Lasciate ogni speranza, o voi che entrate

armatevi di coraggio e sfogliate il blog

computer-immagine-animata-0026

QR Code di questo blog

Generatore di codici QR

Instagram

Instagram

Il mio profilo in Linkedin Carlo Bonzi

Spread in tempo reale..ammazzate se e' schifa

cercami in Linkedin

https://www.linkedin.com/in/carlo-bonzi-6992081a/?originalSubdomain=it

Veni, Vidi, WC.

In classifica

Riconoscimento

Riconoscimento

Sto rilevando il tuo IP e non dirlo a nessuno.

Il post e' scritto in Togolese ma tu prova a cambiare lingua.

Questo e' il mio motore di ricerca, scrivi una parola e clicca sul cerca

sabato 11 aprile 2020

Saturimetri sono scomparsi.



In tempi di coronavirus sono spariti i SaturimetriPulsossimetri che normalmente si acquistavano attorno a una ventina di eurini e oggi non se ne trovano piu' ed hanno raggiunto cifre ingiustificabili..il seg post ricavato dal my personal trainer colmera' le lacune per chi si e' chiesto dopo aver letto i vari giornali a cosa serve il dispositivo in figura.

La saturazione di ossigeno è un indice ematico che riflette la percentuale di emoglobina satura di ossigeno rispetto alla quantità totale di emoglobina presente nel sangue.
In condizioni normali, durante il passaggio nei polmoni, i globuli rossi ricchi di emoglobina si caricano o saturano di ossigeno, che verrà poi trasportato e ceduto ai vari tessuti dell'organismo.
La saturazione di ossigeno è un parametro che riflette la percentuale di molecole di ossigeno legate all'emoglobina (ossiemoglobina), permettendo così di stabilire lo stato di ipossiemia (ridotta quantità di O2 disponibile nel sangue).
La saturazione di ossigeno si misura con uno strumento elettromedicale transcutaneo, chiamato saturimetro (ossimetro o pulsiossimetro), dalla forma simile a quella di una molletta.
Questo dispositivo è dotato di una sonda e di due diodi foto-emittenti (sensori che emettono raggi luminosi di lunghezze d'onda diverse fra loro e comunicano con una fotocellula). L'indice ematico viene quindi stimat tramite l'assorbimento della luce emessa dal saturimetro applicato su un dito della mano o un lobo dell'orecchio (regioni anatomiche ricche di capillari).
L'elemento utile per la valutazione della saturazione dell'ossigeno è il colore del sangue, che, quando è ossigenato, è di una tinta rosso brillante, viceversa, è più scuro.

Il saturimetro o pulsossimetro è un oggetto estremamente semplice e piccolo. Questo non stupisce se si pensa che per utilizzarlo generalmente è sufficiente alloggiare il dito al suo interno e nulla più. I modelli di saturimetro o pulsossimetro si assomigliano molto tra di loro. Sicuramente il più comune è quello da dito, ma esistono anche versioni da polso, pensate essenzialmente per rilevare anche altri parametri durante il sonno e quindi con la necessità di essere ben fissati al braccio di chi lo utilizza.
Il pulsossimetro permette di rilevare in maniera precisa il livello di SpO2 e la frequenza cardiaca. I dati vengono poi visualizzati su uno schermo al LED, sia in forma di barre, sia con espressione numerica. Consumano pochissima energia, tanto più che sono pensati per andare in stand by o spegnersi quando non li si utilizza.l monitoraggio non invasivo dei valori di saturazione d'ossigeno è importante sia in ambito domestico, sia in corso di emergenze sanitarie, per valutare rapidamente la necessità di ricorrere alla ventilazione assistita.
Il monitoraggio dei valori di saturazione di ossigeno non è importante a soli fini diagnostici, ma risulta essenziale anche per valutare l'efficacia delle terapie farmacologiche o di altri trattamenti intrapresi per riportare la saturazione di ossigeno a valori normali, o per curare la malattia sottostante (ad es. broncodilatatori).

