Certo che i nostri telegiornali le sparano grosse e chi li ascolta si prende paura e pensa alla fine del mondo. Le borse di tutto il mondo si sono fortemente contratte. E' vero. E quindi? I giornali scrivono come al solito che i mercati hanno "bruciato" tot miliardi. Ma non mi dite! Che paura!Pure io mi son visto sparire un 30K di eurini ma il pensiero è che i soldi non si bruciano. In borsa non si brucia proprio un belino di niente. Semplicemente gli investitori vendono quote azionarie in proprio possesso e si tengono i capitali a cuccia per momenti migliori. I soldi non si bruciano e non spariscono. Cambiano solo di posto e mi piacerebbe sapere chi ci sta in quel posto. E vabbè, che il mercato azionario fosse artificiosamente e stratosfericamente gonfiato è un fatto che si sa da una vita.
Facciamo l'esempio di Tesla. Vale in borsa circa 750 miliardi dollari.
Ma il suo fatturato è di poco più di un centinaio di miliardi e l'utile operativo di una dozzina. Come minchia può valere una cifra così spropositata in borsa? E' ovvio che è una bolla che prima o poi scoppierà. E così per moltissime altre realtà aziendali.
Ma ritorniamo alle perdite in borsa. Chi è che investe a Wall Street? Certo ci sono i piccoli azionisti ma il grosso è fatto da pochi ed enormi fondi di investimento. Se perdono qualche lira all'economia reale non succede un bel niente. Quella delle borse è una finanza virtuale che poco ha a che vedere con l'economia delle Nazioni. Investire in borsa non è molto diverso che scommettere sulle corse dei cavalli.
I dazi? Ma si facciano i dazi loro, gli stessi importatori di prodotti italiani di alcuni settori centrali del nostro export hanno dichiarato che non si aspettano grandi contrazioni di mercato. L'agroalimentare italiano negli USA è già un settore ad alto costo e di punta. Un certo aumento non scoraggerà certo i consumatori. Chi campa di hamburger non va a comprare l'olio di oliva che costa un capitale ormai dappertutto. E chi veste Armani non rinuncerà certo comprare la sua camicia preferita per qualche dollaro in più di sovrapprezzo su un bene già di suo destinato a gente che ha soldi da spendere. Idem per le nostre auto di alto target. Idem tutto il settore del lusso.Idem per la Lella che continuerà comprare Iphone.
Ma un fatto importante è che il mercato americano assorbe solo poco di più del 10% dell'intero export italiano. Ammesso se ne perdesse una quota, diciamo del 5 o del 10%, non succederebbe in sostanza niente o quasi. Il 10% del 10% è uguale all'1% del totale esportazioni. Ma gridiamo al disastro e facciamo il 2%. L'Italia non finirà certo in rovina per questo.
Con le sanzioni alla Russia abbiamo rinunciato a circa 8 miliardi annui di esportazioni, una perdita superiore a quella che ci procurerebbero i dazi di Trump. Senza che nessuno alzasse un sopracciglio.
Poi le soluzioni si trovano, sia per Putin che per Trump. Noi italiani siamo degli specialisti di queste cose.
Quindi calma e negoziare, negoziare e ancora negoziare. Altro non si può fare. Dichiarare guerra agli USA è stupido e non serve a niente. Gridare al disastro come fanno i giornali nostrani e le sinistre, come se fosse colpa del governo, serve ancora a meno.
Forza figlioli e avanti coi carri.
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