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giovedì 18 aprile 2024

Isole Diomedee.

 

Pensate che geograficamente Stati Uniti e Russia siano lontane tra loro?

Forse perchè a scuola ci hanno abituato a vedere il mondo come nella prima slide dove vista cosi' la distanza è veramente grande e anche il fuso orario indicato sulla cartina parla di una ventina di ore di differenza.

Per cominciare a vedere come realmente distano, anziché cartina in pianta prendiamo un mappamondo e diamo uno sguardo tridimensionale

Se lo facciamo ruotare potremo vedere che allo stretto di Bering nell'oceano Pacifico, i due stati hanno le coste che distano poco meno di un centinaio di km una dall'altra, novantacinque per l'esattezza.





al centro delle due coste ci sono le due isole di Diomede.



La Diomede grande è Russa e la piccola e' Americana e andando tra un'isola e l'altra cambia il fuso orario di ventuno ore e cambia pure la data se nella piccola appartenente agli Stati Uniti è domenica, nella grande appartenente alla Russia è gia' lunedi'.

In questo piccolo spazio di mare (le due isole distano 3,7 km l'una dall'altra), è stato attraversato a nuoto da una nuotatrice americana durante la famosa “guerra fredda” con lo scopo di far allentare le tensioni tra le due potenze.. in questa zona si estraggono petrolio e gas.. questo attrae molto in quanto nell'artico esiste una quantità tale di petrolio/gas da mettere contro Canada, Russia, Cina e ultimamente pure la Norvegia che sta spaziando verso nord.

Non vado oltre e non faccio considerazioni personali ma mi domando il perchè non si fanno guerra a casa loro in modo da evitarci gli avvenimenti in corso che ci fanno passare un inverno costoso e al freddo e pure con minor potere di acquisto e relativa rottura del pallisterio.

Il post e' per evidenziare o far ricordare le brevi distanze kilometriche che esistono tra America e Russia che molti ignorano e la peculiarità delle Tomorrow Island (la Big Diomedee) e la Yesterday Island (la Little Diomedee) durante l'inverno, si possono attraversare a piedi per via delle basse temperature, sul ponte di ghiaccio che permette di effettuare il viaggio nel tempo passando dal giorno piu' avanti dell'isola piu' grande Russa al giorno indietro dell'isola Americana più piccola ed ironia della sorte sono ubicate nell'Oceano Pacifico e ulteriore ironia è il progetto della costruzione di un ponte da un centinaio di km in tre tronconi che esiste dal 1958 sul tavolo di T.Y Lin (il Salvini american-japan).


martedì 16 aprile 2024

Aggiornamenti sul carobenzina..

 

Arrivano i ponti di Primavera:benzina a 2,5 e/lBenzina a 2,5 euro al servito in molti distributori del Belpaese, in autostradama anche in città, con le accise che pesano poco meno della metà.

In vista dei ponti di primavera, quando milioni di italiani si metteranno in viaggio per trascorrere qualche giorno fuori casa, i consumatori tornano a far sentire la propria voce contro il carobenzina.

Non è un mistero che i prezzi dei carburanti siano saliti sensibilmente nell’ultimo periodo, attestandosi, in base alle ultime rilevazioni di Qe, a 1,915 euro/litro la benzina e 1,812 euro/litro il gasolio al self, 2,053 euro/litro la verde e 1,953 euro/litro il gasolio al servito.

È il Codacons a lanciare l’allarme sugli effetti del carobenzina sui ponti di primavera, rilevando prezzi sopra i 2,5 euro al litro al servito sia inautostrada sia sulle rete urbana.

Secondo l’associazione “alla data di venerdì 12 aprile il prezzo più alto è stato praticatosulla A21 Piacenza-Brescia, dove un litro di verde in modalità servito era pari a 2,549 euro.

Sempre sulla A21, ma in provincia di Alessandria, le benzina ha raggiunto nella stessa data 2,499 euro al litro.

