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lunedì 17 settembre 2012

Ricordi estivi.

ricordi estivi.jpg

Qualche decinaio d’anni orsono, di questi tempi, aspettavamo con ansia l'arrivo del nuovo gioco dell'estate. Si’, ogni anno, appena finita la scuola, cominciava a circolare, prima per i cortili, poi per le spiagge, una qualche nuova invenzione destinata a conquistare tutti i bambini. Questi aggeggi si diffondevano con la velocita’ di un'epidemia di influenza quando a scuola c'e’ aria di compito in classe. Il primo gioco dell'estate di cui ho memoria erano le palline o biglie di terracotta..i piu’ fighetti avevano quelle di vetro con motivetti interni variegati con cui si giocava al giro d’Italia, ne avevo sempre le tasche piene e i pantaloni scendevano inesorabilmente sulle ginocchia ed e’ li che mamma mi ha comprato le bretelle dimodoche’ i pantaloni anziche’ cascare si implaccavano contro i pendenti obbligandomi a sistemarli mentre nonna mi redarguiva invitandomi a non toccare i capitali e vabbe’,, altro giochino era costituito da un tubo flessibile di plastica, uno di quelli che gli elettricisti chiamano «corrugato». Era lungo poco piu’ di un metro e, se lo facevi ruotare a mo' di lazo, l'aria che ci passava dentro produceva un suono di frequenza variabile secondo la velocita’ con cui lo facevi girare. A quanti oggi sostengono che i bambini si rimbecilliscono giocando per ore ai videogames, vorrei solo ricordare che noi passavamo ore a far ululare il tubo (vietata qualsiasi allusione oscena).. lascio decidere a voi quale dei due esercizi spappoli di piu’ la cervicale.
Del «corrugato» ululante credo si siano perse le tracce, ma un altro arnese estivo, qualche anno fa, come araba fenice, e’ risorto dalle sue ceneri… e io, naturalmente, l'ho comprato tanto per rompere i maroni in spiaggia. Si tratta del «Boing». Qualc1 si chiedera’ che cazzo e’ il boing e mo’ vi erudisco.. Prendete un uovo tipo struzzo di plastica arancione, foratelo da parte a parte, infilate nel foro due corde parallele lunghe 6 o 7 metri dipende dove intendete rompere le palle e dotate di maniglie alle estremita’.. allargando le due corde si otterra’ l'effetto di sparare l'uovo verso il capo opposto e di farselo rispedire indietro dal giocatore che sta dall'altra parte. Si poteva andare avanti dei pomeriggi interi, concedendosi solo brevi pause a base di pane, burro e zucchero (come recita il Poeta: «Godi fanciullino di questa tua eta’ beata / ancor lungi e’ il colesterolo / e ingozzarti puoi di burro e marmellata/ al massimo ti verranno delle efelidi/ che son sempre meglio dei trigliceridi).
Ma credo che la piu’ diabolica delle invenzioni estive siano state le «Palline click-clack».. due sfere di plastica rigida sospese a un filo che si reggeva tra le dita per il mezzo. Con movimenti rapidi del polso si scuoteva il tutto facendo in modo che le palline, sbattendo tra loro, producessero un rumore fastidioso e continuo. I campioni o clackers come me riuscivano a farle sbattere tanto in alto quanto in basso, raddoppiando rumore e fastidio per il godimento australe dei vicini. Conservo ancora la coppa del torneo di «
Palline clickclack » che vinsi a Castellanza City mia citta’ natale quasi pasquale, all’epoca della guerra punica. Peccato che, come i trofei di calcio sono a forma di pallone, quello delle palline sia costituito da due sfere poste alla base di un supporto cilindrico verticale.. vi giuro pero’ che non e’ la coppa ..Rocco Siffredi.. per la migliore prestazione erotica dell'anno, ma questo, immagino, non stenterete a crederlo, passo e chiudo coi ricordi estivi e spero in un autunno clemente

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