sabato 30 ottobre 2010
Sauna Relax
Tre uomini sono seduti nudi in una sauna.
Improvvisamente si sente un "Beep".
Il primo uomo preme il suo avambraccio e il "beep" cessa.
Gli altri lo guardano interrogativamente.
"E’ la mia agenda elettronica", dice lui, "ho un microchip sotto la pelle del braccio".
Dopo pochi minuti un telefono squilla.
Il secondo uomo alza il palmo della mano e se lo porta all’orecchio.
Quando finisce la telefonata spiega: "E’ il mio cellulare, ho un microchip nella mano".
Il terzo uomo, sentendosi decisamente arretrato tecnologicamente, esce dalla sauna…. Dopo pochi minuti ritorna con una striscia di carta igienica che gli penzola dal culo. Gli altri lo guardano stupiti.
"Sto ricevendo un fax".
Mascherare
Credo di non aver mai avuto la voglia di essere nella pelle di qualcun'altro..
I pro ci sono sempre se non vai a spulciare in fondo e alla fine sai che non e’ tutto oro quello che luccica..perlomeno se luccica da lontano..magari e’ il tappo di una lattina di birra scadente e tu ti sei affannato per nulla per cercare di raggiungerlo..con la delusione che questo comporta..
Pero' poi capita..
Capita in una serata normale..
Una cosa normale..
Di una vita normale..
Capita che succeda una cosa talmente normale e stupidamente splendida che tu improvvisamente ti riscopri ad invidiare qualcosa o qualcuno e sei talmente in collera con te stesso ( perche’ lo sai che non cavi un ragno dal buco, che non ha senso, che non ti cambia nulla, che rischi solo di vedere male la tua quotidianita’) che trattieni a stento un singhiozzo di rabbia mista a tristezza che fa a botte con la felicita’ che vuoi regalare a chi quel qualcosa o quel qualcuno sai che se lo e’ meritato e non lo ostenta in nessun modo.
Ma poi tornando a casa ti chiedi quando sara’ il tuo momento, quand'e’ che la ruota girera’ nel verso giusto anche per te e inizi a mettere in discussione tutto e tutti senza distinzione rischiando anche di dire o fare cose di cui magari dopo poche ore pentirti.
Allora mandi giu'..ascolti la tua canzone 13 volte..fai la strada piu’ lunga per arrivare a casa, ti coccoli nel tuo momento, quello in cui nessuno che conosci ti vede e ti giudica..magari piangi un po' senza timore di perdere onorabilita’, anche se non ne hai voglia ma quelle maledette escono da sole per la gravita’..e poi arrivi a casa, la pioggia si mescola al salato che tu gia’ hai sul viso e questa maschera camuffata ti fa sorridere, entri in casa dove qualcuno ti aspetta tra miagolii e fusa e ti siedi per terra in entrata ancora con il cappotto addosso aspettando quell'unico momento in cui tutto passa ed e’ ora di scriverlo..a volte in poesia, a volte con ironia, a volte qui sopra.. e la vita continua.
venerdì 29 ottobre 2010
Condivisione desktop
Tutto quello che devi fare per condividere lo schermo del PC in Rete e' scaricare il programma Join.me sul tuo PC e avviarlo col doppio click , il file join.me.exe (assicurandoti di avere una connessione internet attiva ovviamente). Nel giro di qualche istante, nella parte alta dello schermo comparira' una barra degli strumenti con dei pulsanti e un indirizzo strutturato in questo modo: join.me/[codice numerico].
Da adesso lo schermo del tuo PC è gia' accessibile online. Per farlo visualizzare a chi e' dall’altra parte, senza che questo debba installare alcun software sul proprio PC, ti bastera' copiare l’indirizzo presente nella barra degli strumenti di Join.me (cliccando sulla voce Copy to clipboard) e inviarlo al tuo amico.
L'amico andra' all’indirizzo che gli hai indicato, e vedra' immediatamente lo schermo del tuo PC aggiornato in tempo reale. Se vuoi abilitare il controllo a distanza del computer, di’ a chi e' dall’altra parte di cliccare sul pulsante a forma di mouse presente nella barra degli strumenti di Join.me e selezionare la voce Request control dal menu che si apre.
Compiuto questo passaggio, sul desktop del tuo computer comparira' il messaggio Can viewer 1 have control?: per abilitare il controllo del PC da remoto e autorizzare il tuo amico a controllare il tuo computer tramite browser, clicca su Yes.
