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giovedì 31 maggio 2012

Che barba che noia..

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In questa stagione gli amori diventano anemici. Affaticati , pallidi, smorti insomma. Come? (direte voi), l'avvento del bel tempo dovrebbe essere il contrario, il rifiorire della Primavera preEstiva..Forse sti amori hanno bisogno solo di un poco di mare di Casalbrodino. Diciamo un periodo di tre mesi dai... d'altronde dopo un ragguardevole  numero di giorni tu e lei, lei e te, l'orribile peso della ripetivita' comincia a farsi sentire. E cosi' si arriva al livello di tolleranza zero. Son le fisse che stancano le unioni. Quelle abitudini bizzarre e insensate con le quali ci fustighiamo a vicenda. Parliamo di qualche persona vicino a noi di cui conosciamo le abitudini..ad es.. uno a caso..l’Angelo il pestino che non perdona. Non riesce a mangiare l'uva senza prima averla sbucciata e separata dai semini. Media di tempo per ogni acino una cinquina di minuti e a volte anche una decinaia.  Per il prosciutto opera col bisturi asportandone la parte grassa. Se malauguratamente per caso gli capita l'incombenza del panino, si va alle calende greche antecrisi. I pezzettini che sbucano fuori dalla michetta, si tolgono uno per uno sistemandoli nel punto dove manca. Insomma ci va’ il tempo che ci va’ no?. Intanto alla moglie di Angelo e' venuta una faccia che non ha nulla da invidiare ad una ciotola di Ciappi. E' una natura morta che parla. Ma anche lei non scherza. Tutte le volte, dopo che Angelo ha parcheggiato sottocasa nel cortile scavato dai panni stesi ad asciugare dalla tipa che ha la centrifiga che nn funge, le prende la fissa di tornare indietro a controllare se l’incutito ha chiuso il box. Sempre. Anche se nel frattempo si e' inerpicata per dieci minuti sulla salita che porta ai garage. La Lella  (moglie del Carlo) e' iperossessionata dall'ordine, casa sua e' tutto un coordinato, ha persino il copriwater in tinta come il copriletto. E' cosi' suonata che quando scopa (oppss.. fa l'amore e capita raramente) ogni tanto si ferma e rifa' il letto. Tiene anche i biscotti nell'armadio per ordine alfabetico: abbracci, baci, baiocchi, stelline e togo. Il suo compagno (il Carlo) dopo 40nni di convivenza e milioni spesi in agopuntura, ancora non ha accettato questo ordine maniacale e fa’ di tutto per creare disordine. La Lella ha anche il vizio di ottimizzare gli spazi ed e' soprattutto economa, col cibo avanzato se rimane una forchettata di spaghetti e due cucchiaiate di brodo vegetale, mette tutto assieme in un contenitore per risparmiare spazio, difatti il Carlo non e' piu' uomo… e' come il Labrador di Renzo, abituato com'e' a trangugiarsi quelle sbobbe. Lella litiga con Carlo perche' il rotolo della carta igienica va sistemato col foglietto che scende  dall'alto ma lui si ostina  a metterlo con lo strappo che sbuca da sotto e del resto lui il bidet lo fa con il fondoschiena verso l'acqua mentre lei ficca la passeretta al getto. Primo o poi la Lella seguira' le orme di Adriana che dopo 15 anni ha mollato l’Augusto. Motivo? Tutte le volte che andavano in pizzeria lui mangiava la pizza tutta dentro e poi con la crosta intera faceva il volante della macchina e brummm brummm con relativi sputacchi da far invidia allo spegnitore di candeline della Parrocchia. All'inizio l'Adriana lo trovava esilarante poi, dopo 3 lustri di repliche, ha pensato che poteva anche farne a meno. E si e' messa sai con chi? Ma col Pizzaiolo. Come ogni post..i riferimenti a nomi o cose sono puramente ed esclusivamente tassativamente reali quindi i vari sputtanamenti sono frutto di cose dette in segreto per la serie rimanga entrenouse come dicono i cugini d’oltralpe..bueno..vado a far rifornimento di grappa, questo mese le bottiglie sono evaporate per il caldo degli ultimi giorni.