Sulla rete urbana, invece, i prezzi più alti sono praticati nella provincia di Benevento, dove due distributori hanno superato quota 2,5 euro al litro, con listini rispettivamente di 2,572 e 2,550 euro/litro, e in provincia di Modena, 2,509 euro al litro.

Da segnalare lo strano caso di un distributore in Via Lungolago Di Capolago a Varese, che il 12 aprile ha comunicato al Mimit un prezzo pari a 2,854 euro al litro per la benzina.


domenica 14 aprile 2024

La vera storia della FIAT. (Welleyes=bene-si)





Provate ad andare nei motori di ricerca e' cercate di risalire alla nascita della Fiat, troverete storie e dipinti tipo questo di Lorenzo Delleani (ho un suo dipinto in quel di Casalbordino).


in cui sono raffigurati i soci fondatori della FIAT

1. Damevino, 2. Goria Gatti, 3. Biscaretti di Ruffia, 4. Racca, 5. Cacherano di Bricherasio, 6. Ceriana Mayneri, 7. Agnelli, 8. Scarfiotti, 9. Ferrero


Qui manca una persona importante che è Monsu' (Signore per gli Juventini) Ceirano

 


che ai piu' non dice nada (chi vuol saperne di più clicchi sul link) ma e' lui il progenitore della Casa Automobilistica piu' famosa d'Italia e vi posto anche il perche'.

Il buon Giovambattista Ceirano era nato nella provincia granda, alias Cuneo (per i non nati ai pie' del monte).. il babbo di mestiere era orologiaio come l'Adriano nazionale ma siccome la famiglia era grande, con quattro figli era abbastanza problematico sbarcare il solario (alla notte Lunario), decise di cercar fortuna in quel di Torino ( si parla degli anni a cavallo tra 1890 e 1900).

All'epoca il Giovanni Battista aveva una ventina di anni e una volonta' ferrea di far qualcosa per poter provvedere alle necessita' mangifere ed apri' un negozietto di biciclette in C.so Vittorio Emanuele N.9.


All'inizio rivendeva e riparava bici e poi con un certo savoirfaire comincio' a costruirne e come marchio scelse un nome d'oltralpe che facesse piu' figo datosi che noi Italici eravamo e siamo abbastanza esterofili e lo chiamo' Welleyes (in italico = bene/si).

Il Ceirano quindi incomincio' ad ingrandirsi con la vendita delle sue bici marca Welleyes e considerato che i tempi erano maturi e le prime automobili cominciavano ad apparire sulla scena dei trasporti, si compro' una quattroruote e ne era molto fiero.

Il brutto di questa auto era il dover smontare le ruote per le riparazioni, quindi studio' e brevetto' un sistema chiamato Rapid che colmo' questa lacuna abbreviando di molto le tempistiche di riparazione.

Il Ceirano con quattro soldi in saccoccia si iscrisse in vari club frequentati da nobili e commercianti facoltosi e qui a Torino nella zona di Porta Nuova conobbe l'Ing. Faccioli (padre di quello che mi ha fatto la vetrata a Borgaro e da lui che venni a sapere tutta la storia della FIAT). 

Assieme misero in piedi una piccola produzione familiare di auto che non era male ma la pecca maggiore era quella di recuperare la grana ed eravamo nel 1898 dove i tempi erano duri e la gente non metteva assieme pasto e cena. 
In contrapposizione esistevano tanti nobili danarosi che avevano puntato le evoluzioni del Ceirano e qui nacque la prima societa' in Accomandita della Ceirano con alcuni componenti abbastanza noti tipo il corridore pilota Felice Navarro e soprattutto un certo Vincenzo Lancia e tutti assieme costruirono le prime auto marchio Welleyes.



