venerdì 27 settembre 2019
Pizza theorem.
Da
tempo non posto problemi pseudomatematici ristorantosi e oggi vi
fracasso i marroni su come condividere una pizzata.
Carlo
ed Lella hanno preso una pizza e se la devono dividere.
Carlo
fa due tagli perpendicolari che pero' non passano per il centro della
pizza, e poi fa per prendere la fetta maggiore (come nell’immagine
a sinistra qui sotto).
Lella
lo guarda male, e allora Carlo dice “Hai ragione, pensavo tu
preferissi il contorno come al solito e quindi facciamo cosi'..
prendo quella insieme alla la fetta piu' piccola e tu quelle di
mezzo, cosi' siamo pari”.
Lella
lo ferma, gli prende il coltello e fa altri due tagli, che passano
sempre per lo stesso punto e bisecano le fette.. ora ci sono otto
fette, tutte con un angolo di 45 gradi.
Sorride
poi a Carlo, e gli dice soavemente: “Ora va molto meglio.
Io
prendo la fetta piu' grande, e poi andiamo avanti in senso orario,
prendendo ciascuno la fetta successiva”.
Allo
sguardo perplesso di Carlo, continua: “O se preferisci la fetta
grande la prendi tu, e poi proseguiamo come ho detto.
Scegli
pure, ma fa’ in fretta che la pizza si raffredda.”
Che
cosa consigliate di fare a Carlo, a parte imparare a tagliare la
pizza passando dal centro?
Un
taglio in quattro parti e un altro taglio in otto parti
Per
quanto riguarda il primo taglio, quello in quattro parti, direi che
non c’e' storia.
Dovrebbe
essere chiaro a prima vista che spostando opportunamente il punto di
incontro delle due perpendicolari si ottiene piu' di mezza pizza
anche solo con il pezzo piu' grande.
(Lo
so, e' una dimostrazione di tipo “handwaving”.. ma non
preoccupatevi, prima della fine del post ce ne sara' una piu'
valida). Per il secondo taglio, pero', le cose non sono cosi'
semplici, e almeno ad occhio non e' possibile avere un’idea di
quale sia la parte maggiore.
Il
problema ha una data di nascita ben precisa, tra l’altro.. venne
proposto per la prima volta nel 1968 all’interno di Mathematics
Magazine,
ci racconta Wikipedia
nella
voce opportunamente denominata “Pizza theorem”.
A
tempo debito la soluzione venne poi pubblicata.. venivano calcolate
analiticamente le varie aree, e si ricavava che la somma dei settori
rosa era identica a quella dei settori verdi.
Insomma,
Lella aveva fatto uno scherzo ad Carlo, lasciandolo nel dubbio di
aver fatto la scelta sbagliata quando invece la scelta era
indifferente.
Per
la maggior parte della gente, la storia sarebbe finita qui.
C’era
un problema, era stata trovata la soluzione al problema, e non c’era
piu' nulla da fare.
Ma
stiamo parlando di matematici.. per loro, meglio una brutta soluzione
che nessuna soluzione – ci mancherebbe altro! – ma il fatto
stesso che una soluzione sia brutta significa che bisogna cercare una
soluzione migliore.
Cosi'
nel 1994 Larry Carter e Stan Wagon, sempre sul Mathematics
Magazine, hanno dimostrato nuovamente l’uguaglianza.. anzi,
l’hanno mostrata, presentando un disegno – lo vedete qui
sotto, sempre cortesia di Wikipedia – dove hanno fatto un’ulteriore
suddivisione della pizza in modo che fosse chiaro che i due gruppi di
quattro fette hanno un’area totale identica, essendo composti da
parti congruenti.
Come
bonus, si puo' vedere che se avessimo diviso la pizza in quattro e
non in otto, la differenza e' data dalle due porzioni etichettate “g”
e “G”; adesso anche i piu' scettici saranno convinti di quanto
avevo scritto sopra.
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