo, 38 anni, da Taranto (equipaggio)
Paolo
Gobetti, sottocapo elettricista di leva, 22 anni, da Dongo (CO)
(passeggero)
Corrado
Grillo, sottocapo cannoniere puntatore mitragliere richiamato, 24
anni, da Molfetta (BA) (equipaggio)
Giobatta
Gronoville, capo radiotelegrafista di terza classe in servizio
permanente effettivo, 34 anni, da Varazze (SV) (equipaggio)
Giuseppe
Guarino, secondo capo cannoniere puntatore scelto volontario, 25
anni, da Avellino (equipaggio)
Ernesto
Gullotta, fuochista c.m. richiamato, 23 anni, da Catania (equipaggio)
Antonio
Ibba, sottocapo cannoniere ordinario di leva, 23 anni, da Besa (NU)
(equipaggio)
Antonio
Imparato, cannoniere ordinario di leva, 21 anni, da Vietri sul Mare
(SA) (equipaggio)
Salvatore
Irosa, marinaio servizi vari richiamato, 22 anni, da Palermo
(passeggero)
Santo
Lauria, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Sangineto (CS)
(equipaggio)
Luigi
Lincetto, sottocapo cannoniere puntatore mitragliere volontario, 20
anni, da Cordenano (equipaggio)
Gioacchino
Lipàri, nocchiere di leva, 21 anni, da Trapani (passeggero)
Angelo
Locci, sottocapo cannoniere richiamato, 24 anni, da Rivarolo Ligure
(GE) (equipaggio)
Bruno
Lorenzonetto, cannoniere puntatore volontario, 17 anni, da Cassato
(VC) (equipaggio)
Alfredo
Loiodice, sottocapo radiotelegrafista richiamato, 23 anni, da Genova
(equipaggio)
Giuseppe
Maddalena, radiotelegrafista volontario, 20 anni, da Campobasso
(equipaggio)
Ferdinando
Maggio, marinaio servizi vari richiamato, 24 anni, da Alezio (LE)
(passeggero)
Giuseppe
Maiorino, sottocapo furiere volontario, 20 anni, da Baronissi (SA)
(passeggero)
Antonio
Manca, silurista volontario, 19 anni, da Sorso (SS) (equipaggio)
Giulio
Mander, cannoniere ordinario di leva, 20 anni, da Venezia
(equipaggio)
Gennaro
Maraucci, motorista navale di leva, 20 anni, da Napoli (passeggero)
Eliseo
Marchi, fuochista a. richiamato, 23 anni, da Sarzana (SP)
(equipaggio)
Ottorino
Marinelli, sergente specialista direzione del tiro, 26 anni, da
Aringo (AQ) (equipaggio)
Filippo
Martinico, cannoniere ordinario richiamato, 23 anni, da Trapani
(equipaggio)
Daniele
Marzioni, capo silurista di terza classe in servizio permanente
effettivo, 37 anni, da Ancona (equipaggio)
Mario
Massini, marinaio servizi vari richiamato, 22 anni, da Santa Brigida
(FI) (equipaggio)
Umberto
Mastromatteo, sottocapo meccanico volontario, 21 anni, da Lucera (FG)
(equipaggio)
Guido
Mauri, guardiamarina, da Trieste (passeggero)
Aramis
Mazzara, sergente elettricista volontario, 25 anni, da Maglie (LE)
(equipaggio)
Lorenzo
Merola, sottocapo cannoniere armaiolo volontario, 20 anni, da Casalba
(NA) (equipaggio)
Vincenzo
Messina, sottotenente di vascello (equipaggio)
Mario
Milano, capitano di corvetta (comandante), 34 anni, da Roma (MOVM)
Antonio
Modofferi, marinaio richiamato, 27 anni, da Albano Laziale (RM)
(passeggero)
Nicola
Montanaro, marinaio servizi vari richiamato, 22 anni, da Fasano (BR)
(passeggero)
Ettorino
Morlacchi, motorista navale di leva, 19 anni, da Castellanza (VA)
(equipaggio)
Agostino
Muolo, cannoniere ordinario richiamato, 22 anni, da Monopoli (BA)
(equipaggio)
Nello
Nepi, marinaio servizi vari di leva, 22 anni, da San Benedetto del
Tronto (AP) (equipaggio)
Otello
Neri, sergente specialista direzione del tiro volontario, 23 anni, da
Volterra (PI) (equipaggio)
Fragno
Giacomo Noascon, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Locana (AO)
