Dopo due mesi di movimentazione, son riuscito a svuotare due garage che dentro avevano di tutto, penso di aver perso un paio d'anni di vita e contemporaneamente penso a Giusy e Mario che hanno ristrutturato radicalmente la loro abitazione.. certo è che una volta terminati i lavori è un piacere vivere nella nuova ambientazione ma penso con terrore ad un’eventuale ristrutturazione del mio alloggio, sono esperienze che nessuno augurerebbe al peggior nemico, ma che a tutti prima o poi toccheranno.
Per sentito dire a parte il doveroso cambio mobili e apparecchiature, il primo passo del calvario consiste nello svuotamento cassetti, armadi, bauli, cassepanche nei quali, anno dopo anno, si sono accumulate le testimonianze di una vita, sotto forma di foglietti, giornali, lettere, quaderni, cartoline.
Libri, fiori secchi, fotografie, taccuini, agende, soprammobili, portachiavi reclame, biglietti ferroviari, aerei e quant’altro e’ stato buttato li con finta noncuranza, ma con la segreta convinzione che un giorno quei poveri oggetti inanimati ci avrebbero spalancato immensi paesaggi nella memoria, regalandoci il profumo ineffabile del ricordo.
L’operazione in se’, appare crudele.. si deve selezionare, decidere che cosa ha senso conservare ancora, e cosa invece puo’ essere gettato senza rimpianti.
Cos’e’ quel bigliettino? L’invito ad una festa dei diciott’anni di un compagno di scuola ormai senza volto; la cartolina di una fuggevole conoscenza estiva; il biglietto d’ingresso a un museo visitato chissa’ quando e chissa’ con chi e ci accorgiamo che di tanti affetti, di tante passioni, di tante speranze, ormai ben poco resta.
Quelle
che pensavamo reliquie dell’eta’ piu’ bella, sono soltanto
cartaccia, buona per il macero.Secondo me lo sgombero devi farlo fare da altri altrimenti nel dubbio amletico del "lo butto, non lo butto?" sposti solo della roba che secondo la tua idea potrebbe servire ancora e non butteresti via nulla.. ma vabbe'...
Alla fine contempliamo quella montagna di rifiuti ..dei momenti di vita negati, dimenticati, lasciati scivolare via.
E di fianco, la modesta scatola di cartone dove abbiamo riposto cio’ che ancora conserva un significato, ancora ci parla, ancora ci commuove.
E’ una scatola molto piccola, non terra’ molto posto.
E cio’ che ci portiamo dietro, e’ la misura tangibile del nostro esistere.
E poco quel che resta di noi.
Poco, pochissimo.
Nulla a confronto dell’importanza che ci attribuiremo, ogni mattina, svegliandoci nel nuovo ambiente, bello, bellissimo e pronto per ricreare futuri ricordi.
Bon.. il post termina qui...
Che mi son perso oggi al Governo?
Me lo dice lo Stefano...
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