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domenica 30 agosto 2020

Percentuali di vita.



Lo sento dentro quel vecchio
leone che ancora ruggisce,
lo sento ancora scuotere
l'anima ad ogni respiro,
ringhiare ad ogni colpo schivato,
reagire d'istinto all’IGMK.
Una vocale tre consonanti
E delle fredde percentuali..
che sono queste percentuali?
Per me son solo dei numeri
e divento freddo come il marmo
il pensiero si blocca
e il cuore urla di rabbia
non conta quanto faccia male,
non esiste catena ne TSH che
possa fermare la voglia di non mollare.
Non ci vado al tappeto,
non ora, non questo round, non oggi,
l'ho sussurrato nel vento,
l'ho promesso a me stesso.
e alle erbe di Maria Treben.
Sul web leggo chi stava benissimo
e si e' rovinata la vita coi numeri di cui sopra.
L'esito dice che si tratta di mieloma o leucemia
cellule impazzite che veleggiano nel sangue..
il medico non lo conosco e dovrei rifare analisi.
Ste analisi volevano le rifacessi ogni due mesi..

col cazzo che mi faro' intimorire..
vedevo un neo strano sul braccio..
chiodo del 90 arroventato sul fuoco
e via a sto neo..
ce ne stava un'altro che da tre anni si ingrandiva
altra bruciata a sto coso a forma di america latina
stavolta ci son stati dei postumi..il neo si vendico'
io resisto a ste analisi e non le faccio
Te capi'..testina
Troppe volte ho lasciato
indietro pezzi di me
che non ho piu’ ritrovato,
troppe volte ho avuto bisogno
e non ho voluto chiedere,
troppe volte mi ritrovo a rimpiangere
treni che non ho preso.. vero Juan?.
Prendo spunto da te e lo
trasformo in un post mio
che diventa automaticamente tuo
Per la vita che ho vissuto..
..opps che sto vivendo..
Seduto dietro un vetro
guardo e non osservo
il nero profondo
che e’ davanti i miei occhi.
Fisso il vuoto
a mani incrociate,
senza trovare mai il coraggio
di puntare giu’ lo sguardo.
Senza sorridere perche’
Diventerebbe una smorfia.
Sento voci sussurrare
melodie conosciute
ma non so ricordarne il senso,
recito il mio copione
strappando applausi e finti sorrisi,
mi emoziono e chiudo fuori
gli sguardi affamati.
Aspetto l'ultima luce,
aspetto l'atto finale
con la consapevolezza
che per un uomo senza veli
non esiste il lieto fine.


Quanti sassi ho ingoiato,
quanti respiri ho trattenuto,
quanta paura ho avuto,
quanti sogni ho cancellato,
quanti colpi ho schivato,
quante volte ho ricominciato.
Eppure sono qui,
sono ancora qui per ripartire
con il coraggio di chi
sa anche sbagliare,
sotto il vetro della mia scrivania
stava scritto in grande
IO NON SBALIO MAI
I'M THE BOSS
pronto come sempre...
il treno sta rallentando
ma non vedo ancora la fermata
semmai tirero' quel segnale
e godro' nel sentire la frenata
sperANDO solo che altri compagni
viaggiatori non debbano cadere..
 azz..fuori il vento di garbino
sta sibilando a 44 gradi..
Basta riflessioni e vado di grappino.
(con la genziana ovviamente).
Ti voglio bene lettore
perche' tu mi hai capito.
Sono un pirla, passo e chiudo.


Foodscapes.

Il fotografo inglese Carl Warner ha creato una serie di fotografie utilizzando solo cibo per la formazione degli scenari.

La cosiddetta "foodscapes" (unione delle parole  cibo  e  paesaggio) mostrano grotte sottomarine, foreste, spiagge sole e anche cascate, utilizzando frutta, verdura, formaggi.
















DAI.. ECCO LA STRISCIA DOMENICALE DI STEFANO


lunedì 24 agosto 2020

Lo scafista Garibaldi trasportava cinesi che poi venivano venduti come schiavi.


