lunedì 16 aprile 2012
Ma che brutta Jornata.
Allarme.
Allarme. Stamattina sveglia all’alba, il gallo sta ancora dormendo, ci
sta’ un trasloco sottocasa e dalle voci odo un accento che ultimamente
se sente sempre di piu’, in stereofonia odo altre voci di chi sta
pulendo le scale e anche qui l’accento va in assonanza coi traslocatori.
Non sono assolutamente xenofobo ma mi rendo conto che la minaccia
viene dai Carpazi, scende dai rilievi della Transilvania e approda
dietro e sotto casa. Nome in codice? MR. Muratore rumeno. Il manovale
del mattone che viene dal Mar Nero va cosi’ di moda che il suo
diffondersi da qualche anno minaccia la sopravvivenza degli ultimi
esemplari di maschio con cazzuola di razza autoctona, agevolati dal
fatto che qui nessuno vuol fare il mestiere che loro cercano di fare e
meno male che ci sono loro. Nei lavori condominiali vedi passare i vari
Costel, Biku, Vasili, Nicolau, Vlad e Cornelius detto Dracula per via
di un evidentissimo surplus di canini. Mi immaginavo almeno che
arrivassero al calar delle tenebre, in carrozza, col mantello nero, il
cilindro e un casino di pipistrelli a far da sfondo al ponte del
Diavolo ma invece i bastardi proprio al mattino del giorno
postlibagione Langhifera dovevano rompere il coglionisterio. Sognavo che
mi si avventassero sul collo da buoni Transilvaniesi azzannandomi la
giugulare e sparendo poi al primo sorgere del sole per tornare nelle
loro tombe. Invece i principi della notte, i nosferati sabaudi il sangue
me lo stanno levando lo stesso senza neanche l’ausilio dell’arcata
dentale. Pallidi son pallidi. Dei cicciobelli biondi con degli occhi
azzurri pieni di nostalgia che sarebbero perfetti per Uomini e Donne
della De Filippi.. meno per risanare i miei bisognosi impianti idraulici
e per la precisione per la sostituzioni delle tubazioni che sono in
eternit considerato nocivo e quindi da cambiare, ma tanto sono
all’interno della parete e chissenefutte. La prerogativa dei muratori
rumeni e’ che l’italiano lo capiscono poco meno di niente o fanno finta
di non capire, anche se ormai son comunitari (per questo li chiamo Tari
con diminutivo di incoraggiamento). Quindi parlare con loro e’ come
parlare col muro. Solo che col muro non ci puoi piu’ parlare perché
l’hanno gia’ abbattuto, percio’ se stai zitto fai prima. Di solito, in
una impresa rumena, c’e’ solo il capocantiere, rumeno di rumenia, che
mastica abbastanza l’italiano. Anzi, a dirla tutta, lo parla benissimo,
meglio di Luca Giurato o di quello rosso opinionista del calcio che mi
sfugge il cognome. Il capocantiere e’ una specie di pifferaio di
Hamelin che suona lo zufolo e magicamente tutto comincia a prendere
vita. Una cometa che brilla indicando ai manovali il cammino. Peccato
solo che come il corpo celeste appaia una volta ogni duecento anni,
avendo lui ben 47 cantieri aperti in contemporanea, una moglie con 15
imprese per pulizie condomini, insomma un giro d’affari del tenore di
di Bonolis quello del caffe’ marca oro e una casa in costruzione nei
dintorni di Bucarest di 3 piani, dodici bagni e una ventina di stanze
per piano. Quindi? Quindi, dice un vecchio proverbio moldavo …Quando il
gatto rumeno non c’e’ i topi rumeni ballano... Infatti tra poco nel
condominio apriro’ una discoteca.. la famigerata Discuteca Rumenesca.
Ogni tanto, preso dallo scoramento, li raduno tutti e faccio dei
monologhi brandendo la pala sporca di cemento. Loro mi guardano, non
capiscono un cazzo ma intuiscono qualcosina dal tono che pare sia molto
simile a quello di Ceausescu quando faceva i comizi ma il risultato e’
sempre lo stesso, se avessero coglioni di bronzo sentiremmo campane a
festa tutto il giorno e questo lo diceva sempre a me il proff di
elettronica. La vecchia impresa Rumenasca ha lasciato in dote al
condominio in zona caldaia del teleriscaldamento un lettino, di quelli
di plastica, da terrazzo, col materassino a righe. Bene. Ultimamente ho
notato questo strano fenomeno. Ogni volta che vado a controllare il
teleriscaldamento, il lettino e’ posizionato in una zona diversa. I
lavori sono fermi, gli operai non si vedono ma il lettino, quello, se
lo sfiori con la mano, e’ ancora caldo. Come si dice in rumeno? «Bun
loc de munca». Buon lavoro. Piu’ che condominio questo e’ il dom de
milan indua se sta mai cui man in man e indua el rumen el fa el
gadan…e’ mezzogiorno e menu mal che se ne vann.. evviva la primavera.
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