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venerdì 27 settembre 2024

La fine di Michele...

 

Ehi.. sono Michele il polipo di Casalcoso, puoi vedermi in quella vasca davanti ai tuoi occhi al supermercato, sono stanco, sono depresso e non ho voglia di vivere …
passo la mia giornata cercando una grotta dove rifugiarmi,  i miei tre cuori (lo sai che ne ho tre vero?) sono infranti..
vorrei piangere ma le mie lacrime non si noterebbero, l'acqua le farebbe sparire, vorrei gridare, ma sempre l'acqua non farebbe apprezzare il mio dolore, vorrei morire ora, ma Dio non permette che io lo faccia, vorrei chiedere a Dio perche' io debba stare qui, ma potrebbe non rispondere.
Soffro, soffro come una bestia e sono pieno pure di spermatofore.. ehmm.. lo so che sono una bestia e l’ho detto come rafforzativo ma mi domando perche' il grave destino mi ha portato qui?

Stavo bene quando a Casalcoso mi portavi le cozze da mangiare..bah.
Oggi sono fermo nella mia posizione, mi sveglio, ho passato una notte a sognare di cambiare acqua.. quell'acqua che bollendo mi portera' alla morte, il dolore sara' tanto ma mai paragonabile a quello che soffro ora, lo so e come dicono a Bolzano ..O purpo se coce int’acqua soja.. ma tu sai che ho otto tentacoli da sgranchire e non per nulla mi chiamano octopus e anche vulgaris, ma tu chiamami pure polipo o magari piovra altrimenti mi confondi col Moscardino che ha una sola fila di ventose e non due come le mie, parlavo della mia morte, spero avvenga presto, non ce la faccio piu', io so che in altri paesi europei esistono dei kit per una morte dolce, vorrei uccidermi, ma non posso, ti prego comprami fammi finire questo dolore, fai che la mia anima sia di nuovo mia e non di questa vasca che puzza di pesce marcio del Bennet.

E col mio inchiostro scrivo nero su bianco dicendoti che anche i polipi hanno un’anima.

L’anima de li polipacci tua (sempre come dicono a Moncalieri) e la prossima volta lasciami a Casalcoso nel tuo tubo castigatore e se quest’anno studierai un metodo per estrarmi senza farti male io ne studiero’ uno per non uscire ficcandoti nella mano un riccio che ti fara’ godere selvaggiamente e le spine te le conficchero’ sotto le unghie cosi’ soffriremo in due... e mo’ t’ho detto.

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