domenica 20 settembre 2015
Profumi.
Certo che la nostra vita
pullula di mistero. Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Perche’
i miei jeans messi in lavatrice escono di legno? Due tavole da
snowboard? Perche’ le mie calze piede 44 pianta larga escono
strette perfino per le bambolette della collezione che stanno sul
mobile.
E ancora, supremo arcano della nostra esistenza, chi e’
l’inventore di quell’aggeggio diabolico chiamato Arbre Magique?
Chi e’ quel genio che ha inculcato nella mente umana la convinzione
che la macchina puzzi e abbia assoluta necessita’ di una
profumatina? Che follia. Le automobili sanno di automobile ed e’
normale mi pare. Com’e’ normale che le panetteria sappiano di
pane, le cartolerie di cartone, i piedi di piede. Pensa se un piede
si mettesse improvvisamente a profumare di mughetto. Non sarebbe
destabilizzante? Solo le profumerie sanno di profumo. D’altronde
sta scritto nella loro natura di profumerie no?. Qui si tratta d’alta
speculazione intellettuale. Per cortesia fate attenzione. E allora
perche’?
Perche’ la mia macchina deve puzzare di pino d’Islanda
dal momento che sta parcheggiata nei pressi dello Stura? O di
Macedonia? Una 156 che sa di Macedonia. E’ innaturale. Le 156
sanno di fintapelle. Altrimenti non sono vere 156. Sono imitazioni. E
magari ritrovassimo a naso soltanto aromi conosciuti, come pesca,
mela verde, gelsomino; ci sono profumatori da macchina al gusto
d’Oceano.. Ci prendono proprio per il culo…Ma che ne sappiamo noi
del profumo dell’Oceano? Al massimo ci ricordiamo l’odore che
c’e’ a Casalbrodetto. Poi un tempo dovevamo fare i conti
solamente con il dannato pino, arnese che doveva essere estratto poco
per volta dal suo porta albero, a parte i coglioni che lo snudavamo
completamente rendendolo una spugna di tanfo. Ora no. Ora abbiamo la
cenere puzzolente, il dispensatore adesivo, il gel assorbente
all’aroma di papaia. Tu entri in macchina e vomiti anche l’anima.
Sei ostaggio della nausea. Contagiato dalla pestilenza. Io quando
monto sul 156, voglio entrare in una macchina e non in una bignola,
porca di quella vulvivendola. La vaniglia si mette nelle torte e non
nei cruscotti. At par?. E se ti capita di fare viaggi lunghi? Beh li
e’ la fine. Scendi dall’auto con lo stesso colore e lo stesso
odore dei biscotti del Banderas.
E adesso il solito spazio
del NAT...
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