Ehi camicia rossa, lo sai che il tuo heroe de ambos mundos oltre aver venduto anzi svenduto il Sud Italia ai Savoia, oltre ad accordarsi coi mafiosi e camorristi durante le imprese dei mille in Sicilia e poi a Napoli, oltre che aver provato (lui massone) ad offrire i propri servigi alla Chiesa di Roma..l'eroe dei due mondi faceva pure il negriero?
Sti catz ...Se fosse vissuto oggi sarebbe un giorno si' e l’altro pure, ospite fisso in Sicilia tra Augusta, Pozzallo e Porto Empedocle e pure Settimo Torinese .
Ti hanno mai raccontato i libri di storia che il nostro ‘eroe’, oltre che avventuriero, corsaro e predone, quando era esule in America fu scafista ante litteram e anche negriero?
Altro che heroe de ambos mundos...
Garibaldi fu l’effimera rivoluzione dei generale gattopardo.
La sua spedizione fu una grande mistificazione storica con conseguenze deleterie che poi si ripercossero sui siciliani.
Una volta si diceva che era impossibile e quasi un reato parlare male di Garibaldi quindi muti e rassegnati..ma non tutti neh.
Oggi i tempi sono cambiati, anche se da parte di alcuni...che per fortuna sono sempre molti di meno .. stoicamente, si e' tenta ancora di stendere un pietoso velo di complice omerta' su verita che riguardano questo equivoco personaggio, verita' sconosciute ai piu' e anche ai meno.
Ma torniamo al buco nero e infamante dell’attivita' di negriero del predicatore della “fratellanza universale”...
Siamo nel 1850. Garibaldi, dopo la caduta della Repubblica Romana e la morte di Anita (qui faro' un capitolo a parte in quanto e' stata forse strangolata e non si sa da chi ed era di peso al fuggitivo Giuseppe... essa era incinta alsesto mese e pure malata), e' di nuovo in fuga e costretto a un secondo esilio.
Va in Africa, prima a Tunisi poi a Tangeri e infine si imbarca sul veliero americano Waterloo alla volta di New York ove giunge la mattina del 30 luglio.
Al suo arrivo, anziche' scendere dalle scalette come tutti gli altri passeggeri e' calato dalla nave, poiche' immobilizzato dall’artrite, con un paranco assieme ai bauli dei passeggeri.
Per qualche tempo lavorera' nella fabbrica di candele di Antonio Meucci; poi, stanco di un lavoro a lui per niente congeniale, nell’ottobre del 1851, raggiunge il Peru'.
A Lima ottiene da un suo connazionale, l’armatore Pietro Denegri, il comando di una nave, la Carmen, con un equipaggio di quindici uomini. Scopo dell’ingaggio era il trasporto di un carico di guano (sterco di uccelli e ottimo fertilizzante) in Cina.
Il 10 gennaio 1852, la Carmen, battente bandiera peruviana, al comando di Garibaldi, carica di guano, parte da Lima per raggiungere Canton tre mesi dopo, il 10 aprile. Dalla Cina, dopo aver venduto il fertilizzante, ripartira' per il Sudamerica con un carico di differenti generi: seta e “cineserie”.
Pronto il carico, lasciammo Canton per Lima”, riporta Garibaldi nelle sue memorie.
Ma di quale carico si trattasse non viene precisato dal nostro ‘eroe’, al contrario di altri casi dove nei suoi ricordi e' pieno di dovizie di particolari.
Chi, invece, e' nella fattispecie prodigo di notizie e di lodi nei confronti del nizzardo e' il suo armatore, Giuseppe Denegri, il quale mai si stancava di ripetere che “Garibaldi mi ha sempre portato cinesi (‘coolies’) grassi e in buona salute”.
