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domenica 28 luglio 2024

Bonzi,s Story,,,

 Dando uno sguardo al passato alle origini dei Bonzi partendo da mio papa' Ugo e dal nonno Baldassarre che non ho mai conosciuto, sono arrivato sino all'avo di decima generazione laterale di nome Fachino che in quel del Cremasco nella seconda meta' del 400 acquisi' la nomina di Conte grazie all'aiuto che diede alla Repubblica Serenissima in guerra contro gli Sforza per la conquista di Crema, utilizzando le sue barche che servirono alle truppe per attraversare il fiume Serio.

I discendenti della stirpe Bonzi non sono molti, in Italia se ne contano 840 e si son dati da fare in attivita' imprenditoriali... mio nonno paterno Baldassarre mise in piedi una fonderia di ghisa ed alluminio nel Legnanese di cui conservo solo delle foto e delle copie in bronzo del monumento che rappresenta l'Alberto da Giussano (attuale simbolo della lega nord) di progetto Enrico Butti che all'inizio del 900 ha sostituito quello fatto in cartapesta (durato pochissimo) da Egidio Pozzi.
(cartolina dell'epoca spedite da Castellanza mio paese di origine)

Ed ecco la fusione in bronzo che conservo gelosamente e passero' agli eredi e lo stesso fara' mia sorella Graziella.


..la fonderia diretta da mio padre Ugo col fratello Giuseppe (Pino) chiuse al tempo della seconda guerra mondiale in quanto erano riluttanti nel fondere armi per la guerra e la mia famiglia si sposto' per qualche anno in emilia-romagna e precisamente a Forli'.
Lo zio Giuseppe rimase invalido sulla carrozzina nel tentativo di salvare un suo operaio che si era beccata una scossa di parecchi migliaia di Volt, ebbe tre figlie di cui ho perso le tracce ma penso siano rimaste in quel della romagna se non vado errato a Carpinello, me le ricordo tre bionde impestate che mi facevano un sacco di dispetti ed una in particolare la Mirta mi assomigliava in modo impressionante, occhi verdi e alluce tipo il mio, mentre la Giuliana piu' grande di qualche anno deve aver intrapreso attivita' di allevamento polli e affini e la piu' giovane, la Carmen era avviata nel campo estetico ed era patita di moto e ricorda un poco mia figlia Patrizia che con moto di grossa cilindrata all'eta' di ventanni (al limite della guida) e' incorsa in un incidente che l'ha fatta stare in coma da luglio a dicembre alla soglia dei ventunanni.


de l resto aveva cominciato presto sulle due ruote e relative gare


e il fratello Fabio non e’ da meno ed essendo della stirpe dei Bonzi, moto, aereo, paracadutismo vela snow sky jumping sono all’ordine del giorno





anche il piccolo Davide (figlio di Fabio) si da da fare



io ho trasmesso il DNA della stirpe, ho sempre avuto un debole per i motori e per lo sport in genere 

 
ed eccomi a 15 lustri suonati..


e pure zico ( il cagnone di Fabio ) era dei nostri




Ma quello che mi affascina dei Bonzi di Dossena (Val Brembana) e' stato il ramo trasferito a Crema e piu' precisamente la persona di Leonardo che ricorda tanto mio zio materno Pompeo che e' della stirpe dei Morlacchi famiglia contadina passata all'industria.
Apro una parentesi materna su nonna Venegoni Marietta ma farò un post a parte dedicato alla sua famiglia e precisamente all'eroe Mauro Venegoni antifascista per eccellenza e medaglia d'oro al valor militare.


Dicevo di Leonardo figlio del conte Iro e di Sarina Berra Nathan ( nipote dell'omonima patriota ottocentesca e cugina del sindaco di Roma Ernesto Nathan)..era piu' grande di sei anni di mio papa' Ugo e quindi era del 1902 e nei miei ricordi io lo associo sempre a Maner Lualdi 
 




per la trasvolata in aereo nell'America del Sud con un piccolo aereo da turismo il SAI Ambrosini di cui conservo il modellino in alluminio nella mansarda della casa estiva marina.(assieme ai resti dell' AMX il caccia destinato a sostituire i G91, caduto a Caselle al 1° giugno 1984 in fase di collaudo.. pilotava il collaudatore della Fiat Aeritalia il Ten.Col, Manlio Quarantelli che è riuscito a portare l'aereo senza propulsore in un prato schivando la tangenziale e i cavi dell'alta tensione ed ha azionato l'eiettibile solo quando era già a terra, procurandosi ferite per cui è mancato il 19 agosto.. giorno del suo 58.mo compleanno)
 

Ad incidenti aerei purtroppo ne ho visti diversi partendo dall'aereo caduto nei pressi della mia abitazione di Castellanza nel 1959 dove morirono 70 persone

Ma torniamo al viaggio Bonzi-Lualdi che era stato fatto per sensibilizzare i media associando l'impresa alla situazione dei bambini mutilati e orfani di quelle terre.



Risalgo con ordine e cerco di mettere a fuoco la vita di..anzi del Conte Leonardo Bonzi.
Farlo e' semplice grazie ai motori di ricerca da cui traggo libero spunto ringraziandone gli autori..
Nato nel 1902 verso la fine di dicembre e' stato indirizzato allo sport.
Pratica sin da giovane il tennis che sara' una delle passioni della sua vita.

Nel 1922 sostituisce un amico infortunato in una gara del campionato lombardo di motociclismo, e vince il titolo. (e qui esce l'emulazione di mia figlia Patty che col casco in testa sostituiva il suo ragazzo nelle gare di cross e di questo sono venuto a conoscenza dai suoi amici concorrenti che erano li in clinica nell' attesa che lei si risvegliasse dal coma avuto per un incidente con moto di grossa cilindrata).
Due anni dopo alla settimana internazionale degli sport invernali che si svolse a Chamonix e in seguito riconosciuta come prima Olimpiade Invernale, Leonardo e' il portabandiera dell'Italia e partecipa come membro dei team di bob a 4 e bob a 5.
Gli anni immediatamente successivi li dedica al tennis e allo studio universitario, laureandosi in Giurisprudenza alla Cattolica nel 1927 (qui si e' laureata pure mia sorella Graziella nel 1958) e in Economia e Commercio alla Bocconi nel 1928. 
Vinse i Campionati Italiani di Tennis in piu' riprese...
nel 1926 si aggiudico' il doppio misto e nel 1929 si cucco' i titoli nel doppio maschile e nel doppio misto.
Nel 1928 e 29 si aggiudica la Coppa Milano e il Torneo Brian e per una decina di anni fece parte della "nazionale" italiana di Coppa Davis.
Nel 1932, durante una sfida col miglior tennista dell'epoca, il francese Henry Cochet, uno dei Quattro Moschettieri, arriva ad un passo dalla vittoria ...In vantaggio e con un match point, un tiro di Cochet finisce a pochi centimetri dalla linea. L'arbitro chiede a Bonzi se la palla fosse buona o meno. Bonzi risponde "buonissima", Cochet annulla il match point e poi rimonta e vince la partita.
Nei primi anni 30 Leonardo si dedica oltre che al tennis alle altre sue due passioni: l'aviazione e l'alpinismo.
Nel 1931 ottenuto il brevetto di volo tenta di atterrare sul ghiacciaio del Monte Bianco per una scommessa. 




L'aereo si cappotta ma Bonzi miracolosamente si salva, inforca gli sci e scende sino a Courmayeur, l'elica e' nel museo che hanno aperto nel 2004 nel Cremasco mentre nel nostro ramo mio figlio Fabio ha avuto fortuna in quanto il suo aereo si e' schiantato dopo la sua vendita e i due a bordo ci son rimasti secchi..



Fabio ha  un elica a ricordo   appoggiata alla parete del salotto assieme agli sci trovati in cantina che si usavano negli anni 30 con relativi bastoncini in bambu'.