Il giorno dei perche'.

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Sara’ che mi mancano gli alti sistemi speculativi, sara’ che la mia e’ solo bigiotteria di pensiero, sara’ che sono agli ultimi giorni preferie trimestrali abbondanti.. il fatto e’ che ne ho le palle piene e mi sono aalzato chiedendomi..perche’. Allora..Mi stanno bene i due cents che serviranno ai fratelli sfortunati ma come cazzo si fa a spendere 1500 milioni delle vecchie lire per addestrare gente che dira’ ad un povero cristo che tu sei un povero cristo e che sei nato povero cristo per essere considerato povero cristo, ma vedi di dare 25.000 euro al povero cristo e vedrai che non si sentira’ un povero cristo detto da chi e’ addestrato a dire che sei un povero cristo. Forse la pioggia del mese scorso mi ha incastrato nel cervello dosi considerevoli di “Perche’” e ho finito le risposte e comincio non col vorrei come una carissima persona faceva ma col “Perche’”. Parto con le vestimenta che la Lella mi prepara..eccola li..La dolcevita senza maniche. D’estate e anche d’inverno. Perche’. Una dolcevita smanicata targata Trussardi che fa pendente coi jeans e’ una contraddizione bella e buona. Perche’ mai mi devo cacciare addosso una roba che se fa caldo mi fa sudare il collo e se fa freddo mi fa ghiacciare i gomiti? E’ una moda riservata a quei disgraziati che hanno sempre la faringite tipo Demo e le braccia coperte da orticaria psoriasitica come la moglie di Gino e ai deficienti azz come riempie bene la bocca mettendo deficiente con la “i” che tradotta in francese deficient, inglese deficient istess in tettesko unzalanglic in latino deficiens..basta cosi’  per spiegare a chi ha messo il cartello nel condominio che l’ha scritta senza la i..leggo integralmente sulla porta cha da’ sui box..Chi strappa il cartello 2chiudere la porta” e’ proprio un deficiente”..non raccolgo l’insinuazione e so’ di deficere in molti punti. Post senza senso vero e sono in vena di brevetti..adesso mi metto li e comincio anch’io a brevettare belinate… faccio dei bikini in lana d’angora da usare a Casalbrodino, una bella collezione di impermeabili in carta assorbente o carta igienica rotolo venti piani e dei modernissimi guanti in acciaio che diventa ruggine ma non e’ ruggine..come il monumento di Via Italia. Vabbuo’ ricambio argo&mento e mi chiedo..
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Altro mistero dovuto alle pulizie del giovedi’. Quelli che assumono la Colf e poi puliscono la casa prima che arrivi, cioe’ pagano apposta una che viene a casa loro per non fare una mazza. Passano addirittura la cera sull’asse del water pur di non fare brutta figura datosi che il marito piscia sempre fuori e non ho mai capito la storia dell’asse..alza l’asse abbassa l’asse..boh e’ il terzo mistero di Borgaro. Cosi’ arriva la “signora” delle pulizie, contenta come un grillo, si infila le ciabatte, si fa il caffe’, legge il tuo giornale fa una passata sul tuo pc e poi telefona tutto il tempo al cellulare della cugina, assunta anche lei da qualche sciroccata che sta nell’europa ovest, per pulire sti locali sempre puliti. E per finire guardando in Via Italia mi domando e dico del perche’ del lavaggio delle strade. Ma perche’. Io mi sono sempre chiesto e non me lo sono mai spiegato come disse il vento alla vela. E’ come lavare la suola delle scarpe. Perche’ lavare le strade e non i marciapiedi che li deve lavare la Giovanna, insomma in strada tutto sommato ci si passa in auto ma sui marciapiedi dove passano i cristiani che sono? Fogna a cielo aperto?. Dai facciamo un bel bucato serio cazzo, scopa, acqua e sapone, sia chiaro. Certo. Perche’ vorrete mica dirmi che per togliere questi maledetti olii nocivi o residui del ciuingumme basta bagnare le strade con quegli sprizzino virgoletti? Davvero? Ma allora e’ meraviglioso. Ma come mai questi oli si depositano solo al centro? Le altre vie sono immuni? Qualcuno le ha vaccinate di nascosto? Ma perche’ dico io e scusate la polemichetta. Ma se l’auto posteggiata impedisce il lavaggio perche’ mi date la multa e poi la lasciate li e la lavate lo stesso sta cazzo di strada? E se potevate lavarla perche’ mi avete dato la multa a fare? Ah capisco , era per castigo come il semaforo davanti alla Coop. Avete fatto bene e vi risparmio la storia della spazzatura differenziata, altra multa ma se non mi dite come faccio a separare il liquido organico dalla gomma la gente che scopa nel senso rapporto intersezionale ancora non sapra’ mai differenziarla e quindi da quei soldi che all’inizio serviranno  per istruzione, staccate solo una piccola parte per addestrare le forze del disordine a rispondere alle domande sul come fare a differenziare e nel frattempo la parte organica seguira’ il percorso delle acque di scarico via cesso dove le massaie buttano rigorosamente l’olio dei fritti e la parte gommata rimarra’ nell’apposita cartucciera anche perche’ ci sta chi e’ allergico alla gomma e senza fare nomi lo guardo allo specchio.Basta coi perche’ e speriamo meglio domani che e’ venerdi’ e come ben sapete ne’ di venere ne’ di marte non si tromba e non si parte.