L’armatore era contento perche', normalmente, avveniva che l’indice di mortalita' fosse altissimo: tra il 15 e il 20% degli schiavi trasportati.
Quindi, Garibaldi nel suo lavoretto da negriero era, in buona sostanza, a detta di Denegri, abbastanza umanitario, perche' durante il viaggio, trattava i ‘coolies’ piu' come uomini che come bestie.
Praticamente, con queste affermazioni l’armatore intendeva ringraziare Garibaldi, schiavista buono, che non gli aveva deteriorato il “carico”, consentendogli così piu' lauti guadagni.
Ovviamente, il Denegri ometteva di dire quale fine facessero poi i coolies trasportati in genere dalle navi negriere, secondo gli usi e gli abusi di quei tempi e di quelle terre.
I cinesi sbarcati a Cuba erano venduti in un apposito mercato e trattati come cani e maiali!
In Peru' la situazione di quei poveretti era altrettanto tragica, in particolare per quelli impiegati nelle cave di guano (le guaneras) dove venivano sfruttati e giorno e notte sorvegliati da guardie armate per evitare che si suicidassero.
Gli estimatori e gli agiografi di Garibaldi, su questa infamante parentesi della sua vita, si prodigarono nel dire che non c’era niente di vero e che era tutta una montatura.
Ma al di sopra di tutto vi e' la disinteressata e anche, per quanto detto, per certi versi interessata, testimonianza del Denegri che, suo malgrado, getta un’ombra di infamante sospetto su questo “apostolo” della liberta' delle razze e della fratellanza universale e mai come in questo caso il sospetto fu l’anticamera della verita'.
Come se son bastasse, in una intervista del 20 gennaio 1982 nel centenario della morte del plurieroe, anche Giorgio Candeloro, storico del cosiddetto risorgimento, alla giornalista Laura Lilli che gli chiedeva una “valutazione su un Garibaldi vero, fuori retorica”, lo storico confidava:
Comunque Garibaldi, un po’ avventuriero, un po’ uomo d’azione, non era tipo da lavorare troppo a lungo in una fabbrica di candele.
Va in Peru'; e, come capitano di mare, prende un ‘comando’ per dei viaggi in Cina.
All’andata trasportava guano (depositi di escrementi di uccelli che si trovano nelle isole al largo del Peru'), al ritorno trasportava cinesi per lavorare il guano: la schiavitu' in Perú era stata abolita e il guano non voleva lavorarlo piu' nessuno”.
Insomma – afferma Candeloro – un lavoretto un po’ da negriero.
E così lo storico conclude l’intervista a proposito di Garibaldi:
Era un avventuriero, un uomo contraddittorio, fantasioso, un personaggio da romanzo“.
In sostanza il risorgimentalista Candeloro da' per scontato che la Carmen avesse trasportato ‘coolies’.
Quei cinesi, come gia' detto, venivano venduti come bestiame, per l’esattezza “come cani e maiali”, sui mercati di carne umana di Cuba, Stati Uniti e Peru', e in quest’ultimo Paese, guarda un po’, venivano dirottati nelle cave di guano dove il manico del mestolo lo manovrava anche quel Don Pedro Denegri armatore della Carmen la nave di Garibaldi che gli trasportava i ‘coolies’.
L’Italia e' il Paese dove, qualche tempo fa, qualcuno ha definito lo stalliere di Arcore un eroe ed a questo punto non c’e' tanto da meravigliarsi se, per 160 anni a questa parte, un negriero, un avventuriero, un corsaro e un predone e' stato, a sua volta, dalla storiografia ufficiale e di regime, definito parimenti un eroe.
Sic transit gloria mundi..



