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martedì 8 ottobre 2024

Facciamo il punto e anche la virgola su Hammas.

 

Il pellegrino sprovveduto che assiste a sta guerra in atto di solito cambia pagina ma comincio ad avere un bruciore di culo ed è arrivato il momento di chiedersi perchè l'Iran non interviene in aiuto del Libano mentre gli USA possono entrare militarmente in aiuto di Israele e quindi cerco di rispondere non prima di essermi documentato su fonti libere da divieti governativi..

L'Iran non interviene in aiuto del Libano, ma dagli sciiti armati che ci abitano e che da anni lanciano missili contro Israele e queste azioni di guerra hanno causato da tempo lo sfollamento di 60.000 israeliani dal nord di Israele.

All'Iran del Libano in sé non importa un belino di niente.

Anzi, alcuni abitanti del Libano, che è una realtà politico-religiosa piuttosto articolata, non sono propriamente simpatici agli ayatollah che vorrebbero imporre la loro religione e il loro comando su tutti.

All'Iran importa nel Libano solo del "Partito di Dio", in arabo traslitterato "Hezbollah".

La parola "partito" è qui abbastanza fuorviante.

Quel partito, infatti, esiste politicamente solo come emanazione successiva di paramilitari armati.

Gli ayatollah di Teheran e Hezbollah sono da tempo "culo e camicia".

Per meglio dire, Hezbollah è una succursale di Teheran e da lunghi anni riceve da essa armi e soldi e anche strategie militari e piani per attentati.

Con quel potenziale Hezbollah ha osteggiato con violenza Israele, cosa che è tornata molto comoda agli ayatollah che non si sono esposti direttamente.

Hezbollah ha contrastato quasi settimanalmente Israele, appunto lanciando missili e compiendo attentati e poi nascondendosi nelle strutture urbanistiche dei centri libanesi.

Questo modo di operare secondo la tattica del mordi è fuggi ha un nome ben preciso e si chiama "terrorismo".

Hezbollah non è uno stato che si prende cura di un popolo e che ha leggi e un esercito.

No, è un'organizzazione terroristica formata da paramilitari e che usa i cittadini e le relative abitazioni come scudo.

Mi ricorda qualcuno tipo Hamas, un'altra fazione terroristica, voluta dai palestinesi e anch'essa supportata da Teheran, che sparava da ospedali e campi profughi...Bastardi...

Hamas è sunnita e i sunnoti sono i principali antagonisti religiosi degli sciiti, ma poco importa quando si tratta di a versare gli odiati israeliani.

In ogni caso Hezbollah è di gran lunga più potente e organizzata di Hamas.

Un altro ordine di grandezza.

E anche l'importanza per Teheran è ben diversa.

Tutto questo dovrebbe chiarire un primo punto: l'Iran non "aiuta" Hezbollah, nel senso comune del termine.

L'Iran la considera invece come una sua stessa propaggine.

In poche parole l'Iran è una nazione teocratica sciita che fa un uso strumentale di terroristi sciiti dislocati per i propri fini di egemonia strategico-religiosa in Medio Oriente.

Questo è tra l'altro uno dei motivi per cui l'Iran sta sulle balle a molti governi mediorientali.

Ora quando l'Iran interviene a supporto della sua agenzia in Libano, Hezbollah appunto, lo fa per difendere il suo disegno egemonico di fondo.

Non è che vada a salvare uno stato terzo, come tale riconosciuto.

Vuole invece preservare l'integrità di quel gruppo terrorista che è funzionale agli ayatollah e che questi considerano ormai come una loro proprietà acquisita, vista anche l'entità dei finanziamenti e del supporto in armi.

Così, dopo che Israele ha colpito duramente Hezbollah in Libano i veri capi dei terroristi che sono in Iran non hanno più potuto limitarsi a rafforzare il loro utile strumento libanese, ma si sono visti costretti a rifarsi direttamente sugli israeliani.

Teheran è venuta insomma allo scoperto, non può più stare dietro le quinte a manovrare Hezbollah.

Ed ecco infatti che, in occasione del funerale del capo dei terroristi libanesi Nasrallah ucciso dagli israeliani, viene fuori a Teheran per voce della "guida suprema" Ali Khamenei (che stringe un fucile russo davanti alla folla) quale sia uno dei pilastri del piano egemonico sciita: la distruzione di Israele.

Da osservare che questa finalità era ben esplicitata già prima da Hamas e Hezbollah.

Ora abbiamo la dichiarazione ufficiale altisonante nel sermone del mandante Khamenei.

È chiaro che l'Iran è uno "stato canaglia".

Come potrebbe non esserlo se fa uso di terroristi per i propri scopi e annuncia che un'altra nazione non ha il diritto di esistere? Questo ci porta agli Usa.

La definizione di stato canaglia (rogue state) si deve a loro.

Gli americani sono da sempre alleati di Israele.

Lo sono per affinità, per ragioni storiche e per interessi geopolitici.

Sia chiaro, Israele è l'unica nazione democratica ed evoluta in tutto il Medio Oriente.

Qualcosa vorrà pur dire, suppongo.

Va osservato che, mentre gli iraniani hanno assistito attivamente i terroristi nelle loro operazioni belliche anti-sioniste o hanno attaccato direttamente Israele, gli Usa non hanno finora sparato un colpo né contro Hamas, né contro Hezbollah.

Il supporto che hanno dato a Netanyahu è consistito solo in una fortificazione di "Iron Dome", la cupola anti-missilistica israeliana.

Gli americani - come anche i giordani, i britannici e mi pare i francesi - hanno infatti contribuito a intercettare i missili lanciati dall'Iran, annullando il pericolo per la popolazione.