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mercoledì 30 maggio 2012

Agata.

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Gli Italiani non fanno piu’ figli? Naaaaaaa..oltre ai Rumeni, Marocchini, Filippini abbiamo anche noi chi si preoccupa al rialzo percentuale di procreazione. Agata.. la canzone diceva, tu mi sorridi Agata etc etc ..lei..l’incutita Agata non sorride, scopa col risultato di non stare piu’ nella pelle. Ma per davvero, proprio nel senso fisico corporeo del termine. E’ di sette mesi e pesa come Giuliano Ferrara in edizione antigrillini rap pur essendo alta come Magalli ovvero un metro e una gazzosa. Potrebbe andare nelle discoteche e farsi assumere come ragazza cubo. Nel senso geometrico della parola, altezza, profondita’ e larghezza tuttistess. E dire che sino a qualche mese fa sembrava che la vita le riservasse unicamente “a soli” di sgrillettamenti. Colpa di Arnaldo, l’ex compagno, di cui si era invaghita credo dopo aver preso un’insolazione nella spiaggia di Casalbordino. Un massacratore professionista di balle che da giovane penso facesse l’equilibrista.. appunto per il fatto di stare sempre sulle palle. Ma lei si tormentava. Nessuno e’ mai morto di mal d’amore, le ripetevo.. al massimo ti verra’ la gobba come ai drome.. dari. E infatti le e’ venuta. Ma sul davanti. L’inseminator dichiarato e’ un veterinario di Leini’ masturbatore di colibri’ (e fa anche rima) dove lei aveva portato il suo Verdone Mangiasassi (la storia del Verdone sara’ oggetto di altro post) al controllo.. ebbene questo veterinario non e’ che sia di primo pelo e nemmeno di secondo o terzo, l’ama tantissimo e lo dice anche a decinaia di clienti, il fatto triste e’ che proprio la settimana scorsa ha festeggiato le nozze d’argento con la moglie o compagna. Ma Agata, che il suo nuovo moroso double-face de mierd chiama Gatty per via della sua professione animalesca, non ha nessuna intenzione di fare come Cime Tempestose. Ha deciso di fare la buona madre. Si e’ tolta il piercing dall’ombelico, che ormai era grande come un anello tipo quello per tende mantovane ed ora viaggia con premaman che le danno l’aspetto di Italo il Vagonlit di Montezemolo. E adesso pero’ parentesizziamo e andiamo sul visivo.. qualcuno mi spieghi perche’ gli abiti da donne incinta devono essere cosi’ mostruosi. Cominciamo dai colori. Roba che snellisca e renda piu’ snelle? manco pu’ belin. Solo fucsia, bluette, viola cardo trasu’ de ciuc o fantasie gialle e nere da salamandre insomma roba da paint shop. Ma visto che ste povere donne, gia’ si sentono dei cessi, delle energumene, delle orchesse,  e’ proprio il caso di imballarle in metri e metri di volant? Non sono mica dei gazebo raccoglifirme radicali. Sarti sadici che non siete altro.. sapete chi si veste cosi’? Solo le scimmiette nei circhi e non di loro iniziativa. Se il vostro obiettivo miei cari stilisti e’ devastare l’amor proprio delle femmine gravide, fate che fare una linea di premaman direttamente in polistirolo finto michelin, magari accessoriata di adesivo Bimbo a Bordo, da appiccicare alle chiappe. Mammina? Tieni un bel pancione e ti ostini con la spiaggia di Casalcoso? Allora toh… un bel costume giallo fluorescente con gonnellino in balza, girovita di smerlo e spalline di frappa, cosi’ sei uguale sputata ad un dirigibile della Solero Algida precipitato inavvertitamente sul bagnasciuga di Torino di Sangro.  La Marinella invece ha partorito qualche giorno fa’ tipo pente coste, sgravato come si dice in gergo animalesco, l’ha fatto in acqua come gli squali e adesso e’ distrutta da 10 ore di salamoia. Giuro che se una cicogna mi si avvicina ancora una volta.. la prendo a calcinculo (ella mi ha confidato). E’ un po’ preoccupata, la capisco. D’altronde in tutti questi anni, l’unica cosa che Marinella e’ riuscita a far crescere in casa sua, oltre ai baffi e’ la muffa sui muri.
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domenica 27 maggio 2012

