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domenica 13 aprile 2025

ChatGPT: come funziona e il confronto con le altre AI.

 

Hai mai usato ChatGPT? Sei sicuro di sapere per quali cose è davvero utile? E che differenze ci sono con gli altri chatbot di Intelligenza Artificiale? 

In questa guida rilevata integralmente da Altro Consumo, ti spiego passo passo cosa può fare ChatGPT, come funziona, quali sono i suoi limiti e i suoi vantaggi rispetto ad altri chatbot AI. 

Troverai esempi pratici, suggerimenti d’uso, informazioni su privacy, costi e una panoramica dei principali concorrenti.

ChatGPT è il più famoso e utilizzato tra i chatbot basati su intelligenza artificiale: simula conversazioni umane, risponde alle domande, scrive testi, crea immagini e svolge una vasta gamma di compiti in continuo aumento. 

Sviluppato da OpenAI, ChatGPT è in grado di comprendere il contesto delle richieste e di adattare il tono e lo stile delle risposte

È accessibile sia da computer che da smartphone, anche tramite app dedicata. Il suo utilizzo si sta diffondendo in ambito accademico, lavorativo e personale, suscitando entusiasmo ma anche dubbi su privacy e corretto impiego

Vediamo quali sono le sue funzionalità, per che cosa si può utilizzare e quali sono i chatbot di Intelligenza Artificiale alternativi a ChatGPT.

Come si usa ChatGPT

Vi si può accedere dall’indirizzo chatgpt.com

Se usi uno smartphone puoi anche usare l’omonima app, disponibile sia per Android sia per iPhone. Dopo esserti registrato, ti troverai di fronte a una finestra di testo, che dovrai usare per fare una domanda a ChatGPT o per assegnargli un compito. 

Se invece che scrivere preferisci parlare con ChatGPT puoi farlo, basta cliccare sul pulsante del microfono.



Una delle caratteristiche dell’interazione con ChatGPT è che è in grado di interpretare ciò che diciamo in maniera molto simile a ciò che avviene in una conversazione normale, inclusa l’elaborazione della risposta in base alla nostra richiesta e il capire cosa stiamo dicendo dal contesto della conversazione. Per esempio, possiamo chiedergli “Descrivimi Altroconsumo in cinque righe” e otterremo davvero una risposta in cinque righe, cosa che non è possibile con i motori di ricerca tradizionali come Google. 

E se poi continuiamo con “Spiegalo come se parlassi a un bambino delle elementari", Google non capirebbe a cosa ci riferiamo con “spiegalo” e men che meno saprebbe modificare il linguaggio usato per fornirci la risposta, mentre ChatGPT e tutti gli altri chatbot IA sono in grado di farlo.



Il funzionamento di ChatGPT si basa su un'enorme quantità di dati usata per addestrarlo

Questi dati vengono regolarmente aggiornati, ma non sono aggiornati in tempo reale. 

Se la domanda che sottoponi a ChatGPT ha a che fare con la stretta attualità, devi usare il pulsante “Cerca”, che comunicherà al programma di effettuare anche una ricerca sul web, i cui risultati saranno poi integrati nella risposta che ChatGPT ti fornirà,



Il pulsante “Avvia il ragionamento” invece comunica a ChatGPT di effettuare un’analisi più approfondita della risposta, che per essere composta avrà bisogno di un tempo maggiore rispetto alle risposte classiche, che in generale arrivano in tempo reale.



Il pulsante con il segno + serve per caricare un’immagine: potrai poi chiedere a ChatGPT di analizzarla per descriverne il contenuto, per fornire informazioni, per trovare immagini simili, o anche per chiedergli di creare una nuova immagine a partire da quella che hai caricato.

Cosa posso fare con ChatGPT

Puoi pensare a ChatGPT come un assistente personale che sa tantissime cose. 

Di seguito ti presento 5 modi in cui usare ChatGPT potrebbe esserti di aiuto.

1) Fare ricerche complesse sul web

Puoi usarlo in alternativa a un motore di ricerca, quando la ricerca che devi fare è complessa e non ha una risposta univoca. 

Ad esempio se cerchi il risultato di una specifica partita di tennis, la cosa più semplice è una classica ricerca su Google. 

Ma se cerchi un riassunto di un torneo, può essere che ChatGPT ti fornisca una risposta più vicina a ciò che cerchi. 

In questo caso, pensalo come un assistente che molto velocemente fa tante ricerche sul web e poi te le riassume

Più è complesso il compito di ricerca che gli fornisci, più la sua utilità rispetto a una classica ricerca su Google diventerà evidente.



2) Scrivere testi, creare codici, organizzare informazioni

La vera novità, però, non sta nell’usarlo come alternativa ai motori di ricerca, ma nel fargli eseguire compiti di ogni tipo. 