Purtroppo questi soci non riuscirono a far fronte alle spese di produzione dell'enorme richiesta e quindi nel luglio 1989 si realizzo' l'ingresso di altri facoltosi nobili sfruttatori di idee altrui ed ecco costituita quella che noi conosciamo come FIAT la Fabbrica Italiana Automobili Torino con le persone illustrate all'inizio post dal Delleani.. dico purtroppo per il Ceirano fu liquidato con 30.000 lire a saldo della cessione ditta e relativi brevetti.. ma i nuovi proprietari (animi nobili) non lo lasciarono in mezzo alla strada e gli diedero l'incarico di agente addetto alle vendite, ma solo per l'Italia..

Giovanbattista accetto' ma si vide tagliato fuori sia come industriale sia come frequentatore di Club destinati ai grossi finanziatori ed a gente con sangue blu e puzza sotto il naso legati al Reame dell'epoca e si tolse di mezzo ricostituendo un gruppo assieme ai suoi fratelli chiamato F.lli Ceirano-Torino e fece la sua strada e non poca.

 

da qui nacquero delle belle macchine.



Questa e' la vera storia di nascita della Fiat ed il resto e' noto a tutti e questo marchio dall'ottobre 2014 e' diventato FCA ovvero Fiat Chrysler Automobiles azienda italo-statunitense di diritto Olandese poi nel luglio 2020 assieme a PSA eccoti la STELLANTIS...

L'ultima nota e' sul marchio Lancia che aveva percorso la sua strada per poi finire assorbito dalla Fiat, su cui e' meglio stendere un velo pietoso in quanto ad oggi e' destinato a ruolo sussidiario e le ossa del Vincenzo son li che vibrano nella fossa e li ci lascio pure i miei ricordi di Rally'70 col Jolly Club e la mitica HF.


Ringrazio il Club R.A.C.I che nel Cimitero Monumentale di TO ha posto una lapide a ricordo dei Ceirano. R.I.P.

A titolo di cronaca in quel di Torino altri riparatori/costruttori di biciclette e motociclette intrapresero l'attività di costruttori d'auto e nel 1907 i fratelli Maurizio, Secondo, Giacomo e Mary Temperino figli di immigrati italiani di ritorno dall'America in seguito alla morte del padre minatore fondarono un'azienda automobilistica.

Acquistata la sede in uno spazio commerciale sito in corso Principe Oddone 44, i ragazzi iniziarono la loro attività riparando biciclette e mettendo a punto motociclette.

Tra il 1908 ed il 1909 realizzarono il primo prototipo di automobile ma la sperimentazione fu più volte rallentata dallo scoppio della guerra italo-turca prima e dalla grande guerra dopo.

Nel 1918, fu avviata la produzione del primo modello "di serie" grazie al supporto di analoghe officine meccaniche locali. 


Nell'ottobre del 1919 fu ufficialmente costituita la SAVT (Società Anonima Vetturette Temperino), i cui modelli ottennero un immediato successo, per l'economia di acquisto e d'esercizio, oltre alla robustezza dimostrata nelle prime corse in salita.


Le piccole automobili di questo marchio italiano furono apprezzate anche fuori dai confini nazionali, in particolare oltremanica dove fu istituita una seconda sede.

Purtroppo la storia della Temperino fu interrotta antetempo a causa del fallimento della Banca di Sconto nel 1921, principale finanziatrice dell'azienda, e la crisi economica del 1924 portò alla chiusura dello stabilimento torinese.

Tuttavia, la Temperino motors Ltd. di Londra rimase attiva fino al 1940.


martedì 9 aprile 2024

Parolacce.

 

Ora apro il post seriamente dicendo che sono le parole brutte, sporche, quelle sconce, usate per offendere, piu’ conosciute come parolacce, che esprimono il linguaggio delle emozioni.

Sono quelle espressioni che danno voce all’inesprimibile.. la rabbia, la sorpresa, la paura.

Un insulto, un’esplosione verbale che oltraggia, un’ingiuria, un improperio, un’insolenza.. il turpiloquio e’ una costante del comportamento umano, una corrente elettrica che attraversa da sempre il linguaggio individuale e collettivo, che compare dagli esordi della comunicazione verbale, in ogni civilta’.
Davanti a un’emozione, il parlante, attonito, rimane a corto di parole e ricorre a un intercalare, o a un’espressione che ha piu’ valore di mille parole messe insieme.. e’ quell’emozione che, essendo tale, non si riesce a verbalizzare in altro modo se non rifacendosi a un’espressione che, pero’, molto spesso, risulta volgare.

