Leggo un post di Massimo e concordo sulla scomparsa dei verbi al futuro. Con l’avvento eurostatico (son trascorsi gia’ 10 anni ) si sentiva parlare in TV e sui giornali del «saremo» ,«diventeremo», <
Riconcordo con Massimo che gli unici che osano ancora coniugare i verbi al futuro sono gli innamorati, non quelli del blog ma quelli veri equi mi attirero’ le critiche di chi ha la sua nuvoletta. Cmq ascoltate i loro discorsi (o ricordate i vostri, di quando lo eravate). Pur nelle difficolta’ di una vita vissuta giorno per giorno ne escono visioni, progetti, scenari che evadono dalla precarieta’ del presente per proiettarsi in quella dimensione magica dove le possibilità del cambiamento volteggiano intatte. Il futuro e’ quindi il verbo di chi emana energia e non di chi subisce la vita e si piange addosso. E l’energia piu’ potente e piu’ giovane rimane sempre l’amore a qualsiasi eta’. Persino in un continente per vecchi come la nostra obsoleta Europa. Non sono un economista e nemmeno un sociologo, ma sento che dalla depressione economica e morale ci potranno salvare soltanto le persone innamorate di un’altra persona, di un sogno, del proprio talento. Della vita. Quindi abbasso i depressi e la depressione e alziamo i calici a quelli che vedono il bicchiere meta’ pieno e hanno il coraggio di fare un mutuo e di investire nell’amore.
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