Questa e' la prefazione dei prossimi due post della parodia della tragedia di Ifigenia in Aulide.. Ovviamente io vedo alla mia maniera quello che all'uni ci hanno propinato e su cose pesanti del tipo Ifigenia in Aulide ho cercato la parte che quasi tutti hanno interpretato o quantomeno letto nei vari atenei, nel mio caso trasformata in Ifigonia in Culide,
la fine sara’ la stessa ma la trama leggermente modificata e per non
perderne le tracce la posto qui per la sesta volta , ovviamente e’
meglio partire dalla prima parte..per i puristi ricordo che al tragedia
greca era ambientata in un accampamento greco in Aulide, le barche erano
bloccate a causa di bonaccia (non e’ la Belene ma la mancanza di
vento). Dovevano recarsi a Troia (non e’ la stessa ma la citta’), ma
l’indovino Calcante disse la cazzata che solo sacrificando alla dea
Artemide una figlia di Agamennone..appunto Ifigenia (Ifigonia per me)
sarebbero tornato i venti (per me scorregge nel successivo trattato).
La storia continua con Agamennone che convinto da Odisseo chiama la
figlia che non era presente in Aulide e le dice di venire (nel mio
trattato il venire non era “moto a luogo” ma godimento australe),
perche’ lei avrebbe dovuto sposare Achille.
Poi sto pirla di Agamennone si pente e rimanda un altro messaggio (sms
nel mio caso) dicendole di fermarsi..ma ci stava sempre il coglione di
turno intercettatore, Menelao (nel mio trattato mene lao le mani).
Nel contempo Ifigenia e la madre Clinnestra piu’ il piccolo Oreste..arrivano per le presunte nozze.
A quel punto la verita’ viene a galla e quindi sia Ifigenia che
Clinnestra si incazzano di brutto e pure Achille si incazza nel
conoscere che il suo nome era stato usato per far cadere in trappola
l’Ifigenia e minaccia vendetta tremenda vendetta.
Ma la buona Ifigenia decide di sacri.fica.rsi per il bene dell’esercito,
a dimostrazione che oggi non ci sono piu’ le donne di una volta…la
fanciulla quindi si appresta al sacrificio e scompare ma..sara’
sostituita da una cerva che la dea Artemide ha mandato per salvare la
fanciulla..nel mio trattato vedrete invece come finira’.. ovviamente
saranno coinvolti molti principi e insomma questa interpretazione e’
passata negli anni da matricola a matricola ..come ultima nota io ho
dovuto studiarmi a memoria tutta quanta la commedia ed avevo
l’alternativa o recitare o pagare il testimone facendo tutta la camerata
nudo in ginocchio passando su noccioline e una candela accesa nel
culo..in caso di spegnimento si doveva rifare il percorso ..come
difficoltà di mantenere accesa la candela si passava da tre punti del
percorso dove ci stavano gli pisciatori che tentavano di spegnere la
candela ed una vulvivendola reclutata dal chiavisterio di zona che col tettifricio ti pestava sul cranio come solo nei puttanodromi sanno fare … quindi il mio ruolo interpretativo e’ stato quello quello del principe
Allah Ben Dhur.. a voi che siete in lockdown deliziatevi con la lettura di Ifigonia in Culide..senza perdere
di rispetto Ifigenia in Aulide..
Andate alla prima parte
P.S....Trama..per chi non ha tempo per leggere la parodia goliardica intera che si
svolge nella Reggia di Corinto nel 69.a.c., dove viene emesso un bando per i
vari principi pretendenti al talamo nuziale con la principessa
IFIGONIA..
I personaggi sono ..
ALLAH BEN DUR, (primo pretendente)
DON PEDER ASTA (secondo pretendente)
UCCELLONE ,Conte di Belmanico (terzo pretendente)
KITO HITO ,Samurai (quarto pretendente)
ENTER O’CLISMA (Gran Sacerdote),
IN MAN LAH (Gran Cerimoniere),
BEL PISTOLINO (Elefante Sacro),
IL RE DI CORINTO (sfortunato padre di Ifigonia)
IFIGONIA (la principessa).
I 4 pretendenti dovranno risolvere degli indovinelli, solo uno di loro e
non dico chi risolvera’ l’indovinello, ma la sfortuna vuole che per
incidente accorso, il vincitore fosse privo dell’attributo..al che
Ifigonia incazzatissima strappa le palle al genitore e mette fine ai
suoi giorni buttandosi nel cesso, al suo sposo il compito di tirare la
catena.
Questo dramma e’ stato edito assieme ad una raccolta di commedie,
ballate e sproloqui dalla casa Editrice Punto di Torino e fa parte dei
testi che tutti i goliardi conoscono..
Cito testualmente quanto noi avevamo inserito nella prefazione del trattato….
i nostri vecchi ci hanno insegnato a dividere pane e sale e ci hanno dato le gambe per incamminarci. Ed il cuore.
Oggi ci mandano il vaglia delle loro trepidazioni.
Noi purtroppo non possiamo rendere molto di quanto ci hanno dato..se non il dottorato della nostra infinita gratitudine.
Essi, poveri vecchi, ci hanno perduto…come l’albero perde il suo frutto.
Essi, ansiando, prima di vederci incamminare, hanno voluto insegnarci la strada per vederci andare con moto piano sublime.
Hanno anche rinunciato, e noi paghiamo il prezzo di quel loro volere risparmiare il pianto di Adamo.
Non vi e’ tranquillita’ per noi..se non quella che il mondo possa offrirci.
I Goliardi nei secoli.
E se poi nulla di questo fosse vero?
Accetteremmo.
Come quando la nostra ragazza ci lascia e piange perche’ ci vuole ancora bene e noi, dopo, la onoriamo di fiori.
Per non lasciarla sola, Infatti
“puella cum sola cogitata male cogitat”
e noi vorremmo dirle
“Nec possum tecum vivere nec sine te”.
E dopo?
Noi resteremmo cosi’, Fino a quando “movend sunt coeli et terra”.
TOGO TUENTINAIN UNO DEI PRINCIPI DELLA GOLIARDIA che vi invita alla striscia dello STE.
sabato 14 novembre 2020
Ifigonia in Culide (prefazione)
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