Ho preso in esame un corso online per l'obsolescenza programmata che è una caratteristica di progettazione basata secondo i criteri di disonestà geniale, della durata del tuo elettrodomestico in un periodo di durata sui tre anni (considerato che per legge sino ai due anni devi garantirne il funzionamento).
L'idea che un oggetto debba durare è un ricordo nostalgico di un'epoca in cui le aziende producevano beni, non spazzatura a tempo.
Come dicevo sopra, oggi il modello di business si basa su un concetto di una disonestà geniale che fa morire l'elettrodomestico con una precisione cronometrica quindi dentro la tua lavatrice o il tuo frigorifero c'è un componente, spesso una scheda elettronica o un pezzo di plastica insignificante, che è stato deliberatamente ingegnerizzato per rompersi dopo un certo numero di cicli di utilizzo, e se sei in gamba come progettatore, subito dopo la scadenza della garanzia.
È un'ingegneria del fallimento.
Si usano ingranaggi di plastica dove servirebbe il metallo, condensatori sottodimensionati che si bruciano con il calore e componenti sigillati che rendono impossibile la sostituzione di un singolo pezzo.
Il tuo elettrodomestico non è un investimento.
È un abbonamento a un servizio di smaltimento rifiuti che paghi in anticipo.
Quando il cadavere smette di funzionare, scatta la seconda fase del corso che è la trappola della riparazione.
Chiami il tecnico, e già solo la sua uscita ti costa un centinaio di euro.
Poi arriva la diagnosi. "È la scheda madre", ti dice con la faccia seria, "costa 300 euro, più la manodopera".
Quel pezzo di ricambio, che all'azienda è costato forse una decina di euro, viene venduto a un prezzo così esorbitante da rendere la riparazione economicamente insensata.
Ti mettono di fronte a una scelta finta.
Spendi 400 euro per resuscitare un rottame che si romperà di nuovo tra sei mesi, oppure ne spendi 600 per un modello nuovo, luccicante e con la garanzia di altri due anni di agonia programmata.
È un sistema perfetto, progettato per costringerti a comprare, comprare e comprare ancora, alimentando un ciclo infinito di produzione e di rifiuti.
Non sei un cliente.
Sei uno schiavo del consumo, un criceto che corre su una ruota che non porta da nessuna parte.
Le aziende ti bombardano con la propaganda della "classe energetica" e delle "nuove funzioni smart" per darti l'illusione di un progresso, per farti sentire in colpa se tieni un elettrodomestico "vecchio" di cinque anni.
Ma è tutta una presa per il culo.
La verità è che la lavatrice di tua nonna, quella che pesava come un carro armato e aveva due manopole, è durata trent'anni.
La tua, con il suo display touch e le sue sedici opzioni di lavaggio che non userai mai, è progettata per diventare un rifiuto ingombrante nel minor tempo possibile.
Non è un'ipotesi.
È una certezza matematica alla faccia del corso di obsolescenza programmata che ti fa capire che il miglior elettrodomestico è tua moglie.





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