Ah, le belle panche verdi, su cui gli innamorati si slinguavano intagliando iniziali e cuori trafitti, le panche su cui noi, fino a poco prima di diventare «diversamente giovani », ci siamo sistemati poggiando il lato B sullo schienale, quasi fosse disonorevole sedersi in maniera normale.. quale forza misteriosa le risucchia in un altro mondo?
Per non parlare delle panchine lungo i binari delle stazioni.. sono piu’ rare dei treni in orario. Ma e’ proprio nelle stazioni che il fenomeno si fa piu’ strano e misterioso.. per ogni panchina che viene eliminata nasce una poltrona in pelle rossa, per ogni sala d'aspetto soppressa nasce una «sala Vip (very important pirla)». Peccato che le panchine fossero a disposizione di tutti, mentre le poltrone di pelle rossa sono riservate ai viaggiatori in possesso della «Culidelicati Card» o del «Managerstrapagato Pass»: sono le gioie della privatizzazione. Alla stazione di Bologna (soc-mel), in certi momenti, si fatica a passare in mezzo alla gente in attesa, ma c'e’ una sala Freccia Rossa Club, grande come un campo da calcio e piu’ protetta di Fort Knox, cui possono accedere solo i quattro o cinque fortunati cui la ditta paga il viaggio in classe UME ovvero Ultra-Mega-Executive. Pochi metri piu’ in la’, un'altra oasi di pace, la sala Casa Italo, quella riservata ai viaggiatori della nuova compagnia ferroviaria privata (supervelocita’ & megalusso). Fortunatamente a Bologna ci sta ancora la sala d'aspetto di seconda, quella che conserva le tracce della bomba fascista e che e’ stata dichiarata patrimonio Unesco.. in altre stazioni meno segnate dal dramma, anche la sala d'aspetto ha fatto la fine delle panche, compresa quella di Casalcasino il paese che odia i turisti. A noi contrariamente giovani hanno insegnato sin da bambini, a cedere il posto a sedere agli anziani, la societa’ liberista spreadaria ci insegna oggi a cederlo a chi puo’ pagare di piu’.. per un Paese che sta invecchiando e parlo per me ovviamente.. e’ un triste segnale.
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