Così, il giorno seguente la consegna del pacco regalo, la sveglia a forma di cassoeula, alle 8 in punto, ha suonato facendo sobbalzare dal letto il povero Gennaro Pummarò, che si è subito accasciato a terra stringendosi il petto.
“Anch’io, quando quell’aggeggio infernale si è messo a suonare, ho avuto un malore” prosegue la moglie “ma ho pensato che fosse solo l’allarme di qualche auto per strada – capita spesso che i ragazzini inesperti non li disattivino in tempo – e mi sono rimessa a dormire”.
Il Sig. Gennaro Pummarò è ora ricoverato in un centro di riabilitazione da sindrome da stress post traumatico, mentre suo cugino Imparato è indagato per tentato omicidio plurimo con l’aggravante di razzismo territoriale.
I giudici napoletani, onde evitare che un tale efferato crimine possa ripetersi, pare stiano pensando a una pena esemplare. Si parla di ergastolo, da scontarsi a Napoli, in una casa famiglia di Scampìa, in cui il condannato sarà costretto ai lavori forzati per 20 ore al giorno ed opererà contestualmente nella produzione di santini di San Gennaro e mitragliatrici, con l’obbligo di nutrirsi esclusivamente di babà, pastiera e struffoli.
Beh che ne dite, questa e' satira pura senza parolacce, senza avverbi strampalati e con accentate giuste e non da programmatore con la ' e quindi adesso lumero' le battute sul copiaincolla postato che mi ha semplificato lo spremimento meningesco (che in questo momento e' piatto) per raccontare aneddoti con linguaggio toghesco.
Nessun commento:
Posta un commento