La saturazione di ossigeno è considerata nella norma quando i valori risultano superiori al 95%, mentre inizia a diventare patologica se pari o inferiore al 90%.
Se il saturimetro evidenzia indici inferiori al 95%, si parla d'ipossia, che può essere lieve (tra 91-94%), moderata (tra 86-90%) e grave (pari o inferiori all'85%).

Alti livelli di saturazione di ossigeno non sono associati, di solito, a problemi di tipo medico e/o a conseguenze patologiche, pertanto non vengono considerati clinicamente rilevanti.
L'ipossemia, caratterizzata da bassi valori di saturazione d'ossigeno, è tipica di varie malattie:
Anche l'altitudine e l'anemia si associano a quadri di ipossia, per esempio tra i 5.000 e i 5.500 m di altitudine, la saturazione di ossigeno scende intorno all'85%.
L'ipossia si osserva anche nei pazienti con aterosclerosi, angina, infarto, ictus, trauma cranico e fratture costali. Inoltre, una carenza di ossigeno può verificarsi in caso di un'intossicazione da farmaci, da monossido di carbonio o da metalli pesanti (come il mercurio).

La saturazione di ossigeno può essere determinata su un campione di sangue arterioso, in genere prelevato dall'arteria radiale del polso.
L'esame non è doloroso, anche se alcuni pazienti lo considerano un po' più fastidioso rispetto ai classici prelievi venosi da una vena dell'avambraccio.
La saturazione di ossigeno può essere misurata anche in maniera non invasiva attraverso apparecchi portatili chiamati pulsossimetri (od ossimetri o saturimetri), che permettono di stimare rapidamente la quantità di emoglobina legata all'ossigeno applicando l'apposito sensore a un dito della mano o al lobo di un orecchio.

La misurazione della saturazione di ossigeno si effettua ambulatorialmente e non richiede una particolare preparazione.
La rimozione dello smalto dalle unghie prima dell'esame è importante, per non alterare i risultati.

L'ampiezza del segnale del pulsossimetro può essere condizionata da aritmie, ipotensione o profonda vasocostrizione sistemica.
La saturimetria permette di sapere se i valori di ossigenazione del sangue sono normali o inferiori alla norma. I risultati permettono di individuare se vi è un'insufficienza respiratoria e di quale entità, per impostare un'eventuale ossigenoterapia.
Una ridotta quantità di ossigeno nel sangue può determinare l'ipossiemia. Tale condizione comporta manifestazioni quali pallore della cute e delle mucose (cianosi), iperventilazione e dispnea, oltre a generare uno stato di confusione e spaesamento. Spesso, l'ipossiemia si associa ad ipossia, cioè a una carenza di ossigeno disponibile nei tessuti.
Le cause sono attribuibili a disturbi di ventilazione e di ossigenazione, quali apnee notturne, polmonite, embolia polmonare ed insufficienza respiratoria. Queste condizioni patologiche comportano, infatti, un'ipoventilazione alveolare, ossia l'aria che lascia i polmoni è meno ricca di ossigeno rispetto alla norma. Ciò può accadere anche quando le alte vie respiratorie sono occluse, quindi impediscono il passaggio dell'ossigeno. Chiaramente, tale deficit provoca un danno correlato alla durata dello stesso evento ipossico: dalla diminuita sintesi di ATP, alla morte cellulare.

La percentuale di emoglobina satura di ossigeno in condizioni normali è maggiore del 95%, con valori ottimali intorno al 97-98%.
Tuttavia, in presenza di alcune malattie, principalmente polmonari, una percentuale inferiore di globuli rossi lega e trasporta ossigeno all'organismo; di conseguenza, la saturazione d'ossigeno scende al di sotto del 95% e, raggiunti valori inferiori al 90%, si parla di ipossiemia, ovvero di una ridotta quantità di ossigeno nel sangue.
Un valore inferiore all'80% testimonia uno stato ipossico grave.

Ora che vi siete edotti smanettate pure alla ricerca dei vari saturimetri e vi auguro un buon 95 di percentuale e ricordatevi di togliervi lo smalto e questo vale sia per donne che per uomini e per vie di mezzo.

Nessun commento: