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lunedì 23 gennaio 2012

La fiaba dell'aquila e il delfino.

la fiaba dell.jpg

Do’ spazio ad Angela con una sua fiaba, certamente penserete sia fuori posto in questo blog ma se la leggete con lo spirito appropriato ne trarrete beneficio.. quantomeno non ci saranno le mie dissertazioni sgrammaticate e illogiche scritti in togolese a volte scurrile, quelle della serie ho perso l’occasione di stare zitto.. ma una volta tanto ci vuole per rompere la monotematica mia solita e la dedico a una persona che vive sulla nuvoletta e crede ancora nelle fiabe, io ci ho rinunciato da tempo…
C'era una volta un tempo in cui mare e cielo erano luoghi separati da un confine invisibile che, a pelo della superficie dell'oceano, era stato tracciato, per dividere l'aria dall'acqua. In quel tempo, i delfini del mare guardavano le aquile in volo e le aquile in volo guardavano i delfini del mare, senza potersi mai incontrare. Spesso si invaghivano gli uni delle altre e viceversa, ma non trovavano il modo di poter vivere questo sentimento, perche’ la separazione dei mondi ne impediva l'incontro e la diversita’ dei corpi non consentiva agli uni di entrare nel mondo delle altre. Qualcuno di loro osava superare i limiti dei mondi e dei corpi.. le aquile talvolta si tuffavano in mare, ma appena giunte in acqua rischiavano di affogare, cosi’ ritornavano in volo e restavano ad asciugare le loro piume sulle nuvole, disperandosi.. i delfini a volte balzavano cosi’ in alto che sembrava loro di poter raggiungere le nuvole, ma appena sfiorate, si ritrovavano a precipitare violentemente tra le onde del mare e rimanevano negli abissi a curare le loro ferite. Si dovevano entrambi arrendere, perche’ cambiare il loro essere o superare i confini dei loro mondi non era la strada dell'Amore. Questo fino a quando venne un giorno speciale, un giorno in cui un Aquila vide un Delfino balzare leggiadro a pelo d'acqua e il Delfino rimase incantato nel mirare l'Aquila volare nell'alto del cielo. Fu uno sguardo magnetico e fulmineo, senza proferire respiro ne’ quesito nei loro cuori. Senza neppure rendersene conto, si sentirono molto vicini l'uno all'altro, uniti nel loro sentire, senza avvicinare i loro corpi. Il Delfino riusciva a percepire la brezza del vento che spira al di sopra delle nuvole e l'Aquila riusciva a sentire la freschezza delle acque come se fosse tra le onde del mare. Ne furono rapiti, senza paura e senza muovere una cellula del loro corpo, si ritrovarono amanti e compagni nel mondo di mezzo, quel non luogo sospeso tra il cielo e il mare. Quest'Amore venne vissuto con le anime che, libere e coraggiose, s'erano lasciate condurre ove la mente non osa. Mancava qualcosa, pero’. Desideravano entrambe sfiorarsi nell'abbraccio che solo il corpo puo’ dare. Continuarono ad amarsi senza brama ne’ premura, credendo entrambe che il loro Amore avrebbe mosso l'Universo. La sincronia e la fiducia nell'Amore fu cosi’ perfetta che il cielo fu estasiato dal mare e il mare fu rapito dal cielo. Aria e acqua si incontrarono per la prima volta, cancellando quel confine che separava i mondi. Il Delfino si trovo’ a volare nel punto piu’ alto del cielo e l'Aquila a nuotare nel piu’ profondo degli abissi marini. Fu cosi’ che il Delfino e l'Aquila riuscirono ad amarsi con anima e corpo nell'uno e nell'altro mondo, perche’ entrambi erano mondi dello stesso Universo.
Non cambiare per Amore, lascia che l'Amore cambi il mondo.

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