Immaginando di sviluppare un pene su un piano, con “area del pene” ci si
riferisce all’area occupata dallo sviluppo del pene sul piano.
Supponiamo di sviluppare un pene eretto cosi’ da evitare che la varieta’ che
rappresenta la superficie si presenti ritorta su se stessa o che si verifichino
altri problemi di natura topologica [sotto questa ipotesi si ha davvero lo
sviluppo di una SUPERFICIE].
Dal punto di vita matematico cos’e’un pene? Possiamo supporre che sia un
sottoinsieme Ω ⊂
IR³ ovvero un solido.
Come possiamo descrivere questo il solido Ω del quale vogliamo
calcolarne l’area superficiale? Data la forma particolarmente bizzarra che
purtroppo [o per fortuna] NON E’ riconducibile a nessuna funzione elementare
nota bisognera’ ricorrere a una o più funzioni che ne approssimino la forma.
A livello applicativo dopo aver eseguito delle misure si cerca di determinare
“l’equazione del pene”, ovvero facendo ricordo ai metodi forniti dalla teoria
delle funzioni si cerca di trovare una funzione o un’equazione che meglio
approssimi i valori ottenuti dalle misure.
Possiamo ipotizzare che il pene abbia una forma cilindrica uniforme, almeno per
quanto riguarda il tronco. Sotto questa ipotesi, intersecando il cilindro che
costituisce il tronco con un piano otterremo una circonferenza di raggio R. Una
migliore approssimazione puo’ essere ottenuta considerando un cilindro avente
direttrice ellittica anziche’ circolare [l’eccentricita’ potra’ essere piu’ o
meno accentuata].
Diamo ora alcune definizioni che ci saranno utili più avanti
DEFINIZIONE 1
Definiamo la lunghezza totale ℓ del pene la seguente grandezza
ℓ := ℓ₁+ ℓ₂
ove
ℓ₁
è la lunghezza del pene misurato dalla base inferiore fino alla base del glande
ℓ₂
è la lunghezza del glande
DEFINIZIONE 2
Definiamo il pene in questo modo
Ω := Ω₁ U Ω₂
ove
Ω₁:= {(x,y,z) ∈ IR³ : x² + y² = R², 0 ≤ z ≤ ℓ₁} è il tronco del pene [R è il raggio della circonferenza prima descritta]
Ω₂:= {(x,y,z) ∈ IR³ : …} e’ il glande
Ho lasciato dei puntini di sospensione perche’ descrivere il glande dal punto
di vista matematico è un vero PROBLEMA.
Come ho gia’ anticipato precedentemente, e’ necessario infatti trovare
l’equazione di una superficie o di una funzione che ne approssimi la forma.
La prima funzione che mi viene in mente e’ la Campana di Gauss descritta dalla
funzione d’equazione
ƒ(x,y) := exp(– y² – x²)
http://img147.imageshack.us/img147/9158/…
oppure anche il paraboloide d’equazione
ƒ(x,y) := ℓ₂
– y² – x²
http://img147.imageshack.us/img147/7274/…
Se usiamo questa seconda funzione per APPROSSIMARE il glande avremo
Ω₂:= {(x,y,z) ∈ IR³ : ℓ₁ ≤ z ≤ ℓ₂– y² – x² }
Adesso non ci resta che fare un po’ di sano artigianato.
Per quanto riguarda l’area superficiale del tronco avremo
A_Ω₁:= 2πRℓ₁
Calcoliamo ora l’area della superficie del glande calcolando l’area
della superficie sottesa al paraboloide
ƒ(x,y) := ℓ₂– y² – x²
Per farlo useremo una formula che rappresenta l’analogo in DUE variabili
del calcolo la lunghezza di una curva sottesa ad una funzione di UNA variabile.
In una variabile la lunghezza di una curva sottesa ad una funzione ƒ(x)
e’ data dalla seguente relazione:
L := INTEGRALE tra α & β √(1 + ƒ'(x)) dx
ove α & β sono gli estremi della curva
In due variabili l’area della superficie sottesa ad una funzione e’ ƒ(x,y) data
dalla seguente relazione:
A := INTEGRALE DOPPIO su T { √(1 + [∂/∂x [ƒ(x,y)]]² + [∂/∂y [ƒ(x,y)]]²) } dxdy
ove T è l’insieme delimitato dal bordo della superficie.
