Oggi chiedo se secondo voi sia giusto andare in pizzeria e pagare 18 euro per un piatto di spaghetti, con vongole vuote e inzuppate nell'olio.
Certo è che da quando il granchio verde ha fatto secco vongole e cozze il prezzo di queste è decisamente aumentato nel menù ristoratorio.
A parte che sono abituato alla Lella che prima cosa non mette i gusci ma solo le vongolette controllate una ad una e quindi ripeto che una pizzeria è il luogo progettato per cuocere impasti di farina e acqua a 400 gradi, non per maneggiare delicati frutti di mare che in hillo tempore esistevano a Casalcoso.
Ordinare pesce in un posto del genere è come chiedere al tuo gommista di farti un'operazione a cuore aperto e gambe chiuse.
Poi il prezzo di 18 euro non è calcolato sul costo delle materie prime, ma sulla probabilità statistica che un cliente pirla abbocchi all'amo tipo quello che si cucca la "margherita" nella nuova pizzeria che Briatore ha aperto a Torino.
È una "tassa sull'ingenuità".
Nel momento in cui hai letto "spaghetti alle vongole" su quel menù, avresti dovuto capire che stavi per partecipare a una truffa, non a un pasto.
Il concetto di "giusto" non esiste in un contratto commerciale che tu hai accettato facendo la commanda.
Esiste solo il prezzo che sei disposto a pagare per la tua stessa coglionaggine ingenuesca.
Analizziamo il crimine che ti hanno servito nel piatto.
Le vongole "poche e vuote" non sono un errore, sono una strategia.
Quelle poche vongole con il mollusco dentro sono quasi certamente surgelate, di pessima qualità e provenienti da chissà quale allevamento intensivo del sud-est asiatico considerato che il granchio green ha fatto strage delle nostrane.
I gusci vuoti, invece, sono la scenografia della miseria che possono anche rompere il lavoro del tuo dentista.
Vengono comprati a peso, bolliti e buttati nel piatto per creare un'illusione di abbondanza a costo zero.
L'olio in cui tutto affoga non è extra vergine di oliva comprato alla cantina di Casalcoso o da Donato l'eccelso, ma un olio di semi di infima categoria, usato per mascherare la totale assenza di sapore del pesce e per dare un falso senso di ricchezza al piatto.
È un lubrificante che manco mettono nei condom, non un condimento.
L'intera preparazione è un'opera di ingegneria della delusione, progettata per massimizzare il profitto minimizzando la spesa a un livello che rasenta il codice penale e varrebbe la pena di far intervenire il genero di Nevilia che è dei Nas.
Quindi sì, è assolutamente giusto che tu paghi.
Non stai pagando per il cibo, stai pagando per una lezione.
Hai pagato 18 euro per imparare che il mondo è pieno di gente che non vede l'ora di sfruttare l'ignoranza.
Hai pagato per capire che un ristorante che cerca di fare tutto, dalla pizza al pesce, non sa fare bene una minchia di nulla.
Hai pagato per la consapevolezza che il tuo ruolo, in quel preciso momento, non era quello di un cliente, ma quello di un pollo da spennare.
Protestare o lamentarsi è inutile... testina di vitello.
Il ristoratore ha già vinto nel momento in cui hai ordinato.
Paga, ingoia il rospo oleoso e la prossima volta, in una pizzeria, ordina una pizza e ti consiglio “La Frasca”.. che è una garanzia..
e si trova a Scerni dove va anche Iannone con l'amica cantante.E ripeto che la pizza è ultrabona e non solo quella.
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