Si pecca in pensieri, parole, opere e omissioni.
Questo e’ cio’ che ti insegnano da bambino, e se non te lo insegnano esplicitamente te lo fanno entrare in testa in maniera subliminale.
E’ una frase ad effetto.. uno slogan, un po’ come: “mi chiamo Virgola, il tuo gattino, mettimi sul telefonino”, “se c’e’ la goccia..e’ Gim”, “e io pagaaaaaaaaaaa”.
In termini strettamente morali, volendo dar credito allo slogan, se penso che qualcuno meriti di morire, tanto vale che glielo dica.
Se penso che meriti di morire, tanto vale che lo uccida.
Se e’ qualcun altro a pensare che qualcuno meriti di morire, ed e’ determinato a mettere in atto il suo pensiero, tanto vale che glielo lasci fare… chi cazzo sono io e sei tu per impedirglielo?
In
ogni caso la mia fedina
morale
ne risulterebbe compromessa in tutte le maniere e il mio rimorso idem
con patate.
Ma mi rendo conto che su questioni come questa ci sia
gravita’ e gravita’.
Se penso di uccidere qualcuno e’ grave, ma se lo uccido davvero e’ molto grave, a rigor di logica, almeno.
Poi poi ..c’e’ da considerare, pero’, che se uccido qualcuno, e mi beccano, finisco in galera, se provo ad uccidere qualcuno, pur non riuscendoci, e mi beccano, finisco in galera comunque.
Finisco in galera anche se si sparge in giro la voce che intendo uccidere qualcuno.
Certo
e’ che se lo penso e basta… ho buone probabilita’ di salvarmi
il culo, ma non ne sono del tutto sicuro.
Limitarsi al pensiero ti
tiene in qualche modo piu’ al sicuro, ma non fa di te una persona
migliore.
E’ una questione dannatamente complicata, fare lo slalom tra fede e sentimento e fatti della vita… ti turba anzi ti maxturba.
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