giovedì 15 novembre 2012
Letto e scritto.
Sono
un'anima senza pace, questa e’ la verita’. Votato al tormento e con una
certa inclinazione all'idiozia e anche all’ideononna. Neanche il sonno
mi placa. Nemmeno una cospicua dose di letargo comatoso e’ in grado di
quietarmi. Ho sempre avuto un rapporto del terzo tipo col letto, inteso
come giaciglio per dormire, naturalmente. Prendendola larga risalgo alle
origini durante la guerra punica, mi ricordo molto bene il letto della
nonna. Era di ferro nero con dei disegni colorati sulle testate e dei
pomelli rotondi sui ferri laterali dove mi divertivo legare una corda
con un peso e farla arrotolare a mo’ di trottola, faceva gnic gnic
quando ci salivi e gnac gnac quando scendevi. Quando si sdraiava sopra
la nonna, sempre stata una taglia forte, scatenava l'onda anomala nel
materasso di lana misto pannocchie di granoturco e io frrrrtt rotolavo
dalla sua parte per via del declivio. Per farci soffrire meglio di
insonnia a noi nipoti ci rimboccava a mummia con le lenzuola di lino
grezzo cartavetro che scivolandoci su’ ti facevi il peeling su tutto il
corpo senza neanche andare al centro benessere. Sopra il letto pendeva
un quadro, non mi ricordo se di Gesu’, della Madonna o di Santa Rita ma
comunque roba di tragedia, passione misto sangue e spine, che
incombendo sulla zucca con le varie corone di rosario, insieme al
rintocco del campanile della piazza vicina, creava quella bella
atmosfera horror tutt'altro che tranquillizzante.. Nel tempo ho cercato
di dormire sul futon giapponese. Fantastico, mi hanno detto, perche’ in
realta’ è un tappeto un po' più spesso. Praticamente ti vendono un
materasso e te lo fanno pagare come un letto. Geniale. L'unico vero
vantaggioe’ che non devi togliere la polvere sotto il letto, perche’ un
«sotto il letto»non esiste, il materasso aderisce perfettamente al
pavimento e quando ti alzi hai uno scompenso di pressione da svenimento.
Pero’ almeno se cadi non ti fai male, anzi, non te ne accorgi neanche,
non fosse che ti svegli con la bocca piena di polvere. Ho provato anche
un letto tondo. Potevo dormirci a stella di mare, a uomo di Leonardo. Ma
stavo sveglio sognando una schiera odalische a letto con me, messe a
raggiera, come fette di torta, con i piedi al centro. Il peggior sonno
e’ comunque sempre quello sul divano letto di Dario con doghe in faggio
d’esportazione e materasso memory. Chi l'ha detto che sono comodi e
amici della tua spina dorsale? Ma quando mai. Intanto per aprire un
divano letto devi traslocare mezzo salotto. E sposta il tavolino, e
rimuovi la lampada a stelo, e impila i cuscini e estrai il letto, e
pizzicati le dita e attento che non si richiuda, ecco che rimbalza,
spingi spingi, bon richiuso. Che il cielo strafulmini tutti gli
inventori di divani letto e divano scritto.. amen. Perche’ quando
finalmente ti sei dato un po' di requie non chiudi piu’ un occhio nel
terrore che il divano ti inghiotta e al mattino non ti risputi piu’. Sai
quando dormo per davvero il sonno dei giusti? Nel sacco a pelo, in
tenda al campus dei veterani esploratori, d'estate. E adesso ditemi se
sono normale. Parola di lupastro.
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