mercoledì 5 agosto 2020

I Sentieri di Black. Chaberton: il Gigante delle nuvole


Avete lumato il filmato del 2018 per la salita allo Chaberton?
Ora non voglio inserire in questo commento degli aggettivi ma, senza insegnare niente a nessuno, dare solo dei suggerimenti. 
Dislivello 1861 m; lunghezza 14,2 Km solo salita.
Partenza dalla chiesa di Fenils poi: Pra Claud, Grange Quagliet, Bivio Osservatorio, Rocca Tagliata, Pian dei Morti, Colle Chaberton, Forte Chaberton, Colle Chaberton, Ricovero Sette Fontane, Montgenevre, Claviere, Cesana, Fenils.
Consigli: per tutta la salita si usa un rapporto 22/30 ed in alcuni tratti (ma solo nei primi 6 Km) un 22/28 ma dal colle Chaberton al forte Chaberton ci vorrebbe un 22/32 o un 22/34. 

Tutti gli altri rapporti non servono fino a quando non arrivate sull'asfalto a Montgenevre e potrebbero anche non servire mai perche' tanto da lì è tutta discesa fino a Fenils.
Pneumatici: da 2.00 in su e ovviamente i piu' tassellati (da roccia) che trovate in commercio.
Acqua: minimo 1300 cc o piu'.
Pedali: meglio i pedali normali e un buon paio di scarpe da trekking con suola vibram non consumata.
Freni: in perfetto stato di funzionamento (tutti e due!).
Camera d'aria di scorta e pompa: dal colle al forte Chaberton ci sono chiodi e filo spinato sul sentiero e sulla spianata.
Come si affronta la salita: su tutto il percorso non c'e' ombra, quindi per quelli a cui non piace il sole la partenza deve essere tassativamente fra l'aurora e l'alba e cioe' appena si vede la strada (usare comunque crema solare antiscottature e occhiali con protezione UV). 

Per i primi 6 Km circa consiglio di risparmiare le energie nel modo piu' assoluto con velocita' lenta, senza strappi e soste frequenti per recuperare fiato-cuore-gambe.
E' inutile sforzarsi qui tanto salite cosi' se ne trovano a dozzine anche in altri posti. 
Intanto vi siete portati a circa 1600 m slm abituandovi a respirare in quota.
Poi ci sono i secondi 4-5 Km circa dove le persone normali spingono la bici al fianco.
Ma perche' devo spingere la bici al fianco?
Per "NON PEDABILITÀ" si intende:
a) i pedali e/o la corona anteriore (42) e/o il deragliatore posteriore urtano massi e/o rami e/o scalini;
b) la frequenza dei sobbalzi simultanei, o in breve tempo sulle due ruote, dovuti ad ostacoli fissi alti almeno 10 cm è tale da non permettere un andamento rettilineo della mtb;
c) almeno il 50% della pedalata va a vuoto a causa dello slittamento della ruota posteriore oppure a ogni pedalata la ruota anteriore si impenna.
Nel caso a) e' impossibile proseguire in sella salvo la rottura meccanica della mtb, nei casi b) e c) si puo' proseguire lo stesso in sella ma le energie finiranno molto rapidamente. 
In questo secondo tratto ci sono tutti e 3 i casi, il fondo e' un misto fra pietre grosse come un melone che vi fanno saltare la mtb a destra e sinistra e uno sfasciume di pietre grosse come fagioli-noci che fanno slittare la ruota posteriore. Ogni tanto si trovano dei tratti lunghi 10-15 m dove si puo' anche pedalare pero' monta e smonta dalla sella, mah ?!? 
Sei un agonista internazionale sia in CrossCountry che in Marathon con un ottimo ranking? 
Hai già concluso almeno una IronBike? Si?? Bene lascia la vettura a Pra Claud (1589 m slm) ovviamente prima del cartello stradale "Divieto di Transito" e pedala anche in questo secondo tratto, e' un buon allenamento!!! Da 2 tornanti prima del Colle Chaberton si puo' ritornare in sella ma... ormai vi trovate a 2670 m slm circa e state andando ai 3131 come vanno i vostri polmoni ed il vostro cuore? 
Avete risparmiato le forze prima? Diciamo che la salita allo Chaberton inizia qui, la salita e' circa al 20% di pendenza? 
Terzo tratto, sentiero single track. 
Se voi e la mtb siete ok salite al forte; la ruota dietro slitta sovente pero' si puo' fare quasi tutta in sella, del resto mancano meno di 4 km (piu' o meno) e il panorama (se non ci sono troppe nuvole) vale qualsiasi sforzo. Il 30/06/06 c'era ancora un nevaio lungo circa 30 m sul sentiero da fare con la mtb in spalla. 
Ora inizia la discesa. 
Se non siete capaci di piazzare la ruota anteriore dove volete voi, calcolate che anche in discesa dovrete spingere la bici al fianco per lunghi tratti. Il sentiero del resto e' un single track che, per una mtb, e' esposto, un piccolo errore e...  Prudenza! 
Il sentiero e' comunque uno sfasciume di pietre instabili quasi privo di terra di compattamento. 
Dal Colle Chaberton al Ricovero Sette Fontane e' quasi tutto con bici al fianco, ci sono tre passaggi in cui si porta la mtb in spalla. 
Poco piu' a valle del Ricovero Sette Fontane si sale in sella su una carrozzabile sterrata che porta a Montgenevre in Francia.
Prego astenersi i puristi del 100% in sella (andate allo Jafferau). 

