Il
mio percorso informatico è iniziato grazie all'OM di MI che tramite
mio padre allora dirigente della fonderia mi fece fare dopo aver
scoperto che anziché studiare preferivo passare le giornate nel
boschetto della Madonnina e a tutti gli effetti le ragazzine erano
più allettanti delle materie scolastiche e la scuola di allora
davvero non era interessante e quindi anche grazie a chi non si
faceva i cazzi suoi, avvisò mia madre delle mie attività pratico-conoscitive
sessuali e lei a sua volta avvisò mio padre che mi fece cambiare
scuola e per tenermi sotto controllo passai alla scuola aziendale OM
che si tenne dall'Antonio Pacinetti (tecnica), al Feltrinelli (perito elettrotecnico) ed infine al
Pareto (laurea d'off.) in Suisse zona Mies-Friburgo.. in tutte queste scuole gli
Allievi OM-Mi eravano più agevolati rispetto all'allievo normale ma
anche i più tartassati per le graduatorie ed erano pure pagati
(poco) in base ai risultati ottenuti e gli esami venivano
eseguiti periodicamente ogni sei mesi, in cui gli ultimi due allievi in graduatoria generale venivano espulsi automaticamente dai corsi.. io nel bene
e nel male ho salvato il culo e sono riuscito a completare gli studi, che mi son serviti per
la carriera lavorativa.. unico vincolo era quello che se lasciavo
l'OM il titolo di studio rimaneva di proprietà della ditta e si doveva rifondere alla stessa il costo dello studio e la cifra era enorme ed era alla pari di una donazione di un rene.. ciò non toglie che alcuni allievi trovarono convenienza andarsene e farsi assumere dalle Ditte concorrenti per ottenere subito uno stipendio alto ed inoltre le ditte si assumevano l'onere del rimborso studi riconoscendo i relativi titoli di studio conseguiti.. io non potei farlo in quanto mio padre aveva una posizione che mi impediva questi spostamenti ed eventualmente avrei parificato il titolo dando 12 esami al Poli..nota redattiva è che dal 1992 le lauree ottenute
all'estero sono state parificate in Italia per scambi culturali senza
mollare un ghello e senza frequenza alcuna.
Gli allievi OM scartati durante i corsi hanno fatto
comunque strada occupando posizioni riguardevoli di Amministratori Delegati di
società tipo Ibm e Marelli o altre che poi sono state inglobate in FIAT (tra
cui anche l'OM) e a proposito di Ibm in qualità di programmatore avevo a
disposizione un computer il cui ingombro era ubicato in un salone di 20 metri
per 12 raffreddato sia in ingresso che in uscita e la potenza di questo computer era inferiori al
più piccolo degli smartphone che ad oggi stanno in tasca ai bimbi della 3C.
Cio' non
toglie che la mia tesi a Friburgo. redatta sul sistema di come crackare le password delle
reti wireless in ambito metropolitano (220 pagine copiate su Sata
Disc da 5”1/4 9R 91517 della Xerox) sia valida ancora oggi.
Devo cmq
ringraziare l'OM che grazie al babbo, in prestito d'uso allora mi diede un portatile
dal costo pari a 30 mensilità di un impiegato della max categoria.
Detto computer lo conservo ancora in cantina e funge come allora.
Però adesso salto qualche anno per arrivare all'acquisto di computer
casalinghi e dal 1982 ho cominciato ad acquistare, cambiandoli di continuo e in
cantina ne ho contati più di 40 gli altri 8 sono in casa, ma torniamo al discorso primi
computer personali e si parla del 1982 quando come Coppi e Bartali si cominciò ad usare i:
Commodore
64 vs e ZX Spectrum.
Quello
è stato il primo momento dove per la prima volta è stato possibile
fare da casa quello che nessuno aveva mai fatto prima, ed era appunto
il
1982,
l'anno in cui vennero commercializzati due tra i primissimi home
computer (o micro computer, come venivano chiamati): il
Commodore 64 e lo ZX Spectrum.
In buona sostanza:
due
"scatole" di plastica
che racchiudevano la scheda logica del computer e la tastiera e
permettevano, una volta collegate al televisore di casa e a un
registratore che fungeva da memoria di massa, di avere
un set completo per tutto:
programmare, giocare, studiare, persino collegarsi alle prime BBS (le
la rete di bacheche online, antenate di Internet) previo acquisto di
un costosissimo modulatore-demodulatore da accoppiare alla cornetta
del telefono fisso di casa.
Certo,
prima
dell'americana Commodore
(in realtà nata in Canada) con il suo C64
e della britannica Sinclair
Research con il suo ZX Spectrum,
c'è stato molto altro.
