Da buon quadriventenne e passa cerco di spendere le calorie utilizzando la mia due ruote bike e l'altro giorno mentre ero sulla salita del parco della Mandria di Venaria con le vene del collo che esplodevano, mi sorpassa una vecchietta di 55 anni su bici con un cestello di 6 bottiglie di acqua minerale … maledette bici elettriche e mi fanno ricordare quel ragazzo di Collegno che nel 2022 ha rimediato una multa di 6.000 eurini perchè viaggiava su una mountain bike trasformata in moto.
Sto povero pirla aveva comprato online un serbatoio e un motore e li ha montati sulla bici seguendo un filmato trovato su youtube ed è stato fermato da solerti agenti della polizia municipale che avevano notato quel mezzo che non avrebbe dovuto circolare su una strada senza patente senza bollo e senza assicurazione e quindi in breve la multa è stata per..
guida senza patente (art 116 c15 CdS), 2257 €;
guida senza assicurazione (art 193 c2 CdS), 866 €;
veicolo non omologato (art 77 c3 CdS), 866 €;
targa non propria (art 100 c12 CdS), 2046 €.
Ora faccio excursus su chi nel tempo ha motorizzato le biciclette e per chi non fosse appassionato di motori, premetto che esistono dei precedenti con la Ducati che ha iniziato la sua storia motoristica così, fabbricando kit di trasformazione per bici, e poco dopo bici motorizzate complete.
L'idea dunque non è che sia poi così nuova.
Mi ricordo che da ragazzini ci si ingegnava a motorizzare la due ruote e dato che non esistevano youtube o internet dove si possono trovare i pezzi, i motori erano recuperati da motoseghe, motozappe, tagliaerba un po' di tutto.
C'erano zone di boscaglia adibite a informale immondezzaio (altri tempi…), per cui noi ragazzini sui dodici, tredici, quattordici anni andavamo a caccia di rottami a motore.
Con un po' di fortuna, si trovavano anche motori di moto e scooter 50cc.. all'epoca i cinquantini avevano un targhino legato al proprietario ma non al mezzo, quindi quando il motorino aveva reso l'anima staccavi il targhino (che potevi mettere su un altro cinquantino senza costi di passaggi di proprietà) e lanciavi il catorcio in qualche fossato...
Per la maggior parte era roba irrecuperabile, almeno per i nostri mezzi e le nostre competenze, che smontavamo per il puro gusto di imparare qualcosa.
Del resto, chi butta via roba pronta all'uso e perfettamente funzionante?
Tuttavia ogni tanto ne usciva qualcosa con del "potenziale".
Cioè qualcosa che si poteva sistemare e poteva prestarsi a qualche progetto malato.
Dopodiché, ci si riuniva nel garage o nella rimessa dello zio o del nonno di qualcuno (che erano più o meno consenzienti, "basta che non vi fate male e che non fate casino") e si iniziava a dar vita a qualche… aggeggio motorizzato su ruote.
I risultati ovviamente erano quelli che erano... inesperienza, mancanza di un'educazione tecnica formale, attrezzi scarsi e zero soldi non sono esattamente la ricetta per uno sfavillante successo.
L'importante (e il divertente) tuttavia era provarci.
Imparare.
Sporcarsi le mani di grasso, impregnare i vestiti di miscela al 3%.
E se ne usciva fuori qualcosa di buono, tanto meglio.
In ultima analisi delle bici a motore devo avere in cantina un Aquilotto della Bianchi, quello che dovevi abbassare il rullo motore che ti segava il copertone della bici e se passavi su parti bagnate slittava e dovevi pedalare... bei tempi
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