Oltre al controllo da remoto, Join.me offre anche tante altre funzionalita', tutte accessibili dalla sua barra degli strumenti. Clicca quindi sul pulsante con l’icona del fumetto per chattare con le persone impegnate nella condivisione dello schermo, sull’icona a forma di omino per visualizzare la lista degli utenti che stanno visualizzando lo schermo del tuo PC e condividere file con loro (cliccando sulla piccola icona a forma di foglio) e su Pausa per disabilitare momentaneamente la condivisione del desktop.
Per chiudere Join.me e smettere di condividere lo schermo del PC in Rete, clicca sulla “x” collocata in alto a destra nella barra degli strumenti del programma e rispondi Yesinstall join.me on my desktop, puoi anche creare un collegamento al programma sul desktop al messaggio di conferma che compare. Mettendo il segno di spunta accanto alla voce. OK? Condividete.
La Maiala
OPERA DEGRADATA – NESSUN DIRITTO
Come da Consulente Legale Informatico dell’Avv. Valentina Freudiani
LUCIANA LITTIZZETTO
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Mannaggia. Son settimane e settimane che non ci arriva una notizia decente. L’unica e’ che qualche giorno fa un meteorite di 7 metri di diametro ha sfiorato la Terra ma non l’ha colpita. Facciamo schifo anche ai meteoriti. A volte quando guardo i tg mi premo con due dita l’aorta e vado in svenimento controllato pur di non sentire. E Avetrano e Terzigno, e il Lodo Alfano. Ci sta venendo il cuore duro come un parquet dell’Ikea. Duro e pieno di nodi. Abbiamo famedi notizie leggere, un po’ badola, ma che ci distraggano dal cupismo dilagante. Ne ho trovata una ora. Eccola qua. Fresca fresca. Molto balenga. Australia. Panico a Melbourne. Quindici vigili del fuoco con due autobotti sono accorsi l’altro giorno in una proprietà ad Axedale, presso Bendigo, dopo una chiamata che denunciava un forte odore di gas. Si temeva una classica fuga, ma arrivati in loco si e’ svelato il mistero. Non era una fuga di gas. Era un maiale con dei grossi problemi di… come posso dire… di… aria retrostante.
Flatulenza. Una scrofa, che per motivi di privacy chiameremo Pet, non voglio dire il nome vero della scrofa per garantire l’anonimato, ebbene Pet, coi suoi «do» poco di petto, anzi volendo soprattutto di petto, ma con tanto fiato in corpo, ha mobilitato i pompieri. Che sono arrivati, han capito cos’era, ora non chiedetemi come se no mi tirate verso il baratro, han svelato il mistero e si sono poi fatti quattro risate. Ti immagini per chiamare i pompieri che cosa deve essere stato? 200 chili di scrofa? Che flapa’? Un tornado. Un evento eccezionale anche per lei, povera Pet. L’avra’ sentita montare dentro almeno un’ora prima. Due avvisaglie di poco conto, con una avra’ stordito un tacchino e con l’altra scoperchiato la cuccia del cane, poi… ale’. Fiato alle trombe Turchetti. Partito il Superjackpot. L’alloro olimpico. La magna sberla.
E l’eco sara’ rimbalzata nella valle. Poi in Australia… gia’ non c’e’ niente, densita’ abitativa praticamente nulla, un ranch due cespugli e una staccionata… avra’ fatto tabula rasa. Ma io penso alla faccia della scrofa. Perche’ secondo me non avra’ avuto, come invece avremmo avuto noi umani, un’espressione di timido disagio a parte il sottoscritto. Anzi. Me la immagino con l’occhio sornione. Tronfia. Lo sguardo luciferino di La Russa. Il muso orgoglioso di chi dice … Allontanatevi che vi sparo una botta che vi cambia la visione del mondo. Non tornerete mai piu’ quelli di prima… Una scrofa cosi’ con un ritorno di fiamma puo’ diventare un pericolo. Ora, finche’ e’ aria, come e’ venuta (moto a luogo) se ne va via. Ma con un innesco? Salta la scrofa con tutti i porcellini. Vedrai se gli americani non la sfruttano. Le faranno fare dei corsi new age di Pet Terapy e poi ci faranno un film di quelli catastrofici. ..The big bang of the big pig… ovviamente in sensunraund… Con Brad Pitt nella parte del pompiere che prima della catastrofe riesce a infilare il tappo. E la Carla’ Bruni nella parte dell’ausiliaria che prima che Brad riesca a mettere il tappo, cade nel compimento del proprio dovere colpita di striscio da un colpo di avvertimento. Un sorrisino ve l’ho strappato? Un pluch, na frisa, un cicinin? Bene. Possiamo risintonizzarci sul Lodo Alfano