Se da una parte le parolacce diventano un segno di poverta’ lessicale, dall’altra il giusto peso, nonche’ uso, del significato sono prerogativa del parlante nativo.

Con la vostra lei non fate mai discorsi legati all'uso delle parolacce? 

Eccovi un esempio seguite il labiale e scrivo tra << mio>> e la Lella in corsivo...



<<Cazzo ma mi vedi a parlare cosi’ cara Lella? Trasecolo. Sbalordisco. Sbarabaquakko, ma e’ vero quello che mi hai accennato?. >>

Certo che e’ vero caro mio… dire le “parolacce” e’ reato.

<<Oh, minchia. Non ci posso credere,tutte cazzate».

No Carlo, e’ la Cassazione che lo dice.

«Tutte Cassate (da Cassazione, l’hai capita? Naaa...te pareva)».

Fai… fai dell’ironia idiota. Guarda che tu non avrai altro futuro che la galera. Leggi qua, talpaccia ottusa. La condanna e’ per le parolacce evocative (richiamanti) degli organi sessuali.

<<Sarebbe?>>

Che non si possono dire quelle che c’hanno di mezzo riferimenti a organi di sesso.

<<Tipo>>?

Tipo che testa di cazzo non si puo’ dire ma faccia di merda si’.

<< Mmmm…Non sarei cosi’ sicuro tu mi prendi per il culo>>.

Lo dice la Cassazione. Leggi il labiale. Stronzo si puo’ dire mentre non mi rompere i coglioni no…e tu ce l’hai sempre in bocca sta frase..

<<Basta. Ho capito. Non e’ il caso di fare altri esempi poi ho gia’ smesso di fumare a suo tempo, vorra’ dire che smettero’ anche di dire le parolacce, ma non credo di farcela sai?».

Devi resistere Carlo. Mordi il fazzoletto.

<<E’ che non reggo proprio l’astinenza. Non vendono neanche le gomme da masticare come quelle alla nicotina per chi vuole cessare il fumaggio>>.

Basta fare con le parolacce come per le sigarette.

<<Cioe’>>?

Ne dici solo tre al giorno. Una dopo pranzo, una dopo cena e una la sera guardando la tv. Quella te la godi proprio. Ti metti in poltrona, in pigiama e via che ti liberi. Il programma di Vespa di 5 minuti in TV di solito fa venire molta voglia.

<<Cazzo…Il problema e’ che io sono un’estimatore della parolaccia. Ci sono momenti nella vita in cui la parolaccia e’ d’obbligo. E’ proprio necessaria. E non parlo della bestemmia che non mi sfagiola. La parolaccia vera, liberatoria, autentica. Quella che scarica i nervi, spegne la furia, scioglie il magone ti slega i coglioni insomma. Odio quelli che dicono.. porco tubo, vaffanbrodo, acciderba, mi stai rompendo i cosiddetti, porca puzzola, cazzarola… Ma che tristezza. Ma di’ sta parolaccia e falla finita. E liberati. Altrimenti godi solo a meta’ e’ come una sega fatta col preservativo. Oppure non dirle proprio>>.

E’ una scelta. Anzi, sai che li stimo quelli che le parolacce non le dicono mai. Mai mai mai.

«Minchiaaaaa. Ma allora sei affetta da cretinita’ permanente. Vabbeh dai… Io ho gia’ approntato un piano d’emergenza-parolaccia. Non usero’ piu’ riferimenti sessuali. Diro’ solo.. Non farmi girare i Bumbastik, merdarola e Vacheron Constantin».

Ma quella e’ una marca di orologi.

«Si’, ma vien bene come parolaccia».

E basta?

«Anche vaffancul, con la u francese, poetica. Di quella parolaccia li non posso proprio farne a meno».

