Da buon meneghino di campagna quando emigrai “a pie' del monte” mi incuriosì la definizione della divisa operaia chiamata “TONI”... e quindi feci una ricerca linguistica in rete e mi trovai di fronte a varie ipotesi..
la prima era quella attibuita allo “scemo del villaggio” un tal Antonio..tipo bislacco che andava in giro in pigiama o con vestitacci.. da cui la “tuta di Toni” e poi semplificato in TONI...
La seconda rimanda al 1936, alle Olimpiadi di Berlino.. la scritta Toni sarebbe l’acronimo di “Tuta Olimpica Nazionale Italiana” indossata per la prima volta come divisa unica dagli atleti della squadra italiana, dove la scritta – e le tute – iniziarono a circolare.
L'accademia della crusca cita che TONI in toscana questo vocabolo è adoperato comunemente (accanto a tuta, che sussiste come variante minoritaria), per designare la particolare tenuta in tessuto morbido – in genere composta di casacca e pantaloni – che ormai tutti, ragazzi e adulti, usano per l'attività sportiva (mentre solo tuta continua a chiamarsi quella dell'operaio, e così pure son tute quelle degli sciatori o degli astronauti).
Quella che mi convince di più ed è la più diffusa, sostiene che i soldati americani, non appena ricevuto l'ordine di rimpatrio a guerra finita, cucirono sulle loro tute la sigla TO N.Y. (acronimo inglese di “A New York”), per indicare l'imminente ritorno a casa.
Sembra però che queste tute non siano mai state spedite oltreoceano, finendo sui banchi dei mercati (mercati americani) dove si potevano acquistare come indumenti usati.
Proprio
qui sarebbe dunque nata l'identificazione dell'italianizzato TONI
e
mo v'ho detto.
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