Sempre in quell'anno attraversa tutta l'Africa del Nord in aereo partecipando ad ogni singolo torneo di tennis, spesso vincendo. Fa tappa ad Algeri, Fez, Casablanca, Tripoli, Tangeri e Rabat; con se' aveva solo le racchette e le palline e uno smoking per le serate di gala alla fine dei tornei.
Il 1932 lo vede viaggiare per mesi in India durante una tourne' della nazionale italiana di tennis, nel 1933 organizza una spedizione alpinistica con il celebre geologo Ardito Desio in Iran. Pilota personalmente il trimotore Caproni. Bonzi e Desio scaleranno oltre 20 vette iraniane della Catena dei Baktiari, tutte per la prima volta.
Nel 1934 scala le montagne dell'Atlante del Marocco e ne discende le vette innevate con gli sci. Sempre lo stesso anno guida una traversata della Groenlandia con cani e slitte; 
 

scalano alcune vette inesplorate ma rischiano di morire di stenti e freddo, venendo infine salvati da una nave. 



Tra il 1935 e il 1937 scalo' diverse vette dell'Himalaya, stabili' il record della prima traversata in aereo del deserto del Sahara e pubblico' il suo primo libro: "Deserti di ghiaccio, oceani di sabbia". Contemporaneamente pubblico' reportage dei suoi viaggi sul Corriere della Sera e Il Tempo ottenendo un enorme popolarita'.
Nel 1937 si sposò con Elisa Lentati e come viaggio di nozze la porto' in auto, una Lancia Aprilia, da Beirut sino a Bombay. Oltre 11.000 chilometri.
Nel 1938 viene celebrato come uno degli eroi del fascismo al Raduno del Littorio a Roma. L'anno successivo stabilisce il record del mondo del volo piu' lungo mai effettuato senza scali, da Roma ad Addis Abeba, in oltre 18 ore.


Nel 1940 viene arruolato come ufficiale nell'aeronautica e presto diventa un eroe dei cieli. Partecipa ad ogni azione aeronautica dal 1940 al 1943, celebre il suo intervento a Gimma, in Africa Orientale Italiana, dove con un’impresa rocambolesca riusci' a raggiungere le truppe italiane circondate dai nemici e a portare i rifornimenti di cibo ed armi. Sempre in quella zona mio zio Ettorino Morlacchi (fratello di mia madre)croce al merito di guerra, operava in qualita di servente della Regia Marina sul Cacciatorpediniere Fulmine e perse la vita mentre stava portando rifornimenti per l'offensiva Asse nel deserto diretta a Tobruk col convoglio Duisberg che fu affondato dal convoglio K inglese, il 9 novembre 1941 al nord del Golfo della Sirte.




Durante il ritorno verso l'Italia Leonardo venne catturato dagli Inglesi che lo rinchiusero in un campo di prigionia in Arabia. 
Egli riusci' a corrompere le guardie arabe, raggiungere l'aereo e scappare sotto il fuoco nemico sino a rientrare in Italia. 
Venne premiato personalmente da Benito Mussolini con la Medaglia d'Oro al valore militare e promosso Maggiore e pure i nazisti lo premiarono con una Croce di Ferro consegnatagli dal Generale Kesserling.
Dopo il settembre 1943 decise di partecipare alla guerra dalla parte degli Alleati, effettuando nuovamente decine di missioni di volo. Riceve altre medaglie e una promozione a Tenente Colonnello anche dai vertici militari USA.
Nel 1945 dopo il 25 aprile viene posto in congedo, con oltre 2000 ore di volo di guerra, decine e decine di missioni, 1 Medaglia d'Oro e 4 Medaglie d'Argento e 1 Croce di Ferro, i brevetti di Istruttore e Collaudatore di volo anche notturno.
Intanto, nel 1942 data importante non per la mia nascita agli idi di marzo ma per l'incontro che Leonardo ebbe a Roma con Clara Calamai.

