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lunedì 27 settembre 2010

Essere Diversi



Continuo con la serie dedicata a chi e’ sparito e faccio notare a come la pensava non molto tempo fa quando scriveva sulla leggerezza di essere diversi, anzi era infinita leggerezza e vediamo se questo post servira’ a far ritornare sul palcoscenico chi si nasconde dietro ad un dito, dicendo la mia opinione sull’essere diversi, la parola non suona molto bene e si puo’ interpretare in mille modi, io me la son sentita dire quando avevo 6 o 7 anni, mi ricordo di un mio compagno di classe e nonostante la giovane eta’ ero in terza elementare, forse ero diverso perche’ cosi’ giovane ero con chi aveva due o tre anni piu’ di me e salivo sugli alberi e il mio compagno voleva mettermi in guardia o forse era invidioso e aveva due occhiali tipo binocolo ed era grasso da far schifo e magari la diversita’ stava solo negli occhiali..boh..poi nel tempo arrivato ai 12 14 anni ci stavano le ragazze che dicevano tu sei diverso e a pensarci bene forse avevano ragione, io non davo molta importanza a loro mentre i miei compagni facevano di tutto per farsi notare ed avere il loro interessamento a me non fregava nulla e mi interessavo solo di palestra e nelle feste da ballo dove tutti partecipavano per poter aver contatto con altro sesso io scivolavo per la tangente..ero un diverso boh..e sinceramente son contento di esser stato un diverso allora come lo sono ora, mi ci son trovato sempre bene nella forma del diverso..ma adesso leggiamo il blog di Marshall nella sua diversita’ e capirete perche’ lo rivoglio qui nella sua diversita’ ..ecco come si presenta:


Infinita leggerezza nell'essere diversi

Il blog è morto?

No. Siamo solo leggermente affaticati. Siamo spaesati.

Forse sono diventato troppo esigente con me stesso, e pretendo da me un qualcosa che non sono in grado di corrispondere.

Troppo lontano dalla vetta. Capace solamente di citazioni che io solo capisco.

Solo.

Eppure sono ancora qui. Come ancora qui siete voi, che pochi, ma coraggiosi, continuavate a venir qui ogni tanto. Dandomi una spinta.

Vuoto

Come l'attesa di una risposta che non arriva. Come il desiderio che non viene appagato. Quando vorresti con tutte le tue forze, eppure non c'è modo di esaudirti.

Vuoto come il silenzio.

Perchè non basta la musica, non bastano le grida, e non mi basta nemmeno più lo sballo.

C'è una vetta, inarrivabile, a cui miro per sentirmi vivo. Per poter vibrare di quella tensione umana che ci porta al limite, che ci permette di esser primavera.

Più cresci più i tuoi obiettivi diventano ambiziosi, e più questi obiettivi diventano difficili da raggiungere. E piano piano cominci a desiderare la fuga.

Non una città, non un nido. Non un luogo non un sentimento.

Forse si agogna solo ciò che non si ha. In un circolo di viziose bramosie.

E finisci per desiderare solo la carne di una ragazza non tua, solo il talento di un genio a te superiore, solo la pace di un silenzio a te sconosciuto.

Forse, cerchi solo due occhi più profondi dei tuoi. Dove perderti. Dove imparare a credere di nuovo.

Fino al prossimo terremoto, fino al prossimo silenzioso ribaltone.

E si va...come cieche bestie vanno, sempre in moto verso una quiete in tempesta.

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