L’utilizzo più classico sta nel fargli scrivere dei testi. Per esempio, rimanendo nel mondo del tennis, possiamo chiedergli di scrivere un articolo sul torneo di Miami, scegliendo anche una specifica angolazione da cui inquadrarlo, la lunghezza del pezzo e anche un particolare stile. 

Attenzione, però a non prendere per oro colato ciò che ChatGPT scriverà: se lo vuoi usare come spunto per qualcosa che poi tu controllerai, espanderai, integrerai, va bene. 

Se invece punti a fare un bel copia e incolla a scatola chiusa, potresti andare incontro a problemi: attualmente la precisione e l’affidabilità delle risposte non è il punto forte di questi chatbot e, soprattutto se non sei un esperto della materia trattata, il rischio di non accorgersi di errori o carenze in ciò che è stato prodotto è alto. (Nell’esempio qui sotto, ChatGPT ha dimenticato Zverev, che nel momento in cui scriviamo è il principale contendente al ruolo di n1 di Jannik Sinner).



3) Chiacchierare senza uno scopo predefinito

È anche possibile sfruttare le capacità di conversazione di ChatGPT per discussioni non mirate

In questo caso l’unica difficoltà sta nel superare la sensazione strana che si ha nel chiacchierare con un computer. 

Ma il livello della conversazione è tale che è un ostacolo facile da superare.



4) Interpretare immagini

L’interazione con ChatGPT non è limitata ai discorsi. Gli si può anche chiedere di interpretare una fotografia, ad esempio per identificare il nome di una pianta o lo stile architettonico di un palazzo.



5) Disegnare con ChatGPT

A proposito di immagini, si può chiedere a ChatGPT di creare un’immagine

Il procedimento è molto semplice: si comincia con il dirgli che immagine vorremmo venisse creata. 

Si può anche specificare lo stile, i colori prevalenti e gli altri particolari che vorremmo comparissero nel disegno. 

Una volta che viene creata la prima immagine poi ci si può continuare a lavorare, chiedendo di aggiungere un particolare, eliminarne un altro o apportare altre modifiche e continuare così fino a che non si arriva a un risultato che ci soddisfa (o finché non incappiamo nel limite di immagini che si possono generare con la versione gratuita di ChatGPT)



ChatGPT e regolamentazione

Per chi utilizza le capacità creative di ChatGPT può sorgere il dubbio: ma è permesso fare ciò che sto facendo

Per esempio: cosa succede se faccio i compiti con ChatGPT? 

Se scrivo la tesi con ChatGPT? 

Se scrivo un articolo o traduco un libro? 

Come spesso accade all’inizio di grandi trasformazioni tecnologiche, la tecnologia precede la regolamentazione e non c’è una risposta chiara e univoca a queste domande, molto dipende da ciò che fai, dai tuoi obiettivi, dai paletti che ti sono stati posti da chi ti ha incaricato di scrivere una data cosa.

In linea di massima si può dire che è corretto utilizzarlo come uno strumento molto potente che ti aiuta ma non ti sostituisce

Supponiamo di sottoporgli un esercizio di matematica o una versione di latino: puoi usare ChatGPT come aiuto per capire come risolvere un dato esercizio o per tradurre un passaggio ostico, oppure per sostituirti completamente e fare tutti i compiti al posto tuo. 

Nel primo caso avrai imparato qualcosa, nel secondo probabilmente avrai risparmiato tempo, ma senza imparare niente.

Costi e abbonamento a ChatGPT

Quanto costa ChatGPT? ChatGPT è gratuito

Offre anche una versione “Pro” a pagamento, che si appoggia su un modello computazionale più avanzato, ma per la maggior parte degli utenti la versione gratuita è più che sufficiente. 

Il limite principale della versione gratuita è che c’è un numero massimo di domande che gli si può rivolgere in un giorno, ma è comunque un numero piuttosto alto, che non ha grande impatto su chi vuole farne un utilizzo normale. 

Inoltre, una volta raggiunto questo limite il chatbot non smette di funzionare ma si appoggia su una sua versione meno potente, che però potrebbe continuare a fornire risposte utili.



Confronto con gli altri chatbot AI

ChatGPT non è l'unico chatbot di AI generativa in circolazione. 

Ce ne sono alcuni sviluppati dalle grandi aziende di hi-tech (come Microsoft e Google), altri legati ai social e alle app di messaggistica (come WhatsApp e X). 

Ecco una breve carrellata dei principali concorrenti di ChatGPT.

Copilot (copilot.microsoft.com)


Sviluppato da Microsoft. Ha un funzionamento molto simile a ChatGPT. Tra le principali differenze: non conserva in memoria la cronologia delle conversazioni passate e non ha limiti di utilizzo. Inoltre può lavorare in sinergia con programmi Microsoft classici come Word, Excel, PowerPoint e Teams per scrivere documenti, analizzare dati o creare presentazioni, e può anche gestire email e calendari all’interno di Outlook. 

