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venerdì 2 febbraio 2024

La banda del martello.

 


 

Per ideologia professionale nei miei post evito la politica in quanto la stessa mi provoca disturbi sessuali nel senso che mi sta veramente sulle palle ma quando vedo le persone che ragionano soltanto col cervello di quanto la TV propone, ridiscendo coi piedi per terra e cerco di far capire come effettivamente stanno le cose e mi riferisco a quella ragazza che hanno fatto vedere incatenata in ungheria e subito i commenti del popolo bue che dice di far guerra a sto paese che tratta noi Italiani in quel modo orrendo, ma facciamo un esame al di fuori dalle emozioni e cominciamo a pensare che Ilaria Salis la maestrina lombarda, di sicuro non è la " vittima" sacrificale che la sinistra cerca di riabilitare e che come al solito cerca di strumentalizzare per guadagnare voti alle prossime europee, visto che la sovversiva, è tenuta con ragione nelle carceri ungheresi, Paese Ue dichiaratamente e giustamente non allineato a Francia, Germania .. ma cazzo non potremmo lasciarla in Ungheria? Così magari capisce davvero qualcosa della vita.

Cerco di fare capire il perchè delle mie parole.. seguitemi:

"Ruba tutto, ruba ai ricchi".

Ilaria Salis e il centro sociale di Monza "Boccaccio"

Occupazioni abusive a Monza, cittadini esasperati e cortei vandalici: ecco cos'è il centro sociale fondato da Ilaria Salis, ora reclusa in Ungheria.

Il nome di Ilaria Salis in queste ore è sulle pagine di tutti i quotidiani.

L'immagine di lei che entra in tribunale a Budapest ammanettata mani e piedi ha fatto il giro del mondo ma in pochi sanno chi è l'italiana che da quasi un anno è reclusa in un carcere ungherese con l'accusa di aver partecipato agli assalti antifascisti nel 2023 nella Capitale ungherese.

Salis aveva 18 anni quando, nel 2003, fondò il centro sociale Boccaccio di Monza, un presidio dell'illegalità nel cuore della città borghese per eccellenza della Brianza.

Quando è stata arrestata aveva in tasca un manganello retrattile (sigh..per difesa personale) ed è stata per anni una delle menti delle azioni e delle operazioni del centro sociale brianzolo.

Il Boccaccio è piuttosto noto negli ambienti anarchici e dell'estrema sinistra, laddove crescono e si sviluppano le ideologie rivoluzionarie anticapitaliste e antimilitariste.

Lo scorso dicembre, il centro sociale ha festeggiato il ventennale con la sua fondatrice ancora reclusa in un carcere ungherese e i segni di quel corteo sono stati visibili fin da subito.

I partecipanti hanno vandalizzato le strade nelle quali sono passati, hanno imbrattato le vetrine di banche e negozi, scandito slogan contro il sindaco e contro il governo Meloni.

"Ruba tutto", "Ruba ai ricchi", sono solo alcune scritte che sono apparse sui muri al passaggio del corteo, che per una coincidenza di date si è svolto a pochi giorni dallo sgomento attuato nella nuova sede.

Sono stati due gli sgomberi subiti dal centro sociale brianzolo nell'ultimo anno, compreso quello dalla sede storica di via Boccaccio.

Il tutto tra le proteste dei residenti che non ne possono più di dover obbligatoriamente convivere con questi personaggi.

"Voi ci sgomberate e noi siamo ancora qua.

Occupiamo quando vogliamo.

Noi rimaniamo qua, è nostra questa città.

La Foa Boccaccio non ha paura", è uno degli slogan scanditi durante l'ultima manifestazione.

E non è certo passata inosservata la manifestazione dei primi giorni di ottobre, subito dopo lo scoppio dell'ennesima guerra tra Israele e Palestina, della posizione assunta dal centro sociale fondato da Ilaria Salis: "Intifada fino alla vittoria!

Con il popolo palestinese contro l’oppressione di Israele".

Che dire, poi, degli avvertimenti, quasi minacce piovute sul CAI, che sfrattò nel 2019 il centro sociale dall'ex stadio Mauro?

"Dovrete blindare le vostre presentazioni pubbliche, le vostre inaugurazioni e tutte le occasioni in cui cercherete di creare consenso intorno a questo progetto, perché noi saremo lì", dissero all'epoca dal Boccaccio.

Allora amici miei siete ancora convinti sul vostro inorridimento nel vedere la tipa in manette? 

Provate a chiederlo a quel povero pirla che si era fatto la macchinetta per andare a lavorare ed ora eccola li..girata con le ruote sottosopra bruciata.. e che dire del negozio a vetrine sfondate a cui hanno depredato la merce dei ricchi? O al condominio a cui hanno imbrattato la facciata utilizzandolo come lavagna?