La Clara era tra le piu' famose d'Europa e proprio in quell'anno star assoluta di Ossessione, il film capostipite del Neorealismo di Luchino Visconti ed e' stata la prima attrice famosa a seno nudo preceduta da Vittoria Carpi che e' passata in secondo piano in quanto quasi a livello comparsa.

Alla fine della guerra Leonardo ottiene l'annullamento delle sue prime nozze e sposa la celebre attrice.
In fatto di divorzio anche il nostro ramo ha dato la sua parte, ha iniziato il papa' della mamma di Fabio, e' seguito il mio divorzio (sono stato uno dei primi divorziandi dopo la vincita dei NO al referendum del 12 maggio 74)


(per non perdere la tradizione anche Fabio ha seguito questa strada).
Tornando a Leonardo, Tramite la Clara conosce il famoso produttore cinematografico Carlo Ponti e ne diventa socio nella ATA, iniziando la carriera di produttore di film e documentari.
Riprende anche a stabilire record aeronautici con un volo ininterrotto da Udine sino a Massaua nel 1948 e battendo il suo stesso record l'anno successivo con un volo da Milano a Buenos Aires a scopo benefico per raccogliere fondi per i bambini mutilati della fondazione di Don Gnocchi.
In seguito brevettera' l'aerauto, fusione tra automobile ed aereo, pilotandolo da Roma sino a Mosca.
Sempre nel 1948 diventa membro del CdA di SEA, la societa' aeroportuale di Milano.
Per oltre 10 anni si battera' per la chiusura di Linate e per l'espansione di Malpensa creando un grande aeroporto intercontinentale per tutto il nord Italia, una visione di quasi 50 anni troppo in anticipo.
Gli anni 50 si aprono con nuovi record e nuove avventure.
Stabilisce i record del mondo di velocità in volo sui 100 chilometri e sui 1000 metri. 



Viaggia in auto da Tripoli a Mogadiscio con una Alfa Romeo 1900 e inizia anche a girare i suoi primi, celebri, documentari: "Lettere dall'Africa" e nel 1952 "Magia Verde", girato nella foresta dell'Amazzonia nel Mato Grosso.
Quest'ultimo viene presentato al Festival di Cannes e contende sino all'ultimo la Palma d'Oro a Vite Vendute, capolavoro di Clouzot. Per non far torto a nessuno i francesi inventano ex-novo un premio al miglior documentario che viene assegnato all'unanimità a "Magia Verde".
Come mezzo di trasporto per le attrezzature Bonzi utilizzo' due Alfa Matta versione AR 51 abbinate ciascuna ad un rimorchio tipo biga da 6 quintali di portata complessiva, con le quali apri' una nuova via di comunicazione dall' Oceano Atlantico al Pacifico, compiendo una spedizione di oltre 7.000 km in quattro mesi.

Luisa clicca qui

 

Buongiorno Luisa,

ti rendo conto in pochi punti la situazione casa..

Serratura ingresso.

Ho montato quella che mi ha portato Carmen ed è uguale a quello che avevo montato io in quanto apre ma non da il giro di chiusura a mandata e penso che anche prima facesse la stessa cosa ed ho smontato il gruppo intero ed è quello che non funge e ho preso le misure


ma dal ferramenta le misure sono diverse e per montare quello nuovo occorre addattare i vari fori e spessori e anche in rete e dato il costo esiguo val la pena di cambiarla quello che rogna è trovare la misura giusta e le nostre son vecchie porte.

ho cercato ma non hanno le misure adatte alle nostre porte.


Quindi ho rimontato la serratura che avevo messo prima ed è un lavoro che potrebbe fare il marito della signora che Massimo ha mandato.


Vaschetta del Bagno.


Siccome qui chiudono l'acqua dalle 22 alle 6 quando la riaprivano lo facevano di colpo e le vaschette se non erano piene avevano dei colpi d'ariete dovute alla pressione e molte vaschette tra cui la mia ho dovuto cambiare guarnizioni e per la tua ho sentito l'acqua scorrere e fortunatamente esiste un interruttore sulla vasca e l'ho chiuso e qui il problema è sapere se la SASI l'hai contattata per il cambio del rubinetto generale e ad oggi è aperto ed è rischioso.. ho provato sentire TASI e mi hanno chiesto il numero della pratica (se è stata aperta).. io ho detto anche dell'apertura dell'acqua delle sei che facevano troppo violentemente e l'hanno sistemata aprendo poco per volta l'acqua. Anche qui se viene il marito della Signora che ha inviato Massimo potrebbe sistemarla.


Avvisami quando verrete e vi faccio trovare le chiavi nella serratura.


Un abbraccio Carlo

venerdì 26 luglio 2024

Luce mia...

 

Lo so che non mi potrai ascoltare,

ma non importa lo dico ugualmente.

Cio’ che voglio dire non e’ nulla di personale

e’ solo questo cielo… guarda che bello

e’ lo stesso cielo di ieri, e di ieri ancora

e’ lo stesso da anni ormai, da decenni…millenni

ma, dico… ne hai mai visto uno piu’ bello?

E pensare che milioni e milioni di stelle che ora vedi

possono essersi ormai gia’ spente

ma nel cielo che io vedo, sono ancora li’

e’ la loro luce, capisci? Continua a farsi vedere.

Si, il passato… il cielo e’ uno specchio del passato

prova a pensare…

Qui a Casalcoso è diverso da quello Porcarese..

Non e’ magnifico? non e’ qualche cosa di sensazionale?

Cosi’ grande, cosi’ speciale…

per un cielo cosi’ vale veramente la pena di morire.

Stella mia… continua a brillare.

(Era il lampione ..ma vai a cagare!!!)


mercoledì 24 luglio 2024

Storie vere?

 


Questa fotografia segna la fine della carriera del matador Álvaro Munero.

Nel bel mezzo della battaglia, improvvisamente si pentì e si sedette sul bordo del campo.

Successivamente, in un'intervista, Alvaro racconterà: “All'improvviso non ho visto le corna, ma gli occhi di un toro. Si mise di fronte a me e cominciò a guardarmi.

Rimase semplicemente a guardare, senza fare alcun tentativo di attaccare.

L'innocenza che è negli occhi di tutti gli animali guarda verso di me con una richiesta di aiuto.

Era come un grido di giustizia e da qualche parte nel profondo di me, improvvisamente mi sono reso conto che si stava rivolgendo a me nello stesso modo in cui ci rivolgiamo a Dio in preghiera: "Non voglio combatterti, per favore lasciami, perché non ho fatto nulla". sbagliato per te.

Puoi uccidermi se vuoi, uccidimi se vuoi, ma io non voglio combatterti.

" E io, leggendolo nei suoi occhi, mi sono sentito la peggiore creatura sulla terra e ho ostacolato la guerra.

Dopo di ciò sono diventato un vegetariano e ho smesso di combattere le corride “...

Bella storia, vero?

Orbene sta belinata acchiappabattute gira in rete da una dozzina di anni.

Dopo che migliaia di altre pubblicazioni straniere hanno raccontato il caso, milioni di persone hanno saputo del matador Álvaro Munero.. io vi suggerisco di mettere detta foto sulla ricerca fotografica di Google (quel che ho fatto io brutto miscredente dal cuore pietresco) e vi linkera’ alle storie piu’ mielose che servono appunto per cuccare la battuta monetizzata e adesso che vi siete commossi, scommossatevi o come cacchio si dice, proseguendo nella lettura del post dissacrante...


Cambio il titolo in “Bugie nella rete”..

La storia del matador che si pente guardando il toro? Non è andata così

Una foto virale sui social, accompagnata da una storia strappalacrime, gira da mesi su varie pagine e profili.

Ma la realtà è diversa.

E forse persino più forte

Le bugie o le mezze verità sono sempre esistite.

Ci sono quelle a fin di bene e quelle classificate per colori: bianche, nere e blu.