Stiamo parlando di azioni di protezione, non di attacchi.

Direi che c'è una bella differenza col comportamento dell'Iran che usa terroristi per uccidere o tenta di uccidere direttamente.

Naturalmente questi sono distinguo che non interessano ai nostri eruditi manifestanti che, malgrado i divieti, vanno a fare casino nelle piazze italiane con i simboli dei terroristi e parlando di "fratelli iraniani".

Un piacere per gli ayatollah.

Ma questa è un'altra storia.

D'altra parte è pur vero che, a furia di tirare, la corda prima o poi si spezza.

L'Iran, con la sua arroganza militare e la sua retorica integralista, sta giocando col fuoco.

Gli Usa hanno già sparato qualche colpo (azzeccato) contro gli Houthi nello Yemen, un altro gruppo di terroristi sballati (sciiti, ma con qualche componente sunnita).

Questi, oltre che con gli israeliani, ce l'hanno con gli occidentali in generale e hanno già diverse volte sparato contro le navi commerciali nel Canale di Suez.

Questo dimostra che gli Usa vogliono far sapere che nella regione non stanno semplicemente a guardare. 

Iran e Hezbollah e altri eventuali terroristi in Iraq sono avvertiti.

Non è quindi escluso che se Israele risponderà, com'è estremamente probabile, al duplice massiccio attacco aereo di Teheran la successiva eventuale reazione degli ayatollah potrebbe questa volta dare luogo a un ruolo attivo degli Usa contro di loro.

Il pericolo di un'escalation c'è, ma è basso, appunto perché l'arroganza forsennata e fanatica degli ayatollah sta sulle balle a mezzo Medio Oriente.

Al momento gli Usa cercano di contenere la brama di risposta di Israele, sconsigliando ad esempio di colpire i siti di arricchimento dell'uranio in Iran.

Con Biden l'azione di contenimento degli Usa non è però molto efficace (un po' meglio con Blinken, la trottola).

Staremo a vedere.

Per concludere l'azione delle strategie militari, ognuno può intervenire in aiuto di chi cazzo vuole. 

Ci sono però due aspetti da considerare in questo contesto:

Primo - le conseguenze di queste azioni

Secondo - i princìpi (accento sulla seconda "i") che le orientano.

Questo è il mio punto di vista sull'attuale situazione...e stavolta lascio libero la zona commenti che posterò a priori....

1 commento:

Carlo Bonzi ha detto...

L'Iran, attualmente, è lo Stato canaglia maggiormente impegnato nella diffusione del terrorismo islamico in tutto il mondo.
E' uno Stato retto da una teocrazia che buona parte della popolazione non sopporta.
Uno Stato che dispone di una preoccupante capacità missilistica a lungo raggio che, unita a un programma di sviluppo dell'energia nucleare a scopi militari, rappresenta una concreta minaccia per tutto il Medio Oriente e per l'Occidente.
In questo momento, la possibilità che l'Iran inneschi una guerra nucleare in Medio Oriente o metta un ordigno nucleare nelle mani di qualche gruppo terroristico è molto più concreta di quella che la Russia usi un'arma atomica nel conflitto contro l'Ucraina.
L'Iran è una mina vagante.
Attentati in mezzo mondo, attacchi contro Israele, interdizione alla libera navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo Persico, fornitura di armi alla Russia (non dimentichiamo che la Russia sta bombardando l'Ucraina prevalentemente con i drone forniti dall'Iran e con le munizioni di artiglieria prodotte dalla Corea del Nord).
Questa mina va disinnescata.
Non si tratta di dare una "lezione". Si tratta di mettere l'Iran in condizione di non nuocere.
Se non lo facciamo oggi, rischiamo che un domani (non molto lontano) l'Iran avrà la capacità di colpire l'Europa con un missile balistico nucleare.
E dobbiamo farlo in modo intelligente, senza colpire la popolazione civile iraniana che, in buona parte, è contraria al regime.
COMMENTI RICEVUTI:
1 - Per fortuna l'Iran non ha sviluppato una bomba atomica altrimenti sono convinto che la farebbe esplodere prima di tutto a Telaviv e contemporaneamente a Washington, Parigi e Londra. Senza ripensamenti purtroppo.
2 - L'Iran non ha ancora la bomba atomica. Israele ha già bombardato a suo tempo le centrali di arricchimento dell'uranio, propedeutiche alla costruzione della bomba, e credo che lo farà di nuovo.
3 - L’Iran oggi ha due talloni d’Achille: Kharg, il terminal petrolifero in cima al Golfo Persico dal quale transita oltre il 90% del greggio iraniano e i porti sul Caspio usati per rifornire di armi la Russia.
Se si interviene in maniera chirurgica per distruggere l’uno e gli altri, si mettono due regimi detestabili in ginocchio senza danneggiare direttamente le popolazioni civili: gli Ayatollah restano senza soldi e i russi senza armi.
Utile alla causa anti asse irano-russo sembra anche la recente manovra saudita, il grande nemico dell’Iran.
I sauditi hanno annunciato un’aumento della loro produzione di greggio che mette in crisi sia Putin che l’Iran i quali sul greggio campano e necessitano di prezzi alti per poter sopravvivere. Putin, nel budget 2024 sta contando su un prezzo medio al barile di 70 dollari per realizzare il quale ha bisogno di prezzi internazionali ben più alti, visto che non può non vedere a sconto.
Tuttavia, la mossa Saudita potrebbe essere stata concepita di concerto con chi si appresta a distruggere Kharg per togliere dal mercato gli idrocarburi iraniani evitando o almeno mitigando un aumento prezzi che favorirebbe la Russia.