Basta Censura..


E dai.. finalmente li possiamo chiamare ufficialmente col loro nome senza tema di esser citati a giudizio grazie alla Cassazione ci dette il permesso. Che cosa? Eh un caiser, un momento, mica siamo certi che tutte le Procure e tutti siano al corrente e soprattutto allineati in fila per sei col resto di due..dicobene Maria advocata miam. Per il momento sara' piu' prudente che "quelli" siano innominabili.. e se proprio qualc1 vuole nominarli fara' meglio ripescare dal linguaggio di generazioni non troppo lontane...“i cosiddetti” e chi segue le mie elucubrazioni tipo il post precedente dove sono stati nominati almeno 85 volte, capira’ il ripetersi di parole all’indice e anche al medio che forse e’ piu’ appropriato. Erano tante le parole che non si potevano dire fino a pochi anni addietro. Una societa' che sentiva ancora troppo prossime le sue origini contadine doveva evitare di chiamare le cose col loro nome, come innocentemente si usava in campagna, specie se riguardavano parti del corpo o..cosa terribile..il sesso. Bah..una signora di medioborghesia non si sarebbe mai azzardata di nominare i piedi davanti alle sue amiche..si ho detto i piedi..bisognava dire "i medesimi" o cautelarsi almeno premettendo un " con permesso parlando".. Figuriamoci se si doveva salire un poco piu' insu', verso quelle che i latini chiamavano le pudenda e la nostra lingua, piu' timorosa ed ancor in uso presso la punta dello stivale e anche il tacco..le vergogne (sentito dai miei parenti acquisiti by seconda mugliera). Chissa' perche' vergogne boh..questo non me l’hanno spiegato e quindi ho sempre pensato fosse questione misurativa, io non mi vergogno affatto cmq, alla Rai nei primi anni 50, zelanti supervisori cancellavano dai testi destinati agli speaker espressioni traditrici come " in seno al governo" o pericolosissima "i membri delle commissioni". Circolava un manuale per i redattori del giornale radio che erano esortati a scrivere per esteso tutti i nomi degli enti pubblici, perche' qualche attentatore alla moralita' non leggesse al microfono, in sigla ..la Federazione Italiana Consorzi Agrari che fu poi chiamata Federconsorzi...Ma gli studiosi sanno che il meccanismo dell'interdizione linguistica ..e' pericoloso, genera per necessita' di compenso il bisogno della violazione. Non c'e' alcun gusto ripetere la parola consentita dal bon ton, molto di piu' ad usare quella proibita, che da' l'idea della spregiudicatezza, modernismo, sfida alle convenzioni. Finche' la stessa parola, consumata dall'abuso, finisce con il perdere il significato originario, ne assume un altro, che diventa innocuo, cambiando pelle di traslato in traslato. Le buone signore (leggasi buone e non bone) della media borghesia, che non avrebbero mai nominato i piedi lasciavano scivolare tranquillamente nel discorso, un "pinco pallino" o un "prenderla sottogamba" senza sospettare la perfida origine di quelle espressioni.
Grazie Signori della Cassazione, per avere sdoganato la parola che corre con piu' frequenza nei trivii, assolvendo quel giovane perugino colpevole di averla usata. Ora tutti potranno aggiungere al verbo transitivo "rompere” quel complemento oggetto da cui si guardavano, peccando contro la sintassi pur di non commettere un peccato di turpiloquio. E, gia' che ci siete, fate sapere alle vigilesse Borgaresi, di non rompere...E quindi quell'offesa a pubblico ufficiale per aver pronunciato verbo transitivo e complemento oggetto era nel contesto di un discorso legato si alla persona, ma in maniera amichevole ..in senso lato appunto e quindi e' il caso nei confronti di quella denuncia di ritirarla, anche perche' il fatto non sussiste a parte il consiglio di andarselo a prendere dove il sole batte poco che manco si e’ sentito e se non fosse stato per il dito medio sollevato,,manco si sarebbe capito, toccare per credere.. ma non da parte del  pubblico ufficiale ma dalla persona da me incaricata che mi sta leggendo anche perche' se lo facessi fare da altre persona la mia integrita' ne andrebbe di mezzo e potrei fare parte del coro delle voci bianche della parrocchia Porcarese in un prossimo futuro..dico bene Cassazione Perugina oppure sono facente parte di un mondo diverso e mi dovro’ limitare a pensare a voi solo per le confezioni vendute con dentro i messaggini...

sabato 26 maggio 2012

Coglioni Impestati.