giovedì 28 ottobre 2010
Commesse
Andiamo a farci male per negozi del centro e piu’ della merce prediligo le commesse, che pensate, intendo solo a livello caratteriale. Le piu’ interessanti sono quelle dei negozi di alimentari quelle della pappa selvaggia. A loro va tutta la mia comprensione e il mio sostegno u-mano e anche u.piede. Tutto il giorno a star dietro a massaie incazzate, pensionate depresse e scapoli con scompensi ormonali, non dev’essere una passeggiata di salute. Ma loro lavorano a nastro, facendosi largo a culate, pallide come rape, talmente alienate da ricordarsi di essere vive solo quando per errore si affettano un dito mentre tagliano la bresaola o quando casca sul loro dito una forma di formaggio grana da 30 kg. Te le ritrovi alle sette di sera schiantate sul Fontal, con i polsi a bagno nella mozzarella Bufalella, a rantolare ancora con un fil di voce..vuole altro? Povere stelline. Poi pero’ ci sono anche le commesse dei negozi di abbigliamento, che si dividono in due grandi gruppi. Quelle che hanno voglia di lavorare sempre col sorriso sulla bocca e quelle che se ne sbattono le palle del cliente, quelle che stanno in negozio per via dello stipendio ma preferirebbero di gran lunga rimanere a casa a guardare il Grande Fratello. Queste campionesse mondiali di flemma acrobatica sono commesse Mastrolindo, perche’ stanno sempre con le braccia conserte e non fanno mai un cazzo. Appena varchi la soglia del loro negozio, la Mastrolinda di turno ti polverizza subito con lo sguardo. Glielo leggi negli occhi che sta pensando… Brutto porco schifoso malcagato che il cielo prima ti stramaledica e poi ti bruci, finocchio di merda, non potevi entrare dal tabaccaio un metro prima senza venire a sfracassare le ovaia a me? Non vedi che son qui a leggere, rapita da Amica?. La Mastrolinda per difendersi dagli attacchi dei clienti fa sempre finta di niente e proprio non ti vuol cagar. Riesce persino a mimetizzarsi con l’arredamento, come i camaleonti sui rami delle mangrovie. Prende proprio il colore e la forma degli scaffali. E poi fa finta di essere sorda…Scusi?. Niente. Scusi Signorina?. Niente. Senta, per cortesia.... Nada..zero di negativo sei come un vetro pulito col vetril flacone per massaie anchilosate. Allora provi con una tromba tipo waca waca senza shakira. PEEEEEEHHHHKKK... A quel punto, sopraffatta da un’ira funestissima, smette di selezionarsi le doppie punte e con gli occhi rossi come pomodorini sanmarzano, ti sibila a denti stretti …Dimmi. Che tradotto in lingua corrente significa.. Che cazzo vuoi verme putrido cassintegrato e zoppo. E tu chiedi..Senta... di questo gilet c’e’ mica il beige?. Non fai in tempo a dire «eige» che ha gia’ risposto NOBISOGNAVEDEREINMAGAZZINO. E allora tu pensi.. beh, adesso la belva andra’ in magazzino se vuol vendere sta befana . Macche’. Non fa una piega, non si schioda di un millimetro. Se tu non demordi e con i maroni nello zainetto le chiedi se per favore puo’ andare a controllare, lei lo fara’. Ma non avendo i poteri di Flash e ritornando dopo soli 20 secondi, avra’ fatto finta. E ti dira’ un bel NO, NON ESISTE. E’ PROPRIO FUORI PRODUZIONE. A quel punto hai due opzioni… o stringere le natiche e uscire dal negozio come Orfeo senza voltarti indietro, oppure prenderla per il collo e scuoterla come un albero di albicocche facendole uscire le protesi dalle orecchie. Per comprare da queste commesse qui, bisogna volerlo fortissimamente. A costo di legarsi ai piedini della cassa come Alfieri alla scrivania. Di che parlavamo? Ah si di commesse ed era la categoria peggiore, per la prima invece..boh finito cosi’ ed evitate i negozi, le multe e le zone blu dipinte di blu felici di stare laggiu’.
Gaudeamus Igitur
Il Gaudeamus igitur che avevo postato 5 anni fa e' l'inno internazionale della goliardia vecchio stile.. Il suo testo in latino ricorda da vicino le scanzonate considerazioni dei clerici vagantes medievali, studenti che celebravano una gioventu' da vivere giorno per giorno in liberta'. Ad Majora Togo vigintinonus
Gaudeamus Igitur
Gaudeamus igitur juvenes dum sumus.