Nel nostro caso avremo
T := {(x,y) ∈ IR² : x² + y² ≤ ℓ₂ }
ƒ(x,y) := ℓ₂ – y² – x²
∂/∂x [ƒ (x,y)] = ∂/∂x [ ℓ₂ – y² – x² ] = – 2x
∂/∂y [ƒ (x,y)] = ∂/∂y [ ℓ₂ – y² – x² ] = – 2y
e pertanto
A_Ω₂:= INTEGRALE DOPPIO su T { √(1 + [∂/∂x [ƒ(x,y)]]² + [∂/∂y [ƒ(x,y)]]²) } dxdy
=INTEGRALE DOPPIO su T { √(1 + (-2x)² + (-2y)²) } dxdy =
= INTEGRALE DOPPIO su T { √(1 + 4x² + 4y²) } dxdy =
A questo punto conviene passare alle coordinate polari per semplificare i calcoli
{x := ϱcos(ϑ)
{y := ϱsen(ϑ)
T := {(ϱ,ϑ) ∈ IR² : 0 ≤ ϱ ≤ √(ℓ₂) , 0 ≤ ϑ ≤ 2π }
Ricordando che applicando il generico cambio di coordinate
{x := φ(u,v)
{y := ψ(u,v)
si definisce "jacobiano della trasformazione" la seguente qualita’
J := | . . . ∂/∂u [φ(u,v)] . . ∂/∂v [φ(u,v)] . . . |
. . . .| . . . ∂/∂u [ψ(u,v)] . . ∂/∂v [ψ(u,v)] . . .|
e ricordando che applicando il cambio di coordinate di cui sopra vale la
seguente relazione
INTEGRALE DOPPIO su T ƒ(x,y) dxdy =
= INTEGRALE DOPPIO su T ƒ( φ(ϱ,ϑ), ψ(ϱ,ϑ)) * det |J| dϱdϑ
nel nostro caso avremo
{x = φ(ϱ,ϑ) = ϱcos(ϑ)
{y = ψ(ϱ,ϑ) = ϱsen(ϑ)
∂/∂ϑ [ ϱcos(ϑ) ] = -ϱsen(ϑ)
∂/∂ϱ [ ϱcos(ϑ) ] = cos(ϑ)
J := | . . . ∂/∂u [φ(ϱ,ϑ)] . . ∂/∂v [φ(ϱ,ϑ)] . . . |J = | . . . ∂/∂ϱ [ ϱcos(ϑ) ] . . ∂/∂ϑ [ ϱcos(ϑ) ] . . |
e pertanto
= INTEGRALE DOPPIO su T { √(1 + 4x² + 4y²) } dxdy =
= INTEGRALE DOPPIO su T { √(1 + 4(ϱcos(ϑ))² + 4(ϱsen(ϑ))²) } ϱdϱdϑ =
= INTEGRALE DOPPIO su T { √(1 + 4ϱ²cos²(ϑ) + 4ϱ²sen²(ϑ)) } ϱdϱdϑ =
= INTEGRALE DOPPIO su T { √(1 + 4ϱ²(cos²(ϑ) + sen²(ϑ))) } ϱdϱdϑ =
= INTEGRALE DOPPIO su T { √(1 + 4ϱ²) } ϱdϱdϑ =
= {INTEGRALE tra 0 & 2π dϑ} * {INTEGRALE tra 0 & √(ℓ₂) {
ϱ√(1 + 4ϱ²) } dϱ } =
= {[ϑ]_calcolato tra 0 & 2π} * {(1/12)√((1 +4ϱ²)³)]_calcolato 0& √(ℓ₂)}=
= (2π) * (1/12)[√((1 + 4(√(ℓ₂))²)³) – √((1 + 0)³)] =
= (π/6)[√((1 + 4ℓ₂)³) – 1]
Abbiamo quindi scoperto quanto vale l’area superficiale del glande:
A_Ω₂
:= (π/6)[√((1 + 4ℓ₂)³) – 1]
L’area totale della superficie del pene sara’ dunque data dalla somma
dell’area superficiale del tronco e dell’area superficiale del glande
A := A_Ω₁+ A_Ω₂:= 2πRℓ₁+ (π/6)[√((1 + 4ℓ₂)³) – 1]
Questa formula finale che abbiamo appena ricavato ovvero
A := 2πRℓ₁+ (π/6)[√((1 + 4ℓ₂)³) – 1]
e’ la formula che permette di calcolare l’area di un pene mentre per
la formula femminile son solo poche righe come definizione:
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