Si vis Pacem parabellum (If you wish for peace, prepare for war)e' parodiata da questo (si vis penem Paraculum)Fostivi tu mai? Se l'ipotiposi del sentimento personale, prostergando i prolegomeni della mia subcoscienza, fosse capace di reintegrare il proprio subiettivismo alla genesi delle concomitanze, allora io rappresenterei l'autofrasi della sintomatica contemporanea che non sarebbe altro che la trasmificazione esopolomaniaca. Haccene piu' di millanta da togo tuentinain nick di carlo bonzi.
Mi avete chiesto il significato che era citato nella vendita vini e mo' vi dico..intanto la bottiglia è questa..
La bottiglia aveva all’interno una pallina di vetro, che spinta dalla pressione del gas chiudeva ermeticamente la bibita.
Per aprirla bastava fare pressione con il dito sulla biglia, facendo uscire un po’ di gas, a quel punto la pallina scendeva e la gassosa si poteva bere.
Le bottiglie venivano soffiate a mano praticando una doppia strozzatura sul collo, alla base e all’imboccatura,in modo da contenere una biglia di vetro ed una guarnizione di gomma vicino all’imboccatura.
Dopo essere stata riempita con la bevanda, la bottiglia veniva capovolta iniettando l’anidride carbonica ad alta pressione (generalmente a 6 atmosfere).
Riportando la bottiglia in posizione verticale, la pressione del gas spingeva la pallina in alto verso la guarnizione posta sull’imboccatura, sigillando la bottiglia.
Per aprire la bottiglia era necessario premere la pallina con le dita, con un legnetto per far uscire il gas ed eliminare parte della pressione: a questo punto la pallina scendeva, pur rimanendo nel collo grazie ad una strozzatura che le impediva di raggiungere il fondo.
Dopo la scuola tra noi bambini scattava la caccia alla bottiglia, ci giravamo tutte le osterie del quartiere per saccheggiare i sacchi di immondizia sul retro dove spesso si trovavano le bottiglie vuote in attesa di essere restituite,e le prendevamo, le rompevamo e si recuperavano le palline.
Te capi’ ..testina io andavo di idrolitina,,
Oggi
il post ha per me sapore di nostalgia ed è riferito al blog che recentemente mi
hanno chiuso e stavolta non era per pirateria come nel caso del mio precedente togo29
del resto l'avevo rimesso in piedi come togo290 e alla chiusura di questo li ho riattivati come togotuentinain..(voi li chiudete e io li riapro..per la serie chi ce l'ha molle la vince) mi ci diverto e considerato che non frequento sale biliardo, postriboli, bingo, ostelli.. qualcosa dovrò pur fare no?
Stavolta invece mi hanno zittito senza mettere le classiche frasi e la mia colpa è stata quella di mettere in linea il film (X) Storia della donna barbuta francese che uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo anno..
quindi oggi il post sarà lungo e in due parti..
la prima come fatto di cronaca di questa donna (Rosalie) e la seconda invece.. come fare per avere in anteprima il film (lo hanno fatto in tanti a fine lucrativo e non è il mio caso).
Parte prima “la storia di Rosalie”.
A Thaon.les-Vosge nella Lorena francese il 5 marzo 1865 nasce Clémentine Delait e sin da piccola era robusta e irsuta e quindi cominciò a radersi per evitare di essere bullizzata dagli agricoltori del posto in cui viveva.
A 20nni sposo’ Paul Delai che era il fornaio del paese e non aveva problemi per i peli della moglie, anzi per incrementare i guadagni disse alla Clementine di farsi crescere i baffi dimodochè la curiosità fece incrementare le vendite di pane.
Un bel giorno e siamo nel 1901 quindi era trentaseienne, durante una fiera a Nancy la Clementine vide una donna non irsuta come lei ma che si faceva pagare 15 centesimi per mostrare una barba insignificante.
Tale visione fece scattare una scintilla che era quella di voler dimostrare che lei era molto meglio e quindi fece la scommessa coi clienti della panetteria (nel frattempo diventata anche bar) di non radersi per due settimane a fronte di 500 franchi e dimostrare che la sua barba era molto più bella folta.
Il marito nel contempo allargo’ il bar causa gente nuova curiosa che veniva a vedere sta barba e lo chiamo’ “Le Cafe de femme a’ Barbe”.