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Invito chi odia leggere sproloquiature turpiloquienti a non continuare la lettura del post che e’ scaturito dalla cervicale mentre stavo cercando di buttare al macero alcuni documenti datati ed inerenti ad un periodo di studio nella svizzera tedesca che mi ha fatto ricordare alcuni cartelli del tipo “ Italiani non mangiate i cigni del parko”,”Kein Eintragung und Italianer” (ehmm.. vietato l’ingresso ai cani e agli Italiani) scritti da qualche impestato discendente dal tipo coi baffetti.. per intenderci il classico coglione. La tranquillizzante credenza per cui e' preferibile un impestato ad un coglione perche' l’impestato ogni tanto riposa, ha un'amara eccezione in me che appartengo alla schiera degli instancabili coglioni impestati. Insomma il coglione impestato e' coglione perche' non capisce un cazzo, se non il proprio interesse di parte, e non capisce nulla perche' e' impestato, e la impestagione gli fonde l'intelletto. E' peculiare del coglione impestato misurare la statura morale e la capacita' a vivere nel mondo esterno con il proprio metro, scusate..intendevo col proprio decimetro, e di conseguenza sospettare negli altri le infamie di cui lui sarebbe capace di fare e di incorrere. Il coglione impestato odia il mondo perche' avverte l'altrui disprezzo, diffida del mondo perche' lo misura con il proprio modo di agire, sogna che il mondo gli cade addosso perche' lui stesso ne fa parte e di conseguenza non gli mancano i bersagli contro cui spezzare le proprie corna, ne di solito gli mancano i mezzi di farlo in quanto la parte che colpisce da tutto di se come modo di poterla trovare ma in cambio non ha nulla.. E' chiaro che ogni persona perbene rifugge i rapporti con i coglioni impestati...ma essi non sanno starsene in un angolino, tirando fuori ste cazzate nei momenti piu' impensati. Per questo i coglioni impestati, sputano sentenze, dicono cose riprovevoli e stupide tranciando giudizi da nulla sopportati se non dalla cupa ignoranza. Nutrono timori visionari e forsennati contro chiunque, singoli istituzioni e societa' o comunita' e paesi.. danno giudizi xenofobi a chi agisce solamente e segue il proprio istinto.. e tanto meglio se quella persona e' debole o abbia dei problemi suoi. Quegli attacchi non mancano di incuriosire una societa' morbosamente attratta da tutto cio' che e' abnorme o bizzarro, e suscitano la complice solidarieta' degli altri coglioni impestati, che sono legione, piu' sono.. e piu' si imbaldanziscono e favorisce l'ascesa dei coglioni impestati, piu' impestati che coglioni che hanno l'agio di dare sfogo alle loro intemperanze ...Agiscono cosi' i coglioni impestati, perche' sguazzano nella loro merda di vita e pensano che tutto cio' che gira intorno ad altri  sia parimenti, sputando sentenze e fango e scrivendo cartelli da piantare nel parco.. Povero coglione impestato.. devi ancora crescere anche ormai sei vecchio e coglione ma non coglione semplice, coglione impestato e adesso vado a dire tre pateravegloria  perche’ sento che le ossa di Dante stanno vibrando nella fossa ma sto binomio mi riempiva la bocca e svuotava il cervello.. si fa per dire.. piu’ che materia grigia sono quel paio di neuroni spaesati rimasti nel vuoto della scatola cranica e quindi butto con soddisfazione questi ricordi nella differenziata Borgarese sapendo che tutt’oggi di queste scritte nel paese dei crukki se ne trovano e anche molte nel paese dell’angela dorothea kasner piu’ nota come merkel e il bello e’ che il nostro nano gli ha fatto conferire l’onoreficenza di dama di gran croce al merito della repubblica italiana..bah..
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giovedì 24 maggio 2012

Addio Cabina.

