IL passo e’ fatto. Sta’zitta!
C’inseguono da vicino
e devo portarti con me».
(da «Nozze di sangue», F.G. Lorca)
Che
ci sia una stretta connessione tra il sangue e le nozze e’ semplice
dato di fatto, una condizione senza cui il fatto non potrebbe accadere. A
volte non ci si accorge delle cose troppo evidenti… per esempio credo
che una volta si usasse stendere le lenzuola macchiate di sangue il
giorno dopo la «prima notte», letteratura e cinema poi celebrano spesso i
matrimoni collegandoli a lotte, sfide, morte dei cattivi e finali tutto
miele. C’e’ anche il sangue pulsante alle tempie, quello dovuto alla
circolazione modificata dall’alcol e all’euforia della festa. Ho bisogno
di isolarmi un attimo. L’unione ufficiale di una coppia riesce sempre a
coinvolgermi ed emozionarmi… penso che sia quella stuzzicante
curiosita’ solitamente tipica di chi non e’ sposato e non ha mai vissuto
le varie fasi tipo corso
prematrimoniale-cerimonia-regali-rinfresco-festa. C’e’ anche qualcosa di
ben piu’ profondo, ma nel giorno dell’apoteosi estetica non conta
molto. C’e’ chi si sposa per amore, per interesse, perche’ e’ una bella
data, per riparare o addirittura per distruggere. Il pomeriggio avanza e
gli invitati, sazi ed allegri, barcollano. E’ il momento in cui le
cravatte si slacciano, le cinture si allentano, i decolletes diventano
piu’ generosi e si ride di piu’. I parenti piu’ anziani ed eccone uno
allo specchio, guardano l’ora per andarsene. Appoggiato ad una colonna
del ristorante disperdo lo sguardo, sorseggio un bicchiere di gingerino
con gin puro che non e’ il massimo considerato che prediligo un
bicchierino di grappa rigorosamente resa amara dalla genziana ma
contribuisce a mantenere uno stato obliquo ed annebbiato che sara’
oggetto di perdita di punti causa palloncino. Il convivio evolve in una
giovialita’ sopra le righe, il sangue scorre veloce ed il brusio e’
colonna sonora quanto la musica. Mentre il mondo mi ruota intorno
l’occhio cade sul pavimento, si sta facendo sera. Un ragnetto nero, meno
di tre centimetri comprese le zampe, attraversa pericolosamente la zona
piu’ frequentata, la zona bar. Inconsapevoli ed anonimi piedi sfiorano
l’insetto, inseguo il suo annaspio mentre la troupe si prepara al primo
ciak del matrimonio… si gira in 35 mm, un sabato di fine settembre, nel
cortile di un tipico ristorante della granda. Gli sposi si promettono le
cose piu’ impromettibili e sognano le cose piu’ insognabili ma siamo
ormai su di giro, si perdono le regole. Un dolly segue la scena da
vicino, le sequenze del bacio vengono benissimo, poi ci si travasa nel
fienile per mescolare sangue e sudore. La musica del tamburo fa
tum-tum-cha-tu-tum-tu-tum-cha ed una fisarmonica crepa l’aria con poche
note forti e decise. Tutti sanno e stanno al gioco, chi e’ rimasto
recupera istinti «in sonno» da anni. Le riprese sono difficili, le
immagini sono mosse, i corpi si confondono secondo leggi poco
cinematografiche e la troupe si fa coinvolgere troppo. Alla fine il
ragnetto muore schiacciato ma l’amore almeno in questa giornata trionfa
il seguito spero vivamente che non finisca in mano ad avvocati alla
faccia di F.G.Lorca.
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