Niente autoveicoli 4wd, niente quad, niente moto da enduro e quindi niente gas di scarico e polveroni. 
Chi ha una mezza idea di salire allo Chaberton in mtb si decida in fretta, in quanto la strada da Fenils in assenza di manutenzione si trasformerà da "mtb al fianco" a "mtb in spalla" poi "solo a piedi" e poi a "traverso su pietraia" nel giro di un lustro.
Comunque una sola considerazione: se il vostro CERVELLO non vorra' arrivare al Forte Chaberton non saranno sicuramente le vostre GAMBE a portarvici.
Rispetto.
Attenzione a non far cadere le pietre a valle, modera la velocità. 
Non fare inchiodate inutili.
Stai sui sentieri (anche in discesa).
Dai sempre la precedenza ai pedoni.
Porta sempre i rifiuti a casa.
Caga e piscia dove lo fanno i bovini e gli ovini e non dentro le fortificazioni e le grange/baite/ricoveri/caverne ma soprattutto fallo lontano da torrenti e laghi.
Non lasciare tracce del tuo passaggio.
Non accendere fuochi a meno che non stai andando in ipotermia (congelamento).
Il massimo onore è raggiungere la cima ma il massimo disonore è chiamare il soccorso alpino.
Prudenza, la montagna vince sempre e l'uomo perde.

Ma vaff.ncl


Sto tempo schifa mi mette dell’umore giusto, altro che non vedere il bicchiere mezzo pieno..
Ogni giorno ogni cazzo di rottura di balle.
E’ un richiamo alle armi, tutta la vita, tutti i discorsi di cui poi perdo il filo.
Ma quale filo? Smettila di leggere e so' di perdere battute per gli sponsor come al grande fratello nip.. non continuare la lettura..esci dalla tua paratassi che ti si vede la protesi ingiallita dalla curcuma e dalle nazionali esportazioni senza filtro.
Ma quale paratassi, ma quale ipotassi, ma quali schemi.

Non esiste la vita, figurarsi l’evasione da essa, non esiste una cazzo di verita’, figurarsi le risposte alle domande.
Non ho capito se sono io che non ci arrivo o se sono altri che pongono domande senza risposta.
Merd..
E davvero ancora stanno cercando un modo di essere lineari per uscire da questo malbenedetto covid19?

Ma non ti rendi conto che basta un bicchiere di vinaccio (il tuo) per perdere la linea retta del cammino?
Basta aver il coraggio di spostarsi trenta centimetri piu’ in la’ e il mondo diventa un cazzo di 2d distorto e mostruoso che ti appare alieno.
Vaffanculo!
Quale regola? Quale famiglia? Quali parenti serpenti?

Quale trascendenza se nemmeno io ho capito come si mettono i piedi in fila? E’ come chiedere ad un bambino di tre mesi cieco di descriverti l’uso del colore piatto in Basquiat writeroso sul muro dei box del Calgary..
E sti scopatori socialmente inutili che anziche’ andare di ramazza,  aspettano il garbino per vedere il lungomare pulito dai bicchieri della movida notturna del pizzammore.
Grazie a Dio il tempo passa dritto ed inesorabile e rende limitato il momento in cui l’universo ti crolla addosso e allora tu ti metti a battere su una tastiera di plastica con le lettere che scompaiono tipo A I L O, cercando qualcuno a cui far leggere i tuoi post da pirla (ingressi mensili 89.725).