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Mentre fottingavo passando accanto alla cabina telefonica ho visto un cartello.. mi sono avvicinato e ho letto la decuiusata della stessa.. anche la cabina se ne va, ormai poche persone la utilizzano e mi ha fatto rimembrare che undici anni orsono era stata decretata la fine del gettone telefonico..ve lo ricordate?…C’era una volta…il gettone telefonico, era nato nel 1927, per inaugurare i primi sei telefoni a gettone installati presso la Fiera Campionaria del mio paese a Milano, ed e’ morto al 31 dicembre 2001 allam veneranda eta’ di 74 anni; in tutti questi anni non cambio’ mai il conio. Il gettone serviva per dare il resto in mancanza delle monetine (incettate dai giapponesini che le utilizzavano per fare le casse degli orologi), serviva anche per bloccare la levetta del Calciobalilla al fine di prolungare la partita in quanto le palline continuavano a scendere, e qualche volta sto gettone serviva anche per telefonare. Parecchi miei coetanei ne conoscono il sapore dato che mettendoli in bocca assieme ad una caramella zuccherata, una volta infilati nella canalina del telefono pubblico, incollandosi alla parete impediva la discesa degli stessi e prolungavano la telefonata all’infinito (i piu’ raffinati ecologisti praticavano dei forellini nel gettone per infilarvi una cordicella di nylon, sempre allo scopo di non farlo cadere nella cassetta della gettoniera). L’impiego telefonico del gettone era complesso, per svariati motivi a partire dall’ardua combinatoria gettone-telefono. Situazione namber uan: il barista ti dava il gettone, ma sul telefono campeggiava un enorme cartello con scritto “GUASTO”. Situazione namber ciu (scusate lo sputacchio), il telefono era in servizio, ma sul banco del bar c’era un foglio con scritto “ NON ABIAMO GETONI”. Situazione namber tfrii: avevi il gettone, l’apparecchio fungeva, ma era occupato da un cliente abituale, tale Tonino detto “Il Bestia”o anche “el Ciulun”, una specie di armadio vivente che con un solo gettone telefonava ininterrottamente per diciassei ore ( la Tariffa Urbana a Tempo era allora un virus sconosciuto), alzando la testa solo per ordinare birre, panini e per sputare sul cartello “Telefonate Brevi” e nessuno osava protestare. E che altro dire delle interurbane? Per fare un’interurbana arrivavi alla cabina zavorrato da decine di gettoni stipati nelle tasche dei pantaloni (da cui la famosa frase pronunciata dalla ragazza che abbracciavi: “mmmm Sei contento di vedermi o devi fare l’interurbana?”, li infilavi ad uno ad uno nel telefono, poi facevi il numero con la rotella e, non appena dall’altra parte alzavano il