Oggi il post verte su come sono nati oggetti di uso quotidiano e grazie all'AI per la consulenza parliamo della:
ASPIRINA.
L’antenato dell’Aspirina era usato già nel V secolo a.C. Da Ippocrate, che parlava di una polvere amara estratta dalla corteccia del salice, capace di alleviare febbre e dolori.
La polvere conteneva acido salicilico ed era nota anche dai Sumeri e dai nativi americani.
Per molti secoli l’acido salicilico non ebbe successo, perché estrarlo dalla pianta non era semplicissimo e perché agli effetti benefici univa la pecca di far venire un gran mal di stomaco.
Il primo ostacolo fu superato dal chimico Italiano Raffaele Piria, che nell’800 riuscì a sintetizzarlo in laboratorio.
Quando i medici poterono disporne in grandi quantità, a impedirne la diffusione restò quel fastidioso effetto collaterale.
A risolvere il problema fu, nel 1897, Felix Hoffmann, un chimico dell’azienda farmaceutica tedesca Bayer.
Suo padre, colpito da una malattia reumatica, doveva prendere l’acido salicilico, ma rifiutava la medicina perché era amara e gli faceva venire mal di stomaco.
Felix provò a rendere la pillola più appetibile modificando la formula del composto e aggiungendo un gruppo chimico chiamato acetile.
Per oggi basta e il prossimo post sarà sulla Tachipirina.
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