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giovedì 27 febbraio 2025

Da marzo stipendi e pensioni più basse.

 


Lavoratori..pensionati.. questo post è per Voi.

C'è poco da girarci intorno: nel mese di marzo 2025 gli stipendi dei lavoratori dipendenti, a prescindere dal settore o dal tipo di contratto, eccetto per chi rientra nelle fasce di esenzione stabilite dai singoli Comuni, saranno un po' più leggeri. Nulla di strano, però. Come spiegato dall'Agenzia delle entrate, vengono applicate le addizionali comunali e regionali, che si sommano all’Irpef (l'imposta sul reddito delle persone fisiche), con la ripresa, dal prossimo marzo appunto, della trattenuta dell'acconto per le addizionali comunali.

Le addizionali, regionali o comunali, sono trattenute applicate alla busta paga dal datore di lavoro, in quanto sostituto d'imposta. Andiamo con ordine e vediamo cosa aspettarsi e come possono cambiare in concreto le cifre in busta paga a seconda del Comune di residenza.

La doppia trattenuta in busta paga

A marzo  ci sarà quindi una diminuzione dell'importo netto in busta paga rispetto ai mesi precedenti.

A dicembre, infatti, non vengono applicate trattenute sulle addizionali, facendo risultare uno stipendio netto più alto, mentre da gennaio ripartono le trattenute per il saldo dell'anno precedente e, a partire da marzo, si aggiungerà anche l'acconto per l'anno in corso. Il risultato sarà uno stipendio inferiore rispetto a febbraio, a causa della doppia trattenuta.

Il meccanismo in vigore nel nostro Paese prevede che, ogni mese, il datore di lavoro, in qualità di sostituto d'imposta, trattenga dalla busta paga non solo l'Irpef, ma anche le addizionali locali dovute alle Regioni e ai Comuni. Le trattenute vengono effettuate attraverso due modalità separate:

  • addizionale regionale: viene trattenuta in saldo per l'anno precedente, da gennaio a novembre;

  • addizionale comunale: viene trattenuta sia in saldo per l'anno precedente (da gennaio a novembre) che in acconto per l'anno corrente (da marzo a novembre).

Le differenze in base al Comune di residenza

E così nel cedolino di marzo, oltre al saldo per il 2024, inizia la trattenuta dell'acconto per il 2025, con una doppia imposizione che riduce l'importo netto rispetto ai mesi precedenti. A dicembre, invece, non vengono applicate queste trattenute, facendo risultare l'ultimo stipendio dell'anno più corposo. L'importo della riduzione dipende dalla percentuale di addizionale comunale applicata dal Comune di residenza, che varia tra lo 0,2% e lo 0,8% del reddito imponibile, con alcune eccezioni come Roma (0,9%).



Le addizionali regionali, invece, prevedono un'aliquota base dell'1,23% sull'intero territorio nazionale e possono crescere fino al 3,33%. Le regioni a statuto ordinario possono anche differenziare le aliquote in base al reddito. Gli enti a statuto speciale possono aumentare l'aliquota base fino a un punto.

Due esempi concreti

Quanto diminuirà lo stipendio? Non si può fare una stima in generale, perché tutto dipende dalla busta paga di ogni singola persona e dall'addizionale comunale prevista dall'ente. E a influire ci sono anche le eventuali soglie di esenzione. Facciamo però un paio di esempi concreti.

Prendiamo il caso di un lavoratore residente a Roma, con uno stipendio annuo lordo di 30mila euro. L'addizionale comunale totale sarà di 270 euro annui, distribuiti così: il 30% viene trattenuto in acconto da marzo a novembre (circa 10 euro al mese); il 70% viene trattenuto in saldo da gennaio a novembre (circa 16 euro al mese). Nel mese di marzo, oltre alla trattenuta per il saldo del 2024, si aggiunge l'acconto per il 2025, riducendo il netto di circa 10 euro rispetto al mese precedente.

Ed ecco un altro esempio: il caso di un lavoratore a Milano con uno stipendio annuo lordo di 50mila euro. Qui l'addizionale comunale è dello 0,8%, per un totale di 400 euro annui, distribuiti così: un saldo da gennaio a novembre di circa 26 euro al mese, e un acconto da marzo a novembre di circa 13 euro al mese. A marzo la busta paga subisce quindi una riduzione di circa 13 euro rispetto a febbraio.

L'effetto sulle pensioni

Le stesse disposizioni si applicano anche alle pensioni, con un effetto analogo di riduzione a marzo. Per esempio, un pensionato con un assegno di 1.500 euro lordi e residente a Roma, dove l'aliquota è dello 0,9%, dovrà pagare 162 euro di addizionale comunale all'anno. Di conseguenza, da marzo inizierà a vedere una trattenuta di circa 5,40 euro al mese.

Se invece il pensionato vive a Milano, dove l'aliquota è dello 0,8%, la trattenuta mensile sarà di circa 8 euro per una pensione lorda di 2.500 euro.





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