ricevitore o cornetta, i gettoni precipitavano con la velocita’ ed il rumore di uno sten tipo raffica di mitra. Se invece non rispondeva nessuno, potevi premere il tastone di plastica per farti restituire in un colpo tutti i gettoni sentendoti cosi’, per una volta, come un vincitore alla slot machine. E chi di voi non ha recuperato gettoni passando davanti alle gettoniere,  tentando la fortuna di recuperare i gettoni che precedenti persone non erano riusciti ad avere per la fretta.. luogo ideale le stazioni ferroviarie con treni in partenza… oppure variante di ladrocinio inserendo uno straccio nel foro di caduta per impedirne la giusta restituzione ed il successivo castigo da parte del trucido trafficone che toglieva l’impedimento e intascava il malloppo. Unica alternativa erano i bar con il telefono a scatti, dove pero’ il contatore cominciava a girare come un frullatore  Girmi appena entravi, quindi da scartare assolutamente. Al gettone e’ legato l’unico fruttuoso investimento della mia vita: un guadagno netto del 100%. Stavo ammassando gettoni per concedermi una telefonata alla  Gabriella di Busto Arsizio grande gnocca con un sorriso splendido e una mini da capogiro; un giorno arrivo’ la notizia dell’aumento del telefono; il gettone era radicalmente raddoppiato come prezzo. Guardai il mio gruzzolo: tredici gettoni, una sopravvenienza attiva di ben milletrecento lire (0.67 €); offrii una ghiacciatina mentorzata alla vicina di casa di nome Maria e dimenticai per sempre la Gabriella di Busto Arsizio. Addio Gabriella e addio Caro Gettone.. ti ricordo con very nostalgia.

martedì 22 maggio 2012

Festa Insieme.

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Hanno cuccato una settimana schifa per festeggiare al mio Paese, piove e quindi ne approfitto per visitare un loco nato di recente, fuori ci sta scritto in grande BINGO e quindi entro e procedo spaesato in un salone dalle tinte blu marcate, mentre un’addetta tipo maitresse mi invita gentilmente ad accomodarmi dato che non posso infastidire il gioco e distrarre i giocatori. Gia' in ogni caso non ha molto senso a stare li a curiosare e a cercare di capire. Dopo aver deciso di entrare nel mondo del Bingo non ho nulla a cui pensare, devo sedermi e giocare, era quello che volevo no?. Iniziamo, cerco di infilare le gambe senza toccare quelle della mia vicina, il pennarello blu..esita, disegna cerchietti nell'aria mentre i numeri vengono scanditi velocemente dagli altoparlanti. Il Bingo e' molto semplice, e' una tombola per adulti, rapida, svestita dal suo tradizionale clima famigliare e festivo ed accelera sul rapido coito di una "cinquina" e del "bingo" appunto.