Post jucundam iuventutem
post molestam senectutem
nos habebit humus!
Vita nostra brevis est, brevi finietur,
venit mors velociter,
rapit nos atrociter,
nemini parcetur.
Ubi sunt qui ante nos in mundo fuere?
Vadite ad superos
transite ad inferos
hos si vis videre.
Vivat academia, vivant professores!
Vivat membrum quodlibet,
vivat membra quaelibet,
semper sint in flore.
Vivant omnes virgines faciles, formosae!
Vivant et mulieres
tenerae, amabiles,
bonae et laboriosae.
Vivat et respublica et qui illam regit!
Vivat nostra civitas,
maecenatum charitas,
quae nos hic protegit.
Pereat tristitia, pereant osores!
Pereat diabolus,
quivis antiburschius,
atque irrisores.
Quis confluxus hodie academicorum?
E longinquo convenerunt,
protinusque successerunt
in commune forum.
Alma Mater floreat quae nos educavit
caros et commilitones,
Dissitas in regiones
sparsos congregavit.
Avete perso dimestichezza con la lingua..vergognatevi ecco la traduzione..
Spassiamocela dunque, finche' siamo giovani.
Dopo l'allegra gioventu',
dopo la scomoda vecchiaia
ci ricevera' la terra!
La nostra vita e' breve, in breve finira'
arriva la morte in un lampo
ci strappa crudelmente
non risparmiera' nessuno.
Dove sono quelli che prima di noi furono nel mondo?
Andate verso i cieli
passate per gli inferi
se vuoi vederli.
Evviva l'accademia, evviva i professori!
Viva qualunque membro,
viva tutti i membri,
siano sempre in pieno vigore.
Viva tutte le ragazze, disponibili, attraenti!
viva anche le donne
tenere, amabili,
buone, laboriose.
Viva anche lo Stato e chi lo governa
viva la nostra civilta'
la generosita' dei mecenati
che qui ci protegge
Alla malora la tristezza, alla malora chi ci odia!
alla malora il diavolo
ogni retrivo
ed i denigratori.
Che riunione di accademici c'e' oggi?
Da lontano sono convenuti
e in breve si sono riuniti
in comune assemblea.
Evviva l'Alma Mater che ci educo'
alla stima e alla collaborazione
anche se disseminati
in regioni distanti, ci aggrego'.
E questa e’ la versione Goliardica Nostra
Gaudeamus Igitur |
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| DO FA |
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mercoledì 27 ottobre 2010
Paradosso
Giornata grigia che porta alle considerazioni.. Oggi mi sono alzato all’alba come al solito e ho fatto in tempo sentire un dibattito alle 10 del mattino, ovvero nel cuore della notte, il gallo dormiva ancora e io con un occhio chiuso, il sinistro tarda a svegliarsi e difatti mentre mi siedo a tavola per la colazione faccio segno a chi mi ha preparato il caffelatte con la crusca di fare poco rumore perche’ il sinistro dorme ancora, dicevo mentre prendevo posto a tavola ho acceso la Tv per vedere se davano previsioni del tempo e sapere come sarebbe stata la giornata ed ecco i soliti dibattiti e 5 parole su 10 erano dichiarate dei Paradossi.. lo so che al risveglio non si deve mai riflettere ma sto paradosso mi ha colpito..paradosso il cui significato e’ quello di un fatto privo di logica come quello del mio risveglio e del post in questione.
Paradosso ’ un contrasto violento tra quella che e’ la valutazione corrente e la mia personale svalutazione, incomincio a svegliarmi e apro anche il sinistro e continuo con la mia definizione tra il listino dei valori morali e il mio listino prezzi per inventario, fra cio’ che ho sempre pensato e il suo improvviso opposto. Penso che sia l’illecita concorrenza che la tortuosa sega mentale o la civetteria del pensatoio fa alla sana, onesta, sincera casalinga verita’. Fra i valori intellettuali penso debba essere collocato allo stesso posto della poesia, a pari livello insomma. Come la poesia e la realta’ considerata da un certo angolo o angolazione visuale, cosi’ e’ l’idea vista sotto una certa luce. Quindi il Paradosso non e’ contrario alla verita’ perche’ non va contro la verita’ ma la cerca, la sfiora, l’accompagna, le taglia la strada e la oltrepassa. Non sono d’accordo con quello che dicono li in televisione, loro avranno il loro punto di vista e io spengo la TV, questa crusca non mi piace e’ troppa sofisticata e il caffelatte si e’ raffreddato e mi domando dove sta il Paradosso.