Con tutto il rispetto per i pirla, almeno loro sono pirla e non se ne rendono conto, considerato che continuano a leggere questo sproloquio blasfemo tipo BenignANO.
Cosa mi manca? Cosa cazzo Ti manca???
Voglio poter guardar tutti negli occhi, non ci riesco a sentirmi un gradino piu’ in basso e soprattutto non mi rendo conto di avere ormai l'eta' dei datteri.

Non ce la faccio ad esser indietro.
Me ne fotto dei miei quindicivirgolasessantacinque lustri, se ho visto piu’ cose, se ho avuto la possibilita’ di avere piu’ esperienze’.
Sono il classico pilota che in autostrada vuole superare tutte le macchine e faccio perdere tre anni di vita alla Lella ogni volta che vengo a Casalcoso melmoso.
Continuero’ a correre fino a quando un guardrail non si allunghera’ e mi ghermira’.
E allora ciao.
E non ridere coglione... ti ho detto di smettere la lettura o finirai nel canto quattordicesimo, terzo girone settimo cerchio.

C’e’ un guardrail per ognuno di noi.
Ognuno, nessuno scampa.
Vale anche per te testadivitello che vedi pure tu il bicchiere meta’ vuoto (perche’ te lo sei cannato), forse per dimenticare il pirla che sei.
Cerco un modo diverso di dire le cose che tu non le potrai mai capire perche’ sei un coglione.Capra..capra..capra.

Alla fine ritorno sempre su questa cazzo di tastiera con questi quattro tasti consumati dalle lettere quasi invisibili.
Colleziono complimenti e anche tanti, pero’ non colleziono soddisfazioni che durino piu’ di due sillabe (o cinque se c’e’ anche la lode col bacio in fronte).
Sembra fatto apposta, non vai ne’ avanti ne’ indietro.

Sono sempre qui e fuori ci son tuoni di merda.
Sono sempre nello stesso cazzo di punto.
Un infecondo gusto del lamento, fine a se stesso, non creativo, non propositivo e il tempo passa inesorabile bruciando le giornate rimanenti al capoliea.

Indietro di un milione di anni almeno.
Invidioso di tutto, pure della Divina Blasfema Commedia del nasone, anche se poi magari io ho di piu’, non importa.
La punteggiatura, la grammatica, l’insieme delle regole che mi dovrebbero condurre ad un nuovo alito. Invece no.
Cosa devo fare? Cosa devo fare? Cosa cazzo devo fare? Cosa cosa cosa cosa cosa cosa cosa cosa cosa cosa cosa? Cosa cosa cosa? Cosa?
Cosa?
Voglio arrivare, e una volta arrivato voglio ripartire e riarrivare.

Non mi basta mai nulla (quindi non arrivero’ mai da nessuna parte). Chissa’, magari anche Kieslowski o Kubrick poi non erano tanto soddisfatti quando riguardavano i loro film. film? devo fare un film? devo fare? Io voglio esplodere imbrattando di merda la villa della Gabriella.
Esser ricordato come il momento di censura.
Tra il prima e il dopo lasciando perdere il presente..
Voglio essere la linea di demarcazione tra cio’ che veniva prima di me e cio’ che e’ venuto dopo.

E non mi basta esser tra i migliori blogger (modestia molto a parte). Devo esser in cima.
Devo arrivarci, eppoi salire, eppoi sbriciolare la montagna.
Voglio esser un cannibale… la gente, se vuole, puo’ accodarsi.
Io voglio arrivare in cima ad un cima che non esiste.
Perche’ so, lo so! che nessun punto sara' mai un punto di arrivo.
Quindi qual e’ la soluzione a questa giostra?

