Ogni anno, in Italia, si producono circa 160 milioni di chili di olio vegetale esausto da utenze domestiche, buona parte del quale viene gettato negli scarichi domestici.
Ma se buttato nel lavandino, dove finisce? E quali danni provoca nell’ambiente?
Se arriva nel suolo, deposita un film sottilissimo attorno alle particelle di terra e forma così uno strato di sbarramento tra le particelle stesse, l’acqua e le radici capillari delle piante, impedendo l’assunzione delle sostanze nutritive. Se arriva in falda, forma sopra di essa uno strato lentiforme che si sposta con la falda stessa verso la valle e può raggiungere pozzi di acqua potabile anche molto lontani, rendendoli inutilizzabili; infatti un litro di olio mescolato a un milione di litri d’acqua basta per alterare il gusto in limiti incompatibili con la potabilità.
Se arriva su uno specchio d’acqua superficiale può andare a formare una sottile pellicola impermeabile che impedisce l’ossigenazione e compromette l’esistenza della flora e della fauna.
In mare, infine, l’olio disperso in mare forma un velo sottilissimo che impedisce la penetrazione in profondità dei raggi solari con evidenti danni all’ambiente marino e tra l’altro pregiudica anche il funzionamento dei depuratori.
Se invece viene correttamente raccolto, da un litro di olio vegetale esausto è possibile produrre un litro di biocarburante a basso impatto ambientale.
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