(equipaggio)
Michele
Oliviero, segnalatore di leva, 20 anni, da Torre del Greco (NA)
(passeggero)
Pietro
Pallesca, marinaio richiamato, 25 anni, da Tremiti (FG) (passeggero)
Corrado
Palmerini, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Pescara
(equipaggio)
Carlo
Pandolisi, marinaio servizi vari richiamato, 24 anni, da Marengo (BG)
(equipaggio)
Lorenzo
Parini, cannoniere armaiolo richiamato, 23 anni, da Milano
(equipaggio)
Aldo
Parizzone, elettricista volontario, 18 anni, da Morano Pro (AL)
(equipaggio)
Giacomo
Parodi, motorista navale volontario, 19 anni, da Villalvernia (AL)
(equipaggio)
Vincenzo
Perrella, capo cannoniere puntatore scelto di terza classe in
servizio permanente effettivo, 29 anni, da Napoli (equipaggio)
Mario
Pautasso, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Torino
(equipaggio)
Giusepe
Pazzi, nocchiere volontario, 16 anni, da Dorno (PV) (equipaggio)
Davide
Pecoraro, cannoniere puntatore scelto volontario, 20 anni, da Cava
dei Tirreni (SA) (equipaggio)
Ugo
Pelizzoni, fuochista ordinario di leva, 20 anni, da Vendrogno (LC)
(equipaggio)
Arnaldo
Perosini, marinaio servizi vari di leva, 20 anni, da Roma
(equipaggio)
Alfredo
Piacentini, sottocapo cannoniere puntatore scelto volontario, 24
anni, da Roma (equipaggio) (MBVM)
Angelo
Pintossi, silurista di leva, 21 anni, da Gardone V. (BS) (equipaggio)
Walter
Pozzuolo, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Torino
(equipaggio)
Cesare
Puliti, fuochista ordinario di leva, 21 anni, da Ortona a Mare (CH)
(equipaggio)
Salvatore
Rabini, sottocapo specialista direzione del tiro richiamato, 22 anni,
da Catanzaro Marina (equipaggio)
Giuseppe
Raiola, marinaio nz., 52 anni, da Torre del Greco (NA) (passeggero)
Bruno
Ravalico, aspirante guardiamarina, da Portorose (equipaggio)
Innocenzo
Renzi, cannoniere puntatore mitragliere di leva, 21 anni, da Firenze
(equipaggio)
Mario
Revelli, sottocapo fuochista motorista navale richiamato, 23 anni, da
Mondovì (CN) (equipaggio)
Michele
Robertucci, marinaio s.m. di leva, 21 anni, da Torre del Greco (NA)
(equipaggio)
Osvaldo
Rossi, secondo capo segnalatore in servizio permanente effettivo, 28
anni, da Marsico Nuovo (PZ) (equipaggio)
Salvatore
Rossi, nocchiere volontario, 18 anni, da Castel di Sangro (AQ)
(equipaggio)
Antonio
Safina, marinaio servizi vari richiamato, 23 anni, da Mazara del
Vallo (TP) (equipaggio)
Gastone
Sanier, marinaio servizi vari richiamato, 22 anni, da Tolmezzo (UD)
(equipaggio)
Domenico
Santucci, sottocapo cannoniere puntatore scelto volontario, 20 anni,
da Acciamo (AQ) (equipaggio)
Armando
Scarfato, marinaio servizi vari di leva, 21 anni, da Gragnano (NA)
(passeggero)
Amerigo
Schiano, sottocapo nocchiere richiamato, 24 anni, da Porto Santo
Stefano (GR) (equipaggio)
Emanuele
Schiappacasse, sergente furiere richiamato, 31 anni, da Genova
(equipaggio)
Eduard
Schloemann, ufficiale della Kriegsmarine, 53 anni (passeggero)
Francesco
Scolaro, cannoniere puntatore scelto volontario, 22 anni, da
Mistretta (ME) (equipaggio)
Vittorio
Senis, carpentiere volontario, 18 anni, da Fasano (BR) (passeggero)
Felice
Sergnese, secondo capo cannoniere puntatore scelto volontario, 23
anni, da Saviano (NA) (equipaggio)
Emilio
Setti, cannoniere ordinario di leva, 21 anni, da Crevalcore (BO)
(equipaggio)
Francesco
Sgobba, nocchiere di leva, 20 anni, da Taranto (passeggero)
Saverio
Siano, sergente nocchiere volontario, 22 anni, da Montefusco (AV)
