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martedì 5 agosto 2025

Daziami.

 

Forza ragazzi.. chi di voi mi puo' spiegare sta minaccia del cavolo dovuta all'innalzamento dei dazi che vanno a colpire chi ha eletto ciuffo biondo?

Se vogliono pagare di più i nostri prodotti saranno cazzi loro? O no?

Minchia che casino….

Tutti sanno più o meno cosa è un dazio ma pochissimi hanno centrato il problema nel contesto di riferimento.

Allora mo vi dico...…

1 Gli accordi sui dazi sono al 15% e solo su alcuni tipi di prodotti. Facendo i conti della serva saranno interessati circa il 30–35% dei prodotti che l'Italia esporta negli USA.

  1. L'Italia esporta quasi 700 miliardi annui di merci in tutto il mondo.

  2. Di questi 700 miliardi circa 70 o poco meno vanno sul mercato americano.

  3. Di questi 70 miliardi di export circa un terzo saranno interessati da dazi. Quindi stiamo parlando, a spanne, di circa 23 miliardi che rappresentano poco più del 3% dell'export italiano.

Detto tutto questo, che chiarisce un po' lo scenario generale, cominciamo a fare due conti per vedere quanto si andrebbe a perdere e perchè (tralascio il gioco delle borse che si sono mangiate 450 miliardi di euro solo alla notizia data dal Tg del menga).

Ovviamente un dazio all'importazione un prodotto ne aumenta il prezzo finale al consumatore, ma non nella stessa misura del dazio. Mi spiego meglio (come disse la vela al vento).

Mettiamo che l'Italia esporti scarpe di lusso negli USA.

Esse vengono comprate all'ingrosso dall'importatore che paga il 15% in più per averle.

Ma se l'importatore prima le pagava diciamo 100 dollari e prima le rivendeva al distributore o anche al venditore finale a, diciamo 120, realizzando un utile di 20 dollari e il venditore magari le rivendeva a 150 che era il prezzo finale del prodotto applicando il dazio del 15% non aumenta il prezzo al consumo del 15%.

Pagando il dazio al 15% l'importatore dovrà, per avere lo stesso utile di prima, venderle a 135 e il venditore finale a 165.

Come si vede il prodotto finale non è aumentato del 15% ma di molto meno.

Circa il 10% nel mio esempio, che potrebbe di più o di meno a secondo dell'utile che fa l'importatore e il rivenditore.

Il dazio si paga solo sul prezzo di importazione iniziale e non negli altri passaggi successivi.

E più passaggi ci sono meno il dazio impatta sul prezzo finale.

Ma cosa vende l'Italia agli USA?

Ecco qua la classifica per tipologia di quelli principali. (dati primo quadrimestre 2025) La B sta per billion, un miliardo.

Come si vede la parte del leone la fanno i macchinari e i prodotti farmaceutici e sono sicuro che nessuno di chi sta leggendo questo post aveva pensato fossero questi i beni d'esportazione italiani.

Poi ci sono le auto, in genere sono auto di lusso come le Ferrari, negli USA non comprano le Panda.

Al sesto posto abbiamo il vino e a questo punto ho fatto una piccola indagine nelle cantine vicino alla mia seconda casa marina e negli USA vendono poco niente (mentre i TG paventano cifre da capogiro e sarebbe utile capire da dove attingono questi dati).

Solo intorno alla quindicesima posizione abbiamo pasta e formaggi e subito dopo l'olio e anche qui rapida indagine e qui da noi non vendono in USA.

Ora noi ancora non abbiamo la lista certa di quali siano i prodotti che saranno sottoposti a dazi e quali no ma leggo sui giornali la preoccupazione per i nostri prodotti alimentari che però rappresentano una frazione abbastanza piccola delle nostre esportazioni ma non credo che se un pacco di pasta italiana costerà 10 o 15 centesimi di dollaro in più le vendite crolleranno di colpo.

E non credo nemmeno che crolleranno le vendite delle Ferrari in quanto chi vuole un bene di quel genere il prezzo in genere nemmeno lo guarda.

Esportiamo poi oro lavorato, strumenti dottorali, lenti per gli occhiali, scarpe di lusso, profumi di lusso.

Credete veramente che la gente non comprerà più un profumo Armani se la boccetta costerà 110 dollari invece di 100?

E non credo nemmeno che i nostri prodotti farmaceutici avranno gran danno o i nostri macchinari.

I concorrenti in questo tipo di mercato in Europa sono i tedeschi che avranno i nostri stessi dazi e quindi il problema non si pone.

Se è roba che gli americani in casa non fanno, la compreranno lo stesso.

E roba in America se ne fa poca già da decinaia o centine di anni.

Probabilmente una qualche riduzione delle vendite potrebbe esserci, ma noi non esportiamo negli USA roba per il popolino, bensì prodotti di fascia medio-alta e alta e anche di lusso, dove il compratore non si spaventa certo per un piccolo aumento e non credo quindi ci sarà nessun particolare crollo delle esportazioni.

Quindi il sottoscritto è tutt'altro che preoccupato per gli effetti sul mercato del lavoro italiano di questi dazi.

Stiamo parlano di sciocchezze.

Il Trump tirerà su qualche dollaro per i suoi bilanci, il consumatore di fascia alta americano tirerà fuori lui quanto serve per gli aumenti (è il consumatore finale che alla fine paga il dazio) e la roba si continuerà a vendere magari con qualche piccola perdita di qualche decimo di punto percentuale irrilevante alla fine.

E tutti contenti tranne l'opposizione parlamentare che parladi catastrofe.

E sono pronto a scommetterci le palle con chiunque.

Ma c'è una ulteriore domanda che mi preme fare a tutti.

Con le sanzioni contro la Russia l'Italia si è giocata circa 3,6 miliardi di euro annui di esportazioni.

Esportavamo prima della guerra per poco meno di 8 miliardi di euro, oggi siamo a poco più di 4 miliardi.

Nessuno ha detto una beneamata minchia.

Oggi stiamo prefigurando una crisi nazionale per una perdita di quota di mercato che quasi sicuramente sarà inferiore alla perdita sopra descritta, forse di molto inferiore.

Va bene che gli italiani hanno la memoria corta per certe cose ma non vi suona quasi da imbecilli questa storia?

Azz oggi la borsa a MI ha perso il 2,5%.. staminchia di ciuffo biondopolenta è proprio un equilibrista (nel senso che mi sta proprio sulle palle).


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