Oggi le chiamiano fake news e certamente i social le hanno rese capirlari… opps.. capillari.

Alcune ci possono far sorridere altre potrebbero essere pericolose.

Qui cerchiamo di capire se quello che ci viene detto è vero o falso ma soprattutto quanto riescono a resistere le cosiddette bufale anche se sono state smentite.

È proprio il caso del post di cui sopra che da anni circola sui principali social network.

Ha ricevuto milioni di condivisioni e centinaia di commenti. Cerco di scriverlo nel dettaglio...

Siamo ai margini di una corrida.

In una foto si vedono un torero in abito da combattimento e un toro ansimante e sanguinante.

Il torero, a dispetto di quello che si potrebbe immaginare, non è nel pieno dell’autocelebrazione per la sua vittoria ma è seduto, con una mano si copre il volto e sembra stia piangendo.

Una bellissima storia di pentimento.

C’è un uomo messo di fronte alla propria crudeltà.

Vede sé stesso nello sguardo di un animale.

Si scopre più umano e cambia vita.

Certo, è vero, a volte la sensibilità può mutare repentinamente ed esistono dei momenti topici della vita, quelli indelebili, quelli che proprio ricordiamo per sempre. Inoltre, non si può che essere d’accordo nel ribadire che mai alcuna forma di violenza può avere giustificazione.

Comunque quello nella foto non è Alvaro Munera. Munera non è mai stato un torero ma solo un novillero (un giovane matador in fase di apprendimento).

Si tratta invece del torero spagnolo Manuel Jesus Cid Sala (ritiratosi dalle competizioni nel 2019 dopo numerose corride).

Nella foto in questione El Cid non sta piangendo.

È un momento dello “spettacolo” della corrida.

Il torero per ingraziarsi il pubblico e ricevere un applauso ancora più fragoroso sfida il toro sedendosi facendo finta di dimenticare quegli 11 quintali di Miura cornuto che lo stanno fissando.

Mostra al pubblico così la sua totale dominanza sull’animale. 

Le parole del post poi non sono di Alvaro Munera ma dello scrittore spagnolo Antonio Gala.

Il Munera stesso ha smentito di essere il protagonista della foto. Nel 1984 è stato incornato durante una corrida e da allora è tetraplegico.

L’incidente che ha cambiato la sua vita lo ha spinto a diventare un attivista per la difesa dei diritti degli animali.

Sarebbe bastato raccontare la vera storia di Munera per sensibilizzare le persone al rispetto degli animali.

Quante false verità intorno a noi.

Meglio sempre affidarsi a fonti certe e nel dubbio non condividere.

Pace e bene a tutti...

 

domenica 14 luglio 2024

CLINTO amore mio...

 


 

Nella mia seconda casa in quel dell'Abruzzo senza Molise, esistono delle cantine dove puoi andare ad acquistare il vino prodotto con l'uva.. ebbene si.. il vino qui si fa ancora con l'uva e dovete capire sti poveri centromeridionali che conoscono poco o affatto che il vino si deve fare con lieviti che mantengono gradazioni e danno il sapore o retrogusto di fragola, pomodoro, peperoncino, melone e chi più ne ha piu' ne metta..

In Italia dove sverno dicono e fanno il vino col bastone ovvero aggiungono lieviti secchi al mosto pigliato e sta al vignaiolo scegliere la giusta composizione della cultura starter prendendo in esame aspetti quali il vigore fermentativo e il potere fermentativo. Vabbuo' non vi rompo il cazzo sugll'anidride solforosa e sugli eventuali fitofarmaci utilizzati vigna capaci di influenzare la componente aromatica del vino ma vi dico qual'e' il vino dicui vado alla ricerca e si tratta del .. dadadannn.. del CLINTO.

Questo è il vino illegale dei nostri nonni, e fin dal lontano 1931, quando fu emessa la legge n.376 che vietava sia la coltivazione, sia la commercializzazione dell’uva prodotta dai vitigni ibridi, il privilegio di berne qualche bicchiere doveva essere considerato una rarità e un onore, oltre che un piacere proibito.

