E che dire se vogliamo farci una pasta al tonno?
Immo al supermarket di turno e la accattiamo, ma quella scatoletta di tonno non è un forziere di tesori marini, ma la bara low-cost di un pesce fatto a pezzi e annegato nell'olio più scadente del pianeta.
L'ingrediente principale, oltre al tonno, è l'illusione.
L'olio in cui naviga la poltiglia di pesce non è quasi mai il pregiato extravergine d'oliva comprato dal Donato di turno e che solitamento usi per l'insalata.
È olio di semi di girasole o di soia, un riempitivo economico che serve a mascherare la qualità spesso mediocre della materia prima, aggiungere peso e conservare un prodotto che altrimenti saprebbe di cartone bagnato.
Il tonno stesso non è un filetto scelto con cura.
È il risultato di una lavorazione industriale brutale.
Pesci enormi vengono cotti, smembrati i cui pezzi meno nobili vengono compressi insieme.
Stai mangiando un agglomerato di tessuto muscolare che ha subito più stress di un pendolare sulla Salerno-Reggio Calabria.
Dentro quella scatoletta c'è anche il fantasma di un massacro indiscriminato.
I metodi di pesca industriali, come le gigantesche reti a circuizione, non fanno distinzioni.
Insieme ai tonni, vengono tirate su e uccise tonnellate di "catture accessorie".
Delfini, tartarughe marine, squali, mante e innumerevoli altre specie di pesci finiscono soffocati e maciullati in queste reti.
Le etichette "Dolphin Safe" sono un'operazione di marketing per pulirsi la coscienza, ma non garantiscono che la pesca sia stata un'operazione chirurgica.
Stai mangiando il sopravvissuto di un cimitero marino collaterale.
Ogni boccone di tonno è condito con il ricordo silenzioso di decine di altre creature la cui unica colpa era trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Infine, l'ingrediente più insidioso è invisibile. Il tonno, essendo un grande predatore, si trova al vertice della catena alimentare marina.
Questo significa che per tutta la sua vita accumula nei suoi tessuti le sostanze tossiche presenti nell'oceano, in particolare il mercurio.
È un processo chiamato biomagnificazione.
Più è grande e vecchio il pesce, più è una spugna di veleni.
Oltre al mercurio, oggi c'è un nuovo ospite non invitato.
Le microplastiche.
I nostri oceani sono una zuppa di plastica e i pesci la ingeriscono costantemente.
Quindi, insieme alle proteine e agli omega-3, stai introducendo nel tuo corpo una bella dose di metalli pesanti e frammenti microscopici della tua stessa spazzatura.
La scatoletta non contiene solo tonno.
Contiene l'intero ecosistema di un pianeta malato.
Dai.. torna alla tua pizza e lascia perdere sti poveri tonni.
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