Devo passare tutta la vita a correre un maratona su un tapis-roulant?
E lascio un ellisse.
Dov’e’ il punto di fuga? Nella morte? Nella morte. Nella morte!?

Non lo so, perche’ e’ incapibile.
Devo fare la cosa piu’ bella, devo fare qualcosa che incarni questa mia tensione verso il nulla?
Ma come si fa? Come come come come? Come?
Di sicuro non attraverso questi tasti di plastica, di sicuro non attraverso ai tuoi limitati occhi di pirla che sta ancora leggendo questo sfogo agostese piovoso e merdifero.

Di sicuro non attraverso un vocabolario.
Devo poter prendere l’universo e modellarlo all’infinito, in un insoddisfatto tentativo di dargli una forma piu’ perfetta di una sfera. Piu’ sferica di una sfera.
Piu’ rotondo.
Piu’ tutto del tutto.
E’ una corsa verso l’annientamento.

E adesso ingurgito questo bicchiere di grappa amarizzata dalla genziana che fa tanto schifo a Enricolegno e mando aff. tutti quanti compreso te che sei arrivato sino in fondo.


martedì 4 agosto 2020

Imparate la Programmazione informatica.



Certo e' che molti uffici stanno abbassando le serrande e ci si rimane con le braghe di tela e la necessita' di trovare un lavoro.

Nel campo informatico ci sono molte opportunita' o quantomeno ve ne sono molte piu' rispetto ad altri campi.

Imparare a programmare non e' riservato solamente a professionisti ..al contrario, apprendere alcuni elementi di una programmazione di base, puo' tornare molto utile anche per quelle figure che operano in altri settori del mondo digital.

Proprio per questo motivo il coding viene insegnato gia' dai primi anni di scuola e i progetti finalizzati all’apprendimento della programmazione ai ragazzi sono sempre piu' numerosi.

Una buona competenza nell’ambito della programmazione e' in grado di arricchire notevolmente il profilo professionale per chi svolge altri ruoli all’interno di aziende di settore e potrebbe rappresentare l'opportunita' per far decollare definitivamente la carriera.

Tutto questo soprattutto se le nuove abilita' sono attestate da un percorso formativo d’eccellenza.

I linguaggi di programmazione in circolazione sono numerosi... SQL, PHP, Javascript, e molti altri ancora.

Ognuno di questi ha delle sue peculiarita', ed e' destinato ad un certo tipo di applicazione.

Javascript ad esempio, e' un diffusissimo linguaggio di scripting anche piuttosto semplice da imparare.

Tale linguaggio viene impiegato per la realizzazione di siti web, applicazioni e software.

E' talmente utilizzato che persino l’app di Facebook e' stata sviluppata in Javascript, ma anche alcune piattaforme molto note come PayPal e Groupon utilizzano questa tecnologia nei loro web server.

Le caratteristica principale di questo linguaggio, consiste nel poter rendere dinamiche le pagine.

Non e' nemmeno richiesta la gestione di ambienti per la programmazione.

Ad ogni modo pero', quello che deve essere chiaro e' che a prescindere dal linguaggio utilizzato, questo sara' da considerarsi universale.

Cio' significa che sara' compreso in ogni parte del mondo, da ogni programmatore che conosce il medesimo linguaggio.

Per poter comprendere ancora meglio l’importanza di imparare la programmazione, basti pensare all’inutilità di una bellissima auto tecnologicamente avanzata, ma senza carburante.

Lo stesso discorso puo' essere applicato al mondo dei computer e della tecnologia in generale... anche in presenza di un hardware avanzatissimo, in assenza di una corretta programmazione, il computer diventerebbe del tutto inutile.

Proprio per questo motivo, chiunque in futuro sara' in possesso delle competenze derivanti dall’aver appreso uno o piu' linguaggi di programmazione, magari seguendo un corso completo come quello di Aulab, potrebbe rivestire un ruolo molto importante.

In altre parole si potra' diventare l’equivalente del carburante per l’automobile, facendo fare al computer quello che si desidera.