Discorsi da ombrellone sulla sanità di ciuffo biondo è il post odierno e cerco con L'AI di confrontare cosa puo' succedere se ti rompessi una gamba negli states a confronto della rottura della stessa in quel di Canicatti'...
Scenario 1: Il cittadino italiano si rompe una gamba negli Stati Uniti.
Benvenuto nell'incubo.
Immagina il nostro povero, ingenuo connazionale, chiamiamolo Giuseppe come il polipo. (qui quando arrivi in spiaggia e dici ciao Giuseppe.. hai salutato metà spiaggia poi dici Ciao Nicola e saluti l'altra metà maschile, poi dici ciao Maria ed hai salutato la maggior parte delle diversamente maschie).
Donc.. il Giuseppe è a New York, si gode la sua vacanza, scatta una foto, mette un piede in fallo e... CRACK.
Un suono secco.
Il dolore è accecante, ma non è nulla in confronto al terrore finanziario che sta per iniziare.
Qualche passante gentile chiama un'ambulanza.
Errore numero uno.
Quella sirena che si avvicina non è il suono della salvezza, è il suono di un tassametro da 1.500 dollari che si è appena acceso.
Giuseppe arriva al Pronto Soccorso (l'Emergency Room).
Non gli chiedono "dove fa male?", gli chiedono "qual è la sua assicurazione?".
Lui, tra i gemiti, tira fuori la sua tessera sanitaria europea.
La guardano come se fosse un coupon per la pizza.
Non vale un belino.
Allora tira fuori la sua assicurazione di viaggio, quella da 90 euro che ha stipulato online.
Loro la prendono, la guardano con sospetto e iniziano a fare telefonate, mentre Giuseppe giace su una barella nel corridoio.
Finalmente, dopo ore, lo visitano.
Radiografia: 800 dollari.
Consulto con l'ortopedico (che è un libero professionista e fatturerà a parte): 2.000 dollari.
Anestesia locale (e chi l'ha chiesta..boh): 1.000 dollari.
L'ingessatura: altri 1.500 dollari, tra materiale e manodopera.
Un paio di antidolorifici? Certo, 50 dollari a pillola.
Dopo qualche ora, lo dimettono con una fattura preliminare che assomiglia al PIL di un piccolo stato africano.
Parliamo di una cifra che può tranquillamente oscillare tra i 10.000 e i 50.000 dollari, a seconda dell'ospedale e della gravità della frattura.
(Ndr.. il mio vicino ombrellifero da spiaggia, parla di 37.500 dollari).
Ora inizia il vero calvario.
La sua assicurazione di viaggio, dopo aver letto le clausole scritte in piccolo, decide che coprirà solo una frazione del costo, perché la sua non era una "frattura semplice" o perché non ha chiamato il loro numero verde prima di accettare le cure.
Giuseppe torna in Italia con la sua gamba ingessata e un debito che lo perseguiterà per il resto della sua vita.
Riceverà lettere da agenzie di recupero crediti americane, minacce legali, il suo nome finirà in una lista nera.
La sua vacanza da sogno per vedere ciuffo biondo da vicino, si è trasformata in una condanna a vita ai lavori forzati finanziari.
Negli Stati Uniti, la salute non è un diritto, è un bene di lusso.
E se non te lo puoi permettere, peggio per te.
Ti lasciano morire sul marciapiede? No, quello è illegale.
Ti salvano la vita e poi ti distruggono l'esistenza con i debiti.
Molto più pulito, molto più sadico e molto Trumpiano (Ano per gli amici).
Scenario 2: Il cittadino statunitense si rompe una gamba in Italia.
Benvenuto nell'assurdo.
Ora immagina il nostro amico americano, chiamiamolo John.
È a Canicattì, scivola su una buccia di cocomero buttata dalla finestra da zi' Nunzia.
CRACK.
Stesso suono, stessa agonia.
La gente chiama il 118.
Arriva un'ambulanza.
John, in preda al panico, cerca di tirare fuori la sua carta di credito American Express.
I paramedici lo guardano come se fosse pazzo e lo caricano a bordo.
Nessuno gli chiede un centesimo.
Arriva al Pronto Soccorso di un ospedale pubblico.
L'impatto è brutale.
Il posto è affollato, rumoroso, pieno di gente che si lamenta in una lingua che non capisce.
Le infermiere sono sbrigative, i medici sembrano perennemente stanchi.
Non c'è il sorriso di plastica del personale americano, non c'è il "customer service".
C'è il caos burocratico.
Gli danno un codice colore, un codice giallo, e gli dicono di aspettare.
Lui aspetta.
E aspetta.
E aspetta.
Vede passare gente con ferite meno gravi della sua.
Si sente ignorato, maltrattato.
È abituato a un sistema dove chi paga di più viene servito prima. Qui, è solo un numero in una coda.
Dopo qualche ora che a lui sembrano giorni, finalmente tocca a lui. Gli fanno una radiografia, un ortopedico burbero ma competente gli sistema la gamba, lo ingessano.
Il tutto con un'efficienza sgarbata che lo lascia interdetto.
Alla fine, lo dimettono.
John si avvicina al banco accettazione, tremante, pronto a ricevere la mazzata.
Chiede "How much do I owe you?".
L'impiegata lo guarda, alza gli occhi al cielo, prende un modulo, ci mette un timbro e gli dice: "Allora, per lei che è straniero e non ha la tessera, dovrebbe pagare il ticket. Sono venticinque euro".
John non capisce.
Pensa di aver sentito male. "Twenty-five? Thousand?".
"No, no" risponde l'impiegata, "venticinque euro. E cinquanta".
John paga con una banconota da 50, riceve il resto e se ne va, zoppicando, in uno stato di shock culturale profondo.
Ha ricevuto cure mediche di qualità, in un ambiente caotico e disorganizzato, per il costo di due pizze e una birra.
Tornerà in America e racconterà ai suoi amici di questo strano paese socialista dove la sanità è un disastro ma, in qualche modo, funziona ed è praticamente gratis.
Tirando le somme..ecco la differenza.
Da una parte, un sistema efficiente, pulito e sorridente che ti tratta come un cliente e ti spella vivo.
Dall'altra, un sistema caotico, sgarbato e burocratico che ti tratta come un fastidio ma ti cura senza mandarti in bancarotta. Personalmente preferisco di gran lunga essere insultato da un'infermiera italiana che rovinato a vita da un contabile americano.
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