Un
computer per tutti.. l'Apple
II che aveva una mia amica di Casalcoso costosissimo ed estremamente potente, creato nel 1977 da Steve
Wozniak e uscito definitivamente di produzione solo nel 1993 nella
versione IIe.
E
poi c’erano gli home computer (Acorn, Atari e BBC, per esempio), le
prime console (ancora Atari, l’Intellivision di Mattel) e
i
primi P.C. compatibili, IBM nel 1981.
Ma la coppia dei due
computer che ha cambiato la storia dell'informatica Sono
stati il Commodore 64 e ZX Spectrum.
E nessuno potrà mai rubare loro questo primato.
Nati
entrambi nel 1982, basati su una architettura di processore a 8 bit e
con 64 Kilobyte di memoria di serie (per il Commodore) o 16-48 per lo
Spectrum (a seconda delle versioni), visti con gli occhi di oggi sono
due creature preistoriche, due computer del paleolitico.
Eppure,
per tutti gli anni Ottanta sono stato l'oggetto del desiderio e lo
strumento più amato da due generazioni.
E
ancora oggi, grazie all'amore degli appassionati e a un certo mercato
sia per l'usato che per nuove produzioni software e hardware
dedicate, sono ancora vivi, anche se in una loro speciale nicchia.
Impossibile
descrivere tutti i dettagli tecnici e le caratteristiche che
rendevano questi home computer unici..
Certo, a vederli con
gli occhi di oggi, non hanno più cittadinanza di quanto non avrebbe
un brontosauro in centro a Milano, visto che finalmente si
possono fare quelle cose che sarebbero semplicemente
fantascientifiche agli occhi di qualsiasi adolescente degli anni
Ottanta... inforcare un Oculus
o (tra poco) un Vision
Pro,
giocare in multiplayer con giochi
immersivi in streaming
basati sulla magia del motore di Unreal, connettersi a Internet,
dialogare
con ChatGPT.
O, più banalmente, avere
in tasca uno smartphone.
Ad ogni modo nello specifico:
il
Commodore 64
La Commodore era
nata, proprio come Ibm, per riparare, poi importare e infine produrre
macchine
per ufficio.
Solo che era stata creata da un emigrato polacco di genio
sopravvissuto ad Auschwitz. Jack
Tramiel,
che aveva fatto di tutto compreso il tassista, mentre cercava di far
partire la sua startup, chiamata Commodore come il grado della Marina
"per
sembrare più autorevole".
Prima di arrivare a creare il C64 aveva gia' lanciato vari prodotti,
dal
PET al Vic 20.
Il "suo"
Commodore 64 aveva moltissime innovazioni, a partire dal processore
(il 6510/8500 della Mos Technology che "andava" all'incirca
a 1 MHz) e dai vari chip ausiliari compreso il generatore di onde
sonore (SID) e quello per la grafica (VIC-II), ma anche molte
ingenuita'.
Tramiel,
padre-padrone che si era circondato di collaboratori validissimi (su
tutti, Chuck Paddle)
aveva tra i primi capito l'importanza dell'integrazione verticale e
come la Apple di oggi che produce i suoi processori, aveva
internalizzato progetto e produzione di tutti i chip-chiave del C64.
Della
coppia Bartali-Coppi dell'home computer, il
C64 è stato quello di maggior successo.
A
oggi è il singolo modello di computer più venduto nella storia e a
un certo punto l'azienda stava vendendo più computer di tutto il
resto del settore combinato.
Rimasto
in produzione sino al 1994,
è arrivato a costare meno di tutti, ad avere più periferiche, più
giochi, più software... su Internet Archive, che contiene software
e manuali anche in italiano si contano almeno quindici pacchetti
software di videoscrittura diverse.
È
stato anche l'unico dei due ad avere un
piede in casa e l'altro in ufficio, dove ha svolto un transitorio
ruolo di primo "computer aziendale" per professionisti,
piccole imprese o uffici locali di grandi aziende.
Il tutto con una
dotazione di memoria di 64 Kb, di cui liberi solo 32 circa, perché
il resto occupato dall'interprete Basic (scritto dalla Microsoft, uno
degli ultimi progetti software seguiti direttamente da Bill Gates).
Lo
ZX Spectrum.
Il mio amore che reca le tracce di digitazione..
Invece,
sull'altro fronte, c'è l'opera
struggente di un solitario genio,
per parafrasare il titolo del libro di Dave Eggers.