Non c'e' tempo per l'emozione, le cartelle da due euro si riempiono velocemente di crocette ed altrettanto rapidamente vendono sostituite da altre vergini, pronte per una nuova pioggia di X della speranza. Con la cinquina si incamerano cinquanta euro scarsi, con il bingo meno di trecento. Pago di nuovo ed aspetto, il mio vicino che non pensa ai  membri suoi mi dice che forse avevo fatto un five, gli faccio un segno di gemellaggio dicendo di pensare alle cartelle sue e lui annuisce data la presunta forma di ignoranza cattiva che sprigiono per la serata che proprio non mi sfagiola. Mi salvano le luci che si abbassano e.. iniziamo.

Si fermano tutti, il momento e' tensivo, sento persino stomaci che borbottano, respiro profumi taroccati marca Auchan, respiro fumo di sigaretta impregnato nei vestiti di qualc1 due file piu' avanti, respiro sudore n.9 di chi ha problemi con l'acqua, gli addetti alle cartelle, all'assistenza, al bar, alla sicurezza si fanno statue, le teste dei giocatori si abbassano sul tavolo mentre una ragazza sciorina numeri a flusso continuo, sono tentato di gridare cinquina ma mi trattengo per non essere linciato. L'atmosfera e' sospesa al numero sessantanove mi scappa un "magari" e vengo fulminato dalla vecchia di turno. Nell'aria condizionata si librano impalpabili formule, anatemi, scaramanzie mai dimenticate..i capelli al gel rimangono impassibili ma la frenesia anima occhi che scorrono dall'alto in basso, secondo le colonne delle decine...Una signora datata insomma non di primo pelo, continua a chiedere se un certo numero e' uscito e dato che nessuno le da retta io mi prodigo per dirle "e hai voglia e’ uscito da una vita" e rivengo fulminato da quella di prima.. mi domando dove sta il divertimento se non si puo' parlare.. Guardo intensamente il numero 70, cerco di trovare un riferimento nella mia vita che gli si possa associare, una calamita telescopica, ma non esce sto settanta e dopo poco quando ormai ogni speranza e' ormai persa ..eccolo e la solita vicina mi guarda come dire, hai fatto qualcosa? e io no..e' il primo numero che segno… altra fulminata...Le spiraline usate come lettera "o" mi distraggono quel poco che gia' delle voci urlano dal fondo presso la sala fumatori..Bingo!!! La fortuna aiuta sempre i disperati..Sospiri di disappunto, saranno trascorsi meno di quattro minuti e tutto e' finito.."ci sono altri Bingo in sala?" tuona l'altoparlante e io dico no ci stanno tanti pirla..e rivengo fulminato per l’ennesima volta e stavolta penso che qualc1 mi invitera' a levare le ancore per andare a cantare in un altro cortile..Ma non succede..si chiude la partita. Mentre la routine dell'acquisto si ripete, un signore rovista nel cestino della spazzatura a mo' di gatto silvestro, essendo vicino a me chiedo se ha perso il lavoro del suo dentista, ma pare che abbia gettato una cartella su cui aveva segnato i numeri da giocare successivamente al Lotto, cosi' sparge la carta sul pavimento sotto lo sguardo imbarazzato della maitresse di sala, non capisco cosa ci faccia una bustina dell'hatu (di chi e' questo? ricordate?) ecco che affannato ritrova la cartella con una golia nero attaccata. Un'ora e' trascorsa, esco nel cortile dell’edificio, reso ancor piu' lugubre da una scassata saracinesca di ingresso sento la puzza della fabbrica di scarpe che sta nei pressi, ha un odore caratteristico tipo acciuga andata a male o tipo.. vabbe’ lasciamo perdere…mi sento un carbonaro e ricordo quelle tombolate giocate coi fagioli che tutti abbiamo fatto in occasione del Natale, dove uno teneva il tombolone e l'altro dava il significato del numero estratto e non capisco perche' il 77 era "le gambe delle signorine", non l'ho capito da giovane non lo capisco manco ora, tuttalpiu' conosco il significato di 71 che sarebbe un 69 piu’ due dita nel…finito il post bingatorio, andate in pace e state lontani dalle sale del Bingo.