“Science” sul vaccino ai guariti: “Può bastare un quarto di dose
La vaccinazione è altamente efficace anche per chi ha avuto
una pregressa infezione, ma ci sono alcuni punti su cui manca il dibattito scientifico.
A partire dalla quantità di dose sufficiente:
Science ha da poco pubblicato uno studio in cui si conclude che una dose di vaccino mRNA ridotta del 75% può bastare ai guariti sia come richiamo, sia come prima vaccinazione.
GUARITI E VACCINATI CHI È PIÙ PROTETTO?
La protezione post-Covid può perdurare nel tempo, vari studi confermano una copertura di lungo periodo, anche se con anticorpi bassi: “Abbiamo trovato cellule che producono anticorpi 11 mesi dopo i primi sintomi, che si trovano nel midollo osseo (e non si misurano con test sierologici,
ndr) – ha affermato Ali Ellebedy, docente di Immunologia della Washington University School of Medicine – è una prova di un’immunità di lunga durata”.
Anche in Gran Bretagna, il PublicHealth England ha registrato tassi molto bassi di re-infezioni nei guariti, lo 0,4%, su una popolazione di 4 milioni di inglesi osservati.
REAZIONI AVVERSE ESISTE UN RISCHIO MAGGIORE?
Uno studio inglese pubblicato su The Lancet condotto su 627 mila persone ha concluso che “gli individui vaccinati, con precedente infezione da Sars-CoV-2, avevano effetti collaterali di lieve entità (nausea, febbre eccetera) “più alti di 2,9 volte in più, dopo la prima dose di Pfizer, rispetto ai vaccinati chi non avevano avuto Covid ”, così almeno riporta il lavoro coordinato da Tim Spector, del Dipartimento di Epidemiologia King’s College di Londra.
Un secondo lavoro, dell’Università di Manchester, condotto su 2000 partecipanti, ha confermato che le persone con una precedente infezione da Covid-19 avevano un aumento del rischio di effetti collaterali dopo la prima dose di vaccino:
“I guariti al Covid-19 hanno generalmente un’immunità naturale adeguata per almeno sei mesi, potrebbe essere opportuno rivalutare la raccomandazione per la vaccinazione immediata ”, si legge tra le conclusioni di Nawar D. Bakerly, docente alla facoltà di Medicina di Manchester, e capo ricercatore del team.
L’EFFETTO “ADE” L’ULTIMA DEL WEB.
L’effetto Ade (An ti body- dependent Enhancement, ossia il potenziamento dell’infezione a causa dall’anticorpo), è un fenomeno che si verifica quando gli anticorpi “imprecisi” invece di difendere aumentano l’infezione e “aiutano” il virus.
Questo fenomeno è stato molto preoccupante per i vaccini contro il virus Dengue, le cui varianti resero il virus più pericoloso per i soggetti vaccinati.
Questo fenomeno è stato riscontrato anche per Sars1 e Mers, secondo quanto riportato da Nature.
Ma soltanto il caso Dengue ha destato preoccupazione.
Ad agosto il Journal of Infection ha posto la domanda se questo effetto possa riguardare anche il Covid: “Il Dengue –dichiara Lorenzo Moretta, direttore di immunologia del Irccs Bambino Gesù – era un virus diverso e anche la vaccinazione era diversa, a virus attenuato.
Il Dengue, poi, è trasmesso in seguito a punture di zanzare, come con la malaria.
Il meccanismo è stato individuato nella presenza di anticorpi che invece di proteggere dall’infezione, la favoriscono -spiega – la scommessa dei nuovi vaccini è quella di identificarne uno che protegga da tutti i tipi.
Viste le notevoli diversità dei virus e del tipo di vaccino, ritengo poco probabile che questo fenomeno possa verificarsi anche con Sars- Cov2”
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Quindi chi ha avuto il Covid e cammina ancora è avvisato su cosa fare o non fare e come tutte le domeniche do' sPazio a Stefano che ci illustra il MINISTERO EFFICIENZA RAPPORTI DELINQUENZA ABITUALE.
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