Interessante il fatto che aggiunga note a piè pagina, per aggiungere affidabilità alle sue risposte (l’incertezza sull’affidabilità delle risposte è attualmente uno dei principali problemi dei chatbot IA). 

Offre anche la versione Pro a pagamento.

Deepseek (chat.deepseek.com/)



Sviluppato dall’omonima azienda cinese, è il chatbot che negli ultimi mesi ha cambiato le carte in tavola, grazie al suo impiego di risorse più contenuto rispetto a ChatGPT. È finito nel mirino del Garante della privacy per via di problematiche nel trattamento dei dati degli utenti, ragion per cui attualmente in Italia è utilizzabile solo tramite il sito mentre l’app non è disponibile per essere installata sui nostri telefoni. 

Per me rispetto a ChatGpt attualmente le sue funzionalità sono più limitate: non crea immagini, non sa interpretarle (ma è in grado di estrarre testo da un’immagine caricata), non consente conversazioni vocali e nonostante possieda la funzionalità di ricerca su web nel periodo in cui ho fatto le prove non funzionava e dunque i risultati non erano aggiornati. Inoltre non risponde a domande relative ad argomenti considereati delicati per il governo cinese.

Gemini (gemini.google.com/)



Sviluppato da Google. Presenta un’Interfaccia “classica” a finestre di testo, ma con l’app lo si può anche usare in modalità conversazione: gli si può parlare e risponderà a voce. Non ha limiti al numero di domande che gli si possono porre. Sta venendo integrato con gli altri strumenti del gigante californiano: è direttamente accessibile dalla barra degli indirizzi di Google Chrome (basta scrivere @ Gemini e poi scrivere la domanda che avevamo in mente), per le sue risposte sa utilizzare Google Maps o YouTube, è persino in grado (se lo autorizziamo) di accedere a Gmail e fare un riassunto delle mail che abbiamo ricevuto. Di recente inizia a essere integrato anche nei risultati di alcune ricerche su Google, sotto al cappello “AI Overview". Evita ogni riferimento politico, non rispondendo nemmeno a domande del tutto innocue come “Chi è il Presidente della Repubblica Italiana”. Ha anche una versione Advanced a pagamento, in grado di svolgere compiti più complessi.

Grok (integrato in X, l’ex Twitter)



Il chatbot che più si distingue dagli altri, per via della sua integrazione nel social network X (l’ex Twitter): vi si accede cliccando sul simbolo di Grok dalla home page di X. Oltre all’uso normale, è interessante l’uso applicato a X: gli si può chiedere un’analisi di un qualunque utente del social e se ne otterrà un breve riassunto. Per un breve periodo è stato disponibile anche un analogo pulsante “explain this post”, che cercava di spiegare e contestualizzare il contenuto di un tweet. Nel momento in cui posto questa funzionalità non è più disponibile direttamente come opzione, ma si può ottenere un risultato simile commentando un post scrivendo “@grok” e aggiungendo la propria domanda. Non accetta input audio (ovvero: non si può dargli comandi a voce, bisogna scrivergli) e ha un limite di utilizzo di 15 domande ogni due ore.

Qwen (chat.qwen.ai/)



Sviluppato dal colosso cinese del web Alibaba. Nonostante questo, a differenza di Deepseek risponde a domande su argomenti delicati come i fatti di Piazza Tien An Men. Integra una funzione di ricerca sul web per dare informazioni aggiornate anche su argomenti di attualità, non pone limiti all’uso della chat. Come gli altri chatbot è in grado di interpretare il contenuto di un’immagine e di creare a sua volta disegni e in più è anche in grado di creare brevi video partendo da una semplice descrizione testuale. Possiede una funzione specifica per la creazione di codice informatico. Si possono eliminare elementi dalla cronologia delle conversazioni. Non ha un’app apposita, ma se usato dal telefono presenta qualche diversità, in particolare è solo in questa modalità che accetta input audio.

Meta AI (integrato in WhatsApp)



L’ultimo arrivato, è una funzionalità che da qualche settimana sta comparendo automaticamente su WhatsApp, senza che gli utenti debbano fare niente. 

Si tratta di un’icona circolare blu nella schermata principale accanto al pulsante di composizione di un messaggio: è l’assistente virtuale basato sull’intelligenza artificiale di Meta (l’azienda proprietaria anche di Facebook e Instagram). Permette di fare domande, ricevere consigli, traduzioni, spiegazioni e suggerimenti in tempo reale. Le funzioni più avanzate, come la generazione di immagini, non sono ancora disponibili in Italia. Attualmente non può essere né scaricato da chi ne è privo, né rimosso manualmente da chi se l’è ritrovato nell’app. Se non vuoi usarlo, l’unico modo è ignorarlo.

Per saperne di più, ti rimando al post di MetaAi.

 

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