C’inseguono da vicino
e devo portarti con me».
(da «Nozze di sangue», F.G. Lorca)
Voi che leggete molto non pensate che ci sia una stretta connessione tra il sangue e le nozze? E’ semplice dato di fatto, una condizione senza cui il fatto non potrebbe accadere. A volte non ci si accorge delle cose troppo evidenti… per esempio una volta si usava (ancor oggi da qualche parte si usa) stendere le lenzuola macchiate di sangue il giorno dopo la ..prima notte.., letteratura e cinema poi celebrano spesso i matrimoni collegandoli a lotte, sfide, morte dei cattivi e finali tutto miele. C’e’ anche il sangue pulsante alle tempie, quello dovuto alla circolazione modificata dall’alcol e all’euforia della festa. C’e’ l’esame del sangue che ti fa girare i marroni dicendoti che hai le cellule impazzite. Fermate il mondo, ho bisogno di scendere e sento il bisogno di isolarmi un attimo. L’unione ufficiale di una coppia riesce sempre a coinvolgermi ed emozionarmi, perche’ vedo il presente ma con l’esperienza del passato, prevedo il futuro… C’e’ anche qualcosa di ben piu’ profondo, ma nel giorno dell’apoteosi estetica non conta molto. C’e’ chi si sposa per amore, per interesse, perche’ e’ una bella data, per riparare o addirittura per distruggere. Il pomeriggio avanza e gli invitati, sazi ed allegri, barcollano oramai si danno tutti del tu, anche quelli che sino a poco prima erano distaccati , vuoi per la differente estrazione, ceto o occupazioni di posti che mettono la barriera tra persone. E’ il momento in cui le cravatte si slacciano o si tagliano, le cinture si allentano, i decolletes diventano piu’ generosi e si ride molto di piu’, visto dall’esterno senza coinvolgimento la si potrebbe considerare un’emerita stronzata sta cerimonia, dove due persone firmano mezzo kg di cambiali senz’osso per passare un giorno obbligatoriamente felice. I parenti piu’ anziani non vedono l’ora per andarsene fuori dalle palle memori forse di quanto ho scritto prima o forse facendo abbinamento ai loro matrimoni. Appoggiato ad una colonna del ristorante vedo me stesso che disperdo lo sguardo, sorseggio un bicchiere di gingerino con gin che non e’ il massimo ma contribuisce a mantenere uno stato obliquo ed annebbiato. Il convivio ora evolve in una giovialita’ sopra le righe, il sangue che e’ il tema del post, scorre veloce ed il brusio e’ colonna sonora quanto la musica. Mentre il mondo ruota intorno l’occhio cade sul pavimento, si sta facendo sera. Un ragnetto nero corpo piccolo e zampe e lunghe, meno di tre centimetri comprese le zampe quasi quanto il..(opps stavo andando fuori tema), attraversa pericolosamente la zona piu’ frequentata, la zona bar. Anonimi piedi sfiorano l’insetto (la mia prosa non ha limiti negli accostamenti), mentre il ragnetto annaspa e la troupe si prepara al primo ciak del matrimonio… si gira in 35 mm, “ le scene di un matrimonio”, nel cortile di un castello atmosfera idilliaca con tutti i vasi colmi di cera promuta sono accesi, in fondo un bambino innocente si diverte a raccogliere i biglietti di invito e li brucia nei vasetti profumati e per fortuna prima che diventi un falo’ li spegne pisciandoci sopra. Gli sposi si promettono le cose piu’ impromettibili e sognano le cose piu’ insognabili, dimenticando il futuro possibile fatto di incomprensioni, litigi e avvocati..ma siamo ormai su di giro, si perdono le regole. Un dolly segue la scena da vicino, le sequenze del bacio vengono benissimo, poi ci si travasa nel fienile per mescolare sangue e sudore. La musica del tamburo fa tum-tum-cha’-tu-tum-tu-tum-cha’ anzi no..scusate era patum-cha-tu patatum che’-tum cha’.. ed una fisarmonica crepa l’aria con poche note forti e decise. Tutti sanno e stanno al gioco, chi e’ rimasto recupera istinti persi ormai da anni (capito mi avete?). Le riprese sono difficili, le immagini sono mosse, i corpi si confondono secondo leggi poco cinematografiche e la troupe si fa’ coinvolgere troppo. Alla fine il ragnetto muore schiacciato ma l’amore trionfa e gli avvocati aspettano…
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