Non siete ancora convinti? Allora continuo dicendo che la "Hammerbande" (la banda del martello) è una sorta di rivisitazione in salsa teutonica dei commando antagonisti armati di "Hazet 36".

Il gruppo, attivo dal 2015-16, ruota intorno ad nucleo centrale di persone che è rimasto lo stesso fin dall'inizio, anche se nel corso del tempo ha aggregato nuove generazioni e, anche per questo, attirato l'attenzione degli inquirenti.

Come spiegano a Libero fonti dalla Germania, il "core" della banda è basato a Lipsia, Berlino e Jena.

Divennero noti quando uno dei loro leader, una donna di 28 anni di nome Lina E., venne arrestata oltre tre anni fa e condannata poi a cinque anni e tre mesi insieme ad altri tre membri per aver costituito un'associazione criminale.

Il modus operandi del gruppo è di dare vita ad attacchi ben pianificati, simili a quelli di un commando, a caccia di "militanti di estrema destra".

I raid improvvisi, avvengono attraverso l'uso di martelli (da qui il nome) per schiacciare crani, tibie e ginocchia.

Da quando il compagno di Lina E., Johann G. (30 anni, latitante dal 2020, la polizia tedesca ha fissato una taglia di 10mila euro sulla sua testa), ha preso in mano le redini del gruppo, però, è iniziata una certa internazionalizzazione.

Prima sono stati reclutati "antifà" italiani, ungheresi, siriani e albanesi, poi è stata organizzata la "trasferta" di Budapest.

Durante la battuta di caccia, però, sono finiti sotto le martellate anche semplici cittadini scambiati per neonazisti.

Insieme a Ilaria Salis è stato arrestato in Ungheria Tobias E. (amico intimo di Lina E.).

Le autorità ungheresi da un anno stanno però cercando gli altri emettendo mandati di arresto europei.(secondo Voi fanno male)?

È così che un altro militante italiano, Gabriele Marchesi, 23enne di Milano, è stato incarcerato in Italia che non ha però ancora approvato la richiesta di estradizione da parte degli ungheresi.

Un terzo antagonista italiano, Romeo A., sarebbe invece ancora ricercato.

Il "Bundeskriminalamt" (la polizia tedesca) segue da anni il processo di espansione della banda e ha parlato del rischio che si trasformi in una nuova RAF o nelle nuove Brigate Rosse.

E adesso chiudo perchè davvero mi son rotto i coglioni.

 

1 commento:

Carlo Bonzi ha detto...

ecco la risposta di uno di Voi alias - Emanuele Tesauro
Ieri su tutti i media nazionali si è fatto un gran parlare di questa povera mestrina elementare vittima della Giustizia ungherese che rischia 24 anni per aver partecipato ad una aggressione ai danni di due nazi nel capoluogo ungherese. Subito è scattato il soccorso rosso in stile anni ‘70. Tanti vip ad esprimere solidarietà : Morgan, Civati, la Cucchi persino Fiorello si sono lanciati in patetici appelli riguardo la richiesta di libertà nei confronti della vittima della giustizia ungherese. Nessuno però si è chiesto chi si nasconde dietro la maschera della maestrina delle scuole elementari e perché rischia 24 anni di galera.

Ilaria Salis, sarda trapiantata in Brianza comincia a frequentare da giovanissima il centro sociale fabbrica occupata Boccaccio. A febbraio la maestrina elementare si trova a Budapest non per una gita scolastica ma insieme ad altri elementi della cosiddetta “hammerband” di Lina Engel (ora agli arresti per terrorismo) che ha come scopo quello di assaltare isolati esponenti di destra anche a fermare dei bus o sotto casa con martelli ed altre armi contundenti allo scopo di “provocarne la morte o ferite permanenti ed invalidanti “Sono infatti membri di questa banda coloro che hanno fatto irruzione nel negozio del brand Thor Steiner a Erfurt incendiandolo e devastandolo dopo aver malmenato una giovane commessa oltre a numerose altre aggressioni con la vittima sempre in inferiorità numerica e spesso colpita in maniera scientifica quando si trova isolata. Ed infatti il reato che gli viene contestato riguarda una aggressione nel febbraio dello scorso anno ad un militante della destra radicale che stava per prelevare ad un bancomat, quindi colpito alle spalle (vecchie eredità difficili da cambiare) in numero di 1 contro 9. E mentre la giustizia ungherese prosegue il suo corso senza lasciarsi intimorire da pressioni mediatiche solo in Italia non si vuole accettare che la violenza antifascista può essere processata e condannata.

Ecco chi è Ilaria salis la mestrina antifascista.