Il genio è
quello di Clive
Sinclair,
singolare talento quasi ottocentesco di inventore britannico,
imprenditore seriale, uomo da rivoluzione industriale, capace di
alternare le idee più pazzesche a prodotti con i fiocchi.
Questo
nonostante
alcune scelte scomode,
di cui gli appassionati si fecero pregio.
Come la tastiera a membrana
con tasti non standard, il surriscaldamento di molti modelli, la
scarissima memoria per la versione base (16Kb era troppo pochi anche
all'epoca), in realtà lo Spectrum è stato il primo veramente
espandibile e flessibile e con moltissimo
software disponibile.
C'era
il processore, lo Zilog Z80A, lo ZX Microdrive, un ingegnoso sistema
di memoria magnetica esterna a cartucce,
e poi unità floppy, stampanti ad aghi, schede Midi e per la sintesi
vocale.
La biblioteca del
software dello ZX Spectrum non ha niente da invidiare a quella del
Commodore 64, anche se tra le due macchine quella che ha avuto una
vita più lunga è stata la prima.
Tuttavia,
lo Spectrum, che ha avuto una base di utenti enorme soprattutto
nel Regno Unito
in particolare (la Germania ha amato di più il Commodore 64 e la
Francia (tanto per cambiare) si è trincerata invece dietro i
Thomson TO7 di Vantiva),
dando vita a generazioni
di programmatori one-man-band, capaci di fare tutto con pochissima
memoria:
grafica, animazione, motore del gioco, persino la promozione.
I famosi
"bedroom
programmers"
non nacquero però spontaneamente per caso:
sia Sinclair che Tramiel si erano volutamente concentrati su hardware
economico e manualistica tecnica per tutti, spingendo con un
marketing intelligente non
solo al consumo ma anche alla produzione di software da parte degli
utenti.
Da questo punto
soprattutto lo ZX Spectrum, che fu il primo computer pensato
veramente per la casa e a bassissimo costo, era una specie di "social
media hardware":
viveva dei contenuti generati dagli utenti e da poche aziende terze,
le prime software house.
Quel
che resta della rivoluzione
Oggi della grande
contrapposizione tra amanti
del C64 e dello ZX Spectrum
è rimasta solo la componente di nostalgia da reduci di un periodo
storico lontano.
Veterani
ormai pensionati
che si ritrovano accomunati dalla stessa passione e che si sorridono
quando scoprono che l'altro aveva il computer concorrente.
Entrambe le tribù
all'epoca erano animate dalla scoperta
di una cosa completamente nuova: il computer.
Prima
dell'informatica di rete, che ha definitivamente popolarizzato l'uso
del PC con Internet a partire dalla seconda metà degli anni Novanta,
e poi prima della rivoluzione post-PC con gli smartphone a partire
dalla fine degli anni Duemila, le ragazze e i ragazzi degli anni
Ottanta sono rimasti incantati
dalle prime macchine che potevano elaborare automaticamente le
informazioni.
Dalle prime macchine
che potevano eseguire le loro istruzioni o stupirli con giochi e
software creato da altre persone come loro.
Negli anni Ottanta
nacque così un
fiorente mercato di riviste e libri dedicati ai computer (li conservo tutti compreso anche il Paradox),
con cassette per la distribuzione del software, con case editrici
storiche anche in italia come il Gruppo
Editoriale Jackson.
Ma nacque anche un
mercato parallelo con cassette pirata (di cui facevo parte) e fotocopie di libri e di
listati di software (sempre come sopra).
Un mondo
unico e irripetibile
del quale si trovano per fortuna ancora tracce leggibili in rete e in
pochi libri di appassionati dell'epoca, oltre
a qualche progetto online come quello per la replica moderna del C64
(in versione micro e a grandezza naturale o
addirittura con Android) e dello ZX Spectrum e agli emulatori
software: Vice
per C64 e quelli per ZX
Spectrum.
Si continua a
scrivere software, giochi qualche utility e soprattutto demo, mentre
l'esperienza
"originale" dei primi computer a 8 bit ancora non si è
persa.
E se le ultime
macchine funzionanti stanno lentamente rompendosi per usura dei
componenti, c'è ancora chi li ripara.
Insomma, la grande
storia d'amore per i due computer che hanno
cambiato la storia dell'informatica e la vita di milioni di persone
non è ancora finita (almeno per me) solo che nel 2020 per esigenza
di spazio ho spostato nella casa marina due Spectrum zx relativi
accessori, libri di programmazione, musicassette di giochi e li ho regalati ad un diciottenne
patito dei vintage e della programmazione fatta in basic battendo sui
tasti a 6 funzioni cad.