(equipaggio)
Giovanni
Sicale, marinaio servizi vari di leva, 20 anni, da Catania
(equipaggio)
Ernesto
Silingardi, cannoniere ordinario di leva, 21 anni, da Bosco (PR)
(equipaggio)
Amedeo
Simionato, fuochista c.m. di leva, 21 anni, da Salzano (VE)
(equipaggio)
Nello
Sistilli, marinaio servizi vari di leva, 21 anni, da Monte Silvano
(PE) (equipaggio)
Nerino
Rino Siviero, segretario di leva, 20 anni, di Polesella (RO)
(equipaggio)
Tommaso
Sposito, sottocapo meccanico volontario, 22 anni, da La Maddalena
(SS) (equipaggio)
Francesco
Stampacchia, segnalatore volontario, 18 anni, da Roma (equipaggio)
Silvano
Stecchina, secondo capo fuochista c.m. richiamato, 27 anni, da
Trieste (equipaggio)
Enzo
Tannozzini, radiotelegrafista volontario, 21 anni, da Panicale (PG)
(equipaggio)
Donato
Taurino, sottocapo cannoniere puntatore scelto volontario, 20 anni,
da San Donato di Lecce (LE) (equipaggio)
Cesare
Tavarini, fuochista ordinario richiamato, 23 anni, da Ortonuovo (SP)
(equipaggio)
Giuseppe
Timossi, secondo capo meccanico in servizio permanente effettivo, 28
anni, da Busalla (GE) (equipaggio)
Emilio
Tirabassi, secondo capo cannoniere puntatore scelto volontario, 26
anni, da Bracciano (RM) (equipaggio)
Giuseppe
Tobianchi, marinaio servizi vari di leva, 21 anni, da Fossacesia (CH)
(equipaggio)
Nevio
Torri, sottocapo radiotelegrafista volontario, 19 anni, da Cesenatico
(FC) (equipaggio)
Walter
Tosato, sottocapo elettricista volontario, 20 anni, da Padova
(equipaggio)
Arturo
Tricoli, sergente furiere ordinario, 26 anni, da Crotone (equipaggio)
Pasquale
Trinchillo, sergente cannoniere, 30 anni, da Napoli (equipaggio)
Giuseppe
Umbrella, marinaio servizi vari di leva, 20 anni, da Casinano (RC)
(passeggero)
Domenico
Valerio, fuochista art. richiamato, 22 anni, da Roma (equipaggio)
Bruno
Vascon, marinaio s.m. di leva, 22 anni, da Capo (PL) (equipaggio)
Giuseppe
Visconti, specialista direzione tiro di leva, 21 anni, da Saronno
(VA) (equipaggio)
Bartolo
Villante, fuochista ordinario di leva, 20 anni, da Lipari (ME)
(equipaggio)
Giuseppe
Zacchia, sottocapo elettricista volontario, 19 anni, da Mantova
(passeggero)
Evelino
Zanerba, capo meccanico di seconda classe in servizio permanente
effettivo, 32 anni, da Venezia (equipaggio)
Ferdinando
Zoffoli, secondo capo radiotelegrafista richiamato, 37 anni, da Roma
(passeggero)
Cipriano
…tistella, secondo capo cannoniere, 26 anni, da Caldaro (BZ)
(equipaggio)
Pietro
…li, sergente cannoniere puntatore scelto richiamato, 27 anni, da
Pontedera (PI) (equipaggio)
Michele
…ellon, sottocapo meccanico volontario, 20 anni, da Siligo (SS)
(equipaggio)
Paolo
…centini, sottocapo meccanico, 23 anni, da Ferrara (equipaggio)
Armando
…erchiai, sergente cannoniere a. volontario, 26 anni, da Firenze
(equipaggio)
Pietro
…trangolino, secondo capo silurista richiamato, 31 anni, da Aosta
(equipaggio)
Armando
…fiatel, secondo capo cannoniere armaiolo, 29 anni, da Avellino
(equipaggio)
Marcello
…sili, sottocapo radiotelegrafista, 23 anni, da Roma (equipaggio)
1 commento:
Dear flaviusbeg, ho letto la mail che mi hai inviato sull'altro blog di Libero e riguardo il tuo bisnonno Arrigo Cacace che ha perso la vita con l'affondamento del Libeccio, purtroppo tutte le foto che avevo son quelle del post e perdonami il ritardo della risposta ma come indicato io non leggo i commenti o le richieste. Un abbraccio Carlo
Posta un commento