Hai ragione Carlo. Ci sono cose nella vita che si risolvono solo con un vaffancul e chiudiamola qui.


NO.

 

Sono nato predisposto al NO.. un poco come la canzone di Shakira.
No se puede vivir con tanto veneno,
La esperanza che me dio tu amor
No me la dio mas nadie,
Te lo juro, no miento,
No se puede dedicar el alma
a acumular intentos
pesa mas la rabia que el cemento.

Io sono nato cosi’ di otto mesi e con questa genetica predisposizione al NO.
Non so’ perche’ ma al consenso preferisco il dissenso.
Il NO mi piace. anche il gesto che lo accompagna.
Scuotere la testa di qua e di la’, soprattutto quando esco dall’acqua di Casalcoso col polipo attaccato al braccio, mi da’ tanta soddisfazione e mi fa’ godere australmente come un selvaggio.
E poi mi piace pronunciarlo, il NO.

Perche’ li’ in mezzo, tra le pieghe di quella sillaba nasale, ci sta’ dentro un sacco di roba e ti riempie la bocca.
Il rifiuto per esempio.

Il NOssignore.

Il levatelo dalla testa.

Che non e’ mica roba da buttare via.

Perche’ il rifiuto e’ sempre differenziato.
C’e’ NO e NO, insomma.

E la maggior parte del NO e’ riciclabile.

Da una raccolta paziente di rifiuti possono nascere nuove cose. Insoliti modi di pensare, per esempio.

Strade diverse da percorrere.

Persone nuove da conoscere, capire, amare o schifare.
Il NO e’ anche dissenso.

Pensiero difforme.

Che spesso si fa’ conflitto.

Ma anche dibattito costruttivo, almeno cosi’ la penso io e mi basta poi voi pensatela come volete.. chissenefutte, non mi scalfirete piu’ di tanto.
Mi fanno paura le coppie che non litigano mai.

Bisticciare, credetemi, e’ sano senza venire alle mani naturalmente, usando forse il coltello, ma no..

Sono convinto che alzando la voce e caricando i toni si crei dell’energia propulsiva che fa’ andare avanti la coppia. e poi vuoi mettere il piacere di fare la pace?

Chi non litiga non sa’ cosa si perde.

C’e’ anche il NO purissimo della disobbedienza.

Quello bello dei bambini che dicono NO per puro spirito di contraddizione.

E magari ci aggiungono pure un ..merda.. proprio quando i genitori vogliono far bella figura con gli amici.
Poi ci sono i NO che ti vengono fuori perche’ sei incazzato…

Guarda, oggi ti dico di NO perche’ c’e’ vento e sono con le palle in giostra, ma se me lo chiedi domani puo’ essere che ti dica di si’. Soprattutto se c’e’ il sole….
E anche i NO della sincerita’.

Quelli che si usano per dire le cose come stanno…Vengo anch’io?… NO tu NO. ..Vengo anch’io?.. NO tu NO… E perche’?.. Perche’ NO. Perche’ mi stai sul culo, guarda.

Non ti reggo.

Preferisco dirti le cose come stanno invece di fingere benevolenza. Vacci con chi cazzo vuoi a vedere le bestie feroci.

Non con me, io mi basto.
E’ che il NO da’ liberta’.

Non si puo’ morire dentro, aspettare di diventare tutti verdi come Hulk fino a farsi scoppiare i bottoni della camicia.
Con il NO, poi, iniziano tante parole importanti.

Il NOnostante, per esempio.

Che ti fa tirare avanti e chiudere un occhio.

Il NOumeno, che e’ l’essenza delle cose.

Il NOcciolato che leva le malinconie e fa crescere i brufoli e la pancia.

La NOvita’ che da’ gusto alla vita.

Il NO profit che da’ senza pretendere.

Il NOn ti scordar di me della nostalgia.

Il NOn essere dell’essere.

Finita cosi’ con un bel NO

Punto. 

Stop.