Considerato lo scalpore e l’incremento di gente che veniva al paese, il sindaco rilasciò un permesso speciale che era quello che Clementine potesse vestire abiti maschili..
lei accettò, ma non voleva essere considerata un “mostro” (nel senso di mostrare) e cerco’ sempre di sensibilizzare il pubblico sull’importanza di accettare la diversità e di superare gli stereotipi di genere e rifiutò persino un’offerta da parte del circo Barnum.. di 3 milioni di franchi e preferi’ fare la volontaria per la Croce Rossa durante la Prima Guerra Mondiale.
Nel 1919 adotto’ Fernande una bimba di 5 anni e si trasferì a Plombieres dove il marito Paul ormai ammalato potè curarsi e lei per vivere apri’ un negozio di intimo.
Nel 1928 Paul morì e lei allora tornò a Thaon dove decise riaprire un caffe’.
Nle 1930 accettò le proposte di esibirsi a Londra poi Parigi Vichy e Belfast sempre accompagnata dalla figlia da cui prese lezioni di violino.
Nel 1934 inizio’ a soffrire di dolori reumatici e smise di viaggiare e al 5 aprile 1939 morì d’infarto.
Leggendo le sue memorie, salta all'occhio il passaggio in cui scrisse: «Quando morirò e mi troverò sulla porta del Paradiso, a San Pietro dirò: “Mio caro San Pietro, scommetto cinquecento franchi che non c’è una barba bella come la mia nel tuo paradiso”».
Per ricordarla, negli anni 70 il suo paese nativo di Thaon-les-Vosges le ha dedicato un museo.
Ricordare Clémentine, anche attraverso il film Rosalie, significa ricordare lo spirito allegro e coraggioso di una donna che anziché soffrire per la sua “diversità”, ne ha tratto orgogliosamente vantaggio, diventando il simbolo di una storia di autoaccettazione e autodeterminazione.
Una vera e propria dichiarazione di emancipazione che continua a ispirare tutte le persone che ancora oggi lottano contro i pregiudizi di genere in un mondo ancora (sempre) disumano.
Il suo barbuto volto, sorridente, sono un invito: “abbracciate la propria diversità: siete unici”.
Questo che ho scritto è tratto dal film “Rosalie” interpretato da Nadia Tereszkiewicz e che potrete vedere nelle sale cinematografiche il 30 maggio 2025 a meno che…
qui arriva la seconda parte dedicata agli smanettoni e occhio che se mettete in rete sto film farete la mia stessa fine..
Entrate nel DarkWeb utilizzando il classico Browser che conoscete
Ovviamente vi chiederà di lasciare l’obolo
cercate il Film
eccovi quanti ce l’hanno e scegliete il migliore
cliccate sul passaggio
aspettate lo scarico (dipende dalla vostra macchina/linea nel mio caso quattro minuti e qualcosa
ora date uno sguardo nei vari punti del film per sentire sonoro e vedere le impostazione dell'immagine..
Ora prima di scaricarlo sul vostro pc passatelo su una chiavetta e controllate che non vi siano impedimenti, malware, phishing, ransomware.
Buona visione.
La bottiglia aveva all’interno una pallina di vetro, che spinta dalla pressione del gas chiudeva ermeticamente la bibita.
Per aprirla bastava fare pressione con il dito sulla biglia, facendo uscire un po’ di gas, a quel punto la pallina scendeva e la gassosa si poteva bere.
Le bottiglie venivano soffiate a mano praticando una doppia strozzatura sul collo, alla base e all’imboccatura,in modo da contenere una biglia di vetro ed una guarnizione di gomma vicino all’imboccatura.
Dopo essere stata riempita con la bevanda, la bottiglia veniva capovolta iniettando l’anidride carbonica ad alta pressione (generalmente a 6 atmosfere).
Riportando la bottiglia in posizione verticale, la pressione del gas spingeva la pallina in alto verso la guarnizione posta sull’imboccatura, sigillando la bottiglia.
Per aprire la bottiglia era necessario premere la pallina con le dita, con un legnetto per far uscire il gas ed eliminare parte della pressione: a questo punto la pallina scendeva, pur rimanendo nel collo grazie ad una strozzatura che le impediva di raggiungere il fondo.
Dopo la scuola tra noi bambini scattava la caccia alla bottiglia, ci giravamo tutte le osterie del quartiere per saccheggiare i sacchi di immondizia sul retro dove spesso si trovavano le bottiglie vuote in attesa di essere restituite,e le prendevamo, le rompevamo e si recuperavano le palline.
Te capi’ ..testina io andavo di idrolitina,,
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