Ma faccio un passo indietro: l’uva clinto è approdata in Europa dall' America nella prima metà dell’Ottocento.

Il vitigno clinto è un produttore ibrido diretto tra Vitis Riparia e Vitis Lambrusca; si tratta quindi di un vitigno non innestato, caratterizzato da una grande resistenza alle malattie crittogramiche e alla fillossera.

Il vitigno clinto si propone quindi come soluzione ai problemi dei vitigni di allora, prima con l’oidio e con la peronospera (due funghi patogeni) e poi con la fillosera (un insetto), che si diffusero ampiamente minacciando i vitigni nostrani.

Per questo motivo venne promulgata la legge del 1931, che ne permetteva la coltivazione solo per produrre uva per consumo “diretto”.

Nel 1965 il destino del vitigno clinto si complico' ulteriormente: una legge riconobbe la vitis vinifera come unica pianta dalla quale si poteva ricavare vino, escludendo quindi il vino clinto dal mercato.

Porco cazzo a me gusta da Dio anche perchè il clinto è quasi sparito dalle tavole degli italiani, ma rimane certamente nella mia memoria.

Sto vino ha un colore violaceo intenso, che lascia una traccia densa nelle bottiglie e nei bicchieri, e una macchia particolare nelle tovaglie e se vi cade la gocce sentirete santi e madonne da parte di Lella costretta a buttare via la tovaglia fatta a mano e che ha ricevuta in dote.

Comunque sto intruglio ha un forte profumo fruttato e un inconfondibile aroma, detto “volpino”; ha una bassissima gradazione alcolica, tra i 6 e gli 8 gradi in volume: è quindi poco conservabile; mai oltre la primavera successiva alla vendemmia altrimenti lo potrete usare solo per tingere i baffi-

Vi ebbi incuriuosito del clinto? Lo so di essere un cesso in fatto di arte culo in aria e di avere tendenze leggermente fuori dal municipio, ma a me piace un casino e credetemi che non sembrano trovare invece fondamento le leggende sui danni alla salute umana causati da supposti valori elevati di metanolo e tannino.

Del resto all'eta' dei datteri a cui sono arrivato fatemi godere selvaggiamente con un paio di bicchieri di sto vino.. alla faccia dei degustatori che se lo assaggiano sbattendolo in bocca avranno le fauci da decolorare nei prossini lustri..buon vino a tutti.

 




 

sabato 6 luglio 2024

Vuoi un caffè?

 

Buongiorno.. sono una capsula di caffè e ora statemi ad ascoltare:

4 grammi di caffè a 0,40 euro, fanno 100 Euro al kg.

Per una tonnellata di alluminio vengono prodotte quattro tonnellate di residui sotto forma di arsenico, titanio, cromo, piombo, vanadio, mercurio.

Sostanze che vanno ad inquinare l’ambiente.

Grazie ad una produzione di una tonnellata di caffè a settimana sono la regina del mercato!

Il caffè che uso è quello che costa di meno.

Quando le polveri tradizionali vengono torrefatte a 200/220° in 20 minuti per me la torrefazione è a 1000°C per 90 secondi.

Anche questo per risparmiare.

Però il mio caffè è schiumoso e buono.

Semplicemente perché non contengo solo caffè ma anche un po' di grassi animali, e additivi top secret.

In più le macchine che vengono utilizzate hanno enormi costi economici ed ambientali per la loro produzione e per il loro smaltimento.

E non dimenticare l’energia elettrica che usano.

Ma attento, ti dono non solo caffeina ma anche furano che ingoi con piacere.

Il furano è una sostanza organica (prodotto intermedio utilizzato nell'industria chimica come solvente per le Resine durante la produzione di lacche e come agglomerante nella fonderia).

È volatile, lipofilo e CANCEROGENO per il fegato.

Contento tu…



Scopri dove riconsegnare le capsule di caffè usate qui.