Anzi sapete che faccio? Do’ retta alla stirpe del mio cognome e mi autocombustioNO.


Come “spiare” i profili LinkedIn senza farsi scoprire.

 


La piattaforma allerta di default gli utenti di cui visitate la pagina, ma c'è un modo per evitare che succeda e preservare la vostra privacy.

A prescindere dal fatto che LinkedIn sia o meno il sostituto perfetto di Twitter, una cosa è certa:

è un posto profondamente strano.

Essere attivi sulla piattaforma è praticamente obbligatorio per i lavoratori della conoscenza che oggi vogliono trovare un impiego, il che di per sé è già bizzarro.

Il servizio poi è un luogo in cui molte persone passano il tempo fingendo che i selezionatori del personale e i responsabili delle assunzioni siano persone interessanti e divertenti, reagendo e rispondendo ai loro post.

Poi ci sono gli influencer di LinkedIn, che sembravano ChatGPT già molto prima che ChatGPT esistesse.

La trasparenza estrema di LinkedIn

Ma forse la cosa più strana di LinkedIn è la trasparenza delle sue funzioni di sorveglianza.

Se altri social network cercano di nascondere quanti dati stanno effettivamente raccogliendo sulla vostra attività, a ogni passo LinkedIn vi invita a partecipare alla raccolta dei dati sul comportamento degli utenti.

È una piattaforma che vi invia regolarmente notifiche su chi ha guardato il vostro profilo.

Per impostazione predefinita ogni volta che sbirciate l'account LinkedIn di un'altra persona mentre siete connessi, l'utente verrà allertato.

Se da un lato immagino il motivo per cui una persona in cerca di lavoro potrebbe essere interessato ad avere questa informazione, posso anche capire perché la cosa potrebbe farla impazzire.

Non è pensabile mandare un'email a uno sconosciuto per dirgli: "Ho notato che hai guardato il mio profilo LinkedIn.

Ti è piaciuto?" (solo pensare di farlo mi fa venir voglia di sprofondare).

Pensate a quanto sarebbe strano se ogni volta che scorrete il profilo di un utente Instagram per guardare le sue vecchie foto, questa persona ricevesse una notifica che l'avvisa che avete appena passato in rassegna la sua pagina.

Su LinkedIn, invece, le persone che pagano un abbonamento hanno un accesso più completo ai dati dei curiosi; mentre la maggior parte delle persone ha la possibilità di vedere solo un paio di visitatori recenti, gli utenti a pagamento ricevono l'elenco completo di tutti coloro che hanno guardato il loro profilo nell'ultimo anno.

Cambiare le opzioni di visualizzazione di LinkedIn

Per prima cosa, andate su LinkedIn.

Fate clic sull'immagine del vostro profilo nell'angolo in alto a destra della finestra del browser e poi su Impostazioni e privacy (nell'applicazione mobile di LinkedIn, la foto del profilo appare in alto a sinistra; cliccateci sopra per accedere alle Impostazioni e poi seguite le stesse istruzioni).

Nella barra laterale di sinistra fate clic su Visibilità e quindi su Opzioni di visualizzazione del profilo.

Da qui è possibile selezionare tre opzioni:

Il tuo nome e sommario,

Caratteristiche private del profilo,

oppure Modalità privata.

La scelta predefinita è la prima; avvisa tutte le persone di cui visitate il profilo, mostrando loro la foto e il vostro ruolo, con tanto di link alla vostra pagina. A loro volta, i visitatori cliccheranno quindi sul link, inviandovi una notifica, in uno schema destinato a ripetersi all'infinito. O almeno finché non deciderete di modificare l'impostazione.

La seconda opzione, Caratteristiche private del profilo, si limita a mostrare agli altri utenti di cui visitate la pagina uno stringato riassunto sul vostro conto, che comprende solo la vostra professione e il luogo in cui vivete. Il tutto vi donerà un alone di mistero, certo, ma con ogni probabilità infastidirà gli account che avete sbirciato per la mancanza di dettagli specifici.

La terza opzione, di gran lunga la migliore, è la Modalità privata, che consente di guardare la pagina del profilo di chiunque vogliate in relativa segretezza.

Va sottolineato che la scelta di negare i permessi alla condivisione vale in entrambi i sensi:

se selezionate un'opzione diversa da quelle predefinita, non potrete nemmeno vedere quando altre persone guardano il proprio profilo.

Per me questo è un vantaggio, dal momento che significa che ricevo meno notifiche da LinkedIn.

Ma se per voi è utile sapere chi guarda il vostro profilo, tenetene conto.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

sabato 6 aprile 2024

Studio sull'attentato 11 settembre 2001.

 


Progetto di studio e di ricerca sugli attentati terroristici dell'11 settembre 2001 fatto da Crono911.

Clicca quiper scaricare l'ebook Crono911 (edizione 2009 aggiornata al 2021), un libro gratuito di oltre 180 pagine, in lingua italiana e in formato PDF, che ricostruisce minuziosamente la cronologia degli avvenimenti, integrandola con numerosi approfondimenti. 

Il libro è stato utilizzato nella stesura del volume "La Cospirazione Impossibile" (di vari autori, tra cui Umberto Eco e Piergiorgio Odifreddi), nella compilazione di numerosi voci di Wikipedia e in vari servizi televisivi e giornalistici.

Il libro è stato realizzato nei primi mesi del 2006, per fornire uno strumento di conoscenza, in lingua italiana, dei fatti dell'11 settembre 2001 e delle vicende connesse. 

Sino a quel momento, infatti, tutte le fonti attendibili erano in lingua inglese e, peraltro, difficili da reperire. 

Il lettore italiano doveva affidarsi ai servizi giornalistici, spesso imprecisi o poco attendibili, o districarsi tra una miriade di siti Web che, in gran parte dei casi, fornivano informazioni non veritiere.

A partire dal 2004 si è resa disponibile una grande quantità di fonti e di dati, che permettono di avere una visione storicamente completa e dettagliata della tragedia dell' 11 settembre, dei suoi antefatti e delle vicende ad essa connesse: prima il Commission Report e il Joint Inquiry, poi gli atti del processo Moussaoui (un aspirante dirottatore suicida, arrestato nell'agosto del 2001) e la progressiva desecretazione di registrazioni, dati e documenti. 

Il libro Crono911 ha integrato tutto questo materiale in un unico documento, che comprende le biografie dei dirottatori, una precisa ricostruzione cronologica degli avvenimenti e una serie di approfondimenti. 

Per tutte le informazioni sono indicati i riferimenti alle fonti, tutte qualificate. 

Il sito Crono911.org, creato nell'agosto del 2006, consente di visualizzare e scaricare la versione più aggiornata del libro e di accedere e consultare tutte le fonti citate nei testi, nonchè ulteriori risorse.

Crono911 non è un documento adatto ai cosiddetti "complottisti", ossia a coloro che sostengono che le Twin Tower siano state demolite con esplosivi e che il Pentagono sia stato colpito da un missile: se appartenete in maniera assolutamente convinta a questa categoria di persone, esistono siti che potranno soddisfare le vostre più sfrenate fantasie e nei quali potrete affermare e veder affermare che l'Olocausto è un'invenzione, che le scie degli aerei nel cielo sono causate da sostanze chimiche immesse nell'aria per mutare il clima terrestre, che sulla Luna non è mai giunto nessun astronauta e che la CIA è colpevole di tutto quanto succede nel mondo, compreso l'otturamento dello scarico del vostro water.

Crono911 non è nemmeno un documento di "debunking" in senso stretto: il compito di sbugiardare i complottisti è già svolto egregiamente da altri ricercatori, stranieri e italiani, con i quali abbiamo un costante scambio informativo.

Crono911 è una ricostruzione storica, una raccolta di dati, un prontuario, una solida base di partenza per ricerche e approfondimenti.

E' anche il nostro contributo alla memoria